Ah figa, mi ero dimenticato di dire che sarà una venticinquina d'anni, con in mezzo lunghissimi periodi di astinenza, che strimpello la chitarrà un po' così a cazzo, senza arte né parte né meta. Il modo meglio forse, punti di vista. Pure se come livello suonereccio sono rimasto fermo a circa 6 mesi dopo aver imbracciato lo strumento per la prima volta, cioè quando ho scoperto la penta con i suoi bei sfrisi intrecciati. Per cui insomma è un po' che me la meno in giro. Ho vissuto i transistor poi di nuovo le valvlole, poi il digitale, poi di nuovo le valvole. Ho visto anche il primo periodo in pompa magna del càstom sciòp Fender: andavo a cazzeggiare nei negozi solo per accattarmi a gratis il patinatissimo giornaletto Frontline, figa peggio dei pornazzi lo sbavavo. Ho anche posseduto il primo fagiolone rosso e un sacco di altra robaccia inutile. Finchè non sono approdato su Radiochitarra, dove mi sono reso conto che di base non avevo ancora capito un cazzo nonostante la lunga militanza distratta, centrata soprattutto sull'acquisizione del grattugiamento ignorante più che sul gear. Ed è proprio questo il bello: abbandonare credenze strampalate incrostate nella capoccia, ripartire quasi da zero, scrostare la capoccia appunto: una delle cose meglio della vita. Quindi volevo dire a chi si sbatte per tenere in piedi la baracca che il suo sbatti ha un senso.