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  1. Buonasera a tutti, come promesso, tra un pandoro e un torrone, oggi sono riuscito a provare un po' più approfonditamente questa chitarrella arrivata da poco. Ho registrato qualche video (sempre alla cazzo col Cell ), poi montati in una sorta di mini-recensione video... ce ne sono tante di rece di questa serie economica Schecter, tra le varie Route 66, le Nick Johnston signature ecc, ma sono più o meno tutte veicolate dai soliti nomi, che per quanto sicuramente professionalissimi, dal fare recensioni ci tirano fuori uno stipendio... magari una fuori dal coro, da parte di uno stronzo come me, a cui non frega nulla di dirne bene o male, può essere utile 😂 Purtroppo come potrete vedere non ho potuto testare il ponte Diamond perché la chitarra mi è arrivata dal venditore senza leva del tremolo... mi ha promesso che arriverà a giorni, quindi non mi esprimo su quello, dico solo che a livello visivo ricorda molto (ma proprio molto) il Gotoh 510, e che mi dà la sensazione di essere un ponte solido e stabile... vedremo quando arriverà la leva. Per completezza, questo è il setup utilizzato: - chitarra: Schecter traditional seventies - ampli: il mio Naughty Amps GloryLuxe - per le parti overdrive: per i crunch Origin Revival Drive, poi accendo un Klone come booster per i lead - delay: DOD Rubberneck - riverbero: Dr Scientist RRR Enjoy❤️
  2. guitarGlory

    Gibson Les Paul 1952

    Buona Pasquetta a tutti ❤️ È un po' di tempo che scrivo poco, anche se leggo quasi sempre... tra lavoro e impegni familiari, DAD, videolezioni, il tempo è sempre più scarso purtroppo. Nell'ultimo anno, come già sapranno tutti quelli con cui mi sento tramite whapp, facebook ecc, ho fatto un po' di cambiamenti al parco chitarre... "un po' " è un leggerissimo eufemismo, visto che in pratica ne ho vendute un buon 60%, sacrificate sul dispendioso altare del vintage Oggi ve ne presento una, l'ultima arrivata: è una Les Paul goldtop del 1952, tutta originale custodia compresa, in condizioni praticamente mint sia esterne che interne... non c'è neanche una saldatura rifatta. Il ponte montato adesso (e visibile nelle foto) è un Mojoaxe, ideale per donare una suonabilità "moderna" a queste prime Les Paul che avevano un angolo di 1⁰ per il manico, ed è anche compensato per un'intonazione perfetta lungo tutta la tastiera; il suo bridge originale è conservato in custodia ed in qualunque momento può essere rimontato (anche se onestamente non trovo nessun motivo valido per farlo), perché il mojoaxe si installa senza nessuna modifica alla chitarra. Quando è arrivata aveva i anche i suoi tasti originali, ormai agli sgoccioli, così ho preferito refrettarla con un classico tasto Jescar 45100, la misura classica montata nelle '59. Per finire... un piccolo video, nato come sempre per essere condiviso tra pochi amici, ma che penso possa essere interessante per tutti, anche solo per far vedere come una chitarra di questo periodo - a volte poco considerata negli anni passati per via di una suonabilità un po' più laboriosa - possa diventare uno strumento mostruoso con pochi semplici accorgimenti. Il setup utilizzato nel video è: Chitarra: Les Paul 1952 Ampli: GloryLuxe Overdrive: Kingtone Duellist e BluesPower Fuzz: Spaceman Titan II Delay: HX stomp Nel video specifico via via cosa sto usando di volta in volta Enjoy!
  3. guitarGlory

    A proposito di P90...

