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Auro

Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)

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Provo a mettere in ordine sparso delle conclusioni a cui sono giunto - e non da ora - sul mio rapporto con lo strumento. Probabilmente la quarantena, anzi, per me la quarantina a fronte dei kg ripresi, favorisce questa sorta di processo catartico volto a riconoscere come reali e ineluttabili dei pensieri latenti, a volte già sfiorati da una considerazione di natura sia cerebrale che emotiva, ma mai affrontati con la consapevolezza di diventarne davvero consapevoli (apparentemente sembra un gioco di parole, ma non lo è). Può capitare che nella vita un frangente anche insignificante o un episodio episodico (come sopra) fungano da catalizzatori e facciano emergere prepotentemente la realtà ("all'apparir del vero" scrisse un poeta).

Sono un chitarraio.

Ieri stavo strimpellando come se non ci fosse un domani (che sarebbe stato oggi, per la cronaca), quando in prima battuta ho pensato "ammazza che chitarra di merda". In diverse parti della tastiera frustate e ronzii come di vespe incazzate, corde durissime, cigolii, bending che a volume spento più che riprodurre note sembravano imitare il rollio e i rumori tipici di un galeone spagnolo. E qui la prima folgorazione sulla via di Damasco: la chitarra non è di merda, sono le mie mani a essere forgiate di tale sostanza, dalla quale, in questo caso non nascono nemmeno i fiori.

Lo sapevo già, ma ne ho preso atto: non sono assolutamente capace di settare lo strumento. Solo la prospettiva del cambio delle corde, che eseguo anche a intervalli di anni (l'ultima volta è andata bene, solo dieci mesi), turba la serenità dei miei sonni. Tornando, tuttavia, allo strumento, devo altresì ammettere che non sia così speciale, se non fosse che è l'unico. Nell'arco della mia poco onorabile carriera di impostore della seicorde non ho avuto tante elettriche e mai più di due allo stesso tempo; tuttavia, tra le mie mani indegne mi sono capitati anche degli strumenti di buona fattura che, in un turbinio di scelte improvvide, ho via via abbandonato per poi ritrovarmi con l'attuale manico di scopa, rimettendoci anche, tra l'altro.

E qui la seconda folgorazione: la mia gestione tecno-economica del gear (ah, il gear!) è stata quanto meno scellerata. A parte il discorso su chitarre e ampli, intorno ai quali, tutto sommato, non ho girato troppo, mi sono perso nel labirintico e compulsivo mondo delle scatolette, cambiandole più spesso che le mutande, e anche in questo caso, in un delirio di corsi e ricorsi, di miseria e nobiltà, perdendo soldi che avrei investito o sperperato meglio in altre cose. Gas, hype, mode, promesse di terre promesse, che suono, ah il distorsore liquido, il delay organico, maronna che pasta questo riverbero,  senti che dinamica (ma che minchia è, alla fine?!), chi più ne ha più ne metta: il tutto per ritrovarmi a costruire parvenze di suoni che voglio credere di alta qualità e di bellezza eterea, ma che, anche qui all'apparir del vero, si rivelano per ciò che sono davvero, cioè simulacri di qualcosa di non raggiungibile senza mani, chitarra e ampli adeguato. Suoni di merda, in sintesi.

Non solo. Mi sono anche reso conto che, anche nel momento in cui l'allora gruppo girava bene e lasciava presagire sviluppi interessanti, non compravo pedali per suonare, ma suonavo per comprarli, convicendomi anche di migliorare nell'esecuzione.

E qui siamo alla terza e più importante folgorazione: non so suonare.

