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Una bella straterella sotto l'albero E anche il fuzz Behringer, arrivato giusto giusto alla vigilia.16 points
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mi ha sempre affascinato questo strumento ma non homai fatto il passo.. settimana scorsa la GAS mi ha colpito e non ci ho resistito a un ottima offerta per u a fender champ del 1956 in ottimo stato completa del suo lovely tweed case (solo a vedere quello vale la spesa) e il suo pickup originale (anche solo. questo vale la spesa..) che é quelle delle musicmaster ma in fondo un pickup stratocaster! frassino uguale a quelle delle strat e tele del periodo, bellissima finitura desert sand.. a farla suonare come si deve bisogna studiare pero ci si puo divertire.. prima jammata14 points
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Giusto per ravvivare.. 7w due coni da 8 “ ignorantissimo e con un tremolo che psichedelia portami via @Lurch ne capisce bene ! 2019 ‘58 antique white heavy relic ..13 points
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Sabato per la Gioia dei parrocchiani sono andato in sacrestia da @evol nel suo laboratorio..avevamo programmato una evoluzione! ci siamo sentiti gli scorsi mesi per decidere cosa montare oltre il suo kit Royal Mount che mi aveva veramente soddisfatto e quindi da qui.. -Royal Mount paf 58 in alnico 4 -Faber abr1 vecchio -Stud e stop tail faber -circuitazione con pot Bourns e caps di quelli boni. E qui si parte… Prime impressioni: Estetiche: il relic sulle cover dei pick-up è molto meglio delle fotografie,stessa cosa per il kit faber degli stud e stoptail che Vincenzo ha invecchiato . È stato montato quindi abr1 ,kit stud e stoptail faber,il kit Royal Mount composto da rondelle e posts è stato montato da me precedentemente. Impressione a chitarra spenta è di maggiore apertura e ariosita sulle alte che scampanellano più “acustiche”. Cambia molto anche la risonanza del legno,vibra in zone diverse che prima rimanevano ferme. Ho avvertito un cambio dell’attacco della nota che risulta decisamente implementato. Le basse sono più a fuoco e meno slabbrate. E secondo me qui arriva il lato veramente difficile da capire a parole: proprio le basse ci sono e sono piene ma si avvertono ancor di più nella parte di attacco della nota ma nello sviluppo di essa avviene una sorta di compressione e limiting ,diventano più precise per assurdo e armoniche . Goderecci i momenti dove il plettro e il suo click risaltano amplificati. I pick-up: Montati due Royal Mount fatti sempre da Vincenzo in Alnico IV.(a quanto pare saranno anche gli ultimi) Arrivo da anni di Wizz con magnete vecchio e belli marci(non li sto denigrando assolutamente) ma secondo me questo sono più veloci nella risposta e hanno quella sensazione di vibrazione delle armoniche,tolgono il leggerissimo effetto medie rounded e oscillano molto di più I primi minuti ero spaesato..grande dinamica e grande la definizione anche durante un accordo distorto . Tiro fuori ancora una volta la storia delle “medie che girano” e si si si girano molto. Nell’amp in saturazione è ancora più marcato questo “riverbero” di armonici che arriva. Io sono felice che qui ci si arrivi in tutte le posizioni e che quell’effetto di “oomph” che secondo me è dettato davvero sia dai materiali diversi fra ponte stud e perni vari sia davvero stato cambiato. Davvero diversa la risposta. Molto più precisa la risposta alla palettata ma con quelle medie da disco vecchio. Fa sorridere che nel dare una ulteriore evoluzione vintage alla stinger in realtà si va a creare anche una bestia da riff… La circuitazione è rifatta con i bourns e i caps belli ,risponde alla grande e da un senso di lenzuolo levato. Davvero soddisfatto dell’ultima evoluzione..e forse l’ultima? Bravo davvero Vincenzo!13 points
