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Chris

Comprare ascolti su Spotify

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Ciao ragazzi

qualche giorno fa sono passato da un mio amico che ha un canale youtube (The Endrew) e ci siamo fatti una chiacchiera sull'argomento

Anticipo che io ho acquistato un paio di migliaia di ascolti e qui racconto un po' la storiaccia

buona visione

 

 

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Il problema insormontabile, per me, è che credo all'inesistenza del virtuale. Essendo nato in pieno '900 non riesco proprio a dare uno statuto ontologico nè a Spotify, nè ad Instagram, nè a Facebook. Non esistono. E voi invece ne parlate come se effettivamente avessero un potere sulle vostre vite, come se avessero una massa e in qualche modo modificassero il piano gravitazionale su cui vi trovate ad insistere. Invece non è così. Sono solo una proiezione narcisistica. Impalpabili. In fondo non contano un cazzo.

Scusami Chris, mi sei simpatico e quando sento le cose che fai mi piacciono, non ce l'ho con te, ragiono ad alta voce, per così dire, ma sta cosa di comprare gli ascolti su Spotify mi ricorda il racconto di fra Cipolla del Boccaccio, quello che vendeva le reliquie ai gonzi. Cioè, già l'avevano capito nel 1300, sono settecento anni fa. Capitava la stessa cosa con i libri e le case editrici, quelle che ti pubblicavano il libro (il romanzo o la raccolta di poesie) ma dovevi comprarne 200 copie. Vivevano sul fatto che tutti volevano sentirsi scrittori, la forza del narcisismo è una motivazione psicologica potentissima, e si manifesta facendo pagare il giovane sognatore,a volte facendogli pure fare i debiti. Sono cose che già accadono e accadranno ancora, ma almeno le 200 copie erano reali, ancora sono lì, nei garage dei poveri scrittori a prendere umido e a farsi mangiare dai topini e dagli insetti, almeno aiutano la vita. (E poi Joyce l'Ulisse, che nessuno voleva pubblicarglielo se lo pagò di tasca sua ma questa è un'altra storia)

Comunque è sempre più difficile fare il musicista in Italia, o compri gli ascolti o ti metti a fare il piazzista su YT, o suoni alla sagra della polpetta. Gli spazi per la musica sono sempre più poveri, meno male che faccio un altro lavoro.

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1 ora fa, ago dice:

Il problema insormontabile, per me, è che credo all'inesistenza del virtuale. Essendo nato in pieno '900 non riesco proprio a dare uno statuto ontologico nè a Spotify, nè ad Instagram, nè a Facebook. Non esistono. E voi invece ne parlate come se effettivamente avessero un potere sulle vostre vite, come se avessero una massa e in qualche modo modificassero il piano gravitazionale su cui vi trovate ad insistere. Invece non è così. Sono solo una proiezione narcisistica. Impalpabili. In fondo non contano un cazzo.

Scusami Chris, mi sei simpatico e quando sento le cose che fai mi piacciono, non ce l'ho con te, ragiono ad alta voce, per così dire, ma sta cosa di comprare gli ascolti su Spotify mi ricorda il racconto di fra Cipolla del Boccaccio, quello che vendeva le reliquie ai gonzi. Cioè, già l'avevano capito nel 1300, sono settecento anni fa. Capitava la stessa cosa con i libri e le case editrici, quelle che ti pubblicavano il libro (il romanzo o la raccolta di poesie) ma dovevi comprarne 200 copie. Vivevano sul fatto che tutti volevano sentirsi scrittori, la forza del narcisismo è una motivazione psicologica potentissima, e si manifesta facendo pagare il giovane sognatore,a volte facendogli pure fare i debiti. Sono cose che già accadono e accadranno ancora, ma almeno le 200 copie erano reali, ancora sono lì, nei garage dei poveri scrittori a prendere umido e a farsi mangiare dai topini e dagli insetti, almeno aiutano la vita. (E poi Joyce l'Ulisse, che nessuno voleva pubblicarglielo se lo pagò di tasca sua ma questa è un'altra storia)

Comunque è sempre più difficile fare il musicista in Italia, o compri gli ascolti o ti metti a fare il piazzista su YT, o suoni alla sagra della polpetta. Gli spazi per la musica sono sempre più poveri, meno male che faccio un altro lavoro.


amo quest’uomo ❤️

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13 ore fa, ago dice:

Il problema insormontabile, per me, è che credo all'inesistenza del virtuale. Essendo nato in pieno '900 non riesco proprio a dare uno statuto ontologico nè a Spotify, nè ad Instagram, nè a Facebook. Non esistono. E voi invece ne parlate come se effettivamente avessero un potere sulle vostre vite, come se avessero una massa e in qualche modo modificassero il piano gravitazionale su cui vi trovate ad insistere. Invece non è così. Sono solo una proiezione narcisistica. Impalpabili. In fondo non contano un cazzo.

Scusami Chris, mi sei simpatico e quando sento le cose che fai mi piacciono, non ce l'ho con te, ragiono ad alta voce, per così dire, ma sta cosa di comprare gli ascolti su Spotify mi ricorda il racconto di fra Cipolla del Boccaccio, quello che vendeva le reliquie ai gonzi. Cioè, già l'avevano capito nel 1300, sono settecento anni fa. Capitava la stessa cosa con i libri e le case editrici, quelle che ti pubblicavano il libro (il romanzo o la raccolta di poesie) ma dovevi comprarne 200 copie. Vivevano sul fatto che tutti volevano sentirsi scrittori, la forza del narcisismo è una motivazione psicologica potentissima, e si manifesta facendo pagare il giovane sognatore,a volte facendogli pure fare i debiti. Sono cose che già accadono e accadranno ancora, ma almeno le 200 copie erano reali, ancora sono lì, nei garage dei poveri scrittori a prendere umido e a farsi mangiare dai topini e dagli insetti, almeno aiutano la vita. (E poi Joyce l'Ulisse, che nessuno voleva pubblicarglielo se lo pagò di tasca sua ma questa è un'altra storia)

Comunque è sempre più difficile fare il musicista in Italia, o compri gli ascolti o ti metti a fare il piazzista su YT, o suoni alla sagra della polpetta. Gli spazi per la musica sono sempre più poveri, meno male che faccio un altro lavoro.

