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gigixl84

i modi: come si usano

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Avete scritto tutti (o quasi) cose giuste e interessanti. Io da parte mia, quando spiego i modi agli allievi, lo faccio dopo che hano studiato bene gli intervalli ed il loro suono. A quel punto, prefersico fornirgli l'interpretazione "pittorica" dei modi, ovvero che se sono sul domaj7 posso usare tutti i modi maggiori a mia scelta, SAPENDO CHE OGNUNO DI ESSI DARà UN COLORE PRECISO AL MIO ACCORDO, e condizionerà il mood della composizione. Chiaramente, bisogna imparare a fare l'analisi modale. Ovvero, io posso pure provare a usare l'eolio sul Fm7 dell'inizio di Cantaloupe Island, ma siccome il pianoforte sotto suona sempre il re naturale e non bemolle, la mia scala non funzionerà. Devo dire che con questo approccio didattico raggiungo sempre buoni risultati.

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Guest Nel Culo

Giustissimo, a mio modo di vedere non è esiste il modo fine a se stesso da utilizzare come diteggiatura, bisogna conoscere l'entità dei gradi, ad esempio i tre modi minori della scala maggiore io li vedo fusi in un unica entità, se l'accordo minore sul quale improvvisare è un semplice C min7 suoni a tuo gusto, se è prevista nell'accordo la presenza di una 9/13, per generalizzare farei di base dorico e di passaggio le altre, ma neanche penso al modo perchè già sulla tastiera so visivamente dove sono le none e le 13me a secondo la posizione della tonica.

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Guest santro

perchè nobn postate un esempio pratico di una band,un'artista,o chi volete voi,che usa un approccio modale? ve ne sarei grato perchè se dovessi mettermi a memorizzare tutto ciò che avete magnificamente spiegato,sò che mi arrenderei....se invece sento qualcosa,ci suono assieme,e capisco bene e con divertimento...scusate...è l'approccio autodidattiano pratico della scuola pierantoniese,che oramai mi ha reso refrattario alla teoria scritta....facciamo un pò di teoria pratica? :sorrisone:

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Guest Bru

perchè nobn postate un esempio pratico di una band,un'artista,o chi volete voi,che usa un approccio modale? ve ne sarei grato perchè se dovessi mettermi a memorizzare tutto ciò che avete magnificamente spiegato,sò che mi arrenderei....se invece sento qualcosa,ci suono assieme,e capisco bene e con divertimento...scusate...è l'approccio autodidattiano pratico della scuola pierantoniese,che oramai mi ha reso refrattario alla teoria scritta....facciamo un pò di teoria pratica? :sorrisone:

Io manco ci provo a capire cosa hanno scritto.

Questo, però, è modale:

http://www.youtube.com/watch?v=3kEbeNxIMDo

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perchè nobn postate un esempio pratico di una band,un'artista,o chi volete voi,che usa un approccio modale? ve ne sarei grato perchè se dovessi mettermi a memorizzare tutto ciò che avete magnificamente spiegato,sò che mi arrenderei....se invece sento qualcosa,ci suono assieme,e capisco bene e con divertimento...scusate...è l'approccio autodidattiano pratico della scuola pierantoniese,che oramai mi ha reso refrattario alla teoria scritta....facciamo un pò di teoria pratica? :sorrisone:

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Guest Vu-meter

Avete scritto tutti (o quasi) cose giuste e interessanti. Io da parte mia, quando spiego i modi agli allievi, lo faccio dopo che hano studiato bene gli intervalli ed il loro suono. A quel punto, prefersico fornirgli l'interpretazione "pittorica" dei modi, ovvero che se sono sul domaj7 posso usare tutti i modi maggiori a mia scelta, SAPENDO CHE OGNUNO DI ESSI DARà UN COLORE PRECISO AL MIO ACCORDO, e condizionerà il mood della composizione. Chiaramente, bisogna imparare a fare l'analisi modale. Ovvero, io posso pure provare a usare l'eolio sul Fm7 dell'inizio di Cantaloupe Island, ma siccome il pianoforte sotto suona sempre il re naturale e non bemolle, la mia scala non funzionerà. Devo dire che con questo approccio didattico raggiungo sempre buoni risultati.

E' vero, nel tuo esempio pratico la scala "non funzionerà" ed è giustissimo ciò che hai detto, in termini tonali. Ma il modale è fatto per rompere la tonalità ed andare altrove. Il modale si disinteressa della tonalità e va "out". Serve proprio a questo. Per cui, se ti piace, e solo se ti piace, puoi tranquillamente suonare un eolio sul fa-7 di Cantalupe Island; dipende solo dai tuoi gusti.

Sia chiaro che il modale non è un obbligo e che jazz non è necessariamente sinonimo di modale. Ci sono ottimi musicisti assolutamente tonali ( Metheny in primis ) . Per chi vuole fare ascolti modali ci sono ad esempio Mike Stern, John Scotfield, Joe Pass e mille altri.