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Forse non è la sezione giusta, ma non ci ho mai postato e quindi ci scrivo lo stesso. Ma proprio a caso perché sto aspettando l'aereo per tornare a casa e due ore in aeroporto sono come farsi vendemmiare lo scroto. Innanzitutto non andateci mai da sposati, a meno che a vostra moglie non piaccia il senso recondito dell'espressione "hai gli occhi da cerva". Mai visto tanti culi, tante scollature, tanti yoga pants tirati fino alla gola, praticamente la sagra del goulash. Ovunque, qualsiasi età: le ragazze giovani peraltro o sono delle aspiranti candidate allo spot dello yogurt Muller, oppure sono di un tentativo di emodarkgoth anni 2000 portato all'estremo, non ci sono mezze vie. È una gioventù strana, soprattutto a Varsavia (Cracovia, la prima tappa, è più piccola, tranquilla, morigerata ed interessante). Parliamo di musica: negozi di dischi fenomenali, si trovano vinili di qualsivoglia tipo e si fanno anche discreti affari - ad un amico ho procurato il primo dei Rhapsody a 140€... Qui da noi si trova - mi dice - a 400). Roba di nicchia a gogò, ho trovato LP dei Manilla Road che mai ho neanche visto dal vivo qui in Italia. Portati a casa ofc. I negozi di strumenti, tuttavia, sono un po' la caduta del musso: è un genere di negozi che apprezzo visitare quando vado in città straniere, tuttavia ho tristemente notato che la tendenza è la medesima nostra... Rivenditori che nelle foto di una manciata d'anni fa mostravano gear di tutto rispetto (come chitarre, ma anche ampli), e in genere una propensione marcata verso l' high-end, si sono "ridotti" all'entry level o poco più, con le import appena sotto i mille a fungere da vero punto luce del negozio. Un po' poco. Qualche rivenditore ufficiale Gibson, ma niente che possa competere con la crema al pistacchio che gira su Radiochitarra di quando in quando. Escluso solo un negozio, che negozio non è, di Cracovia, tale String Taste Electric Guitar; trattasi di una caffetteria a tema rock/blues che commercia anche chitarre e ampli. È un modello lavorativo interessante, perché oltre ad aver sostanzialmente creato un brand/trend con la sua attività e a portare a casa la pagnotta come un normale bar un po' di nicchia, il proprietario (intenditore di chitarre a livelli RC, amabilissimo averci a che fare) fa girare anche strumentazione di tutto rispetto senza doverci campare (e quindi senza dover seguire le tendenze di mercato). All'interno si trovano robe gustose, Tom Anderson, Melancon, Fender, Gibson, una PRS DGT goldtop, divided by 13, Matchless, pure un Red Seven (pare sia amico di Luca). Gioiello, una Tyler americana anniversario, oro e blu. Pare sia rivenditore, non è la prima che gli capita, ma belle così raramente ne ho viste (anche in foto) Morale: fatevi una settimana in Polonia per risvegliare i perduti istinti e se passate da GBL ditegli che cominci a vendere succhi di frutta. Di Auschwitz - Birkenau parlerò forse un altra volta.12 points
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Disponibili dal mega store crucco a 1799, ragazzi c'è da frugassi via. Eastman, Maybach però tu spendi i soliti soldi senza avere la firma sulla paletta e si sa poi quanto conti il nome Gibson quando si arriva a calarsi le braghe per comprare l'ennesima riedizione di qualcosa che abbiamo.. Secondo me vogliono affossare proprio quella concorrenza e ti vendono una chitarra senza binding dicendo "cazzo te ne frega della plastica giro giro, questa ha la paletta che si spezza come la sorella ben più costosa". e la gente11 points
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Ciao a tutti, sono Damiano, 45 anni di cui 30 suonati. Dopo questa presentazione da alcolista anonimo confesso di spiarvi da un pò e molte volte leggere i vostri thread mi ha strappato qualche sorriso e avvallato parecchi acquisti compulsivi. E' giunta l'ora di partecipare. A presto! Damiano10 points
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A me di Scanzi piace la capacità, per nulla scontata, che di qualunque argomento riesce sempre a parlare di Scanzi10 points
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Le Elixir son corde spettacolari per durata e per mantenimento sonoro: suonano praticamente per un anno come il primo giorno. Il problema è che mi fanno cacare come suono fin dal primo secondo10 points
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Malefici, un nuovo post su ormai vecchi pedali. KOT, POT e DOT. Sono uguali? Sono diversi? Sono un po' uguali e un po' no? Il Dunlop è peggio del cinese? In questo video mi sono cimentato in un tentativo di comparazione. Ho cercato di smanettare per avvicinare i suoni. Ho usato una 335, '59 Murphy lab, un Deluxe reverb e un Deep blue delay settato al minimo. Per registrare due mic insieme: nastro e dinamico. Il KOT (grazie @emanux) ha il canale red high gain. In questa puntata ho suonato solo in modalità "distorsione". Prossimamente OD e Boost. Marco9 points