 

Ok boomer.

 

 

No scherzo, il primo boomer sono io.

E' che questi discorsi mi sanno di gente rimasta ai tempo di Indietro Tutta e del Drive In. Della Milano da bere, dei giri pomeridiani col Ciao o, per chi ha qualche anno di meno, con l'Aprilia RS. Che non accetta il progresso tecnologico e il mutare dei tempi. La rete ha cambiato il nostro modo di vivere, di pensare, di relazionarci con gli altri, di trovare lavoro e anche l'amore.

10 anni fa si portavano i CV porta a porta, stringevi la mano al tuo potenziale futuro datore di lavoro e da quel momento iniziavi già a "venderti" a lui. Oggi il lavoro lo trovi su Linkedin o compilando un form sul sito web di un'azienda.

10 anni fa si andava in discoteca o per strada a conoscere le ragazze. Una buona dose di faccia tosta, e come va va. Oggi per conoscere ragazze non hai nemmeno bisogno di uscire di casa. Ti basta strofinare il pollice su Instagram o su Tinder, e partire con la consueta serie di like tattici e views sulle storie. Se sei bravo a giocarti le tue carte e non hai l'aspetto di Gollum, nel giro di pochi giorni/settimane siete già al vostro primo appuntamento.

10 anni fa ti affidavi al negoziante sotto casa, che per i tuoi suoni distorti aveva come uniche scelte il DS1 e il TS9 e dovevi comprarli ai prezzi che diceva lui. Skreddy? E che era? EarthQuaker Devices? Mr.Black? Ma manco a parlarne! Oggi apri una pagina internet e...sbam! Hai di fronte una pletora di effetti con tanto di specifiche tecniche, demo, comparazioni, storico prezzi sia del nuovo che dell'usato.

 

Non si tratta di narcisismo, si tratta di evoluzione dei costumi: chi si adatta sopravvive, chi non si adatta muore.

Si estingue. Come si estinsero i dodo all'arrivo dei portoghesi.

Se hai un gruppo e sfrutti bene i mezzi di internet, ti puoi pubblicizzare e fare conoscere molto di più di chi questi strumenti non li usa affatto. La storia della band che parte dal garage, fa la gavetta nei locali della zona, manda un nastro alla casa discografica, ottiene il contratto milionario e viene immediatamente catapultata nell'olimpo delle rockstar, è roba superata. Una storia che tra qualche anno i nonni racconteranno ai nipoti davanti al camino. Oggi se fai musica e non sei sui social, sei semplicemente invisibile! Se sei un gruppo emergente e non hai almeno:

 

- una tua pagina internet

- una pagina Instagram

- una pagina Facebook

 

per il mondo non esisti! Perchè il piano della comunicazione si è spostato dal reale al virutale.

Per te possono non contare un cazzo ed essere impalpabili, ma per milioni di persone là fuori sono roba concreta, concretissima, su cui passano il tempo da mattina a sera, con cui si confrontano e dialogano continuamente.

 

Io se avessi una band con unione di intenti e obiettivi, con un progetto a lungo termine chiaro e preciso, la prima cosa che farei, a parte andare a parlare a quattr'occhi coi gestori dei locali per ottenere delle date, è crearmi una mia identità online. Crearmi uno status grazie alla rete. Per avere un pubblico durante i primi live che vada oltre gli amici, mamma e papà. E per far vedere a chi mi ospiterà nel suo locale che non siamo 4 poveri disperati che non si fila nessuno, ma che siamo apprezzati e abbiamo un certo seguito.

 

Non è nemmeno una questione generazionale, perchè ormai pure i 50enni (e le 50enni!) hanno Facebook e usano Instagram. Tu non hai idea della mole di musicisti e aspiranti tali che mobilitano certi gruppi Facebook. Prova a farti un giro su Digital Amp, Kemper Amp Italia, GAM - Guitar Amp Modelers, oppure sulla pagina Facebook di Marco Fanton. Ti si aprirà un mondo nuovo, che col forum e le sue dinamiche comodini-vintage-Messia-fuzz-Bareknuckle-Bitch-Fetto-valvole-Twin, non c'entra niente. E' un fiorire continuo di richieste, commenti, like, quesiti, condivisione video, sample audio, sondaggi.

Questo mondo c'è e non ci si può fare nulla. Puoi anche ignorarlo e lasciarlo fuori dalla tua porta, ma se tu gli fai spallucce lui mica cesserà di esistere.

 

Detto da uno che i social li odia ed è cresciuto nell'epoca di Beverly Hills e X-Files.

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41 minuti fa, PinkFlesh dice:

 

Non si tratta di narcisismo, si tratta di evoluzione dei costumi: chi si adatta sopravvive, chi non si adatta muore.

 

Se vi tolgono la corrente io continuerò ad esistere, mi nutro con cose reali e non like o come si chiamano e lo stesso lo fa l'economia siete solo un prodotto a costo zero di un sistema che è destinato ad implodere perchè non produce nulla se non pensare eclusivamente all'alimentazione di se stesso.

A me intristisce lo scollamento dalla vita reale delle persone, non solo i giovani, ma anche i nostri genitori quando vengono ingannati dalle notizie false che passano sui social, la depersonalizzazione dei rapporti, la perdita dei valori reali, la solitudine delle vostre migliaia di amicizie finte.

Chi non si adatta non muore non preoccuparti.

 

Oh nulla di personale mica ti consosco, solo uno sfogo su un argomento molto complesso e delicato.

 

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30 minuti fa, Lefty dice:

Se vi tolgono la corrente io continuerò ad esistere, mi nutro con cose reali e non like o come si chiamano e lo stesso lo fa l'economia siete solo un prodotto a costo zero di un sistema che è destinato ad implodere perchè non produce nulla se pensare eclusivamente all'alimentazione di se stesso.

