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Auro

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  1. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Oggi ho fatto altre prove. Anche con il drive alto il pedale è godurioso, perché resta molto intellegibile. Ho provato anche a mettergli davanti il Clarksdale (l'altro giorno era prima del Wampler) e devo dire che sono rimasto sorpreso, perché oltre a boostare bene gli altri pedali, si lascia spingere bene. Altri punti a favore per questo drive!
  2. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Solo quando trovo un lead che mi dia più soddisfazione (non è impresa facile...) con un pedale dallo chassis di altra forma e colore.
  3. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    In realtà non mi serve più compressione per il Linedrive che, così com'è e per l'uso come od leggero, per me è già ottimale. La maggiore compressione di cui parlavo è relativa al suono lead che ho con il boost del Jhs sul suo.canale drive. Non ho mai fatto mistero di apprezzare molto il The AT+, ma sono sempre curioso di conoscere soluzioni nuove. L'idea del Jerk mi sembra molto valida come concetto e immagino che renda bene per pompare il Poundcake.
  4. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    La prova che ho appena terminato è stata fatta a volumi abbastanza bassi, ma credo che mi abbia fornito delle indicazioni di massima. Prima di illustrarne gli esiti, è opportuno fare una doverosa premessa. Nel tempo ho notato che il The AT+ può essere scorbutico con altri pedali di gain in catena, a prescindere se siano attivati o meno. Il caso limite è stato con un TC Mojo che, ovunque lo piazzassi, faceva suonare veramente male il JHS. Anche con i Wampler Plexidrive e Clarksdale in catena ho osservato l'insorgere di un pur lievissimo fastidio, in particolare se questi erano posizionati prima. Con il Linedrive non ho evinto problemi di tale sorta, anzi, addirittura il JHS sembra suonare ancora meglio se segue il Burnfx. Veniamo ora al confronto tra boost, le cui conclusioni sono comunque una sintesi delle varie regolazioni che ho usato. Nel complesso il boost integrato del JHS aggiunge al suo canale drive più compressione, più guadagno e lascia la saturazione un poco più rotonda rispetto al Linedrive in front, il quale, di contro, come già avevo osservato nell'abbinamento con il Clarksdale, rende il suono più aperto e intellegibile, seppur con minor distorsione e sustain. Cosa significa questo? A volumi da cameretta (nel mio caso da tinello...) e in considerazione della mia assai limitata perizia con lo strumento il boost integrato, proprio per la sua maggiore compressione, mi facilita l'esecuzione di linee solistiche e alle orecchie suona più pieno. Se devo, però, pensare ad un'ipotetica situazione di full band con volumi molto alti e l'intera gamma di frequenze coperta, ipotizzo che l'altro boost, proprio perché maggiormente capace di aprire il suono e di portarlo più in faccia, sia più funzionale. Ecco, questo è un altro punto a favore del Linedrive, che sicuramente è concepito per una resa più efficace laddove alla fin fine conta di più. Ho anche provato una sorta di super stack: canale drive del JHS a ore 9, quindi con una saturazione abbastanza importante ma non massiccia, e a seguire il boost integrato e il Linedrive. Ai volumi di cui sopra il suono si apre e il rumore di fondo resta ancora accettabile. In conclusione, penso che quando rimonterò l'ennesima pedalboard temporaneamente definitiva il Linedrive andrà prima del JHS.
  5. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Per testarne la resa come clean boost , l'ho usato in abbinamento al Wampler Clarksdale, pedale che ho messo in vendita, in quanto in questo momento sono in una fase di idiosincrasia verso gli screamer. Rispetto ai classici Ibanez, il Clarksdale è già meno nasale sulle medie; con il Linedrive davanti, oltre all'incremento di botta e di gain, si attenua ulteriormente quella sorta di marcio che caratterizza questa tipologia di overdrive. Ora voglio provarlo anche prima del canale drive del The AT+ per vedere la differenza di resa con l'eccellente boost integrato del JHS.
  6. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Per quanto non sia uno screamer-addicted, preferisco il TS9 al T9.😂
  7. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    In realtà ci sono refusi ed errori di battitura. Ho dei seri problemi con il touchscreen del telefono...😄
  8. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Grazie a te per l'ottimo prodotto! Dopo questa pur tardiva scoperta, mi è sorta anche una certa curiosità per il Poundcake. Se non disturbo, nei prossimi giorni ti chiederei alcune informazioni a tale proposito.
  9. Auro