Detta in due parole, il modale offre possibilità maggiori rispetto al tonale, questo non significa che debbano necessariamente piacere, nè che un orecchio non avvezzo possa capirle e/o amarle . Racchiudere il modale nelle regole della tonalità lo uccide .

Rimando a vedere i due link che ho postato qualche commento fa, visto che chi spiega la questione in lì, è decisamente più chiaro e bravo di quanto possa essere io in due parole.

Vu ;)

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Guest Nessuno

E' vero, nel tuo esempio pratico la scala "non funzionerà" ed è giustissimo ciò che hai detto, in termini tonali. Ma il modale è fatto per rompere la tonalità ed andare altrove. Il modale si disinteressa della tonalità e va "out". Serve proprio a questo. Per cui, se ti piace, e solo se ti piace, puoi tranquillamente suonare un eolio sul fa-7 di Cantalupe Island; dipende solo dai tuoi gusti.

Sia chiaro che il modale non è un obbligo e che jazz non è necessariamente sinonimo di modale. Ci sono ottimi musicisti assolutamente tonali ( Metheny in primis ) . Per chi vuole fare ascolti modali ci sono ad esempio Mike Stern, John Scotfield, Joe Pass e mille altri.

Detta in due parole, il modale offre possibilità maggiori rispetto al tonale, questo non significa che debbano necessariamente piacere, nè che un orecchio non avvezzo possa capirle e/o amarle . Racchiudere il modale nelle regole della tonalità lo uccide .

Rimando a vedere i due link che ho postato qualche commento fa, visto che chi spiega la questione in lì, è decisamente più chiaro e bravo di quanto possa essere io in due parole.

Vu ;)

scusa :sorrisone: ma........se hai un Do min 7/9/13 suoni dorico, il che significa che oltre la quatriade di base I, III min, V, VII min evidenzierai anche il II° magg ed il VI° maggiore, note tipiche del dorico, le atre note che sarebbero il II min, IV giusto, IV aumenta, V aumentata, VI min e VII maggiore le userai alcune come passaggio altre come meglio credi anche secondo le tue personali sperimentazioni.

Contrariamente se hai un DO min 7 pulito pulito, non ha importanza quale sonorità utilizzerai, potrai fondere tra tutti i modi minori conosciuti, l'importante sarà rispettare la quadriade dell'accordo.

Un riferimento ad un modo in particolare ha senso solo quando è la sigla dell'accordo a richiamarlo.

Ora quando suoni tonale questo sistema non cambia, il modale non si disinteressa della tonalità ma ci cammina a braccetto, lo studio dei modi serve a chiarire, su un dato accordo, quali sono tutte le note disposizione, il modale ti aiuta ad improvvisare su più tonalità che si alternano velocemente, non dimentichiamoci che il jazz si basa su le sequenze di II V I che sono tonali.

in definitiva i modi insegnano a gestire i cromatismi secondo le esigenze dell'accordo.

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Guest Vu-meter

scusa :sorrisone: ma........se hai un Do min 7/9/13 suoni dorico, il che significa che oltre la quatriade di base I, III min, V, VII min evidenzierai anche il II° magg ed il VI° maggiore, note tipiche del dorico, le atre note che sarebbero il II min, IV giusto, IV aumenta, V aumentata, VI min e VII maggiore le userai alcune come passaggio altre come meglio credi anche secondo le tue personali sperimentazioni.

Contrariamente se hai un DO min 7 pulito pulito, non ha importanza quale sonorità utilizzerai, potrai fondere tra tutti i modi minori conosciuti, l'importante sarà rispettare la quadriade dell'accordo.

Un riferimento ad un modo in particolare ha senso solo quando è la sigla dell'accordo a richiamarlo.

Ora quando suoni tonale questo sistema non cambia, il modale non si disinteressa della tonalità ma ci cammina a braccetto, lo studio dei modi serve a chiarire, su un dato accordo, quali sono tutte le note disposizione, il modale ti aiuta ad improvvisare su più tonalità che si alternano velocemente, non dimentichiamoci che il jazz si basa su le sequenze di II V I che sono tonali.

in definitiva i modi insegnano a gestire i cromatismi secondo le esigenze dell'accordo.

Tutto questo è giustissimo entro una determinata "scuola di pensiero" tonale, non modale . Il tonale è fatto , pensato e sviluppato per secoli per "dichiarare forte" la tonalità ed i suoi punti forti . Il modale ( per alto più antico ) è un concetto "filosofico" diverso, privo dei "fulcri" su cui invece il tonale fa leva.

Secondo il tuo ragionamento, almeno da quello che interpreto io ( non vorrei aver frainteso ) , se suonassi su un passaggio di accordi D-7 e E-7 (*) rispettivamente un D dorico ed un E Frigio, starei suonando modale. In verità, sto solo rimarcando una tonalità di riferimento ( C ) e non sto suonando modale solo perchè ho pensato ai modi mentre suonavo.