A me intristisce lo scollamento dalla vita reale delle persone, non solo i giovani, ma anche i nostri genitori quando vengono ingannati dalle notizie false che passano sui social, la depersonalizzazione dei rapporti, la perdita dei valori reali, la solitudine delle vostre migliaia di amicizie finte.

Chi non si adatta non muore non preoccuparti.

 

 

Perchè parli al plurale? VI Tolgono?  Ti sei perso cosa ho scritto nell'ultimo rigo 😀

Pure a me intrisce lo scollamento dalla vita reale delle persone, il trattare lo smartphone come se fosse uno studio televisivo in miniatura dove parli di una serie di cose quotidiane di cui non frega un cazzo a nessuno. E sulle fake news con me sfondi una porta aperta. Ti ricordi la bufala della Boschi e della Boldrini ai funerali di Riina?

 

Ma qui si parlava di ascolti Spotitify, Instagram e Facebook come mezzo di promozione di noi stessi e della nostra musica. Che non sono affatto il male assoluto come qui dipinto, anzi...se saputi usare ti facilitano molto la strada. Rappresentano il lato utile della rete.

La ramanzina per puntare il dito contro i giovani, la perdita dei valori reali e la depersonalizzazione dei rapporti, non è necessaria perchè non sono una influencer 20enne da 500K 😀

E fingere che questi mezzi siano finti, inutili, autoreferenziali, significa vivere scollati dal mondo reale. Quello di oggi.

Chi non si adatta non muore, hai ragione, ma probabilmente rimane a suonare nel pubettino davanti a 30 persone annoiate un paio di volte all'anno. Compensi monetari? Neanche a parlarne...al massimo panini e birre. Piccole, ovviamente.

Se vuoi promuoverti parlando con l'assessore comunale amico tuo che l'anno prossimo ti fa suonare alla sagra del carciofo, o andando in giro per locali a chiedere l'elemosina, fai pure. Oggi ci sono mezzi molto più efficaci per farlo, e già molte band locali amatoriali li sfruttano con profitto per avere un rapporto diretto con i propri fans, ad esempio

https://www.instagram.com/pinksonepinkfloyd/

Liberissimo o meno di usarli :smile:

 

 

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8 minuti fa, PinkFlesh dice:

E fingere che questi mezzi siano finti, inutili, autoreferenziali, significa vivere scollati dal mondo reale. Quello di oggi. 

 

mi ero perso l'ultima riga 😀 e concordo mestamente con quello che hai scritto, anche se considero una difesa non avere social così mi evito di avere a che fare con quei gestori che ti fanno la cortesia di suonare per riempirgli il locale, l'ho fatto per anni e mi son rotto le balle, adesso suono quando mi chiamano e ci chiamano.

E se proprio mi punge vaghezza di suonare da qualche parte, vado, ci parlo e ci bevo una birra. Se non funziona ciccia.

Adesso mi ascolto qualcosa del tuo tributo che mi sembra fico.

 

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1 ora fa, Lefty dice:

mi ero perso l'ultima riga 😀 e concordo mestamente con quello che hai scritto, anche se considero una difesa non avere social così mi evito di avere a che fare con quei gestori che ti fanno la cortesia di suonare per riempirgli il locale, l'ho fatto per anni e mi son rotto le balle, adesso suono quando mi chiamano e ci chiamano.

E se proprio mi punge vaghezza di suonare da qualche parte, vado, ci parlo e ci bevo una birra. Se non funziona ciccia.

Adesso mi ascolto qualcosa del tuo tributo che mi sembra fico.

 

 

Tranquillo, avevo capito che era un discorso generale su un argomento che ti stava particolarmente a cuore.

Il problema mio, tuo, di tutti quelli della nostra generazione, è che preferiamo il fare all'apparire. L'idea stessa di "curare" il profilo Instagram e la pagina Facebook, ci fa venire l'orticaria.

Preferiamo curare altre cose, una tastiera verniciata, il bonsai sulla finestra, un collettore di aspirazione, piuttosto che una cosa impalpabile e dai contorni non ben definiti. Purtroppo oggi i rapporti umani, il tempo libero, ma anche la comunicazione e la promozione, passano da questi canali. C'è poco da fare.

E non sono l'unico a dirlo, ad esempio...

http://ilsuccessoindipendente.com/trasforma-facebook-nel-tuo-amplificatore/

https://www.musicpromoter.it/promuovere-musica-su-facebook/

http://www.michelemaraglino.com/2017/04/19/facebook-per-musicisti-i-consigli-di-luca-milani/

 

Io ad esempio ho un profilo fatto ad cazzum perchè, come dicevo, sono il primo a cui non frega un tubo di apparire in rete. Sai cosa mi disse qualche mese fa una mezza fallita 40enne che sa solo parlare di unghie e smalti? Ah si, hai un profilo insomma..qualche video, un paio di foto così, e basta. Niente di che...

Ormai il valore di una persona si misura da quanto ha bello e curato il proprio profilo in rete. Più dalla capacità di usare filtri che non dalla capacità di tagliare traguardi. Lo scollamento dalla realtà di cui parlavi. E se ti trovi a interloquire con una che non ha mai fatto nulla nella vita, e non sa fare nulla a parte pettegolezzi e trucchi, tu sei una mezza sega ai suoi occhi. Indipendentemente da quante medagliette (reali) hai sulla giacca.

Anzi noi della fascia over30-40 li viviamo in misura minore questi fenomeni, perchè ci troviamo a interagire con nostri coetanei cresciuti in un'altra epoca. Immagina quanto deve essere dura per un ragazzo di 19 anni relazionarsi con un mondo che soppesa il tuo valore in base al numerino in calce alle tue foto.

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1 ora fa, PinkFlesh dice:

 

Tranquillo, avevo capito che era un discorso generale su un argomento che ti stava particolarmente a cuore.

Il problema mio, tuo, di tutti quelli della nostra generazione, è che preferiamo il fare all'apparire. L'idea stessa di "curare" il profilo Instagram e la pagina Facebook, ci fa venire l'orticaria.