Non so suonare. Da ragazzino ho preso qualche lezione di chitarra folk (allora si diceva così) da un tizio poi, ahimè, andato in esaurimento nervoso, per ritrovarmi ad accompagnare le celebrazioni di monsignore (perdonami, Ale, se ho mutuato una tua creazione); poi, ho comprato la prima chitarra elettrica ed è cominciata la farsa. Mai fatto un esercizio, mai provato una scala, mai il metronomo, mai curato l'impostazione del plettro, mai badato alla costruzione di accordi, mai sforzato di educarmi al timing, niente di niente. Forse per pietà, più probabilmente per incompetenza, la gente mi diceva che sarei diventato molto bravo. E io ho continuato imperterrito nella mia attitudine di fancazzista, ascoltando magari i grandi dello strumento (e nemmeno tanto, perché molti chitarristi famosi non li conoscevo o non li cagavo) e cercando di imitarli alla carlona, senza applicazione né dedizione. Ad un certo punto, per giustificare la mia imperizia con lo strumento, ho abbracciato il credo fasullo che si basa sul dogma altrettanto fasullo che sono meglio poche note suonate con trasporto che tante eseguite senza anima. Dentro di me, invece, rosicavo perché non ero in grado di suonare riff o lick veloci e soprattutto precisi. Ecco, la precisione: probabilmente non sono mai stato in grado di suonare esattamente la stessa cosa per due volte. A volte, anzi, quasi sempre, non so né come né perché riesca a suonare certi passaggi. Non parliamo, poi, della mia (in)capacità ritmica!

Sono uno di quelli che si è buttato nelle produzioni originali, perché, a fronte della sua scarsa padronanza dello strumento, non sarebbe stato in grado di cimentarsi con le cover. Sì, mi è capitato spesso di suonarle, ma raramente sono riuscito ad avvicinarmici realmente o, addirittura, ho cambiato arrangiamento a mio uso e consumo. Mi riconosco un po' di orecchio e una buona capacità di analisi delle altrui performances (aver lavorato per molti anni con un service professionale mi ha aiutato o viceversa), ma le mie competenze si esauriscono qui. 

Il paradosso è che ho suonato spesso in giro, anche di fronte a un pubblico importante, e ho registrato album ed EP: la grande truffa del rock 'n roll...

Nel tempo sicuramente ho imparato a fare nuove cose, ma parallelamente ho perso la capacità di farne altre, proprio per il mio deficit di preparazione tecnica e teorica e, why not, perché di fatto per me la chitarra non è fonte di vita come per molti e spesso giace a prendere polvere nel buio prima che mi decida a prenderla in mano: l'indolenza applicata alla musica.

Da anni scrivo e a volte pontifico nei forum, ma chi sono io di fronte a gente che davvero sa suonare, che ha studiato, che sa come trattare uno strumento? Se ci fate caso, ho sempre scritto quasi esclusivamente nella sezione dei pedali, perché altrimenti avrei poco o nulla da dire o da dare (tralascio le mie fasi complottiste, le prese di posizione e le insensate diatribe per le quali ancora provo vergogna e di cui mi devo scusare con diversi tra voi). In verità, anche se apprezzo gli strumenti di pregio e mi piace ascoltare i bei suoni su circa il 99% delle questioni che vengono trattare qui dentro non ci capisco una mazza!

Anche se potrei andare avanti, mi fermo qui. 

Vi chiederete quale possa essere il motore primo alla base di quanto ho appena scritto: desiderio di essere compatito o di sentirsi dire che non è vero? No, piuttosto vorrei candidarmi autorevolmente al 3d demmerda nell'anno del Signore 2020, andando ad arricchire il mio palmares...

In realtà avevo bisogno di una sorta di sfogo e di togliermi anche una curiosità: citando un verso di Waters, "does anybody else in here feel the way I do?"

 

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Probabilmente ci si rispecchia in tanti in quanto hai scritto, parzialmente anche io. Personalmente non posso parlare di mala gestione economica della mia carriera di rumorista incallito, perché sin dall'inizio ho sempre anteposto la reale necessità all'acquisto compulsivo, e posso assicurarti che stare dall altra parte della barricata è stata comunque una sofferenza, perché si tratta comunque di una passione, e decidere di non assecondarla ai fini dell'utilità la rende un po' più amara. 

Tuttavia mi posso rispecchiare sul discorso del saper suonare, tecnicamente me la sono sempre cavicchiata per necessità perché da fan dell'heavy metal ho sempre trovato importante consolidare velocità e precisione, ma ho sempre - per mancanza di tempo o forse per pigrizia - mancato di approfondire il senso di ciò che suonavo, l'armonia, la teoria, il costruire la musica, tanto da sentirmi infastidito nel sentire/leggere altri parlare di nozioni come il suonare modale e altre amenità fondamentali per uno che, almeno in teoria, dovrebbe voler sapere come si suona lo strumento che imbraccia; e adesso mi trovo a non avere davvero fisicamente neanche il tempo di preoccuparmi se la chitarra è accordata. 

