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Showing content with the highest reputation since 14/09/2010 in Risposte

  1. Il tema, che adoro, non è mio; l'ho rubato a David Pieralisi. Mi sono divertito col mio J20 ed il suo tremolo. Tele '66. L'audio è un mix tra un Rode NT2-A (dry) e Ox in stereo con abbondanza di reverbero e delay.
    24 points
  2. Provo a mettere in ordine sparso delle conclusioni a cui sono giunto - e non da ora - sul mio rapporto con lo strumento. Probabilmente la quarantena, anzi, per me la quarantina a fronte dei kg ripresi, favorisce questa sorta di processo catartico volto a riconoscere come reali e ineluttabili dei pensieri latenti, a volte già sfiorati da una considerazione di natura sia cerebrale che emotiva, ma mai affrontati con la consapevolezza di diventarne davvero consapevoli (apparentemente sembra un gioco di parole, ma non lo è). Può capitare che nella vita un frangente anche insignificante o un episodio episodico (come sopra) fungano da catalizzatori e facciano emergere prepotentemente la realtà ("all'apparir del vero" scrisse un poeta). Sono un chitarraio. Ieri stavo strimpellando come se non ci fosse un domani (che sarebbe stato oggi, per la cronaca), quando in prima battuta ho pensato "ammazza che chitarra di merda". In diverse parti della tastiera frustate e ronzii come di vespe incazzate, corde durissime, cigolii, bending che a volume spento più che riprodurre note sembravano imitare il rollio e i rumori tipici di un galeone spagnolo. E qui la prima folgorazione sulla via di Damasco: la chitarra non è di merda, sono le mie mani a essere forgiate di tale sostanza, dalla quale, in questo caso non nascono nemmeno i fiori. Lo sapevo già, ma ne ho preso atto: non sono assolutamente capace di settare lo strumento. Solo la prospettiva del cambio delle corde, che eseguo anche a intervalli di anni (l'ultima volta è andata bene, solo dieci mesi), turba la serenità dei miei sonni. Tornando, tuttavia, allo strumento, devo altresì ammettere che non sia così speciale, se non fosse che è l'unico. Nell'arco della mia poco onorabile carriera di impostore della seicorde non ho avuto tante elettriche e mai più di due allo stesso tempo; tuttavia, tra le mie mani indegne mi sono capitati anche degli strumenti di buona fattura che, in un turbinio di scelte improvvide, ho via via abbandonato per poi ritrovarmi con l'attuale manico di scopa, rimettendoci anche, tra l'altro. E qui la seconda folgorazione: la mia gestione tecno-economica del gear (ah, il gear!) è stata quanto meno scellerata. A parte il discorso su chitarre e ampli, intorno ai quali, tutto sommato, non ho girato troppo, mi sono perso nel labirintico e compulsivo mondo delle scatolette, cambiandole più spesso che le mutande, e anche in questo caso, in un delirio di corsi e ricorsi, di miseria e nobiltà, perdendo soldi che avrei investito o sperperato meglio in altre cose. Gas, hype, mode, promesse di terre promesse, che suono, ah il distorsore liquido, il delay organico, maronna che pasta questo riverbero, senti che dinamica (ma che minchia è, alla fine?!), chi più ne ha più ne metta: il tutto per ritrovarmi a costruire parvenze di suoni che voglio credere di alta qualità e di bellezza eterea, ma che, anche qui all'apparir del vero, si rivelano per ciò che sono davvero, cioè simulacri di qualcosa di non raggiungibile senza mani, chitarra e ampli adeguato. Suoni di merda, in sintesi. Non solo. Mi sono anche reso conto che, anche nel momento in cui l'allora gruppo girava bene e lasciava presagire sviluppi interessanti, non compravo pedali per suonare, ma suonavo per comprarli, convicendomi anche di migliorare nell'esecuzione. E qui siamo alla terza e più importante folgorazione: non so suonare. Non so suonare. Da ragazzino ho preso qualche lezione di chitarra folk (allora si diceva così) da un tizio poi, ahimè, andato in esaurimento nervoso, per ritrovarmi ad accompagnare le celebrazioni di monsignore (perdonami, Ale, se ho mutuato una tua creazione); poi, ho comprato la prima chitarra elettrica ed è cominciata la farsa. Mai fatto un esercizio, mai provato una scala, mai il metronomo, mai curato l'impostazione del plettro, mai badato alla costruzione di accordi, mai sforzato di educarmi al timing, niente di niente. Forse per pietà, più probabilmente per incompetenza, la gente mi diceva che sarei diventato molto bravo. E io ho continuato imperterrito nella mia attitudine di fancazzista, ascoltando magari i grandi dello strumento (e nemmeno tanto, perché molti chitarristi famosi non li conoscevo o non li cagavo) e cercando di imitarli alla carlona, senza applicazione né dedizione. Ad un certo punto, per giustificare la mia imperizia con lo strumento, ho abbracciato il credo fasullo che si basa sul dogma altrettanto fasullo che sono meglio poche note suonate con trasporto che tante eseguite senza anima. Dentro di me, invece, rosicavo perché non ero in grado di suonare riff o lick veloci e soprattutto precisi. Ecco, la precisione: probabilmente non sono mai stato in grado di suonare esattamente la stessa cosa per due volte. A volte, anzi, quasi sempre, non so né come né perché riesca a suonare certi passaggi. Non parliamo, poi, della mia (in)capacità ritmica! Sono uno di quelli che si è buttato nelle produzioni originali, perché, a fronte della sua scarsa padronanza dello strumento, non sarebbe stato in grado di cimentarsi con le cover. Sì, mi è capitato spesso di suonarle, ma raramente sono riuscito ad avvicinarmici realmente o, addirittura, ho cambiato arrangiamento a mio uso e consumo. Mi riconosco un po' di orecchio e una buona capacità di analisi delle altrui performances (aver lavorato per molti anni con un service professionale mi ha aiutato o viceversa), ma le mie competenze si esauriscono qui. Il paradosso è che ho suonato spesso in giro, anche di fronte a un pubblico importante, e ho registrato album ed EP: la grande truffa del rock 'n roll... Nel tempo sicuramente ho imparato a fare nuove cose, ma parallelamente ho perso la capacità di farne altre, proprio per il mio deficit di preparazione tecnica e teorica e, why not, perché di fatto per me la chitarra non è fonte di vita come per molti e spesso giace a prendere polvere nel buio prima che mi decida a prenderla in mano: l'indolenza applicata alla musica. Da anni scrivo e a volte pontifico nei forum, ma chi sono io di fronte a gente che davvero sa suonare, che ha studiato, che sa come trattare uno strumento? Se ci fate caso, ho sempre scritto quasi esclusivamente nella sezione dei pedali, perché altrimenti avrei poco o nulla da dire o da dare (tralascio le mie fasi complottiste, le prese di posizione e le insensate diatribe per le quali ancora provo vergogna e di cui mi devo scusare con diversi tra voi). In verità, anche se apprezzo gli strumenti di pregio e mi piace ascoltare i bei suoni su circa il 99% delle questioni che vengono trattare qui dentro non ci capisco una mazza! Anche se potrei andare avanti, mi fermo qui. Vi chiederete quale possa essere il motore primo alla base di quanto ho appena scritto: desiderio di essere compatito o di sentirsi dire che non è vero? No, piuttosto vorrei candidarmi autorevolmente al 3d demmerda nell'anno del Signore 2020, andando ad arricchire il mio palmares... In realtà avevo bisogno di una sorta di sfogo e di togliermi anche una curiosità: citando un verso di Waters, "does anybody else in here feel the way I do?"
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  3. Giusto perché stamattina ascoltavo il live a Woodstock di Dio... e per togliere quella monotonia.. Manca ancora la lucidatura ma dopo tanto che non dipingevo è stato divertente...
    20 points
  4. Ciao ragazzi vi posto un paio di lavoretti fatti con alcuni amici per ingannare il tempo in quarantena. Purtroppo posso capire che il jazz abboffa un po' la minchia ma comunque questo passa il convento per ora. Un salutazzo a tutti.
    20 points
  5. ECCOLO IL REGALO DI NATALE IN EXTREMIS!!!! Il famoso video di Don Bread menzionato da Cash!!! Recuperato dagli archivi del web in tutto il suo splendore!!!! Buona visione e buon ascolto !!!!
