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5 minuti fa, Zado dice:

 

In realtà nella mia testa son tutte buone per l'Hard Rock e l'Heavy Metal, la Strato è LA chitarra Heavy Metal per definizione secondo me (assieme alla SG e alla Flying V) .

 

Dave Murray, Malmsteen, Blackmore, hai detto niente!

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1 ora fa, Tone Anderson dice:

 

Dave Murray, Malmsteen, Blackmore, hai detto niente!

 

Esatto, e mettiamoci pure Jake E Lee, Eddie Clark, Graham Oliver, il Vivian Campbell dei tempi bbboni, Tipton e Downing. Forse gli act più cazzuti del genere sono stati fatti con una Les Paul (del resto la compattezza di un humbucker e le medie di una LP non possono che fare comodo in un genere di quel tipo), ma la Strato ha il Metal nel sangue, è ariosa ma presente in alto, ha un attacco boia, è tagliente e sferragliante all'occorrenza e ha delle frequenze che non vanno a rompere i coglioni al bassista. E' puro Heavy Metal.

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Mi hanno appena mandato questo... sono in ufficio e non posso ascoltarlo, quindi potrebbe essere anche infarcito di cazzate, ma ve lo linko e poi lo ascolterò quando esco dal lavoro :lol:

 

https://chitarrafacile.com/chitarradabar/la-differenza-tra-chitarre-vintage-e-chitarre-vecchie/

 

 

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23 minuti fa, Zado dice:

 

Esatto, e mettiamoci pure Jake E Lee, Eddie Clark, Graham Oliver, il Vivian Campbell dei tempi bbboni, Tipton e Downing. Forse gli act più cazzuti del genere sono stati fatti con una Les Paul (del resto la compattezza di un humbucker e le medie di una LP non possono che fare comodo in un genere di quel tipo), ma la Strato ha il Metal nel sangue, è ariosa ma presente in alto, ha un attacco boia, è tagliente e sferragliante all'occorrenza e ha delle frequenze che non vanno a rompere i coglioni al bassista. E' puro Heavy Metal.

 

Godo.

E godo nel sentire Dr. Pitch che parla delle pos.2 e 4. Una sola chitarra, cosi tanti suoni diversi!

E il bello è che si puo' usare anche la Les Paul, chitarristicamente la poligamia è legale!!!!

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Sentito finalmente.

Impressioni a caldo. La '62 pre-CBS e la Cunetto sono una spanna sopra le altre. Tra le 2 posizioni bridge, ho apprezzato un filo di più il bridge della Cunetto che sembra quasi suonare da humbucker, ma questione di piccolezze.

La 2017 NAMM mi è parsa più anemica come suono, con meno spessore personalità. Sentita subito dopo la '62, il confronto diventa impari.

La White over Burgundy mi è sembrata più aperta in alto, e lo si avverte già da spenta. Plettrando sulle corde si sente che restitusce più alte frequenze.

Belle anche le rimanenti 2, anche se così a un primo ascolto non riesco a collocarle rispetto alle altre 4.

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Il 25/8/2020 at 10:58, Tone Anderson dice:

Sono certamente discorsi affascinanti, anche a me piacerebbe capirci meglio. Ma, temo che nessuno abbia mai fatto studi scientifici a riguardo, resta un po' tutto sesso degli angeli. Gia' come suona uno strumento è un campo delicato ed entra ampiamente nella sfera del soggettivo, figuriamoci il discorso di quanto influisce l'invecchiamento! Forse mi sono spiegato male comunque, non mi aspetto che il tempo faccia suonare tutto bene, mi aspetto anche io che affini le caratteristiche, ma poco. Mi baso su reissue che comunque qualche decennio sulle spalle le hanno ma non arrivano mai a suonare a livelli delle originali che dovrebbero copiare, la differenza per quanto mi riguarda è assolutamente sempre troppa per essere una ventina o al massimo una trentina di anni di invecchiamento di differenza. E comunque qualche pre cbs e fine 60 a fine 90 la provai, i suoni e le qualita' intrinseche sempre quelli erano. A quanto mi ricordi...

 

Non so quante volte ho sentito queste discussioni sul cosa rende "vintage" uno strumento vintage. I legni che erano già buoni in partenza? La stagionatura che arriva dopo oltre mezzo secolo? La nitro che faceva respirare il legno a differenza dei moderni sarcofaghi in poliuretanica? I pickup dell'epoca?

 

Si, sono un po' i discorsi sul sesso degli angeli, perchè ci vorrebbe una macchina del tempo per spedire Lory indietro fino al 1962 e fargli provare quella pre-CBS slab board appena uscita di fabbrica sui suoi ampli e poi darci un responso audiovisivo col cellulare. Oppure dovrebbe mettersi comodo in poltrona, aspettare di spegnere 100 candeline, e vedere come suona la NAMM 2017 dopo 60 anni di stagionatura. Con la mano tremolante per l'Alzheimer e la dentiera che gli cade al primo riff...