Preferiamo curare altre cose, una tastiera verniciata, il bonsai sulla finestra, un collettore di aspirazione, piuttosto che una cosa impalpabile e dai contorni non ben definiti. Purtroppo oggi i rapporti umani, il tempo libero, ma anche la comunicazione e la promozione, passano da questi canali. C'è poco da fare.

E non sono l'unico a dirlo, ad esempio...

http://ilsuccessoindipendente.com/trasforma-facebook-nel-tuo-amplificatore/

https://www.musicpromoter.it/promuovere-musica-su-facebook/

http://www.michelemaraglino.com/2017/04/19/facebook-per-musicisti-i-consigli-di-luca-milani/

 

Io ad esempio ho un profilo fatto ad cazzum perchè, come dicevo, sono il primo a cui non frega un tubo di apparire in rete. Sai cosa mi disse qualche mese fa una mezza fallita 40enne che sa solo parlare di unghie e smalti? Ah si, hai un profilo insomma..qualche video, un paio di foto così, e basta. Niente di che...

Ormai il valore di una persona si misura da quanto ha bello e curato il proprio profilo in rete. Più dalla capacità di usare filtri che non dalla capacità di tagliare traguardi. Lo scollamento dalla realtà di cui parlavi. E se ti trovi a interloquire con una che non ha mai fatto nulla nella vita, e non sa fare nulla a parte pettegolezzi e trucchi, tu sei una mezza sega ai suoi occhi. Indipendentemente da quante medagliette (reali) hai sulla giacca.

Anzi noi della fascia over30-40 li viviamo in misura minore questi fenomeni, perchè ci troviamo a interagire con nostri coetanei cresciuti in un'altra epoca. Immagina quanto deve essere dura per un ragazzo di 19 anni relazionarsi con un mondo che soppesa il tuo valore in base al numerino in calce alle tue foto.

tutto vero e triste, ma ancora più di un 19enne pensa ad un adolescente o ad una adolescente, io con due figlie mi pongo già la questione per fortuna sono ancora piccole ma vedo i miei amici con figlie in età da smartphone "che altimenti se non lo hanno sono tagliate fuori come appestate", che sono obbligate subito ad iscriversi ad instagram ed iniziano già tutte lì sul divano con il telefono in mano e la vita tutt'attorno che sfugge. Ecco in tutto questo non vedo nulla di positivo.  

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Hai due figlie, come immaginavo.

Quelli che demonizzano spotify, instagram, facebook, sono persone tendenzialmente cresciute in altra epoca, e con altri obiettivi musicali. Se hai un'età compresa tra 40 e 50 anni, moglie scassacazzo, figli che piangono, mutuo da pagare, la suocera che ti viene a trovare domenica, già vedrai tendenzialmente male la tecnologia. Perchè non sei cresciuto con internet e lo smartphone. Se poi per te "musica" è masturbarti in camera da letto con 30K € di strumentazione, una tantum farti la suonata domenicale in garage con gli amici e qualche live un paio di volte all'anno quando capita, di crescere online non te ne fregherà nulla. Perchè a quella età i giochi ormai sono fatti, non è più tempo di improbabili rivoluzioni.

 

Se invece hai 23 anni, sei libero da qualunque vincolo, sei pieno di entusiasmo, hai un gruppetto con cui suoni, e per te "musica" è sinonimo di suonare dal vivo più possibile, partecipare a festival e contest, andare in radio e in TV, non rimarrai indifferente alle nuove tecnologie e ai nuovi mezzi di comunicazione. Non solo per una questione anagrafica (sei nato nell'era del WiFi e degli schermi FHD), ma perchè vorrai sfruttare tutti i modi possibili e immaginabili per raggiungere i tuoi obiettivi. E se cerchi di diventare qualcuno, di crescere, non rimarrai sordo di fronte all'enorme palcoscenico virtuale dato dalla rete. Lo vedrai come un tuo alleato, non come l'orco cattivo alienante e depersonalizzante cacca puppù da cui bisogna stare lontani.

 

Senza contare che per molti ragazzi "musica", non è nè l'uno nè l'altro. A molti ragazzi oggi di imparare a fare un bending o a regolare la cordiera di un rullante, non gliene frega un tubo. Tantomeno di andare a suonare in locali piccoli in cambio di un sacchetto di noccioline. Ai ragazzi oggi interessa produrre musica, fare musica propria. Non stare anni ad esercitarsi col metronomo poggiato sul ginocchio, nella speranza che un giorno, forse, qualcuno gli permetta di suonare live l'assolo di Bohemian Rhapsody. Per loro "musica" è sinonimo di VST, launchpad, looper e cuffie.

E pure questi cercano in tutti i modi di farsi un nome attraverso internet pubblicando singoli e video, anzi è il loro principale mezzo di veicolazione della propria musica. Certo, veicolano musica di m**da, nessuno lo nega :grin: ma le tendenze musicali nella fascia under sono queste, piaccia o meno.

https://www.corriere.it/spettacoli/20_gennaio_27/grammy-awards-2020-trionfo-billie-eilish-fratello-anche-attore-dietro-successo-popstar-vegana-52ccee64-40de-11ea-a133-84fd84fc9cfa.shtml

 

 

Questi discorsi sui mali della rete arrivano quasi sempre da chi con la rete non ci guadagna un tubo. Nè come soldi nè come visibilità. Parlane a un Montemagno qualsiasi di quanto la rete sia inesistente, non reale e non conti un cazzo. Lui che a 40 anni e rotti, sparando aria fritta a raffica, è diventato un nome e oggi "fa il grano" (quello vero!!) grazie a views, iscrizioni e ads.

O a chi riesce a farsi pagare 500.000$ (altrettanto veri) per un singolo post su Instagram

https://hellogiggles.com/news/kim-kardashian-paid-500000-for-one-instagram-post/

E' la nuova frontiera del marketing e della pubblicità. Due cose che sono sempre esistite da quando è apparsa la società industriale e la produzione di massa di beni e servizi.