    19 points
  6. Vi presento la ultima di casa, Blackbeard guitar 034 “La Cavrèta” nasce tutto da una richiesta di Info al Bravo Paolo Lardera,3 chiamate per spiegare e capire la mia idea di chitarra grezza..worn,schietta e senza fronzoli,direi proprio come una capra..animale che adoro. Paolo mi manda 4 foto di relmente e visto che ci siamo capiti subito il legno ed il manico sono già scelti. prima del suono e feel volevo però proprio fare un plauso proprio a Paolo per comunicatività e per la sua filosofia e il carattere che danno le sue creazioni corpo in un vecchio Abete ed un frassino olivastro che è una gioia per gli occhi,manico reverse con una sezione di manico generosa e piena unita al radius di 9.5 danno subito la sensazione di chitarra già usata e il feel nasce spontaneo. esteticamente per me è è stupenda,la capra che avevo mandato come immagine per la incisione è perfetta e il battipenna non copre il body eccessivamente. la forma del battipenna è perfetta per me. Per quanto riguarda l’elettronica abbiamo un volume con treble bleed,che poi Paolo ha deciso ascoltandola in primis di dotare di un secondo treble bleed per attenuare leggermente le alte che potrebbero essere eccessive ..ma. Il pickup è in neodimio ed è stato proposto da Paolo a me e siccome la curiosità era tanta ho accettato,idea splendida perché a livello di suono si ha una maggiore uscita ma non si cade nella pastosità del sovraavvolgimento. il suono quindi che nasce è… una sberla,veloce apertissimo e schioccante,molto molto presente la dinamica e molto presenti le armoniche sulle alte..per certi versi richiama lo scampanellio delle vecchie rickenbacker ma con le palle. Si con le palle perché la chitarra sulle frequenze basse è piena ma molto veloce e asciutta,le alte sono super armoniche e molto presenti ma la vera sorpresa sono le medie ,medio basse quasi da territorio paf style. percussive,piene ma non troppo oltre. dinamicamente mi sta davvero piacendo questo sottile equilibrio che si crea dosando il volume di questo strumento..che come noto passa da funk a fuzz rock,pure qualche puntata di stoner non gli manca Posso solo dire,grazie Paolo,sono contento…probabilmente proverò a ragionare per un altra chitarra sempre fatta da lui più avanti,magari ancora con qualche idea stramba!
    17 points
  7. e tutto pe non volé mette un cazzo de tap tempo...
    17 points
  8. http://captiongenerator.com/438582/2-fuzz-in-1 attivate i sottotitoli !
    17 points
  9. Una bella straterella sotto l'albero E anche il fuzz Behringer, arrivato giusto giusto alla vigilia.
    16 points
  10. povero tentativo con tanto coraggio.... oops link non funzionava..ecco
    16 points
  11. Buondì Radiochitarrai! Dopo averla sentita più e più volte, gasato come una scimmia soprattutto dalle varie demo del buon Gianca (che sa farlo parecchio bene quando non si sdraia sui binari), ho rotto le scatole a Lorenzo per farmi fare sto ampli spettacolare. Ce l'ho da quasi una settimanella e ancora lo sto scoprendo, non gli rendo minimamente giustizia ma non me ne frega assolutamente niente, mi ci diverto un botto. Si tratta di quella che possiamo definire la V2 della Bitch di Lory, si dice addio al pannello nero, io l'ho chiesta il più possibile plexi style e Lorenzo mi ha accontentato, non so se poi anche le prossime avranno la stessa identica livrea. Sicuramente il buon Lory sarà ben più prodigo di chicche tecniche, posso dirvi che si tratta di una Bitch con selettore della rettifica (valvole - solid state), controllo di negative feedback, controllo thump (simile ma diverso rispetto a un depth), pull sul volume per il comando smooth, consueto switch xXx a tre posizioni, loop effetti, eq a 3 bande, presence, master e gain. Infine una chicca spettacolare, il selettore structure... trasforma l'ampli, lo ripulisce e rende capace sta ragazza di puliti ancora più belli e godibili (e già prima non si vergognava), ti porta in territori quasi JTM, veramente spettacolare. Pompando il gain anche con lo structure inserito si arriva a saturazioni importanti, in modalità normale conoscete già la bestiola. Avevo fatto una demo da condividere coi soliti ignoti su uozzapp, tuttavia Lory mi ha autorizzato a diffonderla, par che esecuzione pessima a parte non suoni male (la testata)! Nel video spiego un po' che ho combinato, comunque sono con un greenback nella grossmann, microfonato con dinamico e nastro. Aggiungo da daw un po' di reverb e delay per ambiente, che mi piace sempre avere quando sbrodolo note a caso. Il video è lungo, però diviso a capitoli, quindi quando vi annoiate o volete provare a "sentire" determinate cose potete andare avanti... Sto amplino meriterebbe ben altre mani e altra ispirazione, ma io me lo godo e forse è la volta buona che mi decida a riprendere a studiare. Ultima nota di colore sul case... nel senso che o era avorio o era avorio... abbiamo avuto fortuna che lory avesse in casa questo prototipo di dimensioni insolite, altrimenti toccava industriarsi e farsene fare uno su misura perché sennò non mi entrava nello scaffale. Probabilmente sarei andato sui soliti elephant blue o scarlett red, ma alla fine me ne sono innamorato e secondo me la rende elegantissima... Bando alle ciance, se vu avete i coragg' (come dighen a prade guell ghe ci stann da diciottonoveanni), a voi l'ascolto!
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  12. Buona Pasquetta a tutti È un po' di tempo che scrivo poco, anche se leggo quasi sempre... tra lavoro e impegni familiari, DAD, videolezioni, il tempo è sempre più scarso purtroppo. Nell'ultimo anno, come già sapranno tutti quelli con cui mi sento tramite whapp, facebook ecc, ho fatto un po' di cambiamenti al parco chitarre... "un po' " è un leggerissimo eufemismo, visto che in pratica ne ho vendute un buon 60%, sacrificate sul dispendioso altare del vintage Oggi ve ne presento una, l'ultima arrivata: è una Les Paul goldtop del 1952, tutta originale custodia compresa, in condizioni praticamente mint sia esterne che interne... non c'è neanche una saldatura rifatta. Il ponte montato adesso (e visibile nelle foto) è un Mojoaxe, ideale per donare una suonabilità "moderna" a queste prime Les Paul che avevano un angolo di 1⁰ per il manico, ed è anche compensato per un'intonazione perfetta lungo tutta la tastiera; il suo bridge originale è conservato in custodia ed in qualunque momento può essere rimontato (anche se onestamente non trovo nessun motivo valido per farlo), perché il mojoaxe si installa senza nessuna modifica alla chitarra. Quando è arrivata aveva i anche i suoi tasti originali, ormai agli sgoccioli, così ho preferito refrettarla con un classico tasto Jescar 45100, la misura classica montata nelle '59. Per finire... un piccolo video, nato come sempre per essere condiviso tra pochi amici, ma che penso possa essere interessante per tutti, anche solo per far vedere come una chitarra di questo periodo - a volte poco considerata negli anni passati per via di una suonabilità un po' più laboriosa - possa diventare uno strumento mostruoso con pochi semplici accorgimenti. Il setup utilizzato nel video è: Chitarra: Les Paul 1952 Ampli: GloryLuxe Overdrive: Kingtone Duellist e BluesPower Fuzz: Spaceman Titan II Delay: HX stomp Nel video specifico via via cosa sto usando di volta in volta Enjoy!