    Viato che qualche giorno fa si parlava di sublimazione di P90... vi presento la nuova arrivata Les Paul Junior 1959 Inizialmente ero stato più attratto dalle Special, principalmente perché da sempre abituato ad usare i due volumi indipendenti sulle sorelle maggiori... ma parlando con diversi amici appassionati di vintage, praticamente tutti me l'hanno sconsigliata, per problemi di stabilità del manico; ed in effetti le due che ho potuto provare avevano entrambe accordatura molto ballerina, il che mi ha fatto desistere rapidamente, ripiegando - se così si può dire - sulla sorellina a un solo pickup, la Junior. E adesso ammetto che da quando è arrivata questa Junior del '59 non riesco a staccarle le mani di dosso: adesso sì che inizio a capire perché molti amano queste chitarre semplici... in questo caso sarà anche il fascino del mogano vecchio e del palissandro brasiliano, sarà perché l'assenza di switch e cablaggi più lunghi rendono il suono più veloce e diretto, oppure sarà semplicemente perché... suona benissimo e, nella sua estrema semplicità, con un solo aggressivo P90 e il suo unico pot del volume si tirano fuori comunque un sacco di sfumature... from clean to mean! Per questa prova (chi mi segue pure su FB l'avrà già vista) ho usato due ampli: - all'inizio del video la Alpha & Omega, in modalità "Black Flag"; - nella seconda clip il GloryLuxe sul canale British, boostato dal klon; - nell'ultima parte, sempre il GloryLuxe ma nel canale Fender, senza overdrive e settato per un suono molto tweed... in questo caso le mani non sono le mie, ma di un amico che era passato a trovarmi. Buon ascolto!
  4. guitarGlory

    Supro Triple Tone 1959

    In ricordo di un fantastico raduno all'Elfo, in seguito al quale mi sono portato a casuccia questo gioiello di 61 anni. Lo metto anche come buon augurio, in attesa di poterci rivedere tutti per un raduno... speriamo non tra 2 anni
  5. guitarGlory

    THE GREAT STRAT SHOOTOUT

    Buongiorno a tutti! Dopo anni passati a giocare principalmente con le Gibson, ultimamente, per "colpa" di alcuni amici che mi portano da provare chitarre clamorose di ogni tipo, e di galeotte chat whatsappiane con @electric swan e @pino , mi è tornata prepotente la GAS da Strato... e si sa che quando la GAS colpisce, poi fa danni grossi In questo caso, il danno prende la forma di 3 nuove Strato, che si vanno ad aggiungere alle 3 che già avevo, il che segna anche il clamoroso sorpasso delle Strato sulle Les Paul a casa gLory... 6 - 5 e palla al centro E una di queste strato, seppur nella versione da semi-povery (body refin, che è l'unico motivo per cui sono riuscito a permettermela), è un bel pezzo di storia: una slab board pre-CBS, data gennaio 1962, con il body refin in Candy Apple Red (probabilmente a fine anni '60), che potete vedere qui sotto: Le altre due nuove arrivate sono queste: la White over Burgundy, presa da Lucio con Pino a fare da tramite... ... e una vecchia conoscenza del forum, ovvero la replica MJT della Cruz Pin-Up (o se vogliamo della "Mother", la strato di Philip Sayce a cui anche Cruz si era ispirato per creare le pin-up), meglio conosciuta come "La Pina"... questa è una chitarra con un look davvero spettacolare, l'ho presa da @Vintage Specs, ma qui dentro l'hanno avuta in diversi: E infine qualche foto di gruppo, mentre tutte e 6 si godono l'ombra dell'ultimo sole estivo in giardino Prima di passare ai video, premetto che inizialmente non c'era l'intenzione di postarli o di scrivere un thread, li avevo fatti principalmente per me; infatti quello "di presentazione", che qui trovate come primo, in realtà è stato realizzato per ultimo, quando mi è venuto in mente che una comparativa di questo tipo, con chitarre diverse dello stesso tipo, tra cui una slab board vera, avrebbe potuto essere interessante anche per altri che magari si trovano in fase di scelta Spero mi perdonerete