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Carta d'identità della LESPOLLA - PAF, P90 o Staple A5, ABR e tailpiece, wraptail, trapeze... vanno bene tutti, tanto come la vesti la vesti, lei resta sempre la più bona della festa e tutti si volteranno a guardarla sognando di farci un giretto. - Un bello strato da 1,75" di mogano honduregno sciao-beloooo! - Maple top di 5\8", due pezzi center seamed per le Burst (e anche a volte per le primissime '52), 2 pezzi decentrati oppure 3-4 pezzi per le Gold, o infine body e top in un unica e più spessa tavola di mogano per le Black Beauty... con un carve così voluttuoso che la Leotta non avrà manco tra altri 15 ritocchini. - Tenone lungo del manico moganoso ben infilato in quel corpo così sinuoso e volubile. - Tastiera in ebano (BB) o palissandro... quest'ultimo meglio se brasiliano sciao-beloooo! - Il binding, un elegante nastro a contornare tutta quella meraviglia sia sul manico che sul top... e per le BB pure alla paletta e a più strati. - E infine... lei, quella paletta open-book, meravigliosamente fragile, progettata da Belzebù per alimentare il girone dei bestemmiatori ogni volta che una Lespolla cade. - Per i colori, rigorosamente nitro e possibilmente senza plasticizers... Gold, Nera, 50 sfumature di Burst, ma pure un bel White alla Randy... che je vuoi dì? L'ho già detto che è comunque la più bona della festa e tutti ce se vorranno fa' un giretto? Via metto due delle mie per gradire, tanto la pagina del gear non la aggiornerò mai9 points
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Non va al NAMM ma ci mettiamo anche il nuovo Dadoamp: Ultima creazione ispirata al suono hi-gain degli anni '80, da Van Halen a Steve Vai ma con un clean plexi style, 50W + circuitazione send/return9 points
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Ho intrapreso nei recenti giorni delle piacevoli conversazioni con il Dadone nazionale, che si afferma - come a tutti noto - persona di grande competenza e leggendaria umiltà e franchezza. Ne è fuoriuscito un video dimostrativo molto interessante, che ci tengo a postare perchè el toso merita. Spero lo si riesca a vedere perchè ci sto impazzendo da due giorni, portate pazienza ma sono informaticamente incapacitato/sèmo. https://streamable.com/i3ms7y?src=player-page-share EDIT: ok forse sono riuscito a hostarlo su Youtube9 points
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Premesssa Dopo diverse settimane di possesso ritengo sia finalmente giunto il tempo di parlare di questa famosa testata che ho avuto il piacere di acquistare da uno studio di registrazione friulano. Il modello è un 2016, cosa da precisare visto che, anche se in produzione dagli anni 90, la testata ha avuto qualche revisione nel tempo. Preciso anche che monta el34 come finali (anche se puó accettare KT88, 6l6, 5881e varie altre). Preciso infine che la selezione delle valvole del pre è stata fatta da Mantovani su specifiche e gusto del precedente proprietario, quindi la mia esperienza potrebbe non rispecchiare al 100% quella di una VH4 stock. In ogni caso, valvole a parte, è assolutamente originale. Caratteristiche La testata è 100 watt, quattro canali indipendenti, con master globale, presence e depth globali, un loop effetti globale e uno per ogni canale, tutto gestibile via midi. è immediatamente evidente che si tratta di un prodotto concepito e realizzato per musicisti seri, che hanno bisogno di qualità e affidabilità senza compromessi. Per fortuna la testata può acquistarla in realtà anche un pincopallo come me. Per capire la filosofia, basta pensare che ogni canale ha un fusibile dedicato, così se uno salta ci si può arrangiare con gli altri 3. La scelta di fare una 4 canali può sembrare esagerata, in un mondo in cui 3 spesso rappresentano un compromesso poco riuscito. L’ambizione qui peró è di permettere al musicista di coprire tutti i suoni principali senza aiuti esterni, senza per forza replicare