Domande a cui non troveremo mai risposta, anche perchè la chitarra è un sistema complesso, non stiamo parlando della prova a trazione di una tavola di ontano contro una tavola di frassino, ma di come suona un sistema formato da tanti elementi dove i legni e il tempo sono solo due variabili dell'equazione. Non si è parlato ad esempio dei ponti utilizzati, ma siamo sicuri che le leghe metalliche utilizzate da Fender non siano mai cambiate in 70 anni di produzione? Il metallo usato oggi da Fender per sellette e blocco inerziale ha la stessa densità e la stessa composizione chimica del metallo che usava nel 1962? Il peso è identico?

Ho buttato un occhio ai video che avete postato qui sul forum, e ho scoperto che tra il ponte stock di una moderna Les Paul e un ponte ABR-1 ci corre un mondo di differenza.

E il capotasto? Sicuramente nel 1962 non c'era il TusQ che è roba moderna, ma applicando lo stesso spirito indigatore a caccia di virgole e cavilli, chi ci dice che montando un moderno capotasto in osso sulla '62, il suono non ne esca così stravolto da non riconoscerla più?

Legni e stagionatura certo, hanno il loro peso, ma quanto grande? 50%? 70? 95%?

 

Il fatto di avere chitarre vintage che vanno da "cancello" fino a "ho visto la Madonna scesa in terra" conferma la complessità della questione, perchè se bastasse un legno ben stagionato, tutte le Strato anni '50 e '60 suonerebbero da paura, invece sappiamo che non è così e che pure tra quelle produzioni si trovano dei discreti manici di scopa.

Tra l'altro all'epoca i controlli di qualità erano molto meno stringenti di ora, anche perchè se negli anni '60 ti si rompeva la paletta o aveva una chitarra con i tasti poggiati in posizioni fantasiose, non potevi mica fare la class action contro Fender o postare la foto su Facebook per sputtanarla. Te la tenevi così e amen. E questa maggiore variabilità non riguardava solo le chitarre, ma anche i pedali e gli ampli. Si lavorava in modo più artigianale e meno "standardizzato". Non c'erano i macchinari CNC che tagliavano il legno al micron e i multimetri digitali che misuravano resistenze dell'ordine del 0,01ohm. Si andava a occhio, a sensazione, e c'era un maggiore peso della componente "umana".

 

Insomma tutta questa questione è un bel casino a cui non è facile rispondere. Un modo per passare mezz'ora in compagnia discutendo di quel che ci piace, ma la realtà non cambia.

E la realtà è che chi vuole qualcosa di meglio delle attuali Am. Standard si rivolge al Custom Shop oppure a Don Grosh, Anderson, Suhr, Xotic, ecc...

Chi invece ama visceralmente il vintage, si vende un organo, compra una '57 o una '62 originale e se la gode fino all'ultima nota, continuando a chiedersi per anni se quel suono da paura è tutto merito del legno, della stagionatura, del filo usato per il pickup, della nitro, o di una fortunata combinazione di più elementi non totalmente controllabili (io propendo per questa tesi), e continuando a non trovare risposta :frantics:

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14 minuti fa, PinkFlesh dice:

Il fatto di avere chitarre vintage che vanno da "cancello" fino a "ho visto la Madonna scesa in terra" conferma la complessità della questione, perchè se bastasse un legno ben stagionato, tutte le Strato anni '50 e '60 suonerebbero da paura, invece sappiamo che non è così e che pure tra quelle produzioni si trovano dei discreti manici di scopa.

Concordo, tra l'altro ho provato una 1965 tre settimane fa e non mi ha detto assolutamente niente, ho sentito strato road worn suonare meglio. Secondo me il tempo aiuta ad "amalgamare" di più il suono ma se una chitarra faceva cagare 50 anni fa non penso diventi un chitarrone, anzi. Altrimenti tuttle le vintage suonerebbero da paura. Di sicuro una chitarra nata bene dopo 50 anni di suonate fa il culo ad una nuova

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3 ore fa, Tone Anderson dice:

 

Louis, io ne ho avuta per diverso tempo una del 74, riverniciata.

In generale le 3 viti da fine 71 al 74 hanno un carattere che da il meglio in crunch perchè tendono a suonare con piu' medioalte ma un po' meno ciccia di quelle prima. Piu' si va avanti in questi 3 anni, piu' questo diventa vero. Nel 74 in particolare sono tendenzialmente molto leggere, e il manico è abbastanza sottile e molto stretto, cosa che non a tutti piace...(a molti no).

Però, se hai una reissue 62/57 di fine anni 80, come carattere a una 62/57 si avvicinera' di piu' la tua rispetto a una 74, che non sono strato con un suono "classico"..ma a livello "oggettivo" la 74 di media è statisticamente probabile che suoni un po' meglio..avra' piu' proiezione sonora, un attacco piu' nitido, ecc..non so se mi spiego bene.