L'unico pensiero a consolarmi - misero in realtà - é che una passione dovrebbe avere come fine ultimo il rasserenarmi e il farmi evadere, non lo stressarmi o il farmi sentire a disagio per la mia inadeguatezza, e questo in qualsiasi maniera questa passione riesca ad esprimerla, anche solo gongolando per il pickup nuovo appena montato. 

 

Comunque topic con un potenziale enorme se sfruttato bene, sinceramente molto bravo, ho letto volentieri l'incipit. 

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Non saprai suonare ma senza dubbio sai scrivere
Detto questo, come non ritrovarsi almeno parzialmente in quello che hai scritto? Pur avendo un po’ studiato lo strumento sicuramente avrei potuto fare molto di meglio e sarà banale dirlo ma non posso non pensare che se anche solo metà dei soldi spesi nel gear li avessi investiti in lezioni ora sarei sicuramente un chitarrista migliore. E aggiungo: stessa identica storia se avessi impiegato a studiare metà del tempo buttato in ricerche su internet, video su YT, cazzeggi sui forum ecc...

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Dì la verità, hai puntato il 6° Boss DD20 sul mercatino.

 

Auro son passioni, ognuno le vive come può e alle volte anche come vuole.

Non te ne far croce, l'importante è che rimanga fisso in noi e ben presente il vero scopo della vita: morire ammazzati a pompini.

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io ho fatto pace con me stesso. sono uno che non va oltre il rock da pentatonica e ho cercato di puntare quasi tutto sul suono. a livello tecnico cerco sempre di migliorare velocita e precisione ma cerco anche di raggiungere la musicalita' in quel che faccio, tempo permettendo. e me ne fotto se in tanti son piu bravi di me, io accendo l'ampli, i pedali e me la godo alla grande..quando posso. e ogni volta con un sorriso da ebete in faccia penso: c'ho un suonone della madonna.

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8 ore fa, *juanka78* dice:

E aggiungo: stessa identica storia se avessi impiegato a studiare metà del tempo buttato in ricerche su internet, video su YT, cazzeggi sui forum ecc...

 

Io sarei decisamente un chitarrista migliore....AMEN!

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Aspettiamo con ansia anche le confessioni del tuo essere gobbo..tanto, visto che sei una persona dotata di senno, prima o poi arrivano anche quelle! :heart::sorrisone:

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1 ora fa, Ric dice:

Aspettiamo con ansia anche le confessioni del tuo essere gobbo..tanto, visto che sei una persona dotata di senno, prima o poi arrivano anche quelle! :heart::sorrisone:

 

Sono gobbissimo!!! 

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7 ore fa, Uilliman Coscine Terzo dice:

Dì la verità, hai puntato il 6° Boss DD20 sul mercatino.

 

Auro son passioni, ognuno le vive come può e alle volte anche come vuole.

Non te ne far croce, l'importante è che rimanga fisso in noi e ben presente il vero scopo della vita: morire ammazzati a pompini.

Ahahahahah, nonostante abbia  il 200, ti dirò che un pensierino a questo o al DD7 lo farei...

Per il resto, come non quotarti, anche se l'idea del "vorrei ma non posso", applicato in primis alla preparazione tecnica e in seconda battuta alla strumentazione, in certi momenti mi crea frustrazione e mi induce a considerare l'abbandono di tutto... 

Quanto al vero scopo della vita, la strada è ancora lunga!

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sul setup dello strumento, devi sbatterci la testa varie volte, io ho fatto cosi' alla fine..diciamo che devi aver il coraggio di mettere le mani su trussroad, tasti (io su tasti che suonavano male ci ho dato giu' con carta vetrata da 1000) per il resto ci vuole pazienza e dedizione, alla fine quello che conta e' come riusciamo a suonarle ste benedette chitarre.

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auro..pentatonica a pioggia, distorsione a manetta, knockin on heaven's door e non ci pensi piu.

 

o un pezzo che piu ti aggrada se preferisci.

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38 minuti fa, gigixl84 dice:

auro..pentatonica a pioggia, distorsione a manetta, knockin on heaven's door e non ci pensi piu.

 

o un pezzo che piu ti aggrada se preferisci.

