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Tone Anderson

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  1. La registrazione mi pare stracompressa a livelli inverosimili...su youtube si sente parecchio di meglio ! In più di acustiche non ci capisco una mazza, giudico questi suoni a pelle. Detto questo, il brasiliano mi sembra più nitido, con note singole e armoniche scampanellanti più ricche ma sopratutto molto a fuoco in stile pianoforte(attacco immediato-->decay immediato senza quella specie di via di mezzo tra i due), suona più asciutto, l'indiano tende più a impastare il tutto e suona più gonfio (non nel senso di piu' basse, ma che le armoniche sono piu' amalgamate e meno distinguibili singolarmente) e quindi nel complesso preferisco il brasiliano. C è chi dice che in un mix differenze così diventino trascurabili, per me invece è il contrario, aumentano esponenzialmente sopratutto se affollato, fanno la differenza fra un suono incastrato "giusto" che fa sentire le sfumature, e un suono generico di sottofondo, tanto che mi immagino sempre questa situazione quando provo uno strumento: sentiti da soli, spesso un suono con più personalità, come in questo caso è senza dubbio l'indiano, all'inizio sembra anche più gradevole per certi versi, poi chiaramente de gustibus. Dylan avrà registrato anche con la chitarra di cartone e nessuno si lamenta, immagino non sia questo il punto, la prova è interessante.
  2. Tone Anderson

    Ho visto Made in Japan!

    ehehe vero, sembra borderline anche zoomando: io propendo per il semplice relic dato dall'uso, anche in altri concerti fine 60 con le prime strato erano conciate cosi. A quanto so le scaloppate sono iniziate anche quelle piuttosto tardi (fine 70) assieme agli ampli moddati e pickup con uscita pompata ecc..poi chiaramente puo' anche aver iniziato a sperimentare molto prima.
  3. Tone Anderson

    Ho visto Made in Japan!

    Suono mostruoso in mistreated. ECcco li appunto tutto il live è un major lead con l'aiwa davanti: 1h14min50sec--> puoi notare come lo accende e poi entra direttamente nella testata. Non vedo vox o robe varie in mezzo. Strat 70s 3 viti natural, rispetto alle altre, quel colore e il blonde (no l' ol. white) avevano il body in ash e non in ontano. Di solito suonano meno calde ma più penetranti e percussive, da hard rock appunto. Per me il major di MIJ è assolutamente stock, semplicemente tirato a cannella. Lo presuppongo non solo in base a quanto si legge ma anche perchè facendo lo stesso con il mio in effetti si ottiene quel timbro, pulito e incazzato assieme con molto sustain. Purtroppo girando il pomello non si raggiunge prima di aver ucciso tutti gli animali di piccola taglia nel raggio di 2 o 3 km.
  4. Tone Anderson

    Ho visto Made in Japan!

    Io ho un major bass del 71 e utilizzo pedali BSM, e bene o male ritrovo quel suono (è vero il volume va alzato o suona scarico). I treblebooster comunque rendono al meglio su circuiti bass per la mia esperienza, proprio perchè rendono il suono piu' nitido e compensano in alto (oppure su circuiti rettificati a valvole come il vox, per la tendenza a sedersi e scorreggiare sui bassi). Infatti vennero concepiti proprio per quei tempi a inizio 60 quando la maggior parte degli ampli tendevano a suonare cosi. Parlando di gear, io quello che so e che in effetti ritrovo all'ascolto è: -Machine head ha certamente un timbro ben diverso da tutto il resto. Non sapevo del bluesbreaker ma solo del Vox AC30. Me lo risento per capire meglio. -Made in Japan è un major stock (bass circuito 1992) con l'HB al germanio davanti. Per me resta il suo suono migliore di sempre. -E' stato uno dei primi a farsi fare da marshall la one-wire mod con master volume, ossia i due canali in cascata per + gain. Ma sembra l'abbia tolta subito perchè nel complesso suonava peggio (e concordo avendo provato). -Dal 70 al 74 ha usato solo major bass con vari modelli di treblebooster..germanio, silicone, con o senza controlli aggiuntivi, ecc..ma bene o male la salsa era quella. E strato con tastiera in acero. Ecco un esempio di questo tipo di suono con tale setup: -Dal 74 in poi (california jam incluso) è passato ai major lead (circuito 1967) per aumentare il gain, e ha fatto la cosa opposta: per scaldare un suono troppo pungente ha iniziato a usare l'Aiwa (eco a nastro) davanti alla testata, non come eco ma come booster "scaldante". Negli ultimi minuti di California Jam si sente chiaramente, quando spacca tutta la strumentazione e dopo riattacca la chitarra, per un paio di secondi il suono è sottilissimo, poi attacca l'aiwa e si rigonfia tutto come prima. Da li in poi sto piffero di aiwa diventa quasi inseparabile (lo si vede talvolta anche oggi nei blackmore's night) -Ha iniziato a lavorare con Dawk come tecnico nella seconda metà degli anni 70, il quale per soddisfare il desiderio di piu'gain di Ritchie, gli dice " invece che quella schifezza dei canali in cascata, aggiungiamo una valvola di preamp cosi è uno stadio in piu' vero" e in effetti gira una foto di un major con una quarta valvole di preamp, anche se nel periodo "storico" non c è mai stata. E in effetti il suono rainbow è diverso, più hard e compatto. -aveva la tendenza a scassare coni e trasformatori di uscita con facilità dati i volumi estremi. -negli anni 90 è passato ad Engl per il motivo di cui sopra unito a volumi più gestibili.
  5. Tone Anderson

