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Showing content with the highest reputation on 11/03/2020 in all areas

  1. 8 points
    E per oggi é tutto dal mio ospedale a Milano... Dove hanno lavorato medici, infermieri, tecnici etc... senza uno sbuffo, senza un problema. Siamo dove voi non volete essere, siamo dove sono le vostre paure, siamo dov’è la vostra tutela. Esattamente dove ci troviamo con la vostra invidia sociale, con le vostre accuse, con i vostri avvocati, con le vostre denunce, con i vostri giudici, con le vostre aggressioni. Pensateci la prossima volta. Buonanotte.
  2. 3 points
    La D28 era con me dal 2016. Volevo una martin, dread, la D28 era la scelta ovvia. Ne avevo provata una clamorosa da Merula, ma non affondai il colpo per via del prezzo, ma rimasto il tarlo mi rivolsi a Musicarte, Ancona. Quella che avevano non mi sconvolse come quella di Merula, ma era bella. Durante la prova mi misero in mano una D18, di cui nella mia ignoranza non sapevo nulla. Sono rimasto un paio d'ore in saletta con le due chitarre, non riuscendo a decidermi, perché la verità era che quella D18 suonava meglio di quella D28, ma ero ottusamente convinto che fondo e fasce in palissandro fossero "meglio" che in mogano. Dopo tre ani passati con la D28 mi sono sentito pronto per fare il salto. Ho letto tanto al riguardo, l'argomento "D28 vs D18" è ricorrente in tutti i forum. La D18 è una delle prime D ad aver subito un profondo aggiornamento, nel 2012, anticipando quelle modifiche che negli ultimi due anni sono diventati degli standard. Da allora è diventata uno dei modelli meglio riusciti di tutto il catalogo Martin. In molti scrivono semplicemente che la D18 ha un suono più semplice, secco e meno esteso, forse maggiormente concentrato sulle medie, mentre la D28 ha più bassi, più alti e molti più armonici. Vero. Ma questo non basta a spiegare le differenze tra una D18 post 2012 e le D28, almeno di quelle fino al 2017 (anno in cui vennero adottate alcune importanti modifiche anche alla D28). Capostato da 1 3/4" invece che il classico 1 11/16". Il secondo, più stretto, è quello che avevo sulla D28 e che ho sulle mie Gibson. Lo scelsi proprio perché pensavo che avendolo sulle Les Paul avrei dovuto essere abituato. Il primo venne adottato sulla D18 appunto nel 2012 e nell'ultimo biennio è diventato lo standard Martin, sia su OM, 000 che D. Ci sono ancora Martin con il nut stretto, ma anche Collings e compagnia bella, ma mi pare che ultimamente stiano tutti passando alla misura appena più larga. E' più comodo, è molto più naturale, anche per me che ho le mani piccole. Non è una differenza eclatante, e comunque è preferenza strettamente personale. Io ora so di preferire, molto, il 1 3/4". Profilo manico "modified low oval" sulla D18. La D28 era leggermente, ma proprio di un'inezia più grosso. La Martin sottolinea molto di essere passata a questo nuovo, fantasmagorico profilo su molte chitarre, almeno della serie standard. Bah, comodo è comodo, verissimo, ma insomma, è molto simile al precedente. Open gear tuners. Non ho le waverly, ma sono Grover. Le Grover chiuse che avevo sulla D28 erano un cazzotto in un occhio, proprio brutte su quella chitarra. Insieme al binding bianchissimo erano i due soli elementi estetici a stonare su una chitarra tanto bella quanto la D28. Ma devo ammettere che funzionavano meglio le chiuse. Non so valutare l'apporto al suono. Mogano invece che palissandro. Dati i due top identici. La D28 ha più bassi e più estesi, arriva a maggiore profondità. Gli alti poi sono ricchissimi, ma decisamente tendenti al brillante dato l'altissimo contenuto armonico. Con certe corde arriva a suonare fina, soprattutto con le Elixir, per me orribili sulla D28. Questa di fatto è la caratteristica che a volte mi ha fatto scrivere "D18" su mercatino. Le corde alte a volte, spesso, non suonavano abbastanza grosse. La chitarra era metereopatica, le condizioni di umidità dell'aria cambiavano molto il suono, avevo volte in cui tutta questa ricchezza armonica era