Per suonare modale e poterlo affermare devo fare dei modi il mio centro di sviluppo, per cui non mi preoccuperò più degli equilibri del sistema tonale formati sulle note forti dello stesso ( tonica in primis seguita da 3a, 5a, 7a ) ma dei ben diversi equilibri che ho all' interno della modalità.

Ecco che su quei due accordi di prima ( D-7 e E-7 ) posso tranquillamente decidere di suonare Frigio ed utilizzare D Frigio e E Frigio rispettivamente dando così un certo sapore alla mia composizione. Se poi voglio davvero andare out, come molti musicisti, resto addirittura in Re Frigio anche sul E-7 oppure faccio un pò di in e out tra i due , e così via. Il modale si stacca dal tonale, in modo totalitario. Non è che sia un mio pensiero, è la natura stessa del modale che è così.

Non c'è infatti senso nel dire che i modi si applicano come nel primo esempio citato (*), perchè quella non è una applicazioni di modi , ma di scale maggiori in ambito tonale, non di due modi minori in ambito modale. Ecco perchè il sistema modale non può andare a braccetto con quello tonale. L'uno uccide necessariamente l'altro.

So che è un argomento tra i favoriti dei chitarristi, e purtroppo anche il più pregno di falsi miti in assoluto. Non ho la pretesa di "convertire" al "mio" pensiero, perchè non è mio . Mi fa solo piacere chiaccherare e nel mio piccolo cercare di chiarire dei concetti che vengono spesso mal interpretati.

Ciao

Vu :smile:

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Guest Nessuno

Tutto questo è giustissimo entro una determinata "scuola di pensiero" tonale, non modale . Il tonale è fatto , pensato e sviluppato per secoli per "dichiarare forte" la tonalità ed i suoi punti forti . Il modale ( per alto più antico ) è un concetto "filosofico" diverso, privo dei "fulcri" su cui invece il tonale fa leva.

Secondo il tuo ragionamento, almeno da quello che interpreto io ( non vorrei aver frainteso ) , se suonassi su un passaggio di accordi D-7 e E-7 (*) rispettivamente un D dorico ed un E Frigio, starei suonando modale.

Ciao

Vu :smile:

Ciao comparuzzo :sorrisone: hai frainteso.

Prendiamo il tuo esempio, se stai suonando su D-7 e su un MI-7, rispettivamente Dorico e Frigio della tonalità di DO maggiore stai suonando tonale, non ci scappa, questo perchè la scala di riferimento è sempre quella di DO maggiore che comprende entrambi gli accordi succitati, non c'è nessuna modalità..................... a meno che non si decida di applicare il dorico anche sul MI-7 e quindi passare alla scala maggiore di RE maggiore, ecco qui c'è la stronzata che fanno la maggior parte dei chitarristi che si cimentano nei modi, cercano di visualizzare il passaggio da una scala maggiore ad un'altra..................

Quello che dico io è ben diverso D-7 e MI-7 possono essere suonati tonalmente sulla scala maggiore DO e contemporaneamente possono essere suonati modalmente.

I modi dorico, frigio ed Eolio differiscono solo per il diverso valore delle none (II) e delle tredicesime (VI), tra i tre modi minori nella peggiore delle ipotesi ci saranno al massimo 2 note di differenza.

Questo comporta che sopra lo stesso accordo il passaggio da un Dorico ad un Eolio starà in una sola nota di differenza.

Tutto Cambia se da un Do-7 si dovrà suonare su un SIb maj7, si passa alla scala maggiore di di SIb o FA e su cosa passerà il chitarrista di turno Ionico o Lidio? cioè per una IV# di differenza c'è chi si pone il problema, visualizzando la tonica di Sib maj7 tutte le note a contorno assumeranno un valore.

Non si Guardano i modi si guardano le toniche ed il valore che prendono i gradi a secondo la situazione, tra tonalità e modalità non c'è tutta sta differenza, perchè anche suonando tonale non puoi permetterti di non rispettare le quatriadi di base se vuoi costruire una frase che funzioni.

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Guest Bru

Tonale, belle passeggiate d'estate e si scia d'inverno:

Passo_Tonale_summer.jpg

Modale, collezione della prossima primavera:

Moda-%E2%80%93-Abbigliamento.-62-Posti-di-Lavoro.jpg

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Guest Vu-meter

Ciao comparuzzo :sorrisone: hai frainteso.

Prendiamo il tuo esempio, se stai suonando su D-7 e su un MI-7, rispettivamente Dorico e Frigio della tonalità di DO maggiore stai suonando tonale, non ci scappa, questo perchè la scala di riferimento è sempre quella di DO maggiore che comprende entrambi gli accordi succitati, non c'è nessuna modalità..................... a meno che non si decida di applicare il dorico anche sul MI-7 e quindi passare alla scala maggiore di RE maggiore, ecco qui c'è la stronzata che fanno la maggior parte dei chitarristi che si cimentano nei modi, cercano di visualizzare il passaggio da una scala maggiore ad un'altra..................