    Ho visto Made in Japan!

    Che spettacolo, grazie!!! Anche io per anni ho sempre immaginato come fosse il video di MIJ...me lo spupazzo! La chitarra nera è una strat del 1968, con manico in acero maple cap (come Jimi a Woodstock). Una delle strat più rock mai create.... Devastante vedere la strato sunburst in questo video, perchè a quanto ne so quella strat dovrebbe essere una 71, con il "comune" manico in acero e senza maple cap (ancora 4 viti comunque). Ampli: marshall major bass: 4 x KT88, circuito shared cathode, boostato dall' Hornby Skewes treblebooster al germanio. Cabinet: marshall con T1281. Non c è tanto gain..il major è un ampli clean, comprime e basta. La cattiveria e il sustain sono dati dal volume allucinante. Uno dei suoni hard rock più organici della storia! Giusto il riff col pollicione da solo, ma in band invece al 3 e 5 tasto (3:58), probabilmente per alleggerire dai bassi!!! GRAZIE! (della loro musica non ne parlo, tanto ormai ce l ho fin nelle ossa!)
  6. Tone Anderson

    Vertex Axis Wah

    Madonna, che raggiro da geni del male!!! ahaha! In questi casi, forse ha ragione il buon vecchio BIG BOB quando parla di boutique (Grande BOB, da scompisciarsi!)
  7. Tone Anderson

    Che Corde Usate sulle Vostre Les Paul?

    concordo con quanto scritto da Michele sia per il top wrap che per le corde..al momento non ho una LP e spero di rimediare presto, ma di solito usavo EB o pyramid,le ernie ball le trovo un po' peggiorare da qualche anno quando hanno cambiato confezione, mi piace molto anche GHS :)
  8. Tone Anderson

    Reissue 58 manico pre 2009 e post 2009

    Non sono sbagliate oggi, non lo erano prima, diciamo che sono sempre state diversamente corrette Nessuno al mondo ha la risposta alle tue domande...probabilmente nemmeno la Gibson stessa che si arrabatta un po' come puo'.
  9. Tone Anderson

    Umidita' e temperatura...

    La regola è non lasciare le chitarre dove non staresti bene tu..nè troppo secco, nè troppo umido, nè troppo caldo, nè troppo freddo, ed evitare gli sbalzi. Il legno è un materiale organico, anche se non è cosi delicato come a volte si tende a pensare, chiede solo un un minimo di cure, senza esagerare con gli abusi.
  10. Tone Anderson

    Gibson '57 Classics

    anche io ho avuti i primissimissimi ed erano davvero fichi rispetto ai bb scavatelli a V l'esatto opposto, grassottelli e mediosi ma non gnucchi, molto musicali ne ho avuti altri su una R7 1998 contemporanei e gia' erano un po' diversi ma ancora molto belli. quelli dopo non ne ho piu provati ma appunto dicono siano diversi..nun so.
  11. Pilaaaaa!!! e anche zincocarbone. io ho il vodoo lab pp2+ isolato da 200 sacchi e col cazzino del sag per simulare la pila che sicuramente è figo, ma col cippero che suona come la pila. ora che ci penso giace inutilizzato da 2 anni, dovrei venderlo! a gia, ora che ci penso non uso quasi nemmeno più i pedali da 2 anni! mi sa che dovrei vendere pure quelli La pila sta al fuzz al germanio come il trasformatore di alimentazione sta all'ampli..se si siede un po' ne insaporisce il gusto
  12. Tone Anderson

    Esperti PAF chiedo a voi...