debordante al punto da stamparti un sorriso ebete in faccia, altre in cui cercavo espedienti per farla suonare più centrata, tipo suonare col retro del plettro. Il mogano è vero che ha un suono più secco, meno ricco, meno esteso agli estremi, ma proprio per questo maggiormente gestibile accompagnandosi per cantare. Ne è ovviamente piena la storia della musica rock di cantautori che si sono accompagnati con una D28: Neil Young, Joni Mitchell, Bob Dylan e decine d'altri. Ma poi pensi a quanti hanno usato la D18, e forse capisci perché la D28 è la chitarra da bluegrass perfetta, da solista strumentale, e la D18, beh, ci fai un po' tutto. Bracing. La differenza è qui, la vera differenza sta nell'elemento più nascosto di tutti. La D28 aveva il bracing a X, in posizione standard e non scalloped. La D18 è anch'essa a X, ma scalloped e spostato sul davanti. Si dice che nel dopoguerra i musicisti folk avessero problemi al top delle loro D28. Dovendo usare corde spessissime, minimo 013, per avere più volume possibile, il ponte tendeva a deformare il top. La Martin rispose rinforzando il bracing, non alleggerendolo e portandolo al centro. Il risultato è una D28 che, credo ininterrottamente, fino al 2017 è stata "stiff". Non direi dura, ma sicuramente ferma. Le scalature non sono più così estreme, non si suona più bluegrass a una festa di paese nel Tennessee senza amplificazione, e tutta quella rigidità, potenza e volume non servono più. Capiamoci, aveva comunque una dinamica pazzesca, ma bastava poco per farne uscire un volume tale da sovrastare la voce. Potevo picchiare, ma questa sensazione di chitarra ferma e granitica rimaneva sempre. Tuttavia c'è da dire che l'idea che con una D non si possa fare fingerpicking non è vera nemmeno con una chitarra tanto potente quanto la D28. Anzi, la mia suonava meglio con le dita. Ma poi sfiori la D18 ed esce questo suono equilibratissimo e con tutte le frequenze al posto giusto. Sfiori, basta far quello. Risponde con estrema facilità, è più veloce, agile, versatile. Puoi menare, ma anche con le dita i bassi sono a fuoco, V e VI° corda suonano spesse. Non ha certo quella ricchezza clamorosa data dal palissandro, ma non sbraga, e la senti tra avambraccio e panza che risponde esattamente come speri che faccia. La D18 è quindi "meglio" della D28? Per me ora si, ma se avessi potuto le avrei tenute entrambe perché alla fine dei conti sono talmente diverse da renderlo perfettamente sensato. Se poi includiamo anche l'HD28 nel lotto, le cose si complicano ancora di più. Per certi versi l'HD28 è un mix delle due, ma sia per l'HD28 che per la nuova D28 non sono sicuro di saper descrivere il perché, ma continuo a preferire la D28 pre 2017. Ho avuto modo di confrontarle anche molto recentemente, forse una settimana prima che vendessi la D28, sono riuscito a confrontarla con una D28 reimagined, alla quale sono state applicate le modifiche che tanto apprezzo nella D18. Forse quel bracing mi piace più col mogano che con il palissandro.
  3. 3 points
    Vista la situazione odierna della sanità lombarda, dopo 20 anni di politica illumintata, il celeste Formigoni, la sua ex giunta e tutti i suoi ancora attuali fan del meeting di Rimini andrebbero spediti in un fresco ristoro, diverso dalle carceri o dai domiciliari: gulag.
  4. 1 point
    Io non sono riuscito a far durare nemmeno una Glen Campbell stereo degli stessi anni...
  5. 1 point
    sospendo le spedizioni degli oggetti che ho in vendita fino al 3 aprile
  6. 1 point
    Crazy Tube Circuits Stardust Blackface Il Nabla ho sentito le demo e mi è parso parecchio scarno ed insignificante, il Jan Ray bello ma non gli darei mai 400€, forse anche perché ci provai accanto l'Aphelion e il JR scomparve. Se no poi c'è sempre il Timmy, dal quale il JR ha clonato praticamente il 98% dello schema che non suona proprio uguale ma suona bene. Comunque se cerchi delle demo dello Stardust ci son quelle di Sam Vilo su YouTube che sono molto molto attinenti
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