i suoni di altri ampli (anche se i rimandi di certo si sentono). In generale la qualità trasuda da diversi elementi, da come sono tarati i pot - escursione molto ampia, ma senza estremi inutili dove le basse sono senza controllo o le alte sono del tutto sgradevoli - alla silenziosità della testata, davvero spettacolare. Il master è eccellente e la testata suona bene anche a bassi volumi, pur non trattandosi di un master iperlineare come in altre testate moderne. Infine, la testata è larga in maniera esagerata - 74 cm! - e pesa come un combo di medie dimensioni. Suoni Canale 1 Un clean molto armonico, molto pulito. Solo portando il gain oltre le 3 si arriva al pulito increspato, per il resto rimane sempre clean anche con humbucker. Il suono è bello, non è certamente un pulito “buttato lì”, anche se personalmente preferisco un attacco più veloce e schioccante, mentre questo è sempre abbastanza morbido. Ha un bright switch che lo rende più frizzante e aggiunge un filo di spigolosità in più. Un bel canale ma chiaramente non la ragione per cui si compra questa testata (e in ogni caso a me del pulito non è mai fregato nulla). Canale 2 Qui le cose iniziano a diventare interessanti. Il canale 2 è un crunch che passa dal leggero all’incazzato con il pot del gain, sicuramente dei 3 canali quello che ha più range. L’ispirazione è marshallosa, dovrebbe essere quella di una JCM800 anche abbastanza cattiva, e questo è molto evidente se attaccato a coni “british”. Ma abbassando le medie puó anche fare un crunch più magro di sapore fenderiano, molto bello, soprattutto con i coni giusti. È un canale molto molto dinamico ed estremamente sensibile all’input, ovvero alla chitarra che viene attaccata: tra les paul, tele, strato c’è un abisso e si sentono sfumature che in tanti altri ampli verrebbero mangiate. Molto apprezzato anche da chi ama usare pedali e boost vari (tipo Euge Valovirta per chi ne segue il canale), perché li prende molto bene. Ha il bright switch per aggiungere un po’ di mordente in più sulle alte, nulla di drammatico. Canale 3 Questo sì, che è la ragione per cui si compra questa testata. Il famoso canale 3 è famoso per motivi che appaiono chiari molto in fretta. Saturo ma non troppo compresso, “tight” ma non rigido, aperto ma non stridulo. Un muro di suono che farà immediatamente sentire a casa chi è cresciuto negli anni 90. La qualità più sorprendente è poi quella di passare da un suono ritmico perfetto, cattivo e definito, a un suono che resta enorme anche sulle corde avvolte. Ti invoglia e ti porta immediatamente a suonare riff cazzuti, d’istinto proprio. Se le parole sembrano quelle di una scolaretta innamorata - e me ne rendo conto - è perché questo canale è assolutamente un’esperienza, per quanto è bello da suonare. Certo, se uno cerca zeppelin o deep purple non se ne farà niente… ma c’è una ragione per cui quest’ampli è negli album e sui palchi di artisti cha vanno dai Tool a Hetfield ai Darkness a billy corgan, con parecchia altra roba in mezzo. È senza dubbio merito di questo canale. Rispetto al canale 2 il suono lo si fa più con i potenziometri che con la chitarra, anche se non cancella l’identità dello strumento che viene attaccato. È facile farlo suonar bene sia con chitarre moderne che con pickup scarichi, e le differenze si sentono, ma in modo meno drammatico. In ogni caso l’ottima escursione dei pot è un altro punto di forza, permettendo di trovare facilmente il tuo suono (nel suo ambito). Anzi, i tuoi suoni, perché ce ne sono davvero tanti dentro, non uno solo. Dal rock moderno al metal e tanto in mezzo. Canale 4 Il quarto canale non è una estensione del terzo, con più gain e cattiveria. Anzi. Aumenta la compressione, ma c’è anche un calo ben distinto delle alte frequenze, un arrotondamento che lo rende dedicato al suono solista. Per quello è bello, anche se personalmente preferisco comunque un lead più croccante preso dal 3o canale. Potrebbe dipendere in parte, a onor del vero, anche dalla scelta delle valvole, ma non saprei dire. Diciamo che capisco perché questo canale ci sia, ma non è per me, anche se potrei ricredermi in futuro. È comunque del tutto possibile adattarlo a suoni più ritmici e aggressivi, ma questo richiede un intervento su presence e depth molto diverso da quello degli altro canali. Conclusioni Possiamo chiamarla una testata da isola deserta? Anche sì. Ci fai davvero di tutto, lo fai molto bene, e pure molto facilmente, perché i controlli sono tarati benissimo. Al contempo non suona come nessun’altra cosa, ció che può anche spiazzare. Non è certo una testata per far cover. Personalmente cercavo una testata espressamente “moderna” per coprire quello che i miei ampli non mi davano e devo dire di essere estremamente soddisfatto dell’acquisto. Channel 3 rules.9 points