 

Quando provo a essere più blues o rock-oriented, mi scontro con l'evidenza che, a parte momenti di illuminazione o episodi privilegiati,  il mio playing (che cialtrone che sono!) è figlio del chitarrismo di Steve Rothery dei Marillion. Ecco perché ancora oggi, nonostante dei passaggi in cui mi sono ribellato a certi cliché, quando suono non prescindo dal delay.

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52 minuti fa, Luca71 dice:

sul setup dello strumento, devi sbatterci la testa varie volte, io ho fatto cosi' alla fine..diciamo che devi aver il coraggio di mettere le mani su trussroad, tasti (io su tasti che suonavano male ci ho dato giu' con carta vetrata da 1000) per il resto ci vuole pazienza e dedizione, alla fine quello che conta e' come riusciamo a suonarle ste benedette chitarre.

 

Luca, If only you knew...

La mia manualità è paragonabile a quella di un organismo privo di pollice opponibile. 😁

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46 minuti fa, Auro dice:

 

Quando provo a essere più blues o rock-oriented, mi scontro con l'evidenza che, a parte momenti di illuminazione o episodi privilegiati,  il mio playing (che cialtrone che sono!) è figlio del chitarrismo di Steve Rothery dei Marillion. Ecco perché ancora oggi, nonostante dei passaggi in cui mi sono ribellato a certi cliché, quando suono non prescindo dal delay.

il delay e' vita.

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11 ore fa, Uilliman Coscine Terzo dice:

Non te ne far croce, l'importante è che rimanga fisso in noi e ben presente il vero scopo della vita: morire ammazzati a pompini.

Eh ma tra morire sfiniti o strozzati, il passo è breve. Ocio! 

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@Auro il tuo post è esattamente ciò che sono stato per anni (e in parte sono ancora). 

La scarsa precisione esecutiva, la conoscenza nulla della tastiera, delle scale e della teoria, il non sapere che cazzo suonassi, il non applicarsi per migliorare, la mala gestio del gear. Sono io praticamente. 

 

E trovavo pure gente con le orecchie foderate di prosciutto che mi faceva i complimenti. Forse perché, tra 1000 difetti, raggiungevo il limite della decenza nel fare giusto le 4 cazzate che portavo dal vivo. 

 

Poi 3 anni fa, dopo un live, ho incontrato un tizio, chitarrista professionista. Questi mi ha fatto i complimenti ma mi ha detto che mi avrebbero giovato delle lezioni. Mi ha anche indicato gli aspetti che secondo lui avrei avuto più bisogno di migliorare. Il ragazzo cercava un modo gentile per dirmi che facevo cagare. 

 

Da lì è cambiato tutto. Non so come ma quella critica mi ha scosso. Ho iniziato per davvero a prendere lezioni. Ho avuto il culo di trovare un docente straordinario che mi ha rivoltato come un calzino.

Da lì lo studio e l'esercizio sono diventati la mia droga. 

Da 3 anni tra le 5.45 e le 8.00 e in pausa pranzo (gli unici momenti liberi che ho) studio. 

Sono dipendente e assuefatto da questa roba. Forse anche patologicamente. 

Ora frequento (compatibilmente con gli impegni di lavoro e la famiglia) pure un corso professionale di musica in una scuola. 

 

Niente, ho sfruttato il tuo sfogo per fare un egocentrico e istrionico punto della situazione. 

 

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Interessante riflessione. Penso che quella da te descritta sia una fase che tutti o quasi abbiamo attraversato. La mia salvezza è stata abbandonare la chimera del Gilmour sound circa 5 anni fa e dedicarmi a suonare quello che più mi piace. Da allora ho 5 pedali, ho il mio suono (per nulla originale sia chiaro) ma che mi piace e non sento il bisogno di altro. Ogni tanto cerco di stuzzicarmi su mercatino, ma niente, sono consapevole del fatto che me la godo alla grande anche così. Cerco, compatibilmente con il tempo disponibile, di imparare sempre qualcosa di nuovo, qualcosa che possa applicare nella pratica dello strumento. Sulla chitarra ci metto le mani (tutte le regolazioni le faccio io, sia benedetto guitarmigi) e questa cosa mi piace un casino. Inoltre io amo la chitarra e il solo saperla dentro la custodia, pronta ad essere imbracciata, mi da pace e serenità. Sicuramente il legame con lo strumento è stato rafforzato dall'aver fatto realizzare ad un liutaio la mia stratocaster: ricordo che andavo massimo ogni 14 gg a vedere l'avanzamento dei lavori e ho un vero e proprio reportage fotografico. Mi sparavo 3h di autostrada fra andata e ritorno ma ne è valsa la pena. Quella chitarra rimarrà per sempre con me. Ho fatto 4-5 anni di lezioni all'inizio, fondamentali anche per fornirmi un certo approccio allo strumento e poi ho continuato da solo. Prima o poi però voglio riprendere, ho voglia di rimettermi in gioco con un maestro, avere nuovi stimoli, ma il tempo è tiranno. Alla fine della fiera però la cosa più importante è che ogni volta che suono godo come un riccio! 

