Ma come? Ti ho messo anche un concerto di un’ora del ‘76 di Muddy Waters a pagina 2. Va ricordato che McKinley Morganfield aka “Muddy Waters”, e che in italiano significa acque melmose cioè ampia dichiarazione d’intenti rispetto alla cultura nera del Missisippi di provenienza, mi ha fatto il percorso classico del bluesman che più “real” non si può. Lavorava nei campi di cotone, dove peraltro incontrò anche il piccolo Hubert Sumlin, da cui è partito per cercare fortuna in città. Non dimentichiamoci del musicologo Alan Lomax che a cavallo tra gli anni ‘30 e ‘40 se ne andava in giro per il sud degli Stati Uniti armato di registratore per documentarne il folklore. La prima registrazione in cui compare un Muddy Waters acustico è sua…
L’intento del 3D non è di raccontare la storia del blues più filologicamente corretta o più o meno real, ma contarci e gasarci a vicenda tra noi zozzoni marci. Il vero fine, lo confesso, è poi questo: siccome trovare autentici appassionati del genere non è facile, contiamoci qui, chissà che non possano nascere collaborazioni, jam e nuove amicizie musicali centrate su condivisione e puro e semplice divertimento.