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Un ultima chicca la ebbi quando il giorno della stipula dell atto di vendita del magazzino presso il notaio, incontrai le proprietarie. Mio padre mi raccontava che su via rivocati, appunto il nome della strada in cui si trova la mia attività, ci fu il primo negozio di strumenti musicali di Cosenza....correva l anno 1959/60. Parlando con le proprietarie, la sorpresa du scoprire che il magazzino che stavo per acquistare, era proprio quello in cui c'era quel negozio di strumenti. Alla fine tutto torna, la storia si ripete. Spero di non avervi annoiato. Per chi volesse vedere altre foto, vi lascio il link di instagram: https://www.instagram.com/vintage_spec/profilecard/?igsh=MXMxYWo4bGwzN3N3MA==9 points
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"The baddest box for the baddest axe" ... e una sua versione point to pont (Rattler LTD)9 points
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Per me quando uno inizia ragionare di "investire" in relazione agli strumenti musicali ha già sbagliato in partenza... io compro - ormai si può anche dire colleziono - strumenti vintage non perché penso che possano salire di valore, non ci ho mai pensato neanche quando ho iniziato, ma perché mi piacciono, per il suono, il feel, la storia che trasudano, e infatti in linea di massima preferisco strumenti suonati e vissuti, piuttosto che mint... e mi piace condividere, far toccare con mano, confrontare ecc con gli amici musicisti, perché il poterle custodire e condividere è parte integrante del mondo del vintage "sano", quello lontanto dagli speculatori e dai venditori più o meno di professione. Se ragionassi in termini di investimento, avrei messo tutte le chitarre in cassaforte appena prese e probabilmente le avrei anche già rivendute, vista l'impennata che hanno avuto negli ultimi 5-6 anni... invece le ho refrettate se c'è n'era bisogno e le suono quasi quotidianamente, sperando anche che un giorno mio figlio possa appassionarsi a questi legnetti vecchi, intrisi di note fumose e sudate, suonate per 70 anni da chissà quali mani, per condividere insieme una passione e lasciargli un domani (speriamo lontano ) una parte di me.9 points
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Eccomi, scusate la latitanza... avevo letto stamane, ma sono giorni intensi e sempre con poco tempo. Per rispondere a @Dado: non ho ancora avuto la fortuna di provare quella burst specifica (forse a Padova a metà maggio, vediamo), ma in generale ho provato quasi una decina di burst, più alcune svariate decine di Gibson anni '50 e primi '60. Quello che posso dire è che non tutte le burst - e, più in generale, non tutte le chitarre vintage - sono uguali per la mia esperienza. Legni delle stesse essenze, ma comunque diversi, manici con profili e spessori diversi... queste variabili incidono sul peso, sulla risonanza ecc. Se poi aggiungiamo anche che non tutti i PAF sono identici, o i pots più o meno driftati ecc, si può capire facilmente anche a logica come ci possa essere variabilità. Ci sono però dei caratteri comuni, che personalmente ho riscontrato nella gran parte delle Gibson anni '50, sia da spente che da accese: l'attacco è aperto, snappy, ma mai fastidioso come in alcune LP moderne; anche quelle molto bright hanno uno spessore delle note sui cantini che difficilmente si ritrova in strumenti moderni. E in generale hanno meno bassi delle custom shop moderne: hanno punch sulle medio-basse, più che dei veri e propri bassi, che sono meno profondi come frequenze per capirci. I PAF di base, sia che si becchi un set più vicino ai 7k che quelli con valori più alti da 8,5-9k in A5, sono comunque pickup molto trasparenti, diventano