Quello che dico io è ben diverso D-7 e MI-7 possono essere suonati tonalmente sulla scala maggiore DO e contemporaneamente possono essere suonati modalmente.

I modi dorico, frigio ed Eolio differiscono solo per il diverso valore delle none (II) e delle tredicesime (VI), tra i tre modi minori nella peggiore delle ipotesi ci saranno al massimo 2 note di differenza.

Questo comporta che sopra lo stesso accordo il passaggio da un Dorico ad un Eolio starà in una sola nota di differenza.

Giustissimo e d'accordissimo. :sm0_eusa_clap::beer:

Tutto Cambia se da un Do-7 si dovrà suonare su un SIb maj7, si passa alla scala maggiore di di SIb o FA e su cosa passerà il chitarrista di turno Ionico o Lidio? cioè per una IV# di differenza c'è chi si pone il problema, visualizzando la tonica di Sib maj7 tutte le note a contorno assumeranno un valore.

Qui a dire il vero non ho capito cosa intendi dire .. :huh:

Quello che intendo dire io è che ho piena libertà di suonare su quel Do-7 tutti e tre i modi minori ( dorico, frigio, eolio), così come ho tutta la libertà di scegliere poi sul Sibmaj7 se suonarci lidio o ionico a prescindere dal modo usato sull'accordo precedente. A me poi legare con gusto il tutto, oppure sfruttare proprio i passaggi più "lontani" in termini tonali ( anche se di fatto sono vicinissimi, ad un solo semitono di distanza, ma distanti "all'orecchio tonale"; che viene sconvolto ) volutamente per creare un senso di "out" ad esempio suonando dorico sul Do-7 e Lidio sul Sibmaj7; sfruttando l' ingresso di quel Mi al posto del Mib .

Io intendevo questo, tu cosa intendevi ?

Non si Guardano i modi si guardano le toniche ed il valore che prendono i gradi a secondo la situazione, tra tonalità e modalità non c'è tutta sta differenza, perchè anche suonando tonale non puoi permetterti di non rispettare le quatriadi di base se vuoi costruire una frase che funzioni.

Ecco qui invece non sono d'accordo. Nel senso che, supponiamo di avere un lercissimo La-7 che incalza lungo e costante in sottofondo ed io decida di suonare in La dorico seguito poi da Re Dorico, ed in seguito da Sol dorico . L'orecchio tonale a questo punto è davvero confuso... inizialmente andava tutto bene, poi ho modificato un Do in Do#, e che è ? infine sconvolgo nuovamente tutto abbassando il Do# ed il Fa# rispettivamente con Do e Fa ed abbassando il Si a Sib.... Il nostro fondamentalista tonale si sente male e sta per vomitare. Ma che è ? ma che è musica questa ? Il nostro amico che ha suonato così non è distratto nè pazzo, ha semplicemente fatto una scelta di far emergere un modo: il Dorico , che niente ha a che vedere con le scale maggiori dalle quali "nasce" perchè i modi sono ambienti e non scale , per chi vuole suonare modale. Chi li pensa come scale, finisce sempre e comunque vittima del pensiero e dell'analisi tonale per cui l'esempio che ho appena citato è inaccettabile ed obrobrioso. Per chi ha sviluppato un orecchio modale invece è pura poesia, è IL VERO modale.

I modi nascono millenni prima del sistema tonale e se ne infischiavano chiaramente di quest'ultimo ( è ovvio, manco esisteva .. ) . Non posso mettermi a sindacare i modi pensando alle tonalità di provenienza perchè uccido il modale per rientrare, senza esserne magari consapevole, nel tonale.

Non posso mettere in relazione il modale con il tonale, al massimo, posso fare il viceversa; perchè le scale maggiorni nascono dai modi e non il contrario .

Gli israeliti del 607 a.e.v. ( a.c. che dir si voglia ) non sapevano cosa fosse un do maggiore perchè "maggiore" per loro non significava nulla; ma cosa fosse un modo ionico lo conoscevano bene e girellavano tra i vari intervalli in modo ionico finchè gli andava , poi cambiavano modo andando ad esempio in frigio e girellavano all'interno di altre "tonalità" sempre in frigio, e così via ..

Spero di essere riuscito a spiegare il punto .

Il sistema da te adottato invece ( sempre che non abbia equivocato ) è quello classico dei " finti piedi in due staffe " tanto caro ai musicisti rock. Si chiamano i modi, ma si suona in tono , annullando di fatto il sistema modale ... Può sembrare una fusione tra i due mondi, ma non è possibile perchè se penso così , come da te citato, sono sempre e comunque tonale. Sempre.

Per diventare modale ho bisogno di smettere di pensare agli equilibri del tonale ed iniziare a guardare a quelli del modale, che non è soggetto alla gravitazione dell'1-3-5-7, ma in cui le note ed i colori assumono un valore interno al modo, a prescindere dall'armonia in sottofondo .

Non so se sono riuscito ad essere chiaro, non è mai facile in due parole e digitando poi sull tastiera di un pc ...