    16 points
  13. Il 2020 è stato un anno terribile (e anche questo 2021 diciamo che per ora non è che sia una favola) ma posso dire che sono incappato in un progetto di restauro che mi ha entusiasmato e mi ha fatto dimenticare in quei momenti le cose peggiori di lockdown, zone rosse, ecc... Prima di tutto volevo ringraziare per il supporto "morale e spirituale" @mosquito3 e @guitarGlory (Mosquito anche per avermi venduto una bella coppia di pickups!) ma soprattutto Simone Assunto della Liuteria Cocopelli perché senza di lui davvero non ce l'avrei fatta... La scorsa estate ho trovato su mercatino musicale una Gibson Les Paul Custom "project". Una chitarra riverniciata e con pochissime parti originali. Dopo l'acquisto la mia intenzione era quella di riportarla al colore originale (nero che si intravedeva in alcune cavità dello strumento) e ripristinare quasi la totalità dei pezzi originali. La chitarra era stata riverniciata totalmente bianca (anche il fronte paletta!) con qualcosa che credo si usi nei mobilifici per laccare le ante dei mobili. Una finitura così spessa e dura che per sverniciarla senza fare troppi danni ci ho perso giornate intere (e credo di aver acquisito la cittadinanza onoraria veneta per le bestemmie che ho tirato). Dopo averla presa l'ho suonata un pochino così com'era. Purtroppo dopo le prime fasi di sverniciatura mi sono accorto di un problema alla barra trussrod. Un bel problema che mi ha tenuto bloccato mesi. Avevo valutato diverse opzioni: il kit di stewmac oppure la sostituzione dell'intera barra. Alla fine ha vinto la seconda opzione anche se molto più impegnativa e il lavoro è stato magistralmente eseguito da Simone. Durante le operazioni di scollaggio tastiera si è accorto che la barra era già stata sostituita (malamente) da uno dei precedenti proprietari. La striscia di acero era stata sostituita con una di mogano ed era stata inserita una toppa di mogano sotto la tastiera (roba da matti!). Anche il binding del manico non era originale ed era stato sostituito con uno composto da più strati (ma tutti bianchi). Ah dimenticavo le foto della "toppa" e della ricostruzione della sede del trussrod. Sopra invece, nella penultima foto, vedete la tastiera con il nuovo binding (in attesa dei dots) appoggiata al manico prima di essere incollata con la hot hide glue. A questo punto ho potuto finire il lavoro di sverniciatura stando bene attento a non rovinare il binding originale del fronte/retro body e quello della paletta (ricordate le bestemmie?) Proseguiamo poi con le operazioni di preparazione alla verniciatura: Ecco, la parte frontale della paletta è stata anche stuccata propriamente nelle zone "nere" che si presentavano carenti di materiale: Visto che c'eravamo Simone mi ha fatto un bel capotasto in osso così che da verniciata lo strato di trasparente ingiallito si potesse vedere anche sui lati del manico: Adesso il vero e proprio lavorone: la verniciatura a nitro. Ho scelto di farla con le vernici Nitorlack di Valresa perché secondo me sono quelle attualmente più simili alla nitro "vecchia scuola". Come esperimento ho preso anche la loro nitro trasparente che "fa da sola il checking". Su questa chitarra l'effetto è risultato molto realistico (checking diffuso con un pattern molto casuale come le custom degli anni'50). Dovessi farlo per una standard sicuramente non la userei perché non si ha il controllo di come partono le crepe. Però sono molto soddisfatto del risultato! Applicazione del fondo turapori: Prime mano di colore: Una volta data l'ultima mano di nero Simone ha ripulito binding e madreperla per l'applicazione della nitro trasparente: Un test del giallo su un pezzo di binding: E via! Prima della lucidatura finale la vernice si era già piacevolmente crepata: Qui lucidata pronta per le parti! E qui le fasi finali: Delle parti originali praticamente c'erano solo il wiring harness coi potenziometri e i condensatori, lo stoptail coi perni, il battipenna e le plastiche copri vano posteriori (le meccaniche che mi sembravano originali erano invece una riproduzione Japan). Tutto il resto è vintage (a parte le rings dei pickups) e l'ho reperito fra il mio stock personale di parti (vedi reflectors che sono davvero vintage), Ebay, Reverb e il buon Mosquito3. Ah, il trussrod è davvero NOS del periodo. Ne ho recuperato un "mazzetto" fra strandard size e 3/4 tutti da un mio amico collezionista che aveva svuotato i magazzini di Monzino/Mogar una ventina di anni fa. La chitarra secondo me è venuta molto bene. Certo che se avessi avuto qualche soldo in più da dedicarle l'avrei refrettata perché i precedenti proprietari avevano fatto un lavoro un pochino da pressapochisti "chippando" tanto la tastiera, crepando degli inlays e montando dei tasti jumbo. Per ora ho fatto solo una rettifica d'obbligo per renderla suonabile. E devo dire che suona davvero bene! Lo rifarei? Forse sì ora che so che posso contare su gente davvero in gamba.
    16 points
  14. ...e niente @Mirko riappare e parla di tele, io invece di Les Paul pur non amandole molto, il mondo sta cambiando. Ho aperto una nuova rubrica che si chiama "Le chitarre che vorrei" sul mio canale youtube se vi piace questo primo video mettete pure like e commentate, abbiate pazienza se non è tutto corretto quello che dico perchè su certe cose ho dovuto documentarmi parecchio, in fondo ho sempre amato molto di più suonarle che parlarne. Il comodino in questione comunque è abbastanza fotonico!
    16 points
  15. Scrivo due righe e qualche riflessione, un po’ per rendervi partecipi di ciò che sta accadendo nel mondo dell’elettronica in modo sempre più dilagante e un po’ perché voglio utilizzare il Forum come sfogo/terapia visto che tra un po’ mi sa che devo andare dall’analista . Chi mi conosce un pelino più in profondità sa che sono un pignoletto rompicoglioni e che, per quanto riguarda il Suono, sono sempre molto esigente. Dal 1980 sono entrato nel mondo della musica cominciando a suonare la chitarra classica, poi la folk e dal 1985 l’elettrica con pedalini, amplificatori e multieffetti, quindi un pelino di esperienza sul suono penso di averla acquisita nel corso degli anni. Ora produco pedali, ampli e parallelamente faccio riparazioni su strumenti musicali vecchi e nuovi. Per quanto riguarda le priparazioni di strumenti di nuova generazione e parlo di ampli da chitarra, pedalini, multieffetti ma anche casse monitor, preamplificatori da studio e qualsiasi cosa che suoni, trovo sempre più elettroniche progettate al risparmio. Intendo assemblaggi in smd con componentistica spesso sottodimensionata, amplificatori in classe D, costruzioni che abbattono tutte le barriere e i concetti di musicalità sviluppati in anni e anni di progettazzione e anche tra i marchi più importanti si va verso questo limite. Oltre al fatto che le riparazioni di questo genere diventano sempre più difficili se non impossibili e spesso, invece del singolo componente guasto, si è costretti a buttare la scheda intera e la si sostituisce con quella nuova. Dal punto di vista sonoro si va sempre più in una direzione che proprio non mi piace, tagli di frequenze assurde, frequenze medie assenti, spettro sonoro senza le armoniche principali, dinamiche non rispettate, rumori digitali ad alta frequenza, rumori di clock ed altre amenità varie. Il prezzo di tutte le apparecchiature elettroniche è diventato molto più alla portata del cliente medio e tutti ne stiamo beneficiando è verissimo, non ci stiamo accorgendo però del continuo degrado sonoro che stiamo subendo e che va a discapito sempre più della MUSICA. Quando prendo in mano un’elettronica datata o una nuova ma progettata con criteri vintage, sento immediatamente la differenza…io tornerei indietro molto volentieri, questo è il mio pensiero.
    15 points
  16. Buongiorno a tutti! Dopo anni passati a giocare principalmente con le Gibson, ultimamente, per "colpa" di alcuni amici che mi portano da provare chitarre clamorose di ogni tipo, e di galeotte chat whatsappiane con @electric swan e @pino , mi è tornata prepotente la GAS da Strato... e si sa che quando la GAS colpisce, poi fa danni grossi In questo caso, il danno prende la forma di 3 nuove Strato, che si vanno ad aggiungere alle 3 che già avevo, il che segna anche il clamoroso sorpasso delle Strato sulle Les Paul a casa gLory... 6 - 5 e palla al centro E una di queste strato, seppur nella versione da semi-povery (body refin, che è l'unico motivo per cui sono riuscito a permettermela), è un bel pezzo di storia: una slab board pre-CBS, data gennaio 1962, con il body refin in Candy Apple Red (probabilmente a fine anni '60), che potete vedere qui sotto: Le altre due nuove arrivate sono queste: la White over Burgundy, presa da Lucio con Pino a fare da tramite... ... e una vecchia conoscenza del forum, ovvero la replica MJT della Cruz Pin-Up (o se vogliamo della "Mother", la strato di Philip Sayce a cui anche Cruz si era ispirato per creare le pin-up), meglio conosciuta come "La Pina"... questa è una chitarra con un look davvero spettacolare, l'ho presa da @Vintage Specs, ma qui dentro l'hanno avuta in diversi: E infine qualche foto di gruppo, mentre tutte e 6 si godono l'ombra dell'ultimo sole estivo in giardino Prima di passare ai video, premetto che inizialmente non c'era l'intenzione di postarli o di scrivere un thread, li avevo fatti principalmente per me; infatti quello "di presentazione", che qui trovate come primo, in realtà è stato realizzato per ultimo, quando mi è venuto in mente che una comparativa di questo tipo, con chitarre diverse dello stesso tipo, tra cui una slab board vera, avrebbe potuto essere interessante anche per altri che magari si trovano in fase di scelta Spero mi perdonerete quindi il playing parecchio approssimativo, mentre registravo quelli amplificati non contavo di farli vedere a nessuno, se non agli amici più stretti. Per lo stesso motivo, non ho accordato standard la Mary Kaye... sta accordata mezzo tono sotto praticamente da quando la presi (ero ancora giovane ) e non avendo nessuna velleità di fare una prova "scientifica", ve la beccate così com'è Per completezza di informazione, riporto qui anche le caratteristiche salienti di ciascuna strato, ovvero le combinazione di legni e i pickups che montano: 1- 1962 slab board, CAR refin - pickups Black Bottom pre-CBS originali (alder\rosewood) 2- 2017 NAMM LTD, Fiesta Red heavy relic - pickups Fender Texas Handwound (alder\rosewood) 3- 2013 Vintage White over Burgundy, heavy relic - pickups King Tone "Blue Bird" (alder\rosewood) 4- 1973 sunburst - pickups Grey Bottom (alder\rosewood) 5- MJT replica of Philip Sayce "Mother" - pickups Sliders NOS wire (swamp ash\rosewood) 6- Cunetto "Mary Kaye" prototype - stock Fender pickups (swamp ash\maple) E adesso, spazio ai video! Tutte le chitarre sono state utilizzate con gli stessi ampli\pedali e con gli stessi identici settings. Come sempre, il tutto è registrato alla buona col cell... e con un delizioso sottofondo di condizionatore rompiballe, ma necessario alla sopravvivenza del sottoscritto INTRO E SUONI ACUSTICI SUONI CLEAN SUONI CRUNCH PLEXI STYLE SUONI CRUNCH BLACKFACE\SRV STYLE
    15 points
  17. mi ha sempre affascinato questo strumento ma non homai fatto il passo.. settimana scorsa la GAS mi ha colpito e non ci ho resistito a un ottima offerta per u a fender champ del 1956 in ottimo stato completa del suo lovely tweed case (solo a vedere quello vale la spesa) e il suo pickup originale (anche solo. questo vale la spesa..) che é quelle delle musicmaster ma in fondo un pickup stratocaster! frassino uguale a quelle delle strat e tele del periodo, bellissima finitura desert sand.. a farla suonare come si deve bisogna studiare pero ci si puo divertire.. prima jammata
    14 points
  18. Entra lì quasi tutto e non esce più nulla.
    14 points
  19. Vi lascio un videino di un mio progetto in cui suono il basso. A sto giro visto che si suonava live ci siamo fatti fare un bel video e magari più in là spunterà pure qualcosa dei nostri brani inediti.