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25 minuti fa, PinkFlesh dice:

Questi discorsi sui mali della rete arrivano quasi sempre da chi con la rete non ci guadagna un tubo. Nè come soldi nè come visibilità. Parlane a un Montemagno qualsiasi di quanto la rete sia inesistente, non reale e non conti un cazzo. Lui che a 40 anni e rotti, sparando aria fritta a raffica, è diventato un nome e oggi "fa il grano" (quello vero!!) grazie a views, iscrizioni e ads.

O a chi riesce a farsi pagare 500.000$ (altrettanto veri) per un singolo post su Instagram 

https://hellogiggles.com/news/kim-kardashian-paid-500000-for-one-instagram-post/

 

Oh, non riesco a spiegare "FRA CIPOLLA" e si che di ragazzi ne vedo a centinaia tutti i giorni, non sono sposato, non ho un mutuo da pagare, lavoro sulla rete tutto il giorno, non ho suocere rompiballe e nemmeno figli e durante l'università avevo gli ing. che si mettevano in fila per farsi mettere a posto i pc di cui non capivano una mazza (e pure di reti non ne parliamo). Eppure, pur avendo preso 30 e lode all'esame di Letteratura Italiana, Boccaccio ancora non riesco a spiegarlo. Non è che la parodia della rete di cui stiamo parlando abbia cancellato 5000 anni di storia umana. I FRA CIPOLLA ci saranno sempre, ci sono sempre stati e ci saranno ancora, ed anche i gonzi, che il signore li abbia in gloria ma non è con il cinismo (chi si lamenta è un cateterizzato rincoglionito che pensa che la rappresentazione di un oggetto non sia l'oggetto stesso, che piciu, eh!, de Saussure perdona loro perché non sanno quello che dicono) che possiamo dire che vada bene così e chi non ci sta è un coglione.

D'altronde l'esprit de finesse non è qualcosa che si trova a mazzi per strada e quindi sì, prima di Tinder non scopava nessuno; nessuno faceva i soldi prima di FB e compagnia bella; nessuno dica che la virtualizzazione non è reale e andiamo a confondere bellamente il discreto e il continuo, tanto basta fare i soldi; spegniamoli questi paralitici boomers che dicono cazzate (ma qualcuno l'ha letto il Signore delle mosche?), queste Cassandre scassacazzo! A morte i vecchi11111!!!11!! Manco li faremo più votare!

Ah, naturalmente Absit iniuria verbis. Io non sono boomers, vengo da molto più lontano e ancora più lontano spero di andare (se questa cazzo di flebo e il catetere non mi si intrecciano sulle ruote della sedia a rotelle, boia faus!)

 

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pinkflesh sei stragiovine e à la page come pochi altri. per esserlo ancora di più potresti addirittura mollare il tributo ai pink floyd.

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Sono un ex "addetto ai lavori". Ho lavorato per anni nel marketing e, ahimè, pure coi social media. Poi sono scappato da quel mondo per preservare la mia sanità mentale, ma vabbé...

Ad ogni modo, acquisto di ascolti e view, FB ads, profilazione utenti, advertorial ecc. sono tutte tecniche che funzionano. L'ho visto coi miei occhi.

Non parlo solo della musica, intendo tutto. Dal suonare al vendere aspirapolveri a diventare ministro della Repubblica. 

 

Però ci sono dei caveat.

Semplificando molto, strategie come l'acquisto di view fittizie funzionano in due casi:

1) Sei già forte di tuo. Non basta aver pubblicato un paio di video su youtube e suonare nei pub. Devi già essere "un nome" nella tua nicchia (che può essere la tua città, un preciso target di ascoltatori ecc). In quel caso ha senso fare un investimento nelle suddette tecniche. Possono darti un boost che può portarti a un salto quantico. 

Prendete Montemagno. Lui non esce dal nulla. Non ha iniziato da zero con le sue video pillole su youtube. Quella è la stronzata che lui vende ai suoi gonzi (stile Fra Cipolla, come dice @ago). In realtà ha lavorato per anni in Sky e in TV. Aveva già ganci e contatti. Era già un nome. Poi, al momento giusto, ha investito in Facebook ads (in un momento in cui nessuno se lo cagava, se non altro gli va dato atto di aver avuto fiuto) e questo gli ha dato il boost. Lo fa tutt'ora eh. 

Ma devi già essere forte. Diversamente non otterrai nulla, se non delle richieste di amicizia dall'Azerbaijan e view dalla Papua Nuova Guinea. 

2) Se non sei già forte di tuo, puoi diventarlo con i sistemi di ad, ma devi mettere tanti, ma tanti, ma tanti soldi.

Allora dal nulla puoi comparire ovunque. Ma si parla di cifre a 5 zeri, ragazzi.

Il team di Salvini, solo per mantenere la sua presenza social, costava qualcosa come mezzo milione di euro l'anno (pagati da noi, peraltro...).

Sono cifre alla portata solo di grosse realtà. Aziende, major, partiti ecc. 

 

Pertanto non mi stupisce che @Chrisnon abbia ottenuto risultati dall'acquisto di ascolti. 

 

Infine, senza addentrarmi in "generazione Z vs boomers", nel 2020 i social sono un pilastro a cui ruota il mondo.

Lo dico con tristezza e rammarico, ma è così. 

 

Io sono d'accordo con @ago quando prende atto che i social sono qualcosa che non ha una consistenza tangibile e condivido la malinconia con cui li guarda.

Trovo pure molto azzeccato il paragone con Fra Cipolla e mi viene l'orticaria quando in birreria vedo un tavolo di ragazzi in silenzio tutti ingobbiti su uno schermo da 5 pollici. 

Non mi piace, mi fa schifo. Tuttavia questo è il mondo in cui viviamo oggi. 

 

I social hanno un potere sulle nostre vite, eccome.

Uscendo dalla musica, Salvini e i 5 Stelle sono andati al governo a suon di fake news sui social. Senza i social e l'online non sarebbe mai successo. 

 

Aldilà delle tecniche di cui abbiamo parlato, se non sei un dipendente (pubblico o d'azienda) e non sei uno di quei professionisti che girano tramite il passaparola (ci sono ancora molti mestieri che funzionano così), non puoi non investire nella tua personalità online. 