    Rotondi non saprei, a me sono sempre sembrati un pò più duri e spigolosi rispetto a un paf long magnet, pero' rispetto a pickup moderni forse si. Scarichi ci puo' stare a seconda di come la si intende, la maggior parte post 62 vedo che non oltrepassa praticamente mai gli 8k di uscita, anzi spesso sono tra i 7 e i 7,5k. Forse perchè sono gradualmente passati alle avvolgitrici automatiche e il target del paf è sempre stato suonare come un P90 o comunque un single coil ma senza rumore..all'inizio chi ci andava di mano pesante invece oltrepassavano gli 8k spesso e volentieri. Io l'aggettivo che userei più è "secchetto" perche a fronte di una minora uscita, pero' hanno piu' medioalte "spingenti" di un paf (a fronte appunto di meno estremi di banda), quindi se per"scarico" si intende che butta meno in drive l'ampli, allora direi di no. ecco una bella 335 con i primi pat
  13. Tone Anderson

    Esperti PAF chiedo a voi...

    Si, a fine 61/inizio 62 escono i primi pat, i primi sono visiviamente esattamente identici al paf, stesso filo, ma con magnete corto e lo sticker pat. Il magnete corto rispetto al lungo taglia un pochino le basse e le alte ma è più reattivo all'attacco (immagina angus young, anche se è un altra chitarra ma i PU sono quelli) Nel 63 invece cambia anche il filo che non è più il plain enamel rivestito color viola dei paf, bensì rosso, l'effetto non è troppo dissimile dal magnete corto (più secchetto e scarico, più percussivo). Tutti e 3 i pickup comunque mantengono la stessa costruzione di base e mantengono quindi sfumature a palla sui crunchetti. In teoria da li fino allì'arrivo del t-top di fine anni 60 dovrebbero restare uguali, ma in pratica cambiano un po'. Se ne trovano si, in discreta quantità rispetto ai paf long magnet che ormai accusano una certa siccità, una coppia la dovresti trovare intorno al millino o anche meno (piu' si va avanti con gli anni). Per le repliche invece non ne ho la più pallida idea!
  14. Tone Anderson

    Les Paul R6 con paletta riparata

    Secondo me è un ottimo prezzo, se ti piace come suona e non da problemi prendila. Se desse problemi in futuro (difficile), con poco più di un centino la risistemi.
  15. Tone Anderson

    Specifiche Stratocaster 1966 - Help

    Non credo ci siano informazioni certe in rete sui profili dei manici delle vecchie fender, a quei tempi ognuno veniva fresato a mano, quindi c è quello un po' piu ciccio o meno ciccio fatto il giorno dopo perchè l'operaio aveva finito la sigaretta piu' tardi..l'unica cosa è che tra periodi diversi c è una certa costanza, ed in effetti nel mid 60 erano di solito belli cicci con una certa consistenza rispetto che a fine 60 o per dire nel 59, mentre il C era piu diffuso fino al 64-65, nel 66 fino al 68 non erano proprio a C ma quasi a U, o quantomeno una C piu' spallata di prima. queste cose non si reperiscono in rete, le sa chi ne ha provate tante quindi ti conviene chiedere anche a Gigi. Ci sono tante repliche dei grey bottom e anche fighe... pero'se posso dire la mia, probabilmente a te è piaciuta una chitarra nel suo insieme che era equlibrata, non mi focalizzerei troppo sui singoli pezzi.
  16. Tone Anderson