    14 points
  20. Il mercato delle valvole è praticamente bloccato e io cosa faccio? mi costruisco un super ampli a valvole...bravo pirla! Era da tempo che volevo cimentarmi in questo progetto visto che negli anni mi sono passati tra le mani diversi Fender Super Reverb ed ho sempre goduto come un riccio grazie al loro suono superbo. Il primo e glorioso Fender Super Reverb Blackface viene prodotto dal 1963 al 1967, è un combo 4x10" con valvola rettificatrice e due 6L6 finali che erogano una potenza di 40W circa. Dopo il 1967 il S.R. ha cambiato fisionomia fino ad arrivare alla versione Silverface da 70W, sempre 4x10" ma con rettificatrice a stato solido, con Master Volume pre phase inverter e anche la sonorità è cambiata non poco, niente da fare il modello a cui mi sono ispirato è decisamente il primo! Dall'originale ho deciso di togliere completamente il secondo canale compreso dei suoi effetti tremolo e riverbero (per altro bellissimi ma che si possono aggiungere in un secondo momento) replicando il solo primo canale perchè notoriamente più morbido e dinamico del secondo. Quindi ho lasciato i due ingressi con sensibilità diversa, lo switch Bright, ho aggiunto il controllo dei medi (che il primo canale non ha) ed ho inserito un Master Volume post phase inverter in modo che si possa "tirare" l'ampli alla Stevie Ray Vaughan, mantenendo il corretto percorso di gain tra le due valvole di preamplificazione senza però buttare giù i muri. Componentistica di assoluto valore per il progetto in questione: valvole Tung-Sol, Sovtek e TAD, condensatori Sozo Blue e Jupiter che sono il rifacimento con specifiche dell'epoca di quelli presenti in ampli anni '60, costano un rene ma la differenza con altre marche è notevole. Il tutto su uno chassis piccolo che si può infilare in una headshell (testata) oppure in un combo di piccole dimensione 1x12" tipo Princeton magari con un bel cono tipo WGS G12 C/S. Quindi una versione antica e moderna allo stesso tempo di un amplificatore storico in un formato light ma senza compromessi sonori. Dopo prove, componenti di marche diverse e un paio di piccole modifiche circuitali/tuning che sono doverose ho finalmente la versione definitiva. Ho deciso di ordinare una headshell e farlo in versione testata, mancano ancora le mascherine fronte e retro, ora lo vedete abbastanza nudo però non ho resistito e ve lo faccio vedere lo stesso. Inutile dire che suona in modo spaventoso sia facendolo crunchare che utilizzandolo pulito con i pedali, è morbido e cremoso ma sa essere incisivo quando si alza il bright senza mai essere fastidioso, per i sample ci vorrà ancora un pò... 20220307_113743 by Davide Borra, su Flickr 20220307_113925 by Davide Borra, su Flickr 20220307_194709 sfoca by Davide Borra, su Flickr 20220307_194722 by Davide Borra, su Flickr 20220307_194729 sfoca by Davide Borra, su Flickr
    14 points
  21. In ricordo di un fantastico raduno all'Elfo, in seguito al quale mi sono portato a casuccia questo gioiello di 61 anni. Lo metto anche come buon augurio, in attesa di poterci rivedere tutti per un raduno... speriamo non tra 2 anni
    14 points
  22. Metto questa robina qui su Radio Elettra perché voglio buttare giù due parole su questo ampli rimesso a posto dal mio amico B. Risale forse al 1946, ed è stato restaurato e reso "chitarristico" cercando di salvarne l'originalità il più possibile (soprattutto trasformatori e valvole di pre, che purtroppo non ho potuto fotografare ma sono tutte in metallo). Monta due 6L6 ed è super spartano, i due canali possono essere messi in parallelo o in cascata, così da dare due voci diverse all'ampli. Io l'ho usato in parallelo, con la mia 339 e un box of rock autocostruito e mi è piaciuto tantissimo. Ha un pulito stratosferico, è silenziosissimo e prende i pedali che è un piacere, sotto le dita lo senti ruggire o sussurrare. So che per molti di voi è pane quotidiano, ma a me suonare un ampli del '46 ha messo in moto un mucchio di emozioni. Abbiamo suonato un due orette e abbiamo registrato la prova, tutta improvvisata. Vi metto un pezzettino di nascosto, perché il mio amico B. (che è il batterista) ha dimenticato di accendere i microfoni della batteria e quindi l'ha registrata solo dai panoramici e dice che la registrazione non è buona. Secondo me si sente molto bene, pure troppo (che si capisce che suono da minchione) però il suono di chitarra mi sembra molto vicino a come lo sentivo in sala, magari piace anche a voi. Metto il link di Dropbox e lo lascio per qualche giorno, non vorrei che poi si arrabbiasse e non me lo facesse più suonare! https://www.dropbox.com/s/58lww4lnqvtztov/2020-10-14 Agostino-Davide-Biula - Idea2.mp3?dl=0
    14 points
  23. Dì la verità, hai puntato il 6° Boss DD20 sul mercatino. Auro son passioni, ognuno le vive come può e alle volte anche come vuole. Non te ne far croce, l'importante è che rimanga fisso in noi e ben presente il vero scopo della vita: morire ammazzati a pompini.
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  24. fresca fresca di assemblaggio del buon Davide/BurnFx!! talmente fresca che devo ancora andare a prenderla [emoji28] Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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  25. Intro. Ecco un “postino” per chi avesse voglia di leggere, l’avevo già pubblicato su un altro forum ma lo schiaffo pure qua, se vi desse noia lo piallate e mi bannate a vita, concernente una delle collezioni Fender (ma anche Gibson e altra robetta) più importanti e complete del globo terracqueo, che, vedi un po’, è in Italia. Nelle mani di un privato. Caso mai qualcuno, leggendo più avanti, capisse di chi si tratta, lo prego vivamente di NON fare il nome del personaggio in questione per ovvi motivi. Siamo comunque su un forum pubblico e la privacy è anche un obbligo di Legge. Conobbi questo personaggio per puro caso al matrimonio di un mio caro amico squattrinato come me, che ebbe la brillantissima idea di sposarne la figlia. Una vera ingiustizia insomma, visto che il mio amico non suona e delle chitarre non gliene può fregar di meno. Com'è, come non è, finisco a parlare di chitarre col personaggio in questione. Il quale è stato anche musicista per davvero nei Sixties. Molto appassionato, nonché amico personale, di questo signore qui con la Strato rossa e gli occhiali: E infatti mi invita nel suo vero e proprio museo, di fianco allo studio di registrazione che ha in “casa” per giocare. Bene, buttata lì su una poltrona c'è una Strato '59 di fianco ad un AC30 col suo bel Binson appoggiato sopra. Ingenuamente gli dico: “Capperi! Sembra il setup di Hank Marvin...” E lui ridendo: “No, è il setup di Hank Marvin. Quello con cui è stata registrata Apache in pratica.” Non ho saputo trattenermi ed ho esclamato: “'Ma porka paiella impestata di your sister!” A momenti collasso: tutte le Gibson storiche possibili e immaginabili, senza contare le Gretsch. Ma essendo io prevalentemente un fenderista, mi fiondo diretto verso una “Broadcaster” in condizioni eccellenti nonostante l'età che ha subito di fianco una “Nocaster”, fino alla “Telecaster”. Ci sono proprio tutte. Dal '51 al '65. Punto. Mentre tentavo di riprendermi coi sali, girato l'angolo, le Strato. Tutte: dal '54 al '65. Compreso un prototipo in cedro libanese col body in due pezzi giuntato sulla spalla superiore. Vi risparmio le acustiche e gli ampli... Ma la cosa più sorprendente in assoluto, visto che lo avevo appena conosciuto, è che mi ha offerto di farci una grattata insieme. Così, mentre lui porta in giardino con adeguato carrellino semovibile l'AC30 di cui sopra, io mi fiondo verso una Strato '62 Sunburst. Da sempre l'oggetto dei miei sogni bagnati. Ovviamente suoniamo Apache e io gli faccio da ritmico. Perché il tipo qui suona pure. E anche bene… Parte Seconda. Ma come sono queste chitarre leggendarie che arrivano a costare oggi quanto un appartamento? Prima di addentrarmi in considerazioni personali scaturite da impressioni altrettanto personali, vi avverto che non sono né un liutaio competente, né un buon musicista. Ma semplicemente un appassionato di certa musica, o meglio, di certi suoni, che si ottengono con certi strumenti ma proprio volendo, e io non voglio, pure con Fractal e Line 6. Siccome si tratta appunto solo di una passione tra le altre, mi piace, quando il tempo lo permette, approfondire un po' le cose con un approccio filologico. Quindi mi documento per avere almeno un'infarinatura di base che mi consenta un minimo di cognizione di causa. Prima della crisi e quando il portafoglio me lo consentiva, ho girato molte Strato negli anni, comprate e rivendute, fino a trovare i “miei” strumenti. Dalle Japan vintage alle Standard americane, dalle messicane alle Custom Shop americane. Il personaggio di cui sopra, ha raccolto i suoi strumenti nel corso di tutta la vita. Ben prima della nascita del Custom Shop Fender e della seguente mania relic, si dice, ispirata a John Page da Keith Richards degli Stones. Dunque, il personaggio, a suo tempo cercava strumenti originali dell'epoca certificati e garantiti direttamente negli Usa e nelle migliori condizioni possibili. Cercava fondamentalmente delle vere NOS. E tra la metà degli anni '70 e '80 