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Anni fa ho provato a settare da solo la chitarra, seguendo i tutorial di Guitarmigi: esito a dir poco disastroso! 

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9 ore fa, Auro dice:

Anni fa ho provato a settare da solo la chitarra, seguendo i tutorial di Guitarmigi: esito a dir poco disastroso! 

Beh riprovaci! A meno che non cominci a girare come un ossesso il truss grossi danni non ne fai.. 

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Bella riflessione, complimenti. Ironica, ben scritta, profonda.

Immagino come tu ti senta, è vera la solfa dell’importante è divertirsi ma a sapere cosa si fa ci si diverte di più, in ogni caso è vero anche che a prendere lezioni siamo sempre in tempo e di tempo, fidati, ne possiamo sicuramente trovare per 1h a settimana dall’insegnante del quartiere. 
Se non hai grossi traguardi anche un anno di lezioni su studio dello strumento, impostazione e rudimenti di teoria ti cambia le cose, poi magari il desiderio di approfondire viene da sé.

 

Io per fortuna quando iniziai, con la classica, trovai un tipo che conoscevo che mi ha impostato allo strumento e mi ha fatto leggere due partiture, poi quando sono passato all’elettrica mi sono cercato subito un maestro ed oggi benedico quei 3 anni di lezioni e maledico le volte che non sono andato perché mi stava fatica.

Comunque alla fine della fiera quando sarò stabilizzato quest’anno credo che andrò a ricercare qualcuno da cui approfondire le mie conoscenze.

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Auro tu lo poni come un cruccio, ma in realtà è la quintessenza dell’essere chitarrai..il bello sta lì!

 

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17 ore fa, Event Horizon dice:

@Auro il tuo post è esattamente ciò che sono stato per anni (e in parte sono ancora). 

La scarsa precisione esecutiva, la conoscenza nulla della tastiera, delle scale e della teoria, il non sapere che cazzo suonassi, il non applicarsi per migliorare, la mala gestio del gear. Sono io praticamente. 

 

E trovavo pure gente con le orecchie foderate di prosciutto che mi faceva i complimenti. Forse perché, tra 1000 difetti, raggiungevo il limite della decenza nel fare giusto le 4 cazzate che portavo dal vivo. 

 

Poi 3 anni fa, dopo un live, ho incontrato un tizio, chitarrista professionista. Questi mi ha fatto i complimenti ma mi ha detto che mi avrebbero giovato delle lezioni. Mi ha anche indicato gli aspetti che secondo lui avrei avuto più bisogno di migliorare. Il ragazzo cercava un modo gentile per dirmi che facevo cagare. 

 

Da lì è cambiato tutto. Non so come ma quella critica mi ha scosso. Ho iniziato per davvero a prendere lezioni. Ho avuto il culo di trovare un docente straordinario che mi ha rivoltato come un calzino.

Da lì lo studio e l'esercizio sono diventati la mia droga. 

Da 3 anni tra le 5.45 e le 8.00 e in pausa pranzo (gli unici momenti liberi che ho) studio. 

Sono dipendente e assuefatto da questa roba. Forse anche patologicamente. 

Ora frequento (compatibilmente con gli impegni di lavoro e la famiglia) pure un corso professionale di musica in una scuola. 

 

Niente, ho sfruttato il tuo sfogo per fare un egocentrico e istrionico punto della situazione. 

 

 

Per ragioni varie non credo che, avvicinandomi ai 50, avrei tempo e voglia di seguire un percorso simile, Comunque, chapeau!

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5 ore fa, aner dice:

Beh riprovaci! A meno che non cominci a girare come un ossesso il truss grossi danni non ne fai.. 

Quando mi riferisco alla mia incapacità manuale, non scherzo, davvero.

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