quasi dei singoli molto fighi quando suoni piano o abbassi il volume. Non coprono il suono dello strumento, non lo stravolgono, e hanno quasi sempre questo attacco brillante e veloce anche sulle corde basse, con una dinamica che difficilmente ho sentito anche nelle migliori (e costose) repliche PAF moderne... sono d'accordo con @Giorgio V. che ogni produttore moderno riesce a replicare più o meno bene UN aspetto dei PAF, ma finora nessuno è riuscito a metterli tutti insieme: i PAF veri hanno sempre uno scampanellio tipico, una grandissima dinamica e tanta definizione, ma c'è anche una sorta di amalgama, un piacevole accavallarsi di armoniche che rende questa definizione sempre dolce, musicale, amalgamata in modo perfetto. Giusto per fare un esempio, spesso gli amici che provano le mie due Gold si stupiscono di quanto la '52 coi P90 possa suonare simile all'altra Gold coi PAF... ecco, lì vedi proprio il carattere comune: nonostante pickup diversi, elettroniche diverse (da un lato pots IRC e caps Grey Tiger, dall'altro Centralab e Bumblebees, oltretutto coi pots di valori abbastanza diversi tra le due), ponte diverso, senti che la matrice è proprio la stessa. Un altro esempio... nei giorni scorsi avevo a casa cinque ES-335, '66-67-68-68, più una moderna Murphy con upgrade di elettronica e picappi fighi. Le 4 vintage sono diverse tra loro, pesi sensibilmente differenti, manici MOLTO differenti, una (la mia '66) ha anche un early pat. nickel al bridge, che è diverso dai T-Top delle altre. Ma sentendole suonare a giro da diversi amici, con suoni, mani e stili completamente diversi, potevi riconoscere la moderna (comunque bellissima) dalle altre 4 facilmente e pure stando nella stanza a fianco... anzi in questo caso la differenza secondo me è anche più marcata che con le Les Paul. Comuque per me il bello di questi strumenti non sta tanto nel suono in sé, o nel fascino del vintage in quanto "antico", vissuto ecc... io mi sono letteralmente innamorato di come ti fanno suonare, del feeling: il loro essere così dinamiche, aperte, anche stronze in certi casi, permette di trovare facilmente sfumature che con strumenti moderni sono pressoché impossibili. Ed è un po' il motivo per cui ormai quasi tutte le chitarre che ho sono vintage: piano piano, in alcuni anni, ho convertito tutto l'arsenale... e svuotato permanentemente il conto9 points
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Apro un thread dedicato, in cui si può parlare di Paffettini e affini Allora... da dove cominciamo? Ma dai PAF, dagli originali, quelli montati da Gibson sulle burst vere dal 1957 al 1960... però se si parla di suono, estenderei tranquillamente il periodo di eccellenza fino alla metà degli anni '60, durante i quali venivano montati sulle prime SG (chiamate ancora "Les Paul" fino ai primi mesi del '63), 335 e vari tipi di hollow e semi-hollow, poiché sono di fatto, sia da un punto di vista costruttivo sia sonoro, uguali agli ultimi P.A.F. short magnets (cambia la decal in Pat. Number, perché Gibson ricevette appunto il numero di brevetto). Due curiose fotine fatte da me medesimo, sotto blacklight, a uno dei set che ho attualmente, quello meglio conservato esteticamente, coi long magnets e le decal intatte. Ne ho avuti per le mani più di 10 set, di tutti i periodi, sia long che short magnets, e ne ho attualmente 4 set montati sia su chitarre dell'epoca che moderne... onestamente non ho mai trovato nessuna replica moderna che gli tenga testa, e posso dire che anche di quelle ne ho avute e provate di ogni, comprese le più costose (mi mancano le repliche di Vincenzino nostro, ma solo perché quando lui ha iniziato lì avevo già tutti veri ). I PAF vintage hanno un'apertura, una definizione, una dinamica e una complessità armonica non riproducibile con i materiali odierni; inoltre, accoppiati al giusto harness, si ripuliscono con il volume della chitarra in un modo sublime, permettendo di avere in pratica suoni clean crunch e lead da rock classico da un ampli monocanale tirato, senza usare nient'altro. E a differenza dei migliori repro che ho avuto, che a volte riescono a replicare una o due di queste caratteristiche, i PAF le hanno tutte insieme contemporaneamente. Se dovessi descriverli in una