ancora si poteva. Mica come molta roba che gira oggi spacciata per vintage sopraffino. Soprattutto se a prezzi allettanti. Comunque stellari. Il tanti casi sono pacchi. Quanti milioni di chitarre avrà mai potuto produrre Leo Fender dal '51 al '65? Comunque sia, nel vintage vero e proprio non esiste pedalanza. O meglio, qualcosa di rudimentale usavano anche, tipo i primi fuzz o wha, cioè roba modernissima venuta dopo, ma la cosa più importante erano gli strumenti: cioè la chitarra e l'amplificatore. Considerato anche quest’ultimo un vero e proprio strumento al pari della chitarra. Poi c'erano tremoli e riverberi valvolari, gli echo e più o meno stop: mani, orecchie, cuore e capoccia. Non ho avuto modo di provare tutte le sole Fender del personaggio – veramente tante – ma solo alcune. In particolare la '59 di Marvin col suo AC30 abbinato, un prototipo '54 in cedro libanese, una '62 e una '65 col transition logo. Sfatiamo qualche mito: mica vero che tutte le pre-CBS suonano incredibilmente superlative. Alcune suonano proprio da schifo come molte attuali Custom Shop. Infatti il personaggio mi disse che dovette scartarne diverse durante la sua ricerca, pure se in particolari custom color e storicamente rilevanti ai fini della sua collezione. Questo per dire che molti strumenti odierni, anche di fascia medio-bassa, suonano proprio bene e spesso meglio di quelli vintage originali. Anche qui contano solo le orecchie e le mani. Tornando alle chitarre del tipo. La '59 è davvero impressionante. Mai sentito nulla di paragonabile sino a quel momento. Sembra un pianoforte. Armonici “lunghi e profondi” a non finire. Prima di essere un'elettrica è una “solid body acustica”. Estremamente risonante e potente già da spenta. Trasmette la vibrazione dal body direttamente allo stomaco in maniera molto consistente e avvertibile. Costruita all'epoca su specifiche dello stesso Marvin nel suo tipico custom color, ha un manichino sottile con tastiera in palissandro e tasti jumbo. Il ponte è ovviamente tenuto flottante. Pick up anche quelli su specifiche delle stesso Marvin di cui non ricordo con esattezza le caratteristiche tecniche per cui non mi avventuro, diciamo che potete farvi un'idea studiando le caratteristiche dei suoi Kinman signature. Nessuna particolare finitura speciale o magico switch nascosto. Corde grosse. Non ricordo esattamente nemmeno la scalatura ma direi simile a una muta 0.11/049, a me peraltro ben nota e confacente. Action piuttosto alta con assetto generale pressoché perfetto. Sostanzialmente una chitarra sugli standard dell'epoca con qualche adattamento alle esigenze del playing di Marvin. Ma qui bisogna subito introdurre l'altra metà di quel suono al netto della mani di Marvin: l'AC30 e il Binson. Pur non essendo per nulla un fanatico della musica di Marvin – sono un ignorantone e vado di rock blues alla carbonara – l'emozione di accendere un AC30 dell'epoca con tanto di logo (ingiallito) verniciato sopra “The Shadows” è stata grandissima: se non altro per la Storia. Marvin è stato uno dei primi, se non il primo, a portare “davanti” la chitarra elettrica secondo la concezione moderna. Il suono se volete ve lo potete sentire nelle registrazioni originali dell'epoca, ampiamente rintracciabili in rete. Mentre il set up che vedrete in foto e video dell'epoca è proprio quello, non simile ma quello, che ho avuto tra le mani. Bene, quell'AC30 non è ovviamente paragonabile a quelli odierni. Non dico meglio o peggio per non scatenare le solite pippologie espertologiche, dico diverso. Semplicemente perché è costruito diversamente. Con tecnologie e componenti dell'epoca. In ogni caso una gioia per le orecchie: una purezza, una dinamica, un timbro semplicemente stellari. Mai sentiti per me dal vivo sino ad allora. Infatti successivamente ho cominciato a fare molta più attenzione a quanto ascoltavo, avendo avuto la possibilità di aumentare di molto le mie conoscenze. Comunque sia, ho chiesto al legittimo proprietario di tanta bellezza di settarmi il tutto in stile Shadows per la prova. Orca boia! Che suono. Puro Paradiso per me. Eppure niente a che vedere col suono di Marvin. Semplicemente perché suonavo io. Dunque ci ho grattugiato sopra la mia ignoranza: non volevo andar più via. Restituito il set up con le stesse regolazioni al legittimo proprietario, dal suo playing usciva invece esattamente il suono di Marvin. Perché è la sua musica e se l'è studiata, introiettata e provata tutta la vita. Parte terza: la prototipo '54 in cedro libanese. Mi permette di fare una semplice considerazione sui body in più pezzi. Oggi le Fender di “qualità” hanno tutte il body in due pezzi giuntato al centro. Alcune custom shop “master built” dai prezzi improponibili hanno il body in pezzo unico mi pare. Dalle american standard comprese in giù (ma a volte anche in su) son quasi tutte col body in tre pezzi. Quindi una schifezza? Proprio per niente. Anzi, in linea teorica è quasi meglio il body in tre pezzi con il blocco centrale unico – a cui è avvitato il manico – con le due spalle poi giuntate. Sempre in linea teorica il blocco centrale dovrebbe garantire un pelo di sustain in più con conseguente miglioramento della risonanza generale dello strumento. Non mi avventuro oltre per non dire altre sciocchezze... Le Fender pre CBS dal '51 al '65 avevano in genere il body in un pezzo unico. Ma non sempre. Anche qui in linea teorica sarebbe la soluzione migliore in termini di risonanza. La ragione principale sta nella reperibilità e nella stagionatura di legni di qualità. All'epoca non c'erano tutte le restrizioni ecologiche che ci sono adesso in termini normativi. Specialmente su legni particolarmente rari e costosi. Ed è anche la ragione principale per cui le produzioni su larga scala odierne di qualità hanno minimo il body in due pezzi. Al tempo il legno costava quindi molto meno in proporzione ad oggi. E ce n'era una disponibilità molto maggiore. Sia in termini di quantità che di qualità La '54. Solitamente per le chitarre dell'epoca col body in due pezzi, si preferiva giuntare sulla spalla superiore e non al centro. Per le ragioni indicate più sopra. Mollata la '59 di Marvin, la chitarra che mi fu assegnata per il “gig” dal tipo era appunto questa prototipo '54 in cedro libanese – ma ho provato anche la '62 e la '65 – per le nostre grattate. L'amp assegnatomi per lei era un Twin Reverb. Non ricordo di che anno; sicuramente un anno buono. Vietatissimo l'uso di qualsivoglia pedalino. Tastiera in acero. Tasti vintage piccolini. Muta 010. Un “V neck” cicciottello da urlo. Body ovviamente verniciato nitro con venature a vista e al tatto in un bel sunburst a due toni dall'aspetto scuretto tipo tobacco. In ottime condizioni. Perfettamente assettata. Questa chitarra, mi è stato detto, e non ho avuto motivi per dubitare conoscendo il personaggio, a proposito, vi ho detto delle Gibson? E delle Les Paul di Les Paul? Vabbè, torniamo alla '54 che era appunto una prova, un prototipo, di Leo Fender per un'edizione in cedro libanese derivante da una partita di legni su cui aveva messo le mani. Questo ci fa capire che all'epoca i legni avevano la loro bella importanza anzichenò. Dimenticavo, da un punto di vista della liuteria, direi che il livello di finitura delle chitarre d'epoca è paragonabile a quello delle odierne Custom Shop. Che a parte le costosissime “master built” sono anche quelle di produzione industriale. Diciamo che le Custom Shop di oggi possono equivalere alle standard dell'epoca in termini di cura e qualità costruttiva. In più dovrebbero essere usati dei legni di maggiore qualità e più selezionati ma ovviamente non paragonabili a quelli dell'epoca. I pick up sono i classicissimi '54 d'epoca. Con ancora un ottimo livello di output e un magnifico colore nonostante l'età. Più che pick up direi dei veri e propri cantanti. Il suono? Porca paiella ladra impestata! Stesso ragionamento sulla risonanza e trasmissione della vibrazione allo stomaco fatto per la '59 di Marvin. Solo che in questo caso i pick up hanno proprio quel suonino sentito in molti dei miei dischi preferiti. Dolce e delicato ma pieno e nel contempo friccicoso, ricco e dinamico. Non troppo aggressivo eppure cattivello insieme. Insomma, una '54. Zio bello che bassi! Pieni e profondi. Infiniti ma non invadenti, leggermente sotto. Medi a volontà ma per nulla nasali o inscatolati fastidiosi. Ma invece aperti e dinamici. Cantati appunto. La gamma alta? Che ve lo dico a fare. Selettore rigorosamente a tre posizioni. Purtroppo il personaggio non ha voluto saperne di regalarmela. Sarà stato il Twin d’epoca, potreste obiettare molto correttamente voi: no, era proprio la chitarra. Semplicemente perché mi ero portato dietro il mio "catrame" Custom Shop che possedevo allora. Era una stupenda time machine '60 relic bianca con tastiera in palissandro e manico bird eye, uscita nei ‘90 dal custom shop di John page, e che avevo portato proprio, chiedendo il permesso in occasione di un’altra grattata, per fare dei confronti con le originali. L'ho suonata sia nel AC30 che nel Twin. No bella eh, bei suoni e tutto. Finitura stupenda. Ma dopo i confronti rischiavo di farci legna da camino e l'ho venduta subito. Buona Befana allora.