Un sito ben fatto, profili social curati e aggiornati ecc. 

Puoi permetterti di non farlo solo se sei davvero il numero uno nel tuo campo. 

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13 ore fa, Lurch dice:

pinkflesh sei stragiovine e à la page come pochi altri. per esserlo ancora di più potresti addirittura mollare il tributo ai pink floyd.

 

Il tributo ai Pink Floyd non l'ho manco iniziato se è per questo 🤣

Per essere realmente "giovine" potrei fare un tributo a Billie Eilish...di sicuro è più facile trovare posti dove suonare.

 

9 ore fa, Event Horizon dice:

Sono un ex "addetto ai lavori". Ho lavorato per anni nel marketing e, ahimè, pure coi social media. Poi sono scappato da quel mondo per preservare la mia sanità mentale, ma vabbé...

Ad ogni modo, acquisto di ascolti e view, FB ads, profilazione utenti, advertorial ecc. sono tutte tecniche che funzionano. L'ho visto coi miei occhi.

Non parlo solo della musica, intendo tutto. Dal suonare al vendere aspirapolveri a diventare ministro della Repubblica.

 

Infatti era questo che stavo cercando in qualche modo di spiegare. Il virtuale è molto più reale e tangibile di quanto si pensi.

Non parliamo di un videogame, di un mondo artificiale confinato nel tuo hard disk, che nel momento in cui premi Arresta il Sistema, cessa di esistere. Dall'altro lato ci sono persone reali, con bisogno reali e conti in banca reali. E se il tuo obiettivo è sintonizzarti con loro, non puoi ignorare questo canale di comunicazione. Per questo mi fa specie, nel 2020, sentire ragionamenti del genere

 

Il 17/2/2020 at 21:49, ago dice:

Il problema insormontabile, per me, è che credo all'inesistenza del virtuale. Essendo nato in pieno '900 non riesco proprio a dare uno statuto ontologico nè a Spotify, nè ad Instagram, nè a Facebook. Non esistono. E voi invece ne parlate come se effettivamente avessero un potere sulle vostre vite, come se avessero una massa e in qualche modo modificassero il piano gravitazionale su cui vi trovate ad insistere. Invece non è così. Sono solo una proiezione narcisistica. Impalpabili. In fondo non contano un cazzo.

 

perchè quando la gente ti viene a seguire dal vivo, compra il tuo CD o il biglietto di ingresso al tuo spettacolo, quelli sono soldi e visibilità reale che stai acquisendo. Il potere sulle vite tue ed altrui, ce l'hanno e come. Hai citato Salvini, io potrei citare la vicenda Clinton-Trump alle ultime elezioni.

https://www.diggitmagazine.com/articles/Trump-Twitter-Based-Presidency

 

Hai parlato di sponsorizzate...certo, si possono pure pagare le pubblicità e le sponsorizzate, ma prima di arrivare a quei livelli, quando sei ancora in una fase di startup per così dire, un sito web e una tua pagina facebook/instagram non costano nulla, se non quelle poche decine di € all'anno per mantenere il sito e qualche minuto al giorno per caricare foto e video.

 

Che poi lo si usa in modo errato, che troppo spesso si vede gente in comitiva a più impegnata a messaggiare che non a parlare, che a volte viene usato in modo deprecabile (i filmati di bullismo a scuola, la sextortion), siamo d'accordo e non ci piove. Sono io il primo a dire che la gente oggi si è bruciata il cervello con questa overdose di tecnologia.

 

Poi ripeto, liberissimi di usarli o meno. Se fai onanismo da cameretta a caccia dell'overdrive definitivo, se fai 2-3 live all'anno quando capita, se non hai ambizioni di notorietà, se la musica è solo una distrazione dopo il lavoro, al diavolo spotify, instagram, facebook. Stai dove stai e amen. Chissenefrega dei canali social.

Io parlo di altre realtà, altri musicisti con altra mentalità e altri obiettivi.

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13 ore fa, PinkFlesh dice:

Infatti era questo che stavo cercando in qualche modo di spiegare. Il virtuale è molto più reale e tangibile di quanto si pensi.

Non parliamo di un videogame, di un mondo artificiale confinato nel tuo hard disk, che nel momento in cui premi Arresta il Sistema, cessa di esistere. Dall'altro lato ci sono persone reali, con bisogno reali e conti in banca reali. E se il tuo obiettivo è sintonizzarti con loro, non puoi ignorare questo canale di comunicazione. Per questo mi fa specie, nel 2020, sentire ragionamenti del genere

 

Ma in realtà se non sei costretto a confrontarti con la realtà dei social per lavoro, io capisco che sia una cosa difficilmente comprensibile.

Dico "costretto" perchè per me, nato prima del 1990, è un mondo odioso e penso di condividere le stesse motivazioni di Ago.

Probabilmente un millenial che ci è nato dentro le vede come una cosa naturale.

 

Infatti sottolineo che è un mondo che a me personalmente fa schifo. Non sto dando giudizi generali.

Se andassi chiedere a un millenial cosa pensa degli anni 90 (quando se dovevi fare una telefonata dovevi usare un telefono pubblico, non esistevano ristoranti veg, non esistevano voli low cost, al bar non potevi ordinare un frappuccino ecc ecc), mi direbbe che era un mondo di merda ed è felice di vivere nella sua epoca. Chi ha ragione? Non lo so. Perchè noi abbiamo i nostri (legittimi) argomenti, ma poi arriva il figlio ventenne della mia vicina e mi dice che, se fosse nato negli anni 80, per studiare quello che voleva lui sarebbe dovuto andare in USA e i suoi avrebbero dovuto fare un mutuo, oggi lo fa a Milano in una Università pubblica e paga la retta in base al reddito.

 

Tornando alla musica, è uno di quei mestieri che non può prescindere dall'online.

Ci sono molti modi di essere musicista, tutti rispettabili. Suoni solo per divertirti in cameretta o per (non) limonare in spiaggia? Giusto, fai bene. Suoni cover di Vasco per 50 euro e una pizza? Se ciò contribuisce alla tua felicità, perchè no?