Un abbraccio

Vu :smile:

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Guest Nessuno

Ciao, devo essere sincero, non capisco il tuo approccio modale, quindi tanto per interscambio tra due culture diverse ti spiego il mio.

Ho fatto degli studi jazzistici per cui io non guardo il modo in se stesso ma i gradi, individuo la tonica di ogni accordo e da li costruisco la frase.

Un esempio pratico sarebbe se dovessi improvvisare su una sequenza tra gli accorordi DO 7 maj - Sib 7 maj, DO7/9, SOL # min 7 ...............tecnicamente tra loro non c'è rapporto tonale

Non penso minimamente al cambio di scala o a quanti modi posso fondere per me comanda la sigla dell'accordo, lo studio dei modi mi ha insegnato quali sono le note da evidenziare e quali sono le note da "contorno", per un passaggio da un accordo all'altro individuerò solo le toniche e le note che modulano da un accordo ad un'altro.

quando ti dico che comanda la sigla dell'accordo significa che se ho un DO min 7 individuo la tonica di DO.

Automaticamente essendo l'accordo minore so già la posizione sulla tastiera dei gradi cardine, III minore, V giusto, VII minore, essendo che nella sigla dell'accordo non c'è specificata nessuna nota in particolare potrò suonare le none e le tredicesime senza vincolo e quindi posso fondere tutti i e tre i modi minori perchè l'accordo lo prevede, diversa è la situazione se nellaccordo fossero specificate altre note esemp, DO min 7/9/13 in questo caso le sonorità del dorico vanno evidenziate per esigenza dell'accordo, nona e tredicesima minori andranno utilizzate come passaggio (tanto per essere didattici).

Dovendo passare ad un RE maj 7 individuerò solo la tonica, l'accordo è maggiore, quindi le note cardine sulla tastiera, di cui già conosco la posizione grazie ai modi, sono III maj, V giusto e VII maj, i modi ionico e lidio della scala maggiore insegnano che converrebbe suonare le none e le seste maggiori e che il IV giusto può essere usato come passaggio o ritardo e può essere sostituito, integrato dal IV aumentato, ma tutto questo si vede sulla tastiera come posizione delle singole note.

Lo studio dei modi è uno studio di visualizzazione delle note singole, chiamate gradi.

un grande musicista jazz diceva di vedere la tonica come un pianeta e tutti gli altri gradi sono i satelliti che gli girano intorno.

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Guest Vu-meter

Ciao, devo essere sincero, non capisco il tuo approccio modale, quindi tanto per interscambio tra due culture diverse ti spiego il mio.

Ho fatto degli studi jazzistici per cui io non guardo il modo in se stesso ma i gradi, individuo la tonica di ogni accordo e da li costruisco la frase.

Un esempio pratico sarebbe se dovessi improvvisare su una sequenza tra gli accorordi DO 7 maj - Sib 7 maj, DO7/9, SOL # min 7 ...............tecnicamente tra loro non c'è rapporto tonale

Non penso minimamente al cambio di scala o a quanti modi posso fondere per me comanda la sigla dell'accordo, lo studio dei modi mi ha insegnato quali sono le note da evidenziare e quali sono le note da "contorno", per un passaggio da un accordo all'altro individuerò solo le toniche e le note che modulano da un accordo ad un'altro.

quando ti dico che comanda la sigla dell'accordo significa che se ho un DO min 7 individuo la tonica di DO.

Automaticamente essendo l'accordo minore so già la posizione sulla tastiera dei gradi cardine, III minore, V giusto, VII minore, essendo che nella sigla dell'accordo non c'è specificata nessuna nota in particolare potrò suonare le none e le tredicesime senza vincolo e quindi posso fondere tutti i e tre i modi minori perchè l'accordo lo prevede, diversa è la situazione se nellaccordo fossero specificate altre note esemp, DO min 7/9/13 in questo caso le sonorità del dorico vanno evidenziate per esigenza dell'accordo, nona e tredicesima minori andranno utilizzate come passaggio (tanto per essere didattici).

Dovendo passare ad un RE maj 7 individuerò solo la tonica, l'accordo è maggiore, quindi le note cardine sulla tastiera, di cui già conosco la posizione grazie ai modi, sono III maj, V giusto e VII maj, i modi ionico e lidio della scala maggiore insegnano che converrebbe suonare le none e le seste maggiori e che il IV giusto può essere usato come passaggio o ritardo e può essere sostituito, integrato dal IV aumentato, ma tutto questo si vede sulla tastiera come posizione delle singole note.

Lo studio dei modi è uno studio di visualizzazione delle note singole, chiamate gradi.

un grande musicista jazz diceva di vedere la tonica come un pianeta e tutti gli altri gradi sono i satelliti che gli girano intorno.

Tutto questo è perfetto, logico e meraviglioso, jazzistico e completo in sè; ma è un pensiero "tonale" . Infatti, tu stesso dici che ti interessa in primis la tonalità dell' accordo e che poi soppesi le altre note appartenenti al modo scelto in base all'accordo diventando queste necessarie o contrarie al buon uso, proprio in base alla loro "gravitazione". E' un approccio ai modi, fermo restando il fulcro tonale, con le sue gravitazioni. Splendido, per altro .