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  26. Giusto per ravvivare.. 7w due coni da 8 “ ignorantissimo e con un tremolo che psichedelia portami via @Lurch ne capisce bene ! 2019 ‘58 antique white heavy relic ..
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  27. Sabato per la Gioia dei parrocchiani sono andato in sacrestia da @evol nel suo laboratorio..avevamo programmato una evoluzione! ci siamo sentiti gli scorsi mesi per decidere cosa montare oltre il suo kit Royal Mount che mi aveva veramente soddisfatto e quindi da qui.. -Royal Mount paf 58 in alnico 4 -Faber abr1 vecchio -Stud e stop tail faber -circuitazione con pot Bourns e caps di quelli boni. E qui si parte… Prime impressioni: Estetiche: il relic sulle cover dei pick-up è molto meglio delle fotografie,stessa cosa per il kit faber degli stud e stoptail che Vincenzo ha invecchiato . È stato montato quindi abr1 ,kit stud e stoptail faber,il kit Royal Mount composto da rondelle e posts è stato montato da me precedentemente. Impressione a chitarra spenta è di maggiore apertura e ariosita sulle alte che scampanellano più “acustiche”. Cambia molto anche la risonanza del legno,vibra in zone diverse che prima rimanevano ferme. Ho avvertito un cambio dell’attacco della nota che risulta decisamente implementato. Le basse sono più a fuoco e meno slabbrate. E secondo me qui arriva il lato veramente difficile da capire a parole: proprio le basse ci sono e sono piene ma si avvertono ancor di più nella parte di attacco della nota ma nello sviluppo di essa avviene una sorta di compressione e limiting ,diventano più precise per assurdo e armoniche . Goderecci i momenti dove il plettro e il suo click risaltano amplificati. I pick-up: Montati due Royal Mount fatti sempre da Vincenzo in Alnico IV.(a quanto pare saranno anche gli ultimi) Arrivo da anni di Wizz con magnete vecchio e belli marci(non li sto denigrando assolutamente) ma secondo me questo sono più veloci nella risposta e hanno quella sensazione di vibrazione delle armoniche,tolgono il leggerissimo effetto medie rounded e oscillano molto di più I primi minuti ero spaesato..grande dinamica e grande la definizione anche durante un accordo distorto . Tiro fuori ancora una volta la storia delle “medie che girano” e si si si girano molto. Nell’amp in saturazione è ancora più marcato questo “riverbero” di armonici che arriva. Io sono felice che qui ci si arrivi in tutte le posizioni e che quell’effetto di “oomph” che secondo me è dettato davvero sia dai materiali diversi fra ponte stud e perni vari sia davvero stato cambiato. Davvero diversa la risposta. Molto più precisa la risposta alla palettata ma con quelle medie da disco vecchio. Fa sorridere che nel dare una ulteriore evoluzione vintage alla stinger in realtà si va a creare anche una bestia da riff… La circuitazione è rifatta con i bourns e i caps belli ,risponde alla grande e da un senso di lenzuolo levato. Davvero soddisfatto dell’ultima evoluzione..e forse l’ultima? Bravo davvero Vincenzo!
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  28. Vista la richiesta bananosa, mi son reso conto che non avevo mai sbrodolato qua... Devo rifare un po' di foto decenti al tutto ma nel mentre vi riporto cosa, indegnamente, strimpello: (elenco aggiornato a settembre 2023) Chitarre - Fender Stratocaster American Standard del 2000, pu Lindy Fralin Vintage Hot, ponte Wilkinson vs100 - Gibson Les Paul Standard del 2004, pu nowaxx Hot Paf, ponte faber Abr1 con conversion di Evol e stoptail in alluminio faber - PRS Mccarty Soapbar del 2004 con Lollar P90 - PRS Custom 24 del 2007 con pu 85/15 e switch JJcustom 6 posizioni - Fender Telecaster American Standard del 2016 (pu custom shop broadcaster e twisted) Ampli-casse-coni - Naughty Lil' Bitch V2 - Mesa Boogie Mark III Green Stripe - Dr. Z Maz 38 mk1 con master post phase inverter - Dr. Z EZG 50 - Grossmann SG Fat box (Greenback china, V30 Marshall anni '80, Alnico Gold) - Neural DSP Quad Cortex - Amplitube ToneX Pedali - Cae wah - Origin Cali 76 Compact Deluxe - Tc polytune 3 mini - Decibelics Golden Horse - Xotic BB Preamp - Origin Alcyon - Origin Revival Drive - Origin Revival Drive Hot rod compact - Mxr Phase95 - Past Fx Elastic Mattress - Boss CE2 made in Japan long dash - Wampler Ego compressor - Wampler Tumnus Deluxe v1 - J. Rockett Ikon Archer - Wampler Pinnacle v1 - Longamp Roxanne - Diamond Memory Lane 2 - Diamond Tremolo - J. Rockett Clockwork - Tc Ditto - Meris Lvx - Meris Mercury Registrazione - Shure SM57 - Sennheiser e906 - Sennheiser MD421U4 - Sontronics Delta 2 - Austrian Audio OC18 - Chandler Germ 500 mk2 - Chandler Tg2-500 - Capi Vp28 - Heritage 73 Jr - Stam Audio 3A-5 - IGS 576 (x2) - RME UCX2 Di seguito un po' di foto a membro di segugio...
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  29. Capisco che un topic su una Fender aperto dal sottoscritto sia una cosa raccapricciante, ma…..tant’è. Non posso esimermi dal dedicarlo a sua Buddità, il Siddarta di noialtri Radiochitarristi, a colui che tutti induce al nirvana Fenderistico, l’esimio @Bananas (con un forte supporto dell'altro esimio @A wild Manni) Ho avuto nella mia quarantennale carriera di aspirante (e fallito) chitarrista alcune fender: 3 Strato ed una Mustang del 66, ma per me LA Fender è Lei, la Telecaster. Mi piace la sua forma semplice ed essenziale (si, anche la paletta) e rimanda nel mio onirico imaginifico figure di chitarristi semplici, essenziali ma efficaci. Insomma, Chitarra e chitarristi “duri e puri” e non ho mai perso occasione per suonarla. Allora perché non ne hai mai avuta una? Direte voi. Molto semplice, le mie qualità chitarristiche non me lo hanno mai permesso. La Tele è una stronza, una chitarra di gran carattere (come piacciono a me), che non ti perdona il minimo errore o titubanza e la sua scala, tastiera e radius non sono facili, per me ovviamente. La Tele ci gode a farti fare figure dimmerda! Qualche giorno fa ho ascoltato una tele del 69, Blonde, Swamp ash, completamente originale per hardware, wiring, PU, verniciatura e tutto il resto, in condizioni eccezionali e… mi è piaciuta tanto, ma tanto. Suona meglio delle CS odierne? Assolutamente no, suona …diversa. Sarà il legno leggero e stagionato, i PU, il wiring con cavi di 50 anni fa, le saldature ossidate. Non lo so ma suona bene. Da spenta suona come poche chitarre ho sentito suonare e, indegnamente, ora, da tre settimane, e' a casetta. PS: ora, dopo aver comprato una Fender ed aver realizzato che sono impazzito, sono in cura in psichiatria .......
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  30. Fender '57 Custom Deluxe con Jensen P12Q
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  31. Pensavate di farla franca eh almeno potete percularmi di presenza m.