 

La tastiera è solo questione di gusti, a me piaceva particolarmente l'acero perchè enfatizzava ulteriormente il carattere rocchettaro di base, su altre preferisco pure io il palissandro! Inoltre le puoi trovare con il body in frassino (solo colore natural originale) o in ontano  (sunburst + custom color soliti). In frassino, è piu' percussiva e definita, ma con un suono un po' meno caldo dell'ontano. Per avere un riferimento, California Jam Deep Purple 1974,  Blackmore suonava una di queste dal vivo, con body in frassino.

Buona caccia, e l'idea dell'anno di nascita è geniale..

 

 

Gia', e poi sentiremo pure le vocine..😂

Proprio per questo son cose da NON fare assolutamente.🤣

Ma Lory fa una prova cosi ben fatta, è veramente interessante ed è un grosso sforzo, quindi mi sembra un delitto non scrivere neanche un po' delle mie cazzate.

 

Mi sa che a questo punto mi tengo la mia ‘62 dell’89 e non gli monto neanche i Fralin, la tengo così com’è.

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10 minuti fa, Louisguitar dice:

Mi sa che a questo punto mi tengo la mia ‘62 dell’89 e non gli monto neanche i Fralin, la tengo così com’è.

 

Personalmente farei uguale, non è affatto detto che con dei Fralin il suono migliori.

 

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25 minutes ago, Louisguitar said:

Mi sa che a questo punto mi tengo la mia ‘62 dell’89 e non gli monto neanche i Fralin, la tengo così com’è.

Le vintage reissue di quel periodo sono ottime chitarre, molto simili alle fullerton di poco precedenti. In quegli anni era il top della produzione commerciale. I pickups che montano dovrebbero essere i 57/62 di allora e me li ricordo più simili al suono "storico" dei fralin che citi. 

 

 

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Cazzo ma qui ste mitiche 60s le avete provate tutti? Io la roba più vicina che son riuscito a fare è stato sostare nel medesimo luogo con ste due qua, a Vienna, e avevo dietro un commesso che mi seguiva neanche fosse in pastore tedesco dietro a uno con la bamba. 

gasometer.jpg

 

Non ricordo bene che cosa fossero, so che ho dovuto fare la foto de scondón perché mentre ero nella stanzetta si avvertiva puzza di indignazione solo stando a fissarle. Costavano più di 25k a testa e me parevano appunto 196X. Non so se fosse un prezzo di favore perché gli stavo simpatico, ma non avevo spiccioli dietro e ho dovuto declinare. 

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52 minuti fa, PinkFlesh dice:

Non si è parlato ad esempio dei ponti utilizzati, ma siamo sicuri che le leghe metalliche utilizzate da Fender non siano mai cambiate in 70 anni di produzione? Il metallo usato oggi da Fender per sellette e blocco inerziale ha la stessa densità e la stessa composizione chimica del metallo che usava nel 1962? Il peso è identico?

 

Parlando di metallo, cambia tutto gia' subito dal 54 in poi, e pure in pochi anni. Un cambio particolarmente potente è per le sellette a inizio anni 70, sono diventate stampate pressofuse, prima erano piegate a macchina dal pieno. Ma il metallo era ancora comunque mediamente un po' meglio di quello di oggi, IMO. Nei 50 e 60 probabilmente era decisamente meglio. Perchè, se qualcuno di sti ponti li smonti e li sbatacchi sul tavolo si sente che suonano tutti diversi. Il ponte conta tantisssssssimo perchè ha tanta massa ed è dove appoggi le corde, metterne uno vecchio non è affatto un idea stupida, se non fosse che i prezzi ormai sono abbastanza allucinanti.

Questo è un ulteriore fattore che mi fa propendere che (almeno sulle elettriche eh.. non sulle acustiche)la stagionatura a chitarra finita, ok.....ma x dire la prova dei ponti ad esempio, non è che serva essere Uto Ughi per sentirlo. Torniamo  al rasoio di Occam: non potrebbe essere invece l'invecchiamento un argomento in voga presso alcuni liutai moderni che non sanno spiegarsi perchè le vecchie suonino cosi o cosa (o magari nemmeno le hanno provate), oppure, lo sanno bene, ma sono quindi consci di non poter piu' ricreare certe cose, e devono dare qualche risposta di comodo per non darlo clamorosamente a vedere? Se poi la teoria diventa inverificabile come in questo caso, festa grande e tarallucci e vino x tutti 😄. Alecb, per fare un nome,è invece uno che ha studiato tanto i vecchi ponti stratocaster.