Però il pensiero modale è diverso, si basa esclusivamente sugli equilibri che si formano internamente al modo e non ha rapporti con l'esterno e/o verso la tonalità. Mi viene in mente ad esempio Fripp ed anche alcune cose di Scotfield o perfino alcuni lavori solisti di Summers. La musica modale è assai antica, molto più della tonale e viaggia su filosofie diverse .

Non sto dicendo che il tuo approccio è sbagliato , me ne guardo bene. E' sensato , logico e anche difficoltoso. I risultati sono in migliaia di brani jazz, fusion , ecc ( Gambale ad esempio o Henderson ) .. ma ... è comunque un approccio tonale . Solo per puntualizzare.

E poi, lo dice anche Bru che tonale e modale sono diversi .. basta guardare le foto .. :lol:

Il "tuo" approccio ai modi va benissimo ed anzi, mi piacerebbe tanto sentirti suonare perchè sono convinto che tu sia di una scuola che io apprezzerei da morire ( adoro il jazz ) :wub: .

Ecco, adesso per lo meno ci siamo riusciti a chiarire definitivamente, almeno penso .. io ora ti ho capito perfettamente . :beer:

Un saluto e ... sarebbe bello fare una jam !!

Vu :smile:

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Guest Nessuno

Si mi piacerebbe, ho fatto degli studi jazzistici prima da solo e poi con un bravo insegnate, poi ho abbandonato perchè ho l'anima troppo Rock, il jazz non era il mio genere, me la cavicchio.

Prevalentemente suono Hard Rock (Aerosmit, ZZ top, AC/DC, Gunz ed affini) solo ultimamente mi sono appassionato al Blues mmm..........chiamiamolo di stampo Vintage.

vediamo se ho capito, quindi mi stai spiegando che il mio approccio resta tonale perchè per ogni accordo singolo rispetto tonica, struttura ed equilibri interni? però attenzione non ne rispetto necessariamente la tonalità, tonica e tonalità sono due cose diverse.

Io su un DO min 7 posso individuare Tonica e quatriade per avere dei riferimenti, ma applicando il modo non sono in tonalità di DOminore, sto usando la tonica di DO come riferimento il che è diverso.

Applicando ad esempio il dorico all' accordo di DO min 7 sarò in tonalità di SIb maggiore.

io ho sempre visto la tonalità come una sequenza di accordi tutti riconducibili ad un unica scala, mentre il modale (trattasi di blanda definizione) si ottiene suonando per ogni accordo il suo rispettivo modo/scala.

A questo punto vorrei capire qual'è il tuo modo di suonare modale, RE maj 7 per quanti modi potresti utilizzargli sempre in RE lo dovresti suonare, possono cambiare i gradi interni ma se l'accordo è RE è RE.

poi il dicorso dell' in e out è un'altra cosa (sembre riferito ai miei studi ), il muoversi fuori scala è soprattutto usato per creare tenzione all'interno del brano, è un approccio legato anche al tempo ed esattamente su secondo e quarto movimento, al quarto esci fuori scala e rientri, rispettivamente tenzione e risoluzione, infatti sul quarto movimento si usa trasportare la scala con un copia incolla :sorrisone: di un semitono avanti o uno indietro.

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Quoto Vu-Meter in tutto e per tutto. Non si può pensare modale all'interno di una sequenza di accordi tonali; cambiare una settima di tanto in tanto, aumentare una quarta per una battuta non ha nulla a che vedere con il modale. Se il contesto non è di per sè modale, ovvero se non lo è il brano, la cosa non funziona. Ed è vero che c'era molta più musica modale allora che adesso; non basta una sortita lidia ogni tanto per suonare modale. Non è questione che si risolve all'interno di una battuta. I brani modali sono ossessivi, il basso rimane quasi fermo, gli accordi sono pochissimi.

Ad esempio, il lidio è questo, non certamente satriani o vai:

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Guest Vu-meter

Si mi piacerebbe, ho fatto degli studi jazzistici prima da solo e poi con un bravo insegnate, poi ho abbandonato perchè ho l'anima troppo Rock, il jazz non era il mio genere, me la cavicchio.

Prevalentemente suono Hard Rock (Aerosmit, ZZ top, AC/DC, Gunz ed affini) solo ultimamente mi sono appassionato al Blues mmm..........chiamiamolo di stampo Vintage.

vediamo se ho capito, quindi mi stai spiegando che il mio approccio resta tonale perchè per ogni accordo singolo rispetto tonica, struttura ed equilibri interni? però attenzione non ne rispetto necessariamente la tonalità, tonica e tonalità sono due cose diverse.

Io su un DO min 7 posso individuare Tonica e quatriade per avere dei riferimenti, ma applicando il modo non sono in tonalità di DOminore, sto usando la tonica di DO come riferimento il che è diverso.