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  32. Viato che qualche giorno fa si parlava di sublimazione di P90... vi presento la nuova arrivata Les Paul Junior 1959 Inizialmente ero stato più attratto dalle Special, principalmente perché da sempre abituato ad usare i due volumi indipendenti sulle sorelle maggiori... ma parlando con diversi amici appassionati di vintage, praticamente tutti me l'hanno sconsigliata, per problemi di stabilità del manico; ed in effetti le due che ho potuto provare avevano entrambe accordatura molto ballerina, il che mi ha fatto desistere rapidamente, ripiegando - se così si può dire - sulla sorellina a un solo pickup, la Junior. E adesso ammetto che da quando è arrivata questa Junior del '59 non riesco a staccarle le mani di dosso: adesso sì che inizio a capire perché molti amano queste chitarre semplici... in questo caso sarà anche il fascino del mogano vecchio e del palissandro brasiliano, sarà perché l'assenza di switch e cablaggi più lunghi rendono il suono più veloce e diretto, oppure sarà semplicemente perché... suona benissimo e, nella sua estrema semplicità, con un solo aggressivo P90 e il suo unico pot del volume si tirano fuori comunque un sacco di sfumature... from clean to mean! Per questa prova (chi mi segue pure su FB l'avrà già vista) ho usato due ampli: - all'inizio del video la Alpha & Omega, in modalità "Black Flag"; - nella seconda clip il GloryLuxe sul canale British, boostato dal klon; - nell'ultima parte, sempre il GloryLuxe ma nel canale Fender, senza overdrive e settato per un suono molto tweed... in questo caso le mani non sono le mie, ma di un amico che era passato a trovarmi. Buon ascolto!
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  33. Fatemi sapere che ne pensate.
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  34. Ciao a tutti, dopo anni sono caduto di nuovo vittima della gas e ho comprato una Les Paul Junior 2019....è nera e non ho saputo resistere ad una junior nera. Costano tra i 1200 e 1300 euro a secondo dei negozi, con custodia rigida. Visti i prezzi ormai proibitivi della Junior del custom shop, ho deciso di darle una chance. Davvero una gran bella chitarra, rifinita benissimo, suonabilità ottima, ben intonata (cosa non scontata in una junior). Ho giusto dovuto abbassare un pò l'action, per il resto era perfetta out of the box. Ok non avrà la ricchezza armonica di una junior del 56, ma se la gioca con alcune custom shop che ho avuto in passato....
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  35. Metto quello che avevo già fatto qualche giorno fa su facebook e sul mio canale YT
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  36. Mi sa tanto della storia di come gli americani nelle prime spedizioni a gravità zero avessero speso tempo e denaro a progettare una penna con un sistema che impedisse all'inchiostro di fluttuare all'interno della cannuccia in modo che non si creassero vuoti bla bla bla... Mentre i russi portavano un pacco di matite e sticazzi.
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  37. Buongiorno a tutti, oggi vi presento un acquisto recentissimo e non programmato... questo non potevo proprio farmelo scappare per la collezione di echi a nastro vintage Eccolo qua, un esemplare di Wem/Watkins Copicat Custom a valvole, anno 1965, completo di pedale per l'ON-OFF del delay e di case in legno in ottimo stato. Era di un mio amico, che me l'ha portato per sistemarlo ed eventualmente rivenderlo (ignaro del fatto che l'avrei stalkerizzato fino allo sfinimento ), ed è stato per 30 anni chiuso in un cassetto, anche se a giudicare dalla vernice del pannello principale in precedenza è stato sicuramente usato parecchio; le condizioni elettroniche però, appena aperto, si sono subito rivelate a dir poco perfette: neanche un componente sostituito (essendo inglese di nascita, dentro ci sono tutti caps Mustard e Wima, resistenze Iskra ecc), zero saldature rifatte, e corredato di una scatolina con numerosi nastri ancora nuovi dell'epoca. Le valvole pure sono originali e già quelle hanno un discreto valore essendo praticamente nuove: una ECC83 Mullard, una ECC83 Philips placca lunga e infine una valvola meno conosciuta al mondo chitarristico, una Brimar 6BR8... per inciso, il solo valore delle valvole copre quello che l'ho pagato, essendo le due ECC83 in condizioni perfette Dopo aver fatto il reforming dei condensatori, ripulito tutto il percorso del nastro, fatto il degaussing delle testine e di tutte le parti metalliche, lubrificato a dovere tutte le parti in movimento e infine messo un nastro nuovo... direi di sentire come suona Il gear usato stavolta è semplicissimo: - chitarra: Xotic XSC-2 - Wem Copicat - GloryLuxe (settato completamente clean e a volume abbastanza basso) Buona visione e buon ascolto
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  38. Allora mi correggo, Cornish, Toneczar, Spaceman e Formula B.
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  39. Saranno storti per te che hai gli occhi dritti ma per lui è perfetta.
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  40. Forse non è la sezione giusta, ma non ci ho mai postato e quindi ci scrivo lo stesso. Ma proprio a caso perché sto aspettando l'aereo per tornare a casa e due ore in aeroporto sono come farsi vendemmiare lo scroto. Innanzitutto non andateci mai da sposati, a meno che a vostra moglie non piaccia il senso recondito dell'espressione "hai gli occhi da cerva". Mai visto tanti culi, tante scollature, tanti yoga pants tirati fino alla gola, praticamente la sagra del goulash. Ovunque, qualsiasi età: le ragazze giovani peraltro o sono delle aspiranti candidate allo spot dello yogurt Muller, oppure sono di un tentativo di emodarkgoth anni 2000 portato all'estremo, non ci sono mezze vie. È una gioventù strana, soprattutto a Varsavia (Cracovia, la prima tappa, è più piccola, tranquilla, morigerata ed interessante). Parliamo di musica: negozi di dischi fenomenali, si trovano vinili di qualsivoglia tipo e si fanno anche discreti affari - ad un amico ho procurato il primo dei Rhapsody a 140€... Qui da noi si trova - mi dice - a 400). Roba di nicchia a gogò, ho trovato LP dei Manilla Road che mai ho neanche visto dal vivo qui in Italia. Portati a casa ofc. I negozi di strumenti, tuttavia, sono un po' la caduta del musso: è un genere di negozi che apprezzo visitare quando vado in città straniere, tuttavia ho tristemente notato che la tendenza è la medesima nostra... Rivenditori che nelle foto di una manciata d'anni fa mostravano gear di tutto rispetto (come chitarre, ma anche ampli), e in genere una propensione marcata verso l' high-end, si sono "ridotti" all'entry level o poco più, con le import appena sotto i mille a fungere da vero punto luce del negozio. Un po' poco. Qualche rivenditore ufficiale Gibson, ma niente che possa competere con la crema al pistacchio che gira su Radiochitarra di quando in quando. Escluso solo un negozio, che negozio non è, di Cracovia, tale String Taste Electric Guitar; trattasi di una caffetteria a tema rock/blues che commercia anche chitarre e ampli. È un modello lavorativo interessante, perché oltre ad aver sostanzialmente creato un brand/trend con la sua attività e a portare a casa la pagnotta come un normale bar un po' di nicchia, il proprietario (intenditore di chitarre a livelli RC, amabilissimo averci a che fare) fa girare anche strumentazione di tutto rispetto senza doverci campare (e quindi senza dover seguire le tendenze di mercato). All'interno si trovano robe gustose, Tom Anderson, Melancon, Fender, Gibson, una PRS DGT goldtop, divided by 13, Matchless, pure un Red Seven (pare sia amico di Luca). Gioiello, una Tyler americana anniversario, oro e blu. Pare sia rivenditore, non è la prima che gli capita, ma belle così raramente ne ho viste (anche in foto) Morale: fatevi una settimana in Polonia per risvegliare i perduti istinti e se passate da GBL ditegli che cominci a vendere succhi di frutta. Di Auschwitz - Birkenau parlerò forse un altra volta.