quindi il playing parecchio approssimativo, mentre registravo quelli amplificati non contavo di farli vedere a nessuno, se non agli amici più stretti. Per lo stesso motivo, non ho accordato standard la Mary Kaye... sta accordata mezzo tono sotto praticamente da quando la presi (ero ancora giovane ) e non avendo nessuna velleità di fare una prova "scientifica", ve la beccate così com'è Per completezza di informazione, riporto qui anche le caratteristiche salienti di ciascuna strato, ovvero le combinazione di legni e i pickups che montano: 1- 1962 slab board, CAR refin - pickups Black Bottom pre-CBS originali (alder\rosewood) 2- 2017 NAMM LTD, Fiesta Red heavy relic - pickups Fender Texas Handwound (alder\rosewood) 3- 2013 Vintage White over Burgundy, heavy relic - pickups King Tone "Blue Bird" (alder\rosewood) 4- 1973 sunburst - pickups Grey Bottom (alder\rosewood) 5- MJT replica of Philip Sayce "Mother" - pickups Sliders NOS wire (swamp ash\rosewood) 6- Cunetto "Mary Kaye" prototype - stock Fender pickups (swamp ash\maple) E adesso, spazio ai video! Tutte le chitarre sono state utilizzate con gli stessi ampli\pedali e con gli stessi identici settings. Come sempre, il tutto è registrato alla buona col cell... e con un delizioso sottofondo di condizionatore rompiballe, ma necessario alla sopravvivenza del sottoscritto INTRO E SUONI ACUSTICI SUONI CLEAN SUONI CRUNCH PLEXI STYLE SUONI CRUNCH BLACKFACE\SRV STYLE
  6. In questo periodo di strato-mania e di tourbillon di chitarre, dopo aver confrontato, indagato, comprato, rivenduto (e aver capito finalmente che tanto - comunque la metto - a suonare son poco capace ), mi sono finalmente deciso ad upgradare anche l'ultima strato che aveva ancora i suoi pickups stock. La spinta è arrivata dall'uscita in pre-order dei nuovi Foley "El Mocambo" #1 (indovinate a chi sono ispirati?)... non che siano niente di particolarmente complicato eh, Mark Foley già da tempo fa tra le migliori repliche dei Fender pre-CBS, e questi sono solo una piccola variazione sul tema, con una diversa composizione e carica dei magneti in A5, filo AWG42 Formvar, paraffinati come devono essere i black botton, poli aged, completi di cover, mounting screws aged, e infine poli Stevie-staggered. Quest'ultima particolarità è dovuta al fatto che la Strato #1 di SRV era stata ritastata (e piallata male evidentemente) talmente tante volte da avere ormai un radius molto più flat (fonti ben informate dicono sia un 9,5 o un 10"); e così, per evitare squilibri di volume tra le corde René Martinez - tecnico delle chitarre di SRV - aveva anche livellato i poli dei pickups per il nuovo radius. Mi sono accattato il set #8 di questa edizione limitata, almeno per ora, prodotta da Foley in esclusiva per Peach Guitars in Inghilterra... ma considerando la velocità con cui sono andati via in pre-order, sono sicuro che non tarderanno a rifarli. Il prezzo è di 299£ a cui vanno aggiunte altre 30£ (mortacci loro!) di costosissima spedizione, che tradotto in euro fa circa 370€. Per i più curiosi, riporto qui le impedenze misurate, anche se non vogliono dire praticamente nulla se non si conoscono altre caratteristiche tipo l'induttanza ecc: - bridge 6,44k - middle 6,29k - neck 6,20k E adesso, dopo due fotine dei pickups montati sulla Fiesta, un video fatto abbastanza al volo e registrato alla cazzo di cane come sempre Ed ecco il video... purtroppo non è confrontabile a livello di suono coi precedenti dello Strat Shootout, perché il setup e i settings di ampli, pedali ecc sono tutti stati cambiati nel frattempo, ma spero si possa capire la qualità (veramente alta, anche sottomano a livello di feeling) di questi pickup Il setup usato qui è: - chitarra: NAMM 2017 Fiesta heavy relic - Foley EL MOCAMBO pickups; - Overdrive: Origin Revival drive Custom per entrambi i suoni drive; - delay\reverb - ampli: il mio fido GloryLuxe Enjoy!