Applicando ad esempio il dorico all' accordo di DO min 7 sarò in tonalità di SIb maggiore.

io ho sempre visto la tonalità come una sequenza di accordi tutti riconducibili ad un unica scala, mentre il modale (trattasi di blanda definizione) si ottiene suonando per ogni accordo il suo rispettivo modo/scala.

A questo punto vorrei capire qual'è il tuo modo di suonare modale, RE maj 7 per quanti modi potresti utilizzargli sempre in RE lo dovresti suonare, possono cambiare i gradi interni ma se l'accordo è RE è RE.

poi il dicorso dell' in e out è un'altra cosa (sembre riferito ai miei studi ), il muoversi fuori scala è soprattutto usato per creare tenzione all'interno del brano, è un approccio legato anche al tempo ed esattamente su secondo e quarto movimento, al quarto esci fuori scala e rientri, rispettivamente tenzione e risoluzione, infatti sul quarto movimento si usa trasportare la scala con un copia incolla :sorrisone: di un semitono avanti o uno indietro.

Ah, lo vedi che cominciamo a capirci ? Sei l' erede inconsapevole di Joe Pass !! Stupendo ..

Quoto Vu-Meter in tutto e per tutto. Non si può pensare modale all'interno di una sequenza di accordi tonali; cambiare una settima di tanto in tanto, aumentare una quarta per una battuta non ha nulla a che vedere con il modale. Se il contesto non è di per sè modale, ovvero se non lo è il brano, la cosa non funziona. Ed è vero che c'era molta più musica modale allora che adesso; non basta una sortita lidia ogni tanto per suonare modale. Non è questione che si risolve all'interno di una battuta. I brani modali sono ossessivi, il basso rimane quasi fermo, gli accordi sono pochissimi.

Ad esempio, il lidio è questo, non certamente satriani o vai:

Un mito !! l'avatar di Hello Kitty poi meriterebbe un applauso ( io vorrei tutto Hello Kitty anche i saponi da bagno !)

Un abbraccio

Vu :smile:

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Guest Nessuno

Si Cash sono d'accordo, il brano deve essere modale, in una sequenza tonale non ha senzo pensare modale, ma questo è quello che ho detto anche io, anche se io dico pure che l'uno non elimina l'altro.

La curiosità è l'applicazione pratica, io in ambito modale a secondo degli accordi individuo le toniche e le note modulanti e mi regolo con i gradi cambiando approccio secondo quello che prevede la sigla dell'accordo.......... maj 7, min 7/9b/13, min 7/5b etc........., e questo è il mio approccio, non guardo nessuna scala ma individuata la tonica e la famiglia dell'accordo tutte le altre note si adeguano, ora si sta dicendo che non è un approccio modale ma resta sempre tonale, volevo capirne il perchè.

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Quoto Nessuno: anche io individuo le fondamentali e poi aggiungo il resto anche perchè in passato ho studiato le scale diatoniche con scarsi risultati, poi sinceramente son passato al sistema CAGED, ho cominciato dagli scheletri degli accordi costruiti unicamente dalla fondamentale, poi ho aggiunto le terze costruendo tutte le triadi, poi la settima minore e di dominante suonando così le quadriadi, poi la quarta creando le pentatoniche..poi il secondo/nono grado per le esatoniche ed infine il sesto/tredicesimo per le diatoniche, il tutto condito con gli scheletri del sistema caged e tonnellate di frammenti di arpeggi e position shifting.

Ora sinceramente suonare modale per me è davvero semplice infatti consiglio il caged a tutti coloro che vogliono imparare qualcosa senza difficoltà, in quanto i modi alla fine son solo delle "distanze" differenti, non c'è niente di esoterico ma solo tanta confusione e spiegazioni complicate ;)

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Guest Vu-meter

Si Cash sono d'accordo, il brano deve essere modale, in una sequenza tonale non ha senzo pensare modale, ma questo è quello che ho detto anche io, anche se io dico pure che l'uno non elimina l'altro.

La curiosità è l'applicazione pratica, io in ambito modale a secondo degli accordi individuo le toniche e le note modulanti e mi regolo con i gradi cambiando approccio secondo quello che prevede la sigla dell'accordo.......... maj 7, min 7/9b/13, min 7/5b etc........., e questo è il mio approccio, non guardo nessuna scala ma individuata la tonica e la famiglia dell'accordo tutte le altre note si adeguano, ora si sta dicendo che non è un approccio modale ma resta sempre tonale, volevo capirne il perchè.

Perchè ragioni in termini tonali : guardi le fondamentali degli accordi , pensi alle scale dai quali nascono e valuti le modulanti, ecc.. Il modale non verte su questi ragionamenti, si "limita" a pensare a come il modo è costruito e a proposrti lo stesso stereotipo ( finchè il compositore non si stanca ) di intervalli. Non sono troppo interessato a rimanere rispettoso delle note che compongono l'accordo sottostante o le sue modulanti per non andare in dissonanza, ma penso agli intervalli del modo che ho scelto e li applico a mio puro piacimento e gusto ( il significa che posso creare delle dissonanze spaventose ) .