    Burnfx Linedrive 2

    Altro giro, altre prove. Regolando opportunamente i controlli di tono, sono riuscito a smussare quella punta di durezza delle alte di cui parlavo prima. Per quanto concerne la trasparenza, be', per quanto mi riguarda non la ritengo una condicio sine qua non in senso assoluto, poiché tale aspetto è sotteso alle relative e specifiche finalità, anzi, a volte certi pedali si distinguono proprio per il loro particolare colore; ciò premesso, devo anche dire che con i controlli di tono a ore 12 il Linedrive restituisce praticamente identica l'eq di base. Inoltre, a differenza di tanti altri od, a volte anche abbastanza blasonati, il Linedrive non mi dà quella percezione fastidiosa di uno schiacciamento, che poco o nulla a che fare con una compressione naturale, tra gli estremi di banda, ma risulta aperto. Pur avendo fatto le mie prove a volumi non esagerati, la sensazione della dinamica, soprattutto in relazione alla forza della pennata, è molto buona.
  10. Grazie! Poiché ho intenzione di prendere una board contenuta, il Malekko sulla carta mi sembra una buona opportunità. Nel caso non dovrei avere problemi di amperaggio, perché nell'ISO5 c'è un'uscita da 400Ma: metà di questi mi serve per il delay, ma ne avanzerebbero abbastanza per altri pedali, a meno che, utilizzando in daisy il medesimo output, non si creino interferenze fastidiose.
  11. Due domande: - La pedana è una Rockboard Tres? - Com'è il chorus Malekko? Grazie!
  12. Anch'io uso l'ISO5. Le uscite sono poche, ma sono arrivato ad alimentarci anche dieci pedali. Al tempo l'ho preso perché in negozio non c'era il Plus2 disponibile. Aevo qualche remora, sia per il numero delle uscite che per l'output a 18v, di cui ora non riuscirei a fare a meno, perché ci alimento il mio drive principale con una resa migliore rispetto ai 9v.
  13. Con un'uscita regolabile 9/12/18v sarebbe stato più appetibile.
  14. Ne ho avuto uno qualche anno fa. Un buon prodotto, ma le dimensioni non sono adatte a pedalboard piccole e su otto uscite solo una è isolata.
  15. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Ho anche scaricato l'app per gestire via smartphone il pedale e di accedere ad altri dodici algoritmi. Con un primo aggiornamento ora ho a disposizione otto slot per i preset, mentre il DD200 ne prevede quattro più l'impostazione manuale.
  16. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Le modulazioni integrate sono più efficaci di quella del Boss.
  17. Harley Benton Powerplant Junior: 5 uscite isolate, no alimentatore esterno, economico, efficace. Se non hai necessità di amperaggi alti, questo potrebbe essere una soluzione.
  18. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Evincere che come trattamento del segnale il Nemesis mi sembra più apprezzabile del Boss per me è già tanta roba. Comunque, è anche vero che io non dispongo di un setup con strumenti esoterici; ho solo una Strato Road Worn con pick up di serie fatti sostituire e che mi riservo di migliorare nell'hardware e un amplificatore Marshall Class5, più che sufficienti per le mie esigenze di strimpellatore casalingo.
  19. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Considera che ho appena venduto la Rockboard 4.1, perché voglio ributtarmi su un modello più piccolo.