  7. guitarGlory

    XOTIC guitars

    Ciao a tutti! Era un po' che non scrivevo un bel thread fiume, ma si è presentata questa ghiotta occasione grazie alla GAS e alla complicità di @Tilt, e non ho saputo resistere Infatti, nonostante qualche problemino di salute e un po' di casini al lavoro mi abbiano tenuto per un po' lontano dalle chitarre, da GASato cronico non ho smesso di comprare valvole, pedalini e... ... e... era da un po' che stavo puntando una strato o uno dei suoi numerosi derivati più o meno culattoni Non che mi mancassero completamente i suoni strato: la Cruz che ho è una gran chitarra e mi accompagna da più di 12 anni, ma è "un certo tipo di strato", con un suono tipicamente 50s dato dalla combinazione del corpo in swamp ash e del manico/tastiera in acero, che le conferiscono un timbro asciutto, schioccante, con basse e alte in evidenza e scavato sulle medie. Ecco, la GAS ha deciso che è arrivato il momento di affiancarle - di nuovo - una sorellina con accoppiata ontano/palissandro, quindi ho iniziato a prestare particolare attenzione a tutte le stratoidi che mi passavano tra le mani; e complice il fatto che di chitarre per casa ne girano sempre tante, ho avuto modo di provare parecchie Fender, Suhr, Tyler, Haar, MJT, Nash ecc e a farmi un'idea più precisa di cosa volessi. Tra le Fender recenti (che devo dire sono delle chitarre dalla qualità media ormai eccellente) mi hanno colpito molto le NAMM 2017 con il manico roasted (FIGA la Tangerine del Messia @electric swan !), sia come suoni che come look; in particolare, ho notato che il manico roasted conferisce a tutte un punch sulle medie e un attacco che su chitarre con maple "normale" si trova solo su alcuni esemplari fortunati, e inoltre mi piacciono molto anche il feeling e l'aspetto estetico del roasted, quindi ho deciso... voglio il roasted! E quest'ultimo tassello per fortuna restringe molto il campo, nel senso che di stratoidi col manico roasted non ce ne sono ancora tantissime: poche Fender, alcune Suhr, le recenti Ibanez e... le Xotic! Ecco, Xotic è un marchio che quasi tutti conoscono per i pedali e che solo di recente inizia ad essere apprezzato anche per le chitarre... in realtà grazie a Tilt ho scoperto che hanno iniziato a produrre chitarre (anzi, a dire il vero i primi erano bassi) quasi 20 anni fa, in contemporanea ad effetti e preamp, in un piccolo laboratorio di liuteria, ma non avendo il nome di Suhr o l'appeal del look di Tyler, e avendo sviluppato nel frattempo una linea di pedali di successo, il reparto chitarre è sempre rimasto un po' in ombra. C'è da dire che non hanno inventato nulla eh, nel senso che per anni (fino al 2015 circa) le loro chitarre erano semplicemente delle copie strato (serie XS) e tele (serie XT), e provandone una l'impressione che avevo avuto era appunto questa: una buona copia strato, ma senza particolari guizzi che la facesse spiccare nel mare magnum delle millemila copie strato. Di recente però hanno lanciato due nuove serie, chiamate XSC-1 e 2, e con queste hanno fatto centro: legni ottimi, manici in roasted maple fiammato AAAAA, look con vari gradi di relic, pickups Raw Vintage (prodotti da loro), configurazioni SSS o HSS, ponte Gotoh a 6 viti con sellette Raw Vintage, meccaniche Gotoh autobloccanti F-style. E dopo questo lungo excursus (lo so, lo so... sono prolisso ) veniamo alla prova diretta: sapevo da un po' che ce n'era una qui sul forum di Ema @Tilt, che oltre a essere un amico e un musicista della madonna, ha sempre uno sguardo aperto verso tutte quelle chicche meno conosciute che non portano sulla paletta i soliti nomi... l'altro giorno ci siamo visti con la scusa di uno strano "triangolo" che coinvolgeva anche @john-pw per un ampli che doveva arrivare da me, e con l'occasione mi ha portato gentilmente la bimba, che è poi rimasta qui per un setuppino e un piccolo lavoretto di elettronica di cui vi dirò La chitarra in questione è una Xotic XSC-2, che differisce dalle XSC-1 soltanto per la configurazione elettronica