 

52 minuti fa, PinkFlesh dice:

Il fatto di avere chitarre vintage che vanno da "cancello" fino a "ho visto la Madonna scesa in terra" conferma la complessità della questione, perchè se bastasse un legno ben stagionato, tutte le Strato anni '50 e '60 suonerebbero da paura, invece sappiamo che non è così e che pure tra quelle produzioni si trovano dei discreti manici di scopa.

Tra l'altro all'epoca i controlli di qualità erano molto meno stringenti di ora, anche perchè se negli anni '60 ti si rompeva la paletta o aveva una chitarra con i tasti poggiati in posizioni fantasiose, non potevi mica fare la class action contro Fender o postare la foto su Facebook per sputtanarla. Te la tenevi così e amen. E questa maggiore variabilità non riguardava solo le chitarre, ma anche i pedali e gli ampli. Si lavorava in modo più artigianale e meno "standardizzato". Non c'erano i macchinari CNC che tagliavano il legno al micron e i multimetri digitali che misuravano resistenze dell'ordine del 0,01ohm. Si andava a occhio, a sensazione, e c'era un maggiore peso della componente "umana". 

 

 

La mia teoria è che i componenti che arrivavano in fabbrica erano mediamente migliori (es. vedi sopra), ma concordo che il controllo qualita' credo fosse molto peggio rispetto ad oggi.

Il che spiegherebbe anche perchè oggi la qualita' media è decisamente piu' costante, ma anche che oltre tot è oltremodo difficile arrivare..mentre, quelle ai tempi anche solo nella media (cioè non troppo sfigate), erano comunque davvero notevoli.

 

52 minuti fa, PinkFlesh dice:

 

 più elementi non totalmente controllabili (io propendo per questa tesi), e continuando a non trovare risposta :frantics:

 

Si vede chi è appassionato...

Se proprio uno vuole farsi male, quello che si puo' fare è provare pezzi vari, vecchi, nuovi, togliere, mettere, mischiare, sverniciare, riverniciare, qualche idee in piu' se la fa. Ma è assolutamente vero, il mix non è mai del tutto controllabile e a volte spendi un sacco di soldi e ogni tanto li butti letteralmente nel cesso. Becchi quella/quelle giusta/e, ti innamori, o hai il budget o non ce l' hai. Rivendi, ricompri. Si fa prima. Oppure te ne freghi e suoni con quello che hai. E' bello ricercare e capire ma tocca ricordarsi ogni tanto che sono strumenti per farci musica, e il tempo e le risorse sono quelle che sono 😅

 

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37 minuti fa, Tone Anderson dice:

Alecb, per fare un nome,è invece uno che ha studiato tanto i vecchi ponti stratocaster.

E monta il gotoh ge101 nelle sue repliche. Il bello è che ce l'ho e avevo scritto ge501 talmente me ne fotto ormai... 

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Non so quante volte ho sentito queste discussioni sul cosa rende "vintage" uno strumento vintage. I legni che erano già buoni in partenza? La stagionatura che arriva dopo oltre mezzo secolo? La nitro che faceva respirare il legno a differenza dei moderni sarcofaghi in poliuretanica? I pickup dell'epoca?

 

Si, sono un po' i discorsi sul sesso degli angeli, perchè ci vorrebbe una macchina del tempo per spedire Lory indietro fino al 1962 e fargli provare quella pre-CBS slab board appena uscita di fabbrica sui suoi ampli e poi darci un responso audiovisivo col cellulare. Oppure dovrebbe mettersi comodo in poltrona, aspettare di spegnere 100 candeline, e vedere come suona la NAMM 2017 dopo 60 anni di stagionatura. Con la mano tremolante per l'Alzheimer e la dentiera che gli cade al primo riff...

Domande a cui non troveremo mai risposta, anche perchè la chitarra è un sistema complesso, non stiamo parlando della prova a trazione di una tavola di ontano contro una tavola di frassino, ma di come suona un sistema formato da tanti elementi dove i legni e il tempo sono solo due variabili dell'equazione. Non si è parlato ad esempio dei ponti utilizzati, ma siamo sicuri che le leghe metalliche utilizzate da Fender non siano mai cambiate in 70 anni di produzione? Il metallo usato oggi da Fender per sellette e blocco inerziale ha la stessa densità e la stessa composizione chimica del metallo che usava nel 1962? Il peso è identico?

Ho buttato un occhio ai video che avete postato qui sul forum, e ho scoperto che tra il ponte stock di una moderna Les Paul e un ponte ABR-1 ci corre un mondo di differenza.

E il capotasto? Sicuramente nel 1962 non c'era il TusQ che è roba moderna, ma applicando lo stesso spirito indigatore a caccia di virgole e cavilli, chi ci dice che montando un moderno capotasto in osso sulla '62, il suono non ne esca così stravolto da non riconoscerla più?

Legni e stagionatura certo, hanno il loro peso, ma quanto grande? 50%? 70? 95%?