    Specifiche Stratocaster 1966 - Help

    Una 1966 in realtà è ormai al 100% CBS, la vera transizione CBS è un paio di anni prima, a cavallo tra il 1964 e il 1965. In quei circa 6 mesi/1 anno c è stato un accavallamento di specifiche diverse, ossia: -pickup black bottom (filo formvar guidati a mano) passati a gray bottom (plain enamel con machine winding) gia' nel corso del 64. -logo da spaghetti a transitional, anche questo gia' nel 64 -il palettone invece inizia solo nel 65 gia' inoltrato. Ma a fine 65 ce l'hanno gia' tutte. L'unica cosa che una 66 condivide ancora con una pre cbs è la verniciatura nitro, che diventa poly solo nel 68. Qui ci sono le specifiche di una 66: http://home.provide.net/~cfh/66strat.html I tasti sono piccoli, cmq quelli non sono mai cambiati nel corso degli anni. Idem il radius. Come manico, solitamente quelle che ho provato io avevano un manico ben cicciotto a U, quasi da telecaster. Molto bello!
  17. A quanto so io invece, in Gibson usavano i forni essiccatoi gia' dall'immediato dopoguerra. Giocoforza se c è una differenza, c'era gia' prima che il ciocco venisse tagliato. Oppure ha ragione chi dice che la differenza la fa l'invecchiamento. Forse per stagionatura si intendeva appunto che tagliavano piante gia' molto piu' vecchie e cresciute lentamente rispetto ad oggi, il che potrebbe aver senso. (per nik: per quantità intendo appunto che quando hai gia' un sacco di foreste vergini vecchie di centinaia di anni a disposizione e senza leggi che ti rompono le palle, hai un ampia scelta di qualità in partenza, rispetto che rincorrere le piantagioni intensive con una produzione centinaia di volte maggiore). Le Milf delle piante
  18. Assolutamente vero anche questo. E' tutta la filosofia moderna della produzione di massa per qualsiasi, con meno costi e meno sprechi è molto più facile ottenere un buon prodotto rispetto a decenni fa, perchè i metodi e i macchinari sono migliorati, è innegabile. Io invece non credo all'invecchiamento come "fattore X", credo i buoni fossero buoni dal giorno zero, perchè credo che il fattore sia dovuto non solo al buon assemblaggio (e quello si puo' fare anche oggi se non meglio) ma anche alle materie prime, legni, metalli, eccetera. Infine non la chiamerei superiorità ma solo diversità e in base al suono che uno ha in testa.
  19. Quando dico che non andavano per il sottile, intendo che forse al massimo potevano scegliere un manico piu' adatto per questo o quel neck pocket ma non credo si mettessero a fare un vero fine tuning timbrico. A vantaggio della qualità' va piu' che altro detto a favore che erano in pochi, e con "i veri inventori" probabilmente spesso presenti a dire la loro, un processo certamente piu' facile da controllare e piu' rispettoso del progetto nella loro testa rispetto che centinaia (o migliaia) di operai a una o due generazioni di distanza con un foglio davanti.
  20. Su questo concordo con cassa, anche secondo me gli operai fender non andavano molto per il sottile. Alla luce di quanto detto credo che sia questione di piu' materiale di qualità disponibile in larga quantità. Sui liutai, credo dipenda dai liutai, probabilmentente alcuni possono (o vogliono/sono capaci) andare a picchiettare prima di acquistare le tavole, altri no. Non credo anche io pero' che sia possibile accoppiare i pezzi in una fase cosi iniziale, credo venga fatto solo per un discorso di discriminazione tra "buono/meno buono", aver un idea della timbrica generale. Vorrei essere smentito da qualche liutaio ma credo che saremmo nella fantascienza. Un fine tuning finale con hardware è invece sicuramente possibile e chi spende tot Keuri per una chitarra di liuteria mi auguro proprio che venga fatto. Resto comunque della mia idea che il legno comanda, puoi al massimo smussare un po' ma non troppo. Chiaramente i pickup non li considero nemmeno, averli di qualità è conditio sine qua non in quanto sono l'elemento finale piu' influente, ma proprio x questo accoppiarli è anche la parte meno difficile del tutto.
  21. Aggiungo un video interessante a proposito del "mito" dei legni vecchi..che spiega delle differenze riallacciandosi a quanto affermi: Mi par di capire che comunque piu' lentamente cresca la pianta, piu' denso sia comunque il legno (come dici tu). Oggi vengono usate piantagione intensive quindi in condizioni estremamente favorevoli, e la pianta cresce estremamente in fretta, con cellule meno dense. Una volta tagliavano piante gia' vecchie forse.. A riguardo del peso finale credo che non sia solo legato alla densità ma sopratutto a quanta acqua resta contenuta all'interno. E, in effetti, piu è denso, meno ne dovrebbe rimanere dentro..almeno credo.
  22. I liutai per quanto ne so scelgono semplicemente picchiettando. E' l'orecchio di chi ascolta che fa la differenza...probabilmente dopo averne sentite migliaia a partire da un ciocco di legno picchiettato, hai un idea di cosa suonerà come! PS ottima e interessante ricerca Nik!
  23. Questo. Le chitarre che mi piacciono di piu', di solito, non sono nè troppo leggere nè troppo pesanti...ma li in mezzo. Mix tra attacco, corpo, e asciuttezza della nota (meglio pesanti), e risonanza/armoniche (meglio leggere). In realtà non credo piu' di tanto al sustain, quello lo trovo piu' rilevante rispetto ad altri parametri. Sono diventato "credente" (e magari stupidamente, me ne rendo conto) alle 9 libbre per le LP, e 7,5 libbre per le strato. Di solito me piasciono li vicino.. Chiaro che si troveranno cessi comunque e il peso è una delle millemila variabili, pero' trovo che in percentuale aumenti le mie probabilità almeno di un TIMBRO (che è solo una parte del tono complessivo, e che determina la bellezza di una chitarra) che mi piaccia.... Secondo me è un vizio di forma, va girata: è il legno che influisce sul suono, ed anche sul peso della chitarra, e non viceversa
  24. Tone Anderson

    marca di cavi jack

    Non c è, i cavi vanno accoppiati con il resto del setup in quanto fungono da equalizzatore.
  25. Tone Anderson

    Il miglior delay al mondo....

    l'echorec, con quel carattere irriproducibile diventa uno strumento da suonare a sè stante e non più un semplice effetto, tipo un crunch valvolare in pratica
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