con humbucker al ponte; il colore è un Ocean Turquaise metallizzato molto bello, in finitura heavy aged (dell'aging parlerò più avanti, perché è forse l'unica cosa che non mi piace al 100%), con manico e tastiera in pezzo unico di acero flame maple di grado AAAAA, con 22 tasti... non ha la tastiera in pali che era quella che avevo puntato io, ma dovrebbe essere più che sufficiente a farsi un'idea della qualità dello strumento... e la qualità c'è, anzi è impressionante. Queste sono alcune foto della chitarra tratte dal sito del venditore, più altre fatte da me durante il lavoro: Appena imbracciata, la cosa che colpisce di più è il manico: avendo provato in precedenza una vecchia serie XS, mi aspettavo un classico profilo a C, invece il Modern C Xotic è un profilo molto diverso... a rischio di sbilanciarmi, per me il manico "strato" più comodo che abbia mai provato!!! Il profilo è più corposo di un Medium C Fender, leggermente asimmetrico (con giusto un filo in più di più ciccia dalla parte dei bassi), e fornisce un appoggio prefetto per il pollice dia che si suoni col pollice dietro, sia sopra; a questo si aggiunge un radius compound 7,25 - 10" che per me è la perfezione, facilitando molto sia il chording nelle prime posizioni sia il lavoro solista e i bending nelle zone alte della tastiera... il fret dressing sui tasti Jescar è semplicemente perfetto (l'ho già detto che è perfetto?), inoltre i bordi della tastiera sono tutti arrotondati manualmente con maestria, il che unito alle proporzioni perfette (aridaje ) e alla finitura ad olio lo rende veramente un manico eccezionale... non c'è assolutamente nulla che cambierei (tanto che mi sono messo a cercarne una che avesse esattamente queste stesse caratteristiche, ma con tastiera in pali). Per chi fosse interessato, c'è da fare una precisazione: su ogni chitarra si trova un radius diverso... ci sono il compound 7,25-10" o quello 9,5-12", ma anche radius fissi da 9,5" o 12". In seconda battuta i suoni: i pickups Raw Vintage sono molto belli, sia i singoli '60 che l'HB, dal suono tipicamente PAF e non cerato (tende ad innescare forse un pochino troppo a gain alto)... il suono è l'altra cosa che me l'ha fatta preferire a quello che per me è il suo competitor naturale, cioè Suhr: questa Xotic suona più strato, più vintage, non ha quel suono preciso, rifinito - quasi chirurgico - comune a tutte le Suhr. Dovendo montare per Ema delle corde Dogal Carbon Steel 010, e quindi rifare il setup del manico e l'intonazione (le corde Dogal hanno circa 7kg in meno di tensione rispetto a delle 010 tradizionali), ho anche potuto vivisezionarla per bene La vite del trussrod infatti è alla base del manico (mortacci loro!) e per regolarlo va svitato il manico dal corpo... c'è da dire che il manico roasted è molto molto stabile e poco sensibile ai cambiamenti di temperatura e umidità, quindi a meno di cambiare tipo di corde o scalatura di frequente, non ci sarà bisogno di aggiustarlo spesso. Inoltre nel caso specifico poco male, visto che avrei comunque dovuto smontare anche il pickguard per installare un treble-bleed sul volume a cui Ema è abituato, e di cui la chitarra è sprovvista di serie. Grazie a questo lavoro, ho potuto ispezionare l'elettronica (cablaggio perfetto), la lavorazione del corpo (scassi per i pickups singoli) e la giunzione manico-corpo (semplicemente perfetta, il manico rimane letteralmente incastrato nel neck-pocket anche senza viti, e con un inclinazione ideale senza necessità di spessori alla base). Per chi fosse interessato, io sulle strato come treble bleed uso i valori di Suhr: 150k/680p in parallelo tra loro, ma con condensatore silver-mica e non ceramico come quello di Suhr... costa un po' di più, ma suona meglio e conserva acuti più dolci e meno "appuntiti" abbassando il volume. Come dicevo sopra, fossi in Xotic, potendo cambierei solo un paio di cose: - l'aging heavy non è molto naturale... non è orrendo come quello Suhr che sembra fatto con la carteggiatrice (come dice Lucio, pare