Se però vuoi campare di musica (peggio ancora se della tua musica) non puoi permetterti di ignorare l'online. Questo si applica anche se sei un onesto musicista-dopolavorista che, però, vuole salire di livello rispetto alle birrerie e fare qualche palco più grosso e girare un po' di più.

Poi non vuol dire che devi spendere 10k in ads, ma è un mondo dietro a cui devi stare al passo.

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17 ore fa, PinkFlesh dice:

Hai due figlie, come immaginavo.

Quelli che demonizzano spotify, instagram, facebook, sono persone tendenzialmente cresciute in altra epoca, e con altri obiettivi musicali. Se hai un'età compresa tra 40 e 50 anni, moglie scassacazzo, figli che piangono, mutuo da pagare, la suocera che ti viene a trovare domenica, già vedrai tendenzialmente male la tecnologia. Perchè non sei cresciuto con internet e lo smartphone. Se poi per te "musica" è masturbarti in camera da letto con 30K € di strumentazione, una tantum farti la suonata domenicale in garage con gli amici e qualche live un paio di volte all'anno quando capita, di crescere online non te ne fregherà nulla. Perchè a quella età i giochi ormai sono fatti, non è più tempo di improbabili rivoluzioni.

 

chi sei il Divino Otelma?! 🤣 no dai così sarebbe proprio triste ma non ci sei andato lontanissimo, la moglie però è un angelo mi ha persino regalato una R8 e per i 45 ho espresso il desiderio di una D28 (se vinco una scommessa) la suocera vabbè ognuno ha la propria 😀. Con la tecnologia convivo bene dal C64 in poi, ho sempre considerato però il dover essere io a dominare piuttosto che il contrario, forse da qui deriva la mia idiosincrasia verso i social, dtrumenti nati con magari uno scopo nobile ma utilizzati essenzialmente  da orde di onanisti che si fanno gli affari degli altri e dall'altra parte greggi di ipocriti che postano scampoli di felicità.

 

Poi oh condivido le motivazioni della necessità di sfruttamento degli strumenti nei vari campi professionali, lì la cosa dovrebbe comunque fermarsi, un mero strumento di lavoro. Tanto fa anche l'educazione e questa dovrebbe essere immune dall'evoluzione degli stili di vita. Non si leggeva a tavola prima, non si guarda il telefono adesso, stai parlando con una persona e ti squilla il telefono? non rispondi silenzi e richiami, potrei andare avanti ma il concetto non cambia.

 

Forse siamo andati anche OT, di cosa si parlava? Ah di Spotify, ma vi rendete conto una volta il disco d'oro era dato a chi raggiungeva 1.000.000 di copie vendute.... ora vale 25.000 cose chiamate "soglie di vendita", tra cui download e streaming... cioè il nulla, un giro immenso di piattaforme soldi persone per cosa 25.000 dischi neanche venduti... è qui che il sistema non può stare in piedi a lungo si basa sul nulla.

 

Non so come mai ma non riesco a essere così critico verso PornHub.

 

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Comunque va bene tutto ma se fai musica che fa cagare fai cagare e basta.

E far cagare non intendo che sei tecnicamente impeccabile o che scrivi in modo perfetto. Fai cagare anche se e soprattutto non hai contenuti.

La mancanza di queste due cose è il perfetto specchio della musica di massa dei nostri tempi: vuota, scorretta per cercare il sensazionalismo a tutti i costi, senza ricerca, senza cultura.

E non è una cosa generazionale: ci sono ancora ventenni che ne 2020 spaccano il culo con una chitarra o un notebook in mano. Ci sono e ve lo assicuro: in fondo alle playlist di Spotify o in qualche Bandcamp da trovare.

Come in tutte le cose se vuoi la roba buona devi fare, disfare e ricercare. Guarda noi qui dentro con la ricerca del pedale Od perfetto (per dirne una).

Il resto sono solo grandi cazzate che nuotano nel vuoto.

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2 ore fa, Lefty dice:

chi sei il Divino Otelma?! 🤣 no dai così sarebbe proprio triste ma non ci sei andato lontanissimo, la moglie però è un angelo mi ha persino regalato una R8 e per i 45 ho espresso il desiderio di una D28 (se vinco una scommessa) la suocera vabbè ognuno ha la propria 😀. Con la tecnologia convivo bene dal C64 in poi, ho sempre considerato però il dover essere io a dominare piuttosto che il contrario, forse da qui deriva la mia idiosincrasia verso i social, dtrumenti nati con magari uno scopo nobile ma utilizzati essenzialmente  da orde di onanisti che si fanno gli affari degli altri e dall'altra parte greggi di ipocriti che postano scampoli di felicità.

 

Poi oh condivido le motivazioni della necessità di sfruttamento degli strumenti nei vari campi professionali, lì la cosa dovrebbe comunque fermarsi, un mero strumento di lavoro. Tanto fa anche l'educazione e questa dovrebbe essere immune dall'evoluzione degli stili di vita. Non si leggeva a tavola prima, non si guarda il telefono adesso, stai parlando con una persona e ti squilla il telefono? non rispondi silenzi e richiami, potrei andare avanti ma il concetto non cambia.

 

Forse siamo andati anche OT, di cosa si parlava? Ah di Spotify, ma vi rendete conto una volta il disco d'oro era dato a chi raggiungeva 1.000.000 di copie vendute.... ora vale 25.000 cose chiamate "soglie di vendita", tra cui download e streaming... cioè il nulla, un giro immenso di piattaforme soldi persone per cosa 25.000 dischi neanche venduti... è qui che il sistema non può stare in piedi a lungo si basa sul nulla.

 

Non so come mai ma non riesco a essere così critico verso PornHub.

 

 

Non sono il divino Otelma, ma ho notato più e più volte che fighe, banconote da 500€ e rotture di cazzo vanno e vengono in modo misteriosamente sincronizzato. Pensa che pure a Cambridge iniziano a notare una strana correlazione...

 

 

Hai ragione, siamo andati OT.