 

Il fatto di avere chitarre vintage che vanno da "cancello" fino a "ho visto la Madonna scesa in terra" conferma la complessità della questione, perchè se bastasse un legno ben stagionato, tutte le Strato anni '50 e '60 suonerebbero da paura, invece sappiamo che non è così e che pure tra quelle produzioni si trovano dei discreti manici di scopa.

Tra l'altro all'epoca i controlli di qualità erano molto meno stringenti di ora, anche perchè se negli anni '60 ti si rompeva la paletta o aveva una chitarra con i tasti poggiati in posizioni fantasiose, non potevi mica fare la class action contro Fender o postare la foto su Facebook per sputtanarla. Te la tenevi così e amen. E questa maggiore variabilità non riguardava solo le chitarre, ma anche i pedali e gli ampli. Si lavorava in modo più artigianale e meno "standardizzato". Non c'erano i macchinari CNC che tagliavano il legno al micron e i multimetri digitali che misuravano resistenze dell'ordine del 0,01ohm. Si andava a occhio, a sensazione, e c'era un maggiore peso della componente "umana".

 

Insomma tutta questa questione è un bel casino a cui non è facile rispondere. Un modo per passare mezz'ora in compagnia discutendo di quel che ci piace, ma la realtà non cambia.

E la realtà è che chi vuole qualcosa di meglio delle attuali Am. Standard si rivolge al Custom Shop oppure a Don Grosh, Anderson, Suhr, Xotic, ecc...

Chi invece ama visceralmente il vintage, si vende un organo, compra una '57 o una '62 originale e se la gode fino all'ultima nota, continuando a chiedersi per anni se quel suono da paura è tutto merito del legno, della stagionatura, del filo usato per il pickup, della nitro, o di una fortunata combinazione di più elementi non totalmente controllabili (io propendo per questa tesi), e continuando a non trovare risposta default_frantics.gif

Concordo in pieno. È un insieme di elementi, non uno solo, e sicuramente una chitarra nata male sessant’anni fa resta una brutta chitarra anche oggi. Il punto che dà da pensare però è uno: in quegli 11 anni che vanno dal ‘54 al ‘65 una fabbrichetta con dentro operai messicani (quindi non un custom shop di masterbuilders), con poca attenzione e altrettanto poca selezione dei materiali, ha prodotto un numero impressionante di chitarra della madonna: come mai? Io tendo a credere che una buona percentuale di ciò sia dovuto al tempo e alle vernici che facevano respirare i legni. Non solo a quello, ovviamente. Pure le leghe metalliche contavano e contano.

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7 minuti fa, *juanka78* dice:

Concordo in pieno. È un insieme di elementi, non uno solo, e sicuramente una chitarra nata male sessant’anni fa resta una brutta chitarra anche oggi. Il punto che dà da pensare però è uno: in quegli 11 anni che vanno dal ‘54 al ‘65 una fabbrichetta con dentro operai messicani (quindi non un custom shop di masterbuilders), con poca attenzione e altrettanto poca selezione dei materiali, ha prodotto un numero impressionante di chitarra della madonna: come mai? Io tendo a credere che una buona percentuale di ciò sia dovuto al tempo e alle vernici che facevano respirare i legni. Non solo a quello, ovviamente. Pure le leghe metalliche contavano e contano.

 

E' vero, a pensarci è allucinante..

E non si è nemmeno parlato dei pickup, vabbe, ma li è facile... SUONANO 😂...

 

9 minuti fa, *juanka78* dice:

ha prodotto un numero impressionante di chitarra

 

E' ancora piu' impressionante del dovuto anche perchè c è una quantita' abbastanza mostruosa di tarocchi in giro. Non si trovano cifre ufficiali sulla produzione, ma circolano diverse battute in tal senso tra i collezionisti! Del tipo che da una ne fai 3😄

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4 ore fa, Tone Anderson dice:

😄. Alecb, per fare un nome,è invece uno che ha studiato tanto i vecchi ponti stratocaster.

 

Telepatia, stavo proprio pensando a lui. Ricordo una comparativa fatta su Laster in cui c'erano varie Strato, tra cui una vintage e una realizzata da AlecB.

Per le sue strato lui aveva come riferimento il suono pieno caratteristico di quelle risalenti al periodo tardo precambriano...hem...pre-CBS , proprio come quella di Lory (credo, non vorrei dire inesattezze)

Neanche a dirlo, il ciocco di legno che suonava meglio era quello vintage, di proprietà del chitarrista arruolato per l'occasione. In quel caso era proprio evidente il rapporto che da subito si instaurava tra musicista e strumento. La chitarra suonava indubbiamente bene, ma faceva suonare meglio il chitarrista, che a sua volta ne esaltava le qualità.