uno smoking coi jeans a zampa), ma siamo ancora distanti da quelli Fender più accurati o da altri tipo Nash o anche MJT; se la cavano invece piuttosto bene sul light o medium aged; - il trussrod al neck-pocket su tutti i manici (anche quelli con la tastiera in pali)... metterlo alla paletta faciliterebbe eventuali piccoli ritocchi. E infine... veniamo alla prova video! Come dicevo all'inizio, questo periodo non è proprio eccezionale per la salute, che nel mio caso specifico significa che l'artrite mi fa un po' penare con dolori ovunque, mani comprese; inoltre io di solito suono sì con le 010, ma accordate mezzo tono sotto... ecco perché ho fatto particolare attenzione alla suonabilità, alla morbidezza dei bending, all'ergonomia... quando non sei al 100%, tutto quello che può essere un piccolo ostacolo ai movimenti diventa rilevante! E per fortuna in questo caso ostacoli non ce ne sono I bending vanno via lisci come l'olio (il test che faccio sempre per testare la morbidezaza sui bending è l'intro di Shine On You Crazy Diamond, pure se non la so suonà ) e, a parità di scalatura rispetto a delle strato Fender di fascia alta, la Xotic si lascia suonare come se avesse delle 009 invece che delle 010 (in piccola parte è merito anche delle Dogal, ma di solito io uso le EB 010 che sono comunque corde morbide). Per il video avrei potuto fare dei suoni belli accurati (soprattutto per Shine un comp non avrebbe guastato), ma è una demo per una chitara e ho voluto usare il setup più semplice possibile, che non mascherasse troppo con effetti le caratteristiche della chitarra: soltanto lei, un pizzico di echo dal Boonar e come ampli il GloryLuxe, settato sul limite del breakup (in modo che coi singoli crunchasse leggermente solo picchiando molto forte sulle corde). Ok, l'ampli di suo aggiunge sustain naturale anche al volume basso a cui suonavo, ma del video traspaiono secondo me anche il sustain della chitarra ed il suo attacco micidiale, nonostante la consueta registrazione fatta alla cazzo-di-cane con l'iPhone 4S (sono vintage pure sui telefoni ). Enjoy! E ovviamente invito Ema e tutti quelli che l'hanno provata anche al recente raduno-Dumble ad aggiungere le loro impressioni P.S. Io ho già ordinato questa... Inviato dal mio iPad utilizzando Tapatalk
  8. ANTEFATTO 20 aprile: sono in aeroporto a Francoforte, di ritorno da uno dei soliti, estenuanti, viaggi di lavoro... mancano 3 ore al volo, e dopo aver girato più volte tutti i negozi e i duty-free, svuotando un po' il portafogli per regalini vari a moglie e figlio, decido di andare al gate per non cadere più in tentazione spendereccia: mai decisione fu più antieconomica Seduto al gate, annoiato, mi metto a cazzeggiare un po' in rete e... dov'è che cazzeggia normalmente un malato cronico di GAS in perenne crisi d'astinenza? Ma su YouTube a caccia di demo, è ovvio! Ed era già qualche giorno che non riguardavo le demo del Revival Drive... mmmm... un video, poi un altro, e la noia... combinazione letale! Tempo 10 minuti e avevo: 1) contattato Origin 2) saputo chi è il rivenditore italiano 3) contattato GuitarSauce 4) fatto il bonifico per il pre-order... 775€ e addio bonus e trasferta Non c'è che dire, ho fatto proprio la scelta più parsimoniosa andando al gate ARRIVO... IN PUNTUALE RITARDO Mi avevano detto in 10 giorni, invece c'è voluto un mese tondo tondo per averlo... ma ammetto che il motivo del ritardo è giustificato: hanno infatti implementato un sistema di switching compatibile con looper esterni, su suggerimento dei vari beta tester, il che ha richiesto una quindicina di giorni in più... anche se dubito lo userò, fa comunque piacere averlo! Peccato solo che questo ritardo abbia fatto sì che il pedale arrivasse proprio in questo periodo che per me - lavorativamente - è il più incasinato dell'anno... sto in casa editrice 14-15 ore al giorno quasi da un mese, così i primi due giorni il Revival li passa nella sua scatola, e il terzo giorno faccio giusto in tempo ad attaccarlo 15 minuti (che per un