Il discorso Spotify/ascolti fasulli su Spotify, non lo vedo così tragico come dipinto nel video. E' un mezzo di promozione utile per chi vuol farsi conoscere senza andare quotidianamente a elemosinare le date a gente fossilizzata ai tempi di Mina e Celentano.

Ti compri 2-3 mesi di ascolti, ti mettono in playlist, se il brano funziona decolli, se non funziona sbatti il muso sopra l'asfalto e ritorni a mangiare merda. Pace. Non è successo nulla di drammatico. Magari col prossimo brano/album ti va meglio.

Non è nemmeno questione di merito o demerito, truffa o non truffa, perchè molti artisti meritevoli rimangono nell'ombra causa scarsa visibilità dovuta alle dinamiche di comunicazione di massa. Io ho conosciuto gruppi molto validi grazie ad ascolti casuali in radio. Sei in auto ad aspettare la ragazza che è andata a comprare lo smalto da Kiko, fai zapping tra le varie stazioni, becchi una canzone, la ascolti, ti piace e ti si apre un mondo. Due dei miei gruppi preferiti li ho conosciuti così. Se il mondo non sa che esisti, nessuno verrà a bussare alla tua porta per sentire la tua musica.

Ascolti Spotify, sponsorizzate Instagram, ads su Facebook, sono tutti modi nuovi di  farsi pubblicità. Una volta andavi nella TV locale e ti compravi uno spot di 30 secondi che passava in 3 diverse fasce orarie. Oggi da PC ti compri un po' di visibilità online. Stesso fine, mezzi diversi.

Puoi barare pesantemente, come barano certi tacchini su Instagram che hanno 5K follower di cui 4900 dall'Africa e dal Sudamerica, ma tanto i nodi prima o poi vengono al pettine.

 

Se tu hai molti ascolti su Spotify devi stare molto attento, perchè gli organizzatori di eventi guardano anche quello.

Se sei un organizzatore di eventi e hai davanti 2 band, una che ha 100.000 ascolti e una che ne ha 2.000, qual'è che inviteresti al tuo festival? E se poi quella band lì arriva e ci sono davanti 10 persone? E nessuno è venuto a sentirla perchè quegli ascolti erano comprati, che figura fa la band? ....E'successo, sta continuando a succedere, artisti che hanno un sacco di ascolti e vanno a suonare in giro, e fanno i flop. E dopo la gente si chiede "Perchè?" (citaz.)

 

Fermo restando, come dice giustamente @evol che se la tua musica fa cagare, fa cagare e basta, e non c'è spotify o sponsorizzata che tengano. Sono solo dei boost che moltiplicano il valore della tua musica facendoti crescere più velocemente.

Ma se la tua musica vale 0, 0x1.3 fa sempre 0.

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1 ora fa, PinkFlesh dice:

 

Non sono il divino Otelma, ma ho notato più e più volte che fighe, banconote da 500€ e rotture di cazzo vanno e vengono in modo misteriosamente sincronizzato. Pensa che pure a Cambridge iniziano a notare una strana correlazione...

 

 

Hai ragione, siamo andati OT.

Il discorso Spotify/ascolti fasulli su Spotify, non lo vedo così tragico come dipinto nel video. E' un mezzo di promozione utile per chi vuol farsi conoscere senza andare quotidianamente a elemosinare le date a gente fossilizzata ai tempi di Mina e Celentano.

Ti compri 2-3 mesi di ascolti, ti mettono in playlist, se il brano funziona decolli, se non funziona sbatti il muso sopra l'asfalto e ritorni a mangiare merda. Pace. Non è successo nulla di drammatico. Magari col prossimo brano/album ti va meglio.

Non è nemmeno questione di merito o demerito, truffa o non truffa, perchè molti artisti meritevoli rimangono nell'ombra causa scarsa visibilità dovuta alle dinamiche di comunicazione di massa. Io ho conosciuto gruppi molto validi grazie ad ascolti casuali in radio. Sei in auto ad aspettare la ragazza che è andata a comprare lo smalto da Kiko, fai zapping tra le varie stazioni, becchi una canzone, la ascolti, ti piace e ti si apre un mondo. Due dei miei gruppi preferiti li ho conosciuti così. Se il mondo non sa che esisti, nessuno verrà a bussare alla tua porta per sentire la tua musica.

Ascolti Spotify, sponsorizzate Instagram, ads su Facebook, sono tutti modi nuovi di  farsi pubblicità. Una volta andavi nella TV locale e ti compravi uno spot di 30 secondi che passava in 3 diverse fasce orarie. Oggi da PC ti compri un po' di visibilità online. Stesso fine, mezzi diversi.

Puoi barare pesantemente, come barano certi tacchini su Instagram che hanno 5K follower di cui 4900 dall'Africa e dal Sudamerica, ma tanto i nodi prima o poi vengono al pettine.

 

Se tu hai molti ascolti su Spotify devi stare molto attento, perchè gli organizzatori di eventi guardano anche quello.

Se sei un organizzatore di eventi e hai davanti 2 band, una che ha 100.000 ascolti e una che ne ha 2.000, qual'è che inviteresti al tuo festival? E se poi quella band lì arriva e ci sono davanti 10 persone? E nessuno è venuto a sentirla perchè quegli ascolti erano comprati, che figura fa la band? ....E'successo, sta continuando a succedere, artisti che hanno un sacco di ascolti e vanno a suonare in giro, e fanno i flop. E dopo la gente si chiede "Perchè?" (citaz.)

 

Fermo restando, come dice giustamente @evol che se la tua musica fa cagare, fa cagare e basta, e non c'è spotify o sponsorizzata che tengano. Sono solo dei boost che moltiplicano il valore della tua musica facendoti crescere più velocemente.

Ma se la tua musica vale 0, 0x1.3 fa sempre 0.

Discorso molto interessante e sensato, mi hai insegnato molte cose. Ah te ne dico una parlavo prima con uno della band ed è venuto fuori Spotify e mi fa "beh è due anni che il nostro disco è su Spotify" 🤔🤣 manco lo sapevo ed è vero https://open.spotify.com/album/29KRtA5o7TwUhxJhrmsxHD

 

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