  20. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Questa mattina è arrivato il Source Audio Nemesis Delay. Al momento ho fatto una prova veloce veloce, più che altro per verificarne il corretto funzionamento. Posso comunque riportare le mie primissime impressioni, anche in relazione al DD200, che, naturalmente, non hanno la pretesa di essere tassative né esaustive. Dal mio punto di vista logistico è più funzionale per quello che riguarda l'aspetto spaziale (ho in mente di ridimensionare la board e il Nemesis occupa meno spazio) ed estetico, ma rispetto al DD200 manca del display che, lo riconosco, è una comodità. Ho fatto un giro rapido con i vari algoritmi, senza avventurarmi nella programmazione fine, soprattutto per quanto concerne i controlli che gestiscono le modulazioni e le funzioni specifiche di ogni tipologia di delay a disposizione. Alcuni di essi, come peraltro mi accadeva con il Boss, sono per me sostanzialmente inutili, tanto che so già che non li utilizzerò, se non per giocare. Mi riservo magari di sostituirli con altri algoritmi che la casa mette a disposizione tramite download e aggiornamenti del software. In ogni caso, ho trovato subito molto buono il delay digitale, migliore di quello pur apprezzabile del DD200. Sulla simulazione analogica al momento le due macchine mi sembrano equivalersi, mentre ad un primo impatto reputo migliore il Tape del Boss. Per quanto riguarda il trattamento del segnale, si sente che si tratta di una macchina digitale senza quel calore avvolgente dei veri analogici e con quella punta di freddezza; mi sembra, però, che il bypass sia più rispettoso di quello del DD200 e spero che tale impressione sia poi ulteriormente confermata. L'interfaccia è abbastanza immediata, ma quella del Boss, forse anche perché l'ho tenuto per due anni, mi sembra un poco più agevole e non solo per il display. Ultimo aspetto: a livello estetico, per quanto non mi dispiacesse affatto il DD220, questo mi piace di più.
  21. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Non parlerei di "tanto fastidioso". Come dicevo, questo cambiamento di delay in realtà non era preventivato, ma poi ci sono state delle circostanze, alcune delle quali poi mancate, che mi hanno condotto a questo esito. Il discorso del segnale lo prendo come sorta di "casus belli" per giustificare questo cambiamento. Non parlerei di "tanto fastidioso", ma la percezione della perdita di un po' di corpo c'era e anche il fatto, che da un lato presumo sia normale, che a seconda dell'algoritmo utilizzato cambiava in modo abbastanza sensibile il timbro, soprattutto con le saturazioni e, per quanto si potesse aggiustare il tono con il relativo potenziometro, le differenze si avvertivano. Non parlo delle mere ripetizioni (chiaramente un algoritmo che fa riferimento, per esempio, analogico, non deve essere uguale ad altri, per carità!), ma di tutto il suono in sé. Anche questo non è un peccato capitale. A memoria, a parte prove estemporanee, tra i tanti delay che ho avuto di delay non digitali penso ci fossero solo un Malekko, un Carl Martin Delayla modello piccolo e un DOD Rubberneck. Gli altri erano tutti digitali.
  22. Altro lutto nel rock: è morto Dusty HIll.

    1. manono

      manono

      Questo dispiace!! 😢

    2. Ric

      Ric

      Gruppo immenso e iconico! Mi spiace non averli mai visti dal vivo!

  23. Auro

    Non posso vivere senza delay

    In realtà il DD200 non era in predicato di partire, ma una serie di circostanze concomitanti ha condotto a questi esiti. Il display non è un aspetto secondario - non posso negarlo - , ma da quest'altro pedale mi attendo una qualità più elevata nel trattamento del segnale. Se così non fosse, non avrei problemi ad ammettere di aver fatto una cazzata. 😁
  24. Auro

    Non posso vivere senza delay

    Non c'è logica, non c'è raziocinio, solo delirio.
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