pedale con così tante opzioni è quasi come non averlo acceso). Ieri sera però non ne potevo veramente più di vederlo lì senza metterci le mani sopra, così do un bacino al pupo, dico alla signora che devo lavorare un po' di sotto e... sono riuscito a ritagliarmi un po' di tempo per spippolarci sopra COME SI PRESENTA Bene cazz, cominciamo! La mia è la versione con il pannello Custom aggiuntivo e il footswitch esterno opzionale (che Tetragono della GAS sarei sennò???). Direi che tra tutti e due siamo intorno ai due chili di metallo e manopole, scocche veramente robuste, massicce e pesanti, e dimensioni più che generose... i pedali sono arrivati imballati benissimo, la cura si vede già dalla confezione, ed è peraltro quello che uno si aspetta dopo aver speso un certo tipo di somma. La quantità di controlli obiettivamente all'inizio spaventa un po' anche chi, come me, è abituato a pezzi di gear più o meno complicati, ma è il prezzo da pagare per offrire qualcosa di veramente unico, come vi racconterò tra poco. foto foto foto Il pedale principale si divide in due parti "gemelle", con i controlli messi a specchio: il lato di destra è dedicato ai suoni di ampli con rettifica solid state, decisi e aggressivi, mentre quella sinistra ai suoni tube-rectified, più morbidi e rotondi. Volendo, il lato "tube rectifier" può essere commutato in un altro "solid state", quindi in tutto identico alla parte destra. I due lati non sono sommabili, ma si puo regolarli in maniera totalmente indipendente per i controlli che li riguardano, mentre tutta la parte eq e filtri post overdrive sono in comune. Non sto ad annoiarvi con la spiegazione dei vari controlli , visto che sul sito è stato pubblicato il manuale (scaricabile da chiunque) e sulla pagina ufficiale YouTube ci soni vari video che li spiegano dettagliatamente... dico solo che anche i controlli più intuitivi qui non lo sono poi tanto, soprattutto se si approcciano aspettandosi i pots di un "normale" OD: i controlli replicano infatti quelli di un amplificatore vintage e reagiscono come tali, con gli stessi pregi e difetti, vedi ad esempio il gain che bypassa gradualmente il bright cap man mano che si alza (e che quindi costringe a rivedere la post-eq al variare del gain), oppure parte dei controlli di tono che sono pre-distorsione ecc. Ai knobs principali si aggiunge tutta una serie di piccoli controlli che sono principalmente dei filtri di eq, posti in vari punti del circuito, che servono per adattare la risposta del pedale agli ampli (e non solo) a cui verrà attaccato... con risultati sorprendenti! Infine tramite il footswitch opzionale si può accedere al blend override (in soldoni questo switch, settando il pedale a dovere, ci mette a disposizione due livelli di gain presettabili) e a un mid boost... entrambi applicabili a ciascuno dei due canali, da soli o in combinazione, per un ventaglio notevole di suoni e di livelli di guadagno a portata di piede. I SUONI Viste le possibilità offerte, ho pensato di dividere il therad in due parti, esplorando in questa prima parte i suoni british (JTM e Plexi), per passare poi alla seconda parte in cui cercherò di smanettare con quelli american (Blackface e Tweed)... e per rendere le cose più interessanti, ho scelto di usare i due ampli che sono più lontani rispettivamente dai suoni "cercati" col pedale: userò perciò il GloryLuxe per i suoni Plexi e la Alpha&Omega per quelli Fender... voglio proprio vedere fin dove riesce a spingersi l'adattabilità del Revival, soprattutto questa versione col Custom panel opzionale, che nasce proprio per questo scopo. Il settaggio iniziale del Custom panel, come dicevo nell'altro thread, è rognoso, inutile nasconderlo: ci vogliono idee chiare e un po' di pazienza. Mentre per tirar fuori suoni plexi incazzati dalla Alpha&Omega - settata in modalità Superbass (è stata la prima cosa che ho provato) - ho impiegato sì e no 5 minuti, per tirar fuori suoni plexi altrettanto credibili dal GloryLuxe c'è voluto di più... ora, è ovvio che