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3 ore fa, Tone Anderson dice:

 

Parlando di metallo, cambia tutto gia' subito dal 54 in poi, e pure in pochi anni. Un cambio particolarmente potente è per le sellette a inizio anni 70, sono diventate stampate pressofuse, prima erano piegate a macchina dal pieno. Ma il metallo era ancora comunque mediamente un po' meglio di quello di oggi, IMO. Nei 50 e 60 probabilmente era decisamente meglio. Perchè, se qualcuno di sti ponti li smonti e li sbatacchi sul tavolo si sente che suonano tutti diversi. Il ponte conta tantisssssssimo perchè ha tanta massa ed è dove appoggi le corde, metterne uno vecchio non è affatto un idea stupida, se non fosse che i prezzi ormai sono abbastanza allucinanti.

Questo è un ulteriore fattore che mi fa propendere che (almeno sulle elettriche eh.. non sulle acustiche)la stagionatura a chitarra finita, ok.....ma x dire la prova dei ponti ad esempio, non è che serva essere Uto Ughi per sentirlo. Torniamo  al rasoio di Occam: non potrebbe essere invece l'invecchiamento un argomento in voga presso alcuni liutai moderni che non sanno spiegarsi perchè le vecchie suonino cosi o cosa (o magari nemmeno le hanno provate), oppure, lo sanno bene, ma sono quindi consci di non poter piu' ricreare certe cose, e devono dare qualche risposta di comodo per non darlo clamorosamente a vedere? Se poi la teoria diventa inverificabile come in questo caso, festa grande e tarallucci e vino x tutti 😄. Alecb, per fare un nome,è invece uno che ha studiato tanto i vecchi ponti stratocaster.

 

 

Con me sfondi una porta apertissima da questo punto di vista. Il legno ha la sua influenza e pure il modo in cui neck e body sono accoppiati (la lavorazione della tasca), ma i due punti a cui sono vincolate le corde, ovvero sellette/blocco inerziale e capotasto, influenzano tantissimo il suono perchè è dove sono fisicamente attaccate le corde. E a seconda delle proprietà di questi materiali, esalteranno certe frequenze e ne sottrarranno altre.

Infatti oltre alla prova dei ponti, si può fare la prova dei capotasti. C'è questo vecchio video di Paul Reed Smith (si, quello di PRS) dove pure un sordo sentirebbe che quei 4 capotasti suonano in modo totalmente diverso. Che ognuno ha una sua "voce" per così dire. Infatti a un certo punto dice che gettare capotasti sul tavolo non è pienamente indicativo di come suonerà la chitarra da amplificata, ma è comunque un grosso pezzo del puzzle di cui tengono conto. E lo stesso vale per qualsiasi altra parte della chitarra è a contatto diretto con le corde, ovvero tastiera, tasti, ponte, il modo in cui il ponte è fissato al body.

https://youtu.be/k3o2FHxz9O8?t=57

E poi aggiunge: "E poi ci sono anche i pickup che li puoi considerare come dei microfoni, ma l'avrò spiegato un milione di volte, non importa quale microfono usi, Barbra Streisand non canterà mai come Paul Rodgers. Non succederà mai, quindi la chitarra deve prima avere il giusto suono acustico"

 

Qui una prova sui ponti per acustica su una Martin D24

https://youtu.be/F_MrMSWRG8I?t=288

non ci vuole un orecchio alla Gilmour per accorgersi che il ponte in osso accentua fino allo sfinimento le medio-basse, mentre quello in tusq rende la chitarra asciutta e frizzante.

 

Cita

La mia teoria è che i componenti che arrivavano in fabbrica erano mediamente migliori (es. vedi sopra), ma concordo che il controllo qualita' credo fosse molto peggio rispetto ad oggi.

Il che spiegherebbe anche perchè oggi la qualita' media è decisamente piu' costante, ma anche che oltre tot è oltremodo difficile arrivare..mentre, quelle ai tempi anche solo nella media (cioè non troppo sfigate), erano comunque davvero notevoli.

 

 

Immagina cosa avrebbero potuto fare quegli operai con quei componenti, avendo a disposizione le macchine a controllo numerico, i computer, gli strumenti digitali precisi al millesimo che abbiamo a disposizione oggi...

 

Cita

Si vede chi è appassionato...