Esempio putrido : il piano sta martellando un do-7 .. sai che faccio io ? faccio un bel Do ionico, poi passo a Sol ionico, poi passo a Re ionico.. perchè ? perchè voglio far sentire il modo ionico. Fa schifo ? Può essere ... è sbagliato ? dal punto di vista tonale sì , ma il modale è proprio questo; nato millenni prima del tonale e papà di quest'ultimo che è a tutti gli effetti una "limitazione" del primo soggetto a regole più ristrette.

in quanto i modi alla fine son solo delle "distanze" differenti, non c'è niente di esoterico ma solo tanta confusione e spiegazioni complicate ;)

Scusami, ma mi dissocio totalmente da questa idea. In realtà credo che la confusione sia proprio in questo discorso, oggettivamente errato. Dire che i modi sono delle "distanze" differenti ( penso ti riferissi agli intervalli ) è errato in quanto i modi sono i medesimi intervalli della scala maggiore . Non è una questione di essenza , ma di utilizzo . Se io adopero un fermacarte per evitare che mi volino via i fogli sulla scrivania , sto usandolo per un suo scopo primario, se invece lo adopero per rompere la testa a mia moglie perchè mi è un tantino antipatica, il fermacarte resta tale, la sua esenza non cambia, ma l'uso che ne faccio io sì e direi che i risultati sono assai differenti .. tu che ne dici ? vuoi che lo chiediamo a mia moglie ? ops ... ora non può più rispondere ... :lol:

Vu :smile:

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Additare il mio discorso come errato quando non sai cosa intendo per "distanze" che potrebbero essere anche il numero di tasti sulla chitarra ;) So benissimo che gli intervalli sono i medesimi della scala maggiore, semplicemente detto da fessi invece di fare ttsttts come nello ionico ad esempio nel dorico si ha tstttst nel frigo stttstt dunque un la ionico sarà: la si do# re mi fa# sol# la, un la dorico: la si do re mi fa# sol la mentre il la frigio: la sib do re mi fa sol la etc etc.....

Non è niente di difficile, possiamo fare paroloni girarci intorno ma le note quelle sono ;)

Poi sincero suonare modale si può anche fare ripetendo box su box, impari il dorico e vai all'infinito tanto le forme geometriche sulla chitarra sempre quelle sono...

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Guest Nessuno

Perchè ragioni in termini tonali : guardi le fondamentali degli accordi , pensi alle scale dai quali nascono e valuti le modulanti, ecc.. Il modale non verte su questi ragionamenti, si "limita" a pensare a come il modo è costruito e a proposrti lo stesso stereotipo ( finchè il compositore non si stanca ) di intervalli. Non sono troppo interessato a rimanere rispettoso delle note che compongono l'accordo sottostante o le sue modulanti per non andare in dissonanza, ma penso agli intervalli del modo che ho scelto e li applico a mio puro piacimento e gusto ( il significa che posso creare delle dissonanze spaventose ) .

Esempio putrido : il piano sta martellando un do-7 .. sai che faccio io ? faccio un bel Do ionico, poi passo a Sol ionico, poi passo a Re ionico.. perchè ? perchè voglio far sentire il modo ionico. Fa schifo ? Può essere ... è sbagliato ? dal punto di vista tonale sì , ma il modale è proprio questo; nato millenni prima del tonale e papà di quest'ultimo che è a tutti gli effetti una "limitazione" del primo soggetto a regole più ristrette.

Vu :smile:

Comparuzzo, io ho capito cosa dici ma non ne condivido o forse sono io che non capisco il senso.

Se parliamo di concetto modale storico io ho studiato un pò di storia su i modi ed un punto importante è che quando esistevano solo i modi non esisteva la polifonia, quando i suoni grazie alla polifonia sono stati organizzati in accordi è nato il concetto di tonalità e di modalità applicato ad essi che a sto punto dovrebbe (forse, non ci giurerei più :sorrisone: ) essere quello di cui ho parlato io.

Se stai parlando del concetto modale antico è un discorso diverso oggi Nessuno :sorrisone: suonerebbe su un DO - 7 un DO Ionico, un Sol ionico ed un Re Ionico, o meglio si può fare tranquillamente ma il sistema moderno te li farà vedere sotto un altra luce.

Esempio di luce diversa:

Il Do ionico applicato al DO - 7 sarebbe un ipoionico della minore armonica con il III maggiore che non è che ci stia male per forza dipende da come lo utilizzerai tu improvvisatore, il Sol ionico non è altro che un lidio di DO quindi stesso discorso di prima ma con un 4# in più, un RE ionico è un locrio di DO# quindi un minore 7/5b, volendo utilizzabile all'interno del DO - 7 per suonare out, il metodo odierno è decisamente superiore, ed a parere personale più corretto, certo quando non esistevano gli accordi era un'altra storia.

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