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lollo__87

Studio e metodo durante il lockdown, tutta colpa di Begotti e Rick Beato

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Visto che in questo periodo il tempo libero non manca, mi sono (ri)messo a suonare parecchio, credo di aver suonato più nell'ultimo anno che nei 7 precedenti.

Il problema è che rispetto a qualche anno fa sono parecchio arrugginito, e col nuovo anno avrei deciso di impiegare meglio il tempo che passo con la chitarra in mano.

Premessa: non so quasi una mazza di teoria, ho sempre suonato basandomi principalmente sull'orecchio e sull'occhio (nel senso di box/pattern etc). 

 

Piano A:

Dato che ho sviluppato una certa dipendenza dal canale youtube di Rick Beato, ho sfruttato i saldi di fine anno e mi sono comprato il suo libro per prendere di petto la questione teoria ed armonia.

 

Non ci capisco un cazzo.

 

Piano B:

Ho sempre stimato Begotti come didatta e apprezzo molto anche il modo in cui cerca di trasmettere concetti-suggerimenti-informazioni. 

Ho ripiegato quindi su Chords di Begotti-Fazari e per non concentrarmi solo su qualcosa di teorico e poco pratico ho preso anche Private Lesson: Rhythm and Lead, sempre realizzato da Begotti.

Mi ritroverò in mano a breve anche Ditones, I Maestri della Chitarra Ritmica e Pentatonic & Modal Tricks.

 

L'idea sarebbe quella di portare avanti di pari passo Chords per la parte teorica e Ditones per la parte tecnica, affiancandoci Private Lesson giusto per avere sottomano qualche esercizio un po' più musicale.

 

Qualcuno ha avuto esperienze con questi metodi? 3 in una botta sola sono troppi?

Voi cosa state studiando? Avete consigli per organizzare lo studio in modo utile?

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Cosa non hai capito del libro di Rick Beato? A me sembra piuttosto lineare. Lo uso di tanto in tanto quando voglio dare un'occhiata a forme di arpeggi, accordi e cose del genere, giusto perchè tendo ad utilizzare sempre le mie solite note e nel suo libro di sono tante altre soluzioni.

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1 ora fa, th3madcap dice:

Cosa non hai capito del libro di Rick Beato? A me sembra piuttosto lineare. Lo uso di tanto in tanto quando voglio dare un'occhiata a forme di arpeggi, accordi e cose del genere, giusto perchè tendo ad utilizzare sempre le mie solite note e nel suo libro di sono tante altre soluzioni.

Diciamo che per sfruttare appieno il libro di Beato, dovrei prima sistemare proprio le mie basi teoriche, altrimenti mi ritrovo a leggere cose a cui non sono in grado di attribuire un senso/suono o un’applicazione pratica. 
 

Chords parte proprio dal livello più basico del mondo, una volta finito quello forse riuscirò a sfruttare come si deve il libro di beato. 

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Se sei proprio a zero di teoria io ti consiglieri Teoria & Armonia di Andrea Avena, o se vuoi qualcosa di più semplice e immediato il libro di Varini.
I Maestri della chitarra ritmica è un bel libro, molto divertente e ti fa approcciare a diversi generi, per trarne il massimo beneficio però oltre ad eseguire gli esercizi dovresti ascoltare gli artisti a cui si ispirano gli esercizi e cercare di sentire dove usano quelle particolari ritmiche

 

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38 minuti fa, Vale dice:

Non voglio togliere nulla ai maestri che hai citato. Se fossi in te, prenderei i manuali della lizard

Come mai proprio quelli Lizard? Cosa te li fa preferire agli altri?

Per il momento comunque preferisco aspettare ed iniziare quelli che ho appena preso, o rischio di buttare via soldi prendendone mille e non portandone avanti nessuno

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16 minuti fa, th3madcap dice:

Il libro di Beato non è propriamente orientato alla teoria, per quella i libri non mancano

Inviato dal mio Redmi Note 7 utilizzando Tapatalk
 

Eh si, diciamo che mi aspettavo un libro leggermente diverso. Ci dovrò tornare più avanti.

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1 minuto fa, lollo__87 dice:

Come mai proprio quelli Lizard? Cosa te li fa preferire agli altri?