Se proprio uno vuole farsi male, quello che si puo' fare è provare pezzi vari, vecchi, nuovi, togliere, mettere, mischiare, sverniciare, riverniciare, qualche idee in piu' se la fa. Ma è assolutamente vero, il mix non è mai del tutto controllabile e a volte spendi un sacco di soldi e ogni tanto li butti letteralmente nel cesso. Becchi quella/quelle giusta/e, ti innamori, o hai il budget o non ce l' hai. Rivendi, ricompri. Si fa prima. Oppure te ne freghi e suoni con quello che hai. E' bello ricercare e capire ma tocca ricordarsi ogni tanto che sono strumenti per farci musica, e il tempo e le risorse sono quelle che sono 😅

 

 

Mi hai fatto ripensare a chi spende soldoni oni oni in una chitarra elettrica di liuteria scegliendo con cura materiali, pickup, potenziometri, condensatori, sellette, molle, stando dietro al liutaio per 1 anno, poi arriva il momento della consegna e non suona come se lo aspettava. 6 mesi di agonia per cercare di farsela piacere a tutti i costi e convincersi di non aver fatto la cazzata della vita...dopo 6 mesi la risputa sul mercatino al 50% di quanto l'ha pagata ed è di nuovo a caccia della chitarra definitiva :facepalm:

Quel che ho capito in questi anni è che, data una certa combinazione di materiali, il risultato finale può andare da ottimo a penoso, non solo in funzione del liutaio e della sua manualità (sostitusci liutaio con masterbuilder oppure "operaio messicano" se preferisci) ma anche della tipologia di materiale. Molti usano l'ontano per il body, ma ontano proveniente da dove? Europa, Asia, Nord America, Sud America o America Centrale? E di che variante, considerato che esistono una trentina di specie diverse? Tagliato da piante giovani o vecchie? Essiccato per 2 anni o essiccato per 20 anni? Tagliato in cima alla pianta o alla base?

Perchè si fa presto a dire "ontano", ma mica tutti gli ontani sono uguali. Le stesse considerazioni si possono fare per manico e tastiera, ma anche per il frassino che è ugualmente usato per il body. Cambiando provenienza, età, altezza di taglio, stagionatura, cambiano rigidità e densità del legno.

Poi ci aggiungici la variabile pickups, e la frittata è fatta. Infatti mi piacerebbe da matti sentire come suonano i pickup Black Bottom della '62 sulla 2. la 3. e la 4. con cui condivide i legni di body, manico e tastiera. Ma so che Lory non lo farà mai per non violentare una pre-CBS originale, e non lo farei nemmeno io fossi nei suoi panni quindi non gli posso dare torto :lol: Rimarrà un mistero irrisolto.

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2 hours ago, PinkFlesh said:

Poi ci aggiungici la variabile pickups, e la frittata è fatta. Infatti mi piacerebbe da matti sentire come suonano i pickup Black Bottom della '62 sulla 2. la 3. e la 4. con cui condivide i legni di body, manico e tastiera. Ma so che Lory non lo farà mai per non violentare una pre-CBS originale, e non lo farei nemmeno io fossi nei suoi panni quindi non gli posso dare torto :lol: Rimarrà un mistero irrisolto.

Glory...è la scienza che te lo chiede..🤟🤟🤟(magari le saldature non sono più quelle originali)😂

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Ma dai, perchè pensate veramente che possa esistere al mondo qualcuno talmente sciroccato da mettersi a smontare e provare delle mascherine pre-cbs coi black bottom di qua e di la?

Uno cosi dovrebbe proprio essere fulminato.................🤓🤯🤔

.....

.........

........................

(moltointeressante il video dei capotasti)

 

BREAKING NEWS: era tutta una messinscena. la 62 in realtà è una ashai nordcoreana, polli noi tutti!

Divertiamoci ora: fra non troppi anni quando addio legno ormai, e faranno le chitarre con tastiera in carbonio e body in nanotubidistocazzo, sai che palle?

 

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Eccomi, scusate la latitanza ma gli ultimi due giorni sono stati pesanti 😢

 

Allora, essendo la mia 62 body refin, le saldature di in e out al jack erano già state rifatte quando l'ho presa... e sì, ho provato il pickguard intero sulla Fiesta (prima che arrivassero le ultime due, quindi non avevo la MJT e la Burgundy)... Andrea se ti conosco un po' te l'avrai già fatto più volte 😂😂😂

 

Il risultato è che la Fiesta, equipaggiata col pickguard della 62, suona diversa che col suo (in meglio ovviamente), ma... non suona per niente come la 62, ovvero il suono non segue l'elettronica, alla faccia di tutti i discorsi tipo "il suono di un'elettrica lo fanno solo pickup".

Per me la Fiesta suona sempre "da Fiesta", con il suo attacco più schioccante e asciutto, solo che suona meglio che coi pups Fender Handwound... ma la differenza principale resta, ovvero la diversa (maggior) risonanza e profondità che la 62 ha rispetto a praticamente tutte le strato moderne, in misura più o meno grande per ciascuna.

 

Sull'hardware: sicuramente il ponte incide molto sul suono... sostituendo il ponte anni 70 con le sellette pressofuse della 73 con una replica vintage, ad esempio, il suono cambia drasticamente... e il ponte vintage anni 60 comunque è ancora diverso rispetto alla replica 60, non tanto per le sellette che sembrano identiche, quanto per il blocco inerziale che è un po' più pesante e con i fori per le corde meno profondi.