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  41. Una foto di qualche anno fa, ora sono aumentati
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  42. Vorrei recensire questo grande (almeno per i metri quadri) negozio italiano. Stavo per comprare da Peach guitar un Revival Trem, finché un amico mi fa notare "ma compralo da YM, ci so stato sabato, li aveva tutti gli Origin". Tra me e me mi rispondo subito "c'hai ragione", meglio un negozio italiano, sebbene io adori Peach (un paio di settimane fa ho ordinato un pedale di lunedì mattina e il giorno dopo alle 12 lo avevo a casa, hanno un servizio rapido con DHL che fa paura). Detto fatto, vado sul sito di YM, il pedale in questione è "DISPONIBILE ONLINE ED IN STORE", compro. Lunedì 16 Martedì ricevo una mail che recita "grazie per l'ordine, il pedale non è disponibile, ma lo abbiamo già ordinato da Origin, appena arriva ti avvisiamo". Eh no caro mio, chiamo: Paolo, il titolare si scusa, mi propone il rimborso aggiungendo "mi dicono che entro 2 gg il pedale è qui, ti chiamiamo subito e spediamo all'istante" e io accetto di attendere senza voler infierire troppo. Paolo, molto cordiale, mi ringrazia per la pazienza. Arriviamo a sabato sera alle 20, nessuna chiamata, io scrivo e mi rispondono "il pedale è arrivato ieri, purtroppo non siamo riusciti a spedire, spediremo martedì mattina". I coglioni girano molto velocemente, però ci sta, coi corrieri può capitare, peccato il dover attendere ancora il martedì, ma lunedì sono chiusi. Martedì 24 (ieri) chiamo alle 13 per avere conferma, mi rispondono "stiamo spedendo tutti i pacchi di oggi, dovrebbe essere tutto ok", chiedo il tracking, me lo "invieranno verso le 18 o le 19". Va bene No, non va bene per il cazzo, perchè il tracking non arriva. Stamani chiamo, 8 volte prima di riuscire a parlare con qualcuno. Purtroppo per lui tocca ancora al gentile signor Paolo (che non si ricorda una sega di tutta la situazione) e che cerca informazioni, inutilmente, tra i colleghi intorno a lui. Mi richiama dopo circa un quarto d'ora e scatta la meraviglia: - "ABBIAMO UN TRACKING UPS!" -"ah ottimo, quindi oggi mi arriva?" -"Beh no, è il tracking verso di noi, entro qualche giorno ci arriva sicuro" -"meraviglioso Paolo, faccia i complimenti a chi mi ha scritto sabato che il pedale era arrivato venerdì scorso e anche al resto dello staff che ha gestito quest situazione, poi cambiate lavoro. Non si disturbi a spedire nulla, perchè tra qualche minuto avrò fatto la richiesta di rimborso via Paypal". Lui poverino mi ha fatto anche un pò tenerezza, ma non importa. Io ho già acquistato da Peach un quarto d'ora fa, ho già ricevuto la mail di DHL col tracking per la consegna prevista per domani. Non si lamentino se poi compriamo altrove, da Peach, da Coda, da Anderton's, da Thomann. Questi signori sanno lavorare. Cari YourMusic, voi invece andate a vendere le perecotte. Il problema non è attendere qualche giorno un pedale, non sono medicine, non ci sono urgenze, va benissimo aspettare, è questo modo di fare che non sopporto, ma soprattutto la presa per il culo e la scorrettezza. PS: qui dentro al forum ci sono tanti "amici di YM", quindi linkategli pure la mia recensione, che è solo una delle tante che gli dedicherò.
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  43. -Driiiiiiin -Driiiiiiiiiiiiiiin -Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Apro gli occhi, mi bruciano, leggo 05.00 sulla sveglia, mi sento distrutto, mi chiedo "ma che succede?", poi dopo qualche attimo di smarrimento (sono ancora assuefatto ai ritmi caraibici del non fare nulla durante le ferie natalizie), realizzo che è il giorno che aspettavo da un pò, la stanchezza sparisce in un battibaleno, mi alzo e in un attimo suono fuori di casa che è ancora notte e con la macchina che impenna quasi per quanto è carica Non sono visibili le 4 testate in riposo sotto le altrettante chitarrine ed optional vari. Mi è rimasto giusto un posticino per caricare lungo la strada un autostoppista Cino-Pratese, tale "William 'o batterist", non prima però di essermi fatto offrire un ottimo caffè nella sua nuova residenza super-terrazzata! L'appuntamento nello studio di Dado era per le 11.00 A.M. e noi saremmo anche stati puntualissimi, se non per il fatto che avevo caricato nel TomTom la giusta via, ma del paese sbagliato. Come puoi non confonderti quando si chiamano praticamente identici, Leno e Manerbio? -Ciao, sono tiltuzzo, siamo qui fuori, al civico 5, scendo sulla rampa? -Aspetta, esce Dado ad aprire il cancello passano 5 minuti... -hei...ma dove cazzo siete? Iniziamo bene. 15 minuti dopo siamo nel paese e nello studio giusto, in pochi minuti piazziamo gli ampli e siamo operativi: Si inizia, Enrì collega alla Graal Ods50 su cassa Bludotone una bellissima "smoking" Landau ed apre le danze. Canale clean, non si cura nemmeno di toccare una sola manopola, uno switch, suona così come l'ha trovata e nonostante questo il trittico (mani-chit-amp) suono subito bene. Nessun ambiente, nessun delay, nulla avvolgerà durante la giornata quei suoni, tutto sarà assolutamente dry, ma per niente arido. L'abbinata Landau/Graal sul clean suona scuretta anche se il territorio di base è più o meno quello che ci si aspetta, il carattere fuzzoso del canale Drive esce subito fuori (e qui vedremo che la Bludo rispetto alla Suhr aiuterà in questo senzo) , gli 85 watt sono godibili, non esagerati. Stesse mani, stessa chitarra, si passa alla Dangelo Harmonic. Si tratta, come scriveva Nick, di una testata ispirata alla Two Rock di Meyer ed alla Steel String Singer, ma alla lontana aggiungerei io, nel senso che non siamo difronte ad un clone, non abbiamo i 150w dello SSS, siamo sempre a quota 85w, godibili come nel caso precedente. Perche alla lontana? Perche si, il carattere è sicuramente più "bright" rispetto alla Ods, sicuramente un clean importante e, a mio gusto molto bello, ma la testata arriva a crunchare abbastanza facilmente, specialmente nel momento in cui Enrì e Dado imbracceranno la Collings, quindi gli Humbuckers. Personalmente trovo gustoso questo aspetto, con un pedalino di gain si fa tutto, tenendola di base increspata, pulendo all'occorrenza col volume della chitarra. C'è gusto ad ascoltare due parrucchiere come Enrì e Dado. Il buon Dado, che non solo suona da Dio e sa perfettamente dove mettere le mani su una chitarra, ma conosce benissimo anche dove metterle in un ampli, con 4 "click" sposta la Graal in un territorio prettamente da Overdrive Special, più consono al suono che ci si aspetterebbe da un ampli del genere. notale il fazzoletto di mutanda giallo fluo di Enrì che si intravede in questa foto: Accade subito una magia nella prima parte del piccolo raduno, anche se non per gli ampli; forse per l'intimità dello stesso, forse per uno strano allineamento degli astri, insomma, non sappiamo bene come sia potuto succedere, ma dopo pochi colpi di Collings, una aliena entità deve essersi impossessata dello smartphone di uno di noi, sul quale ha fatto materializzare dal nulla Reverb.com ed una splendida i35... Qualcosa in arrivo? Chi vivrà, vedrà! Bene, è il momento della Skrydstrup. Prima di accendere Nick mi chiede - "ehi Manu, ma come suona? Che suoni ha?" ed io molto genericamente rispondo -"mah, guarda.. il canale pulito ricorda il clean delle Ods, col doppio Bright arriva più o meno ai puliti delle Fuchs, quindi più moderni, mentre il canale Od non saprei, suona diverso dal drive Dumble, su TGP qualcuno lo accosta ai Trainwreck, che io però non conosco e quindi boh!". Il pulito dura pochi minuti, non perchè non meriti, ma perchè dal momento in cui si è schiacciato il pulsante "overdrive" non è stato più possibile tornare indietro. Un suono gigantesco, un muro, veramente molto fermo, granitico, bilanciato, i due canali sono in cascata come sui D. e nonostante i controlli volume clean/volume od/master molto bassi, il volumne che esce dalla Suhr 2x12 è devastante, sono 50w che spingono 3 volte gli 85 di prima. A parole non si può rendere idea, che dire, uno di noi ha scritto "Best Lead Ever". Metto un ingrandimento estrapolato da un video di Dado, in cui si vede la sua faccia che si volta verso di noi dopo aver suonato con la TH qualche accordone e power chord L'ultimo D.Amp è stata la Fuchs Overdrive Supreme "Slx" che era presente in doppia "persona", ampli strepitoso, imho, versatile, con tanti controlli a disposizione, tali per cui in alcuni generi musicali ci si potrebbe permettere di andare a suonare con chitarra e ampli e basta. Grandissimo clean, bellissimo overdrive, che arriva in territori molto spinti, volendo fuzzosi, volendo cremosi, pieno di armoniche, molto reattivo al tatto, reagisce sotto le mani come una scheggia e con un bellissimo reverbero (parallelo) incorporato, unico effetto ad aver fatto cupolino nella nostra giornata. Da li in poi è stato uno sfavillio di armoniche, di inneschi controllati, a volte selvaggi, ci siamo susseguiti tutti sulla "sedia del Papa" imbracciando praticamente tutte le chitarre presenti, alternando tutti gli ampli presenti, un'orgia di profumiere e parrucchiere. Chiudo con la foto più bella, quella delle nostre brutte facce insieme, ringraziando Dado ( e consorte) per la bellissima ospitalità, e tutti quanti per le grasse risate che ci siamo fatti, perchè imomenti più belli sono stati quelli a tavola. E ricordate amici: niente e assolutamente niente, nemmeno il Dumble originale di Robben Ford, sarebbe stato meglio "del pipino spellato di Toto Cotugno in medio oriente" e di tutti gli altri (INENARRABILI) racconti, perchè di questo non si potrà parlare mai. Ciò che accade a Manerbio, resta a Manerbio!
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