Per il momento comunque preferisco aspettare ed iniziare quelli che ho appena preso, o rischio di buttare via soldi prendendone mille e non portandone avanti nessuno

Perché, a livello didattico, preferisco gli autori di quei manuali

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8 minuti fa, Sendo dice:

Se sei proprio a zero di teoria io ti consiglieri Teoria & Armonia di Andrea Avena, o se vuoi qualcosa di più semplice e immediato il libro di Varini.
I Maestri della chitarra ritmica è un bel libro, molto divertente e ti fa approcciare a diversi generi, per trarne il massimo beneficio però oltre ad eseguire gli esercizi dovresti ascoltare gli artisti a cui si ispirano gli esercizi e cercare di sentire dove usano quelle particolari ritmiche

 

Proprio a zero in teoria no, ma quasi. 
Suonando da anni, ma senza basi teoriche solide, parte del lavoro che dovrei fare è “dare un nome alle cose che già faccio” o capire perché le faccio. 
Soprattutto, dovrei rendere automatiche alcune cose, invece di arrivarci per caso, ad orecchio, o provando ragionarci su. 

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secondo me, dico a titolo personale, le nozioni di armonia e teoria si imprimono quando le usi per costruire da zero, o anche per fare il reverse engineering come dici, di quello che magari si sa già bene come diteggiatura o box

per esempio, una scala maggiore di do, se uno supera l'idea di saperla già perfettamente e comincia a suonare in tutte le posizioni e set di corde (e in un secondo momento in tutte le inversioni) le triadi che la compongono, cioè la scala suonata per terze (do-mi-sol / re-fa-la etc), iniziando per esempio a farlo su una corda sola, poi due, tre e via dicendo, capisce un sacco di cose - la base principale di buona parte degli accordi usati (a cui si aggiungono poi le estensioni "secondarie" come settime, none, seste, alterazioni etc), - viceversa, se si prende un qualsiasi progressione, a cominciare dal "semplice" blues, e si prova a suonarla senza usare i soliti box ma le triadi (aggiungendo poi settime o ancora meglio seste) in tutti i modi possibili, esce fuori roba ganza sia per accompagnamento che soli (integrando magari con bending per gli intervalli umani)

mentre se la si suona partendo dalle diverse note che la compongono (senza necessariamente cambiare posizione) vengono fuori i mitici modi che sono semplicemente i nomi che le diamo partendo dalle varie note  - e che si imparano a VEDERE come una successione di intervalli

magari è troppo semplice per il tuo/vostro livello, ma a me ha aiutato (e continua ad aiutare, soprattutto con armonica, melodica e scale diminuite di barry harris) a visualizzare INSIEME intervalli, triadi, arpeggi, accordi, etc

voglio dire che secondo me è un modo efficace per contrastare la tendenza a riempirsi di nozioni senza assimilarle né a livello di mano né di orecchio (figa è venuto fuori il pippozzo chilometrico)

 

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2 ore fa, hyeronimusss dice:

secondo me, dico a titolo personale, le nozioni di armonia e teoria si imprimono quando le usi per costruire da zero, o anche per fare il reverse engineering come dici, di quello che magari si sa già bene come diteggiatura o box

per esempio, una scala maggiore di do, se uno supera l'idea di saperla già perfettamente e comincia a suonare in tutte le posizioni e set di corde (e in un secondo momento in tutte le inversioni) le triadi che la compongono, cioè la scala suonata per terze (do-mi-sol / re-fa-la etc), iniziando per esempio a farlo su una corda sola, poi due, tre e via dicendo, capisce un sacco di cose - la base principale di buona parte degli accordi usati (a cui si aggiungono poi le estensioni "secondarie" come settime, none, seste, alterazioni etc), - viceversa, se si prende un qualsiasi progressione, a cominciare dal "semplice" blues, e si prova a suonarla senza usare i soliti box ma le triadi (aggiungendo poi settime o ancora meglio seste) in tutti i modi possibili, esce fuori roba ganza sia per accompagnamento che soli (integrando magari con bending per gli intervalli umani)

mentre se la si suona partendo dalle diverse note che la compongono (senza necessariamente cambiare posizione) vengono fuori i mitici modi che sono semplicemente i nomi che le diamo partendo dalle varie note  - e che si imparano a VEDERE come una successione di intervalli

magari è troppo semplice per il tuo/vostro livello, ma a me ha aiutato (e continua ad aiutare, soprattutto con armonica, melodica e scale diminuite di barry harris) a visualizzare INSIEME intervalli, triadi, arpeggi, accordi, etc

voglio dire che secondo me è un modo efficace per contrastare la tendenza a riempirsi di nozioni senza assimilarle né a livello di mano né di orecchio (figa è venuto fuori il pippozzo chilometrico)

 

Ecco, già questo è un metodo più vicino a come ragiono io abitualmente, e che sicuramente aiuta tantissimo ad orientarsi più agilmente sul manico. Grazie!