Anche le molle dietro sono meno tese: il ponte vintage è morbidissimo con 4 molle, più morbido del replica con 3 molle soltanto, e come già dissi tempo fa parlando delle RAW Vintage, le molle hanno una discreta influenza sul suono di una strato.

 

Molto meno invece influisce sul suono il capotasto, che ha influenza appunto solo sul suono delle corde a vuoto.

 

La vernice direi influisce zero, purché sia fatta bene e non troppo spessa.

 

Se dovessi dire la mia su cosa rende speciale la "vecchietta" rispetto alle altre, ovvero individuare una caratteristica che più di tutte la contraddistingue, direi che è proprio la risonanza: manico e corpo vibrano quasi come il top di un'acustica, tenendola in spalla si sentono le vibrazioni fin sopra la spalla attraverso la cinghia, il che si traduce in un suono da amplificata che ha un qualcosa di "semiacustico", una sorta di feedback controllato di contorno alle note, come una specie di riverbero naturale.

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1 ora fa, Tone Anderson dice:

BREAKING NEWS: era tutta una messinscena. la 62 in realtà è una ashai nordcoreana, polli noi tutti!

Divertiamoci ora: fra non troppi anni quando addio legno ormai, e faranno le chitarre con tastiera in carbonio e body in nanotubidistocazzo, sai che palle?

 

Tu ci scherzi, ma un giorno qualcuno qui dentro registrerà un video suonando una chitarrona vintage da sbrego ma con in playback una Squier da 100 euro, e tutti saremo lì a decantare le frequenze essenziali in evidenza, la risonanza mastodontica che non trovi più manco sulle Cunetto, l'inconfondibile schiocco sulle alte di 3 singoli ceramici demmerda.

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28 minuti fa, guitarGlory dice:

... Andrea se ti conosco un po' te l'avrai già fatto più volte 😂😂😂

 

Non so di cosa tu cosa stia parlando!!!! 😅

 

29 minuti fa, guitarGlory dice:

Il risultato è che la Fiesta, equipaggiata col pickguard della 62, suona diversa che col suo (in meglio ovviamente), ma... non suona per niente come la 62, ovvero il suono non segue l'elettronica, alla faccia di tutti i discorsi tipo "il suono di un'elettrica lo fanno solo pickup".

Per me la Fiesta suona sempre "da Fiesta", con il suo attacco più schioccante e asciutto, solo che suona meglio che coi pups Fender Handwound... ma la differenza principale resta, ovvero la diversa (maggior) risonanza e profondità che la 62 ha rispetto a praticamente tutte le strato moderne, in misura più o meno grande per ciascuna.

 

Sull'hardware: sicuramente il ponte incide molto sul suono... sostituendo il ponte anni 70 con le sellette pressofuse della 73 con una replica vintage, ad esempio, il suono cambia drasticamente... e il ponte vintage anni 60 comunque è ancora diverso rispetto alla replica 60, non tanto per le sellette che sembrano identiche, quanto per il blocco inerziale che è un po' più pesante e con i fori per le corde meno profondi.

Anche le molle dietro sono meno tese: il ponte vintage è morbidissimo con 4 molle, più morbido del replica con 3 molle soltanto, e come già dissi tempo fa parlando delle RAW Vintage, le molle hanno una discreta influenza sul suono di una strato.

 

Molto meno invece influisce sul suono il capotasto, che ha influenza appunto solo sul suono delle corde a vuoto.

 

La vernice direi influisce zero, purché sia fatta bene e non troppo spessa.

 

Se dovessi dire la mia su cosa rende speciale la "vecchietta" rispetto alle altre, ovvero individuare una caratteristica che più di tutte la contraddistingue, direi che è proprio la risonanza: manico e corpo vibrano quasi come il top di un'acustica, tenendola in spalla si sentono le vibrazioni fin sopra la spalla attraverso la cinghia, il che si traduce in un suono da amplificata che ha un qualcosa di "semiacustico", una sorta di feedback controllato di contorno alle note, come una specie di riverbero naturale.


BOOOMMM!! microfono per terra!
Codice craccato finalmente! Abbiamo scavato per anni col piccone, quando si è rotto il piccone, siamo passati al martello pneumatico. Poi al ruspino.

Alla fine siamo passati al CAT, che ha incontrato la fine della crosta terrestre..

E, cosa abbiamo trovato in fondo alla buca? un bel dito medio con un post-it "INDEBITATI, STRACCIONE!!!" 😂😂😂

 

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Tutte meravigliose, io un po’ da ignorante che sono faccio fatica a sentire così tante sfumature differenti ma mi sembra che il livello medio sia eccellente 

 

peró le vedo, per dio se le vedo , e tra fiesta e white over burgundy m’è venuta una voglia Pazzesca di new strato 

💓
mi rischia quasi di scalzare la priorità thinline paisley che mi ero dato 

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