all'inizio la scarsa conoscenza di un pedale complesso come questo richieda un po' di tempo per familiarizzare, ma serve anche un minimo di orecchio buono e sapere quali freq tagliare e quali esaltare in funzione dell'ampli a cui ci si attacca. In questo primo video ho usato soltanto il canale 1 del GloryLuxe, settato clean appena prima che iniziasse a crunchare, con il PowerScaling disinserito... trovo infatti che - e anche in questo il pedale è proprio come un ampli - il Revival non gradisce volumi infimi: per dare il meglio ha bisogno di un minimo di volume, altrimenti rende meno delle sue possibilità... non che servano volumi da stadio, ma neanche esageratamente bassi, sempre che se ne voglia godere appieno. Elenco sinteticamente la catena che ho usato, semplicissima: - Les Paul - Revival Drive - Belle Epoch - GloryLuxe con 6L6 e Celestion Alnico Blue Ah, tra un pedale e l'altro, e poi di nuovo all'ampli, ho dovuto usare cavi di 5 metri, perché il delay era montato in pedaliera ed era distante da lì, ma per fortuna il Revival è dotato di un buffer veramente ottimo e trasparente, che non fa sentire cali di segnale sugli estremi di banda, anche con più cavi lunghi messi dopo di lui. Sul video faccio una piccola premessa: riascoltandolo ho notato come spesso succede che l'audio (registrato col solito iPhone) rende poco le differenze di volume che c'erano nella stanza e, sinceramente, mi sono reso conto anche che appiattisce un po' (tanto) anche la dinamica del guadagno, rendendo alcuni suoni più "gommosi" di come sono nella realtà... spero comunque che possa essere utile per farsi una prima idea delle possibilità del pedale Tra qualche giorno, appena possibile, registrerò e scriverò la seconda parte ma, avendolo preso principalmente per usarlo nella situazione dei questa prima prova, già da adesso qualche conclusione parziale posso trarla: - pedale strepitoso, 2-3 gradini sopra qualunque OD abbia avuto; - non è per tutti, se non vi piace spippolare, meglio starne alla larga; - se con la LP il gain è più che sufficiente, coi single coil (come vedremo) un boost davanti è necessario, almeno per il mio modo di concepire i lead; - mi tocca rismontare tutta la board, cazzo GLory
  9. Non mi ricordo se c’è un thread dedicato al Chase Bliss Tonal Recall RKM (red knob), di sicuro qua dentro ce l’abbiamo in diversi, ma per chi non l’ha mai provato e fosse interessato... ecco un video su come lo uso io In questi giorni ho fatto un piccolo tour de force per finire la pedaliera, che - speriamo - sia finalmente definitiva, e conoscere il nuovo arrivato. image upload Lo dico subito: pedale strepitoso... un delay totalmente analogico, con 1100ms di ritardo, il tutto controllato da un processore che permette di memorizzare fino a 6 preset, richiamabili al volo tramite il Faves-footswitch dedicato; come se non bastasse, ha a bordo tap tempo, footswitch per autoscillazione a comando, controllo di tono per ripetizioni più o meno brighi, presa per pedale di espressione, possibilità di usare due ritardi corto/lungo contemporaneamente, possibilità di truebypass o trail mode, footswitch di accensione configurabile come momentaneo o classico... ed è controllabile in ogni parametro o preset da qualunque pedaliera o switcher/looper midi! E questo per rimanere sull’uso “normale” che ne faccio io!!! Non ho infatti ancora cominciato a giocare con il ramping e i dip-switches Nel video ho fatto i suoni che userò di più e li ho memorizzati in modo da poterli richiamare dal Faves: 1) un classico delay clean modulato, alla Memory Man, con tono tutto aperto e ripetizioni chiare 2)uno slapback echo 3) un delay lungo da assoli strappamutande 4) un ambient delay, con ripetizioni modulate e dense, con tono abbastanza chiuso La registrazione è stata fatta col solito iPhone, e il resto della strumentazione usata è questo: Chitarre: Xotic XSC-2 e Gibson CC24 OD: Origin Revival Drive Delay: Tonal Recall RKM Amp: Naughty GloryLuxe
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