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53 minuti fa, testataecassa dice:

ma visto il periodo isterico, limitarsi a Power chord punkabbestia all the way up e via come non ci fosse domani?

Questo è il piano C, quando deciderò di dar fuoco a tutti i metodi che ho appena preso. 😂

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12 ore fa, hyeronimusss dice:

secondo me, dico a titolo personale, le nozioni di armonia e teoria si imprimono quando le usi per costruire da zero, o anche per fare il reverse engineering come dici, di quello che magari si sa già bene come diteggiatura o box

per esempio, una scala maggiore di do, se uno supera l'idea di saperla già perfettamente e comincia a suonare in tutte le posizioni e set di corde (e in un secondo momento in tutte le inversioni) le triadi che la compongono, cioè la scala suonata per terze (do-mi-sol / re-fa-la etc), iniziando per esempio a farlo su una corda sola, poi due, tre e via dicendo, capisce un sacco di cose - la base principale di buona parte degli accordi usati (a cui si aggiungono poi le estensioni "secondarie" come settime, none, seste, alterazioni etc), - viceversa, se si prende un qualsiasi progressione, a cominciare dal "semplice" blues, e si prova a suonarla senza usare i soliti box ma le triadi (aggiungendo poi settime o ancora meglio seste) in tutti i modi possibili, esce fuori roba ganza sia per accompagnamento che soli (integrando magari con bending per gli intervalli umani)

mentre se la si suona partendo dalle diverse note che la compongono (senza necessariamente cambiare posizione) vengono fuori i mitici modi che sono semplicemente i nomi che le diamo partendo dalle varie note  - e che si imparano a VEDERE come una successione di intervalli

magari è troppo semplice per il tuo/vostro livello, ma a me ha aiutato (e continua ad aiutare, soprattutto con armonica, melodica e scale diminuite di barry harris) a visualizzare INSIEME intervalli, triadi, arpeggi, accordi, etc

voglio dire che secondo me è un modo efficace per contrastare la tendenza a riempirsi di nozioni senza assimilarle né a livello di mano né di orecchio (figa è venuto fuori il pippozzo chilometrico)

 

 

E' esattamente ciò che ho iniziato a fare anch'io durante il lock-down, e pian pianino sto iniziando a trovarci la logica.

Ah, e anch'io ho presoqualche mese fa  il libro di Beato, non capendoci una Beata minchia..

 

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Il 15/1/2021 at 10:52, ACsteve427 dice:

 

E' esattamente ciò che ho iniziato a fare anch'io durante il lock-down, e pian pianino sto iniziando a trovarci la logica.

Ah, e anch'io ho presoqualche mese fa  il libro di Beato, non capendoci una Beata minchia..

 

Confortante sapere di non essere l’unico ad aver fatto il passo più lungo della gamba col libro di beato 😂

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Non bisogna fare l'errore di considerarlo un libro didattico progressivo, da iniziare a pagina 1 e proseguire con gli argomenti.
E' più un reference book da consultare per avere una visione (devo dire in molti casi piuttosto completa) di vari argomenti, come scrivevo prima io lo uso "a saltare" per i diagrammi di arpeggi, triadi, triadi late, ecc. tutta roba che si riesce a tirare giù anche da soli, però averle già pronte è comunque un buon punto di partenza per studiare.

Un manuale di teoria è tutta un'altra cosa.

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16 minuti fa, th3madcap dice:

Non bisogna fare l'errore di considerarlo un libro didattico progressivo, da iniziare a pagina 1 e proseguire con gli argomenti.
E' più un reference book da consultare per avere una visione (devo dire in molti casi piuttosto completa) di vari argomenti, come scrivevo prima io lo uso "a saltare" per i diagrammi di arpeggi, triadi, triadi late, ecc. tutta roba che si riesce a tirare giù anche da soli, però averle già pronte è comunque un buon punto di partenza per studiare.

Un manuale di teoria è tutta un'altra cosa.

 

esatto, mi son reso conto anch'io che è una specie di quaderno degli appunti da andare a consultare all'occorrenza, ma non è un vero e proprio metodo. Mi potrà tornare utile in futuro, quando avrò capito almeno le basi

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