parola, direi che la più corretta è TRASPARENZA. Non sono pickup che impongono il loro suono, ma che lasciano trasparire le caratteristiche e le sfumature dello strumento e del tocco di chi lo suona... in poche parole: montali su una LP bella e diventerà sublime, mettili su una ciofeca e sentirai meglio che è una ciofeca, perché non coprono le magagne. Per il genere in cui eccellono: direi blues, rock classico, hard rock, jazz... escluderei solo il metal pesante (anche se c'è chi ce lo suona), ma solo perché sarebbero sprecati per suoni così compressi, non perché non sia possibile suonarci metal. Linko un paio di video suonati a cazz, li avevo fatti per gli amici con cui ci sentiamo nelle varie chat whatsapp, quindi senza pretese e senza star troppo attento alla qualità del suonato: l'ampli a cui sono attaccate è la mia Naughty Amps - Alpha&Omega, qui settata in modalità plexi '68, con volume casalingo... nessun pedale, se non uno slapback messo tra chitarra e ampli, per avere un minimo di ambiente. Infine due dritte riguardo alle repliche PAF: molti costruttori di pickup ci hanno provato e ci provano tutt'ora (alcuni anche utilizzando parte dei materiali NOS), da quelli commerciali come Duncan e DiMarzio, per arrivare ai produttori boutique. Finora quelli che mi hanno convinto di più sono: - Wizz... non i normali, ma i Vintage Wire con magneti NOS, quelli che fa solo su richesta e che non ha sul sito, sono dei gran bei pickup, per un costo di circa 1200-1300€ - Stephens Design... il vecchio i pickup li da fare anche se sarebbe da menargli per la politica commerciale: dei suoi, ho preferito gli HD normali rispetto ai NOS Wire, cmq si parla sempre di un prezzo superiore al mulino abbondante. - Brandon Wound... best bang for the buck secondo me, sono i primi che consiglio a chi ha un budget basso o vuole sperimentare con delle buone repro la prima volta, non a livello dei primi due, ma il rapporto Q\P è davvero impressionante per i circa 250-300€ che chiedono (i Limited sui 450-500). - aggiungo 8Bomb perché so che ci sta sperimentando molto, e recentemente mi è capitato di provarne un set degli ultimi... sono belli, non economicissimi ma neanche costosi come i primi due citati: su clean e crunch mi sono piaciuti molto, i lead erano rovinati da una microfonicità un po' sopra la media. Tra le repliche che per me invece sono un NO, dico solo un nome, perché siccome in tanti ne parlano bene (secondo me non ne hanno mai sentito uno vero), rischiano di far buttare soldi: Throbak... gLory P.S. oggi paradossalmente, l'unico a poter usare di diritto la sigla PAF è Larry Di Marzio, che ne detiene il copyright, e ha pure il copyright sulle bobine double white8 points
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Intendo proprio i PAF, gli originali montati da Gibson sulle burst vere fino al 1960... ma estenderei tranquillamente il periodo di eccellenza fino alla metà degli anni '60, durante i quali venivano montati sulle prime SG (chiamate ancora Les Paul fino ai primi mesi del '63), 335 e vari tipi di hollow e semi-hollow, poiché sono di fatto, sia da un punto di vista costruttivo sia sonoro, uguali agli ultimi P.A.F. short magnets (cambia la decal in Pat. Number, perché Gibson ricevette appunto il numero di brevetto). Ne ho avuti per le mani più di 10 set, di tutti i periodi, sia long che short magnets, e ne ho attualmente 4 set montati sia su chitarre dell'epoca sia moderne... onestamente non ho mai trovato nessuna replica moderna che gli tenga testa, e posso dire che anche di quelle ne ho avute e provate di ogni, comprese le più costose (mi mancano le repliche di Vincenzino nostro, ma solo perché quando lui ha iniziato lì avevo già tutti veri ). I PAF vintage hanno un'apertura, una definizione, una dinamica e una complessità armonica non riproducibile con i materiali odierni; inoltre, accoppiati al giusto harness, si ripuliscono con il volume della chitarra in un modo sublime, permettendo di avere in pratica suoni clean crunch e lead da rock classico da un ampli monocanale tirato, senza usare nient'altro. E a differenza dei migliori repro che ho avuto, che a volte riescono a replicare una o due di queste caratteristiche, i PAF le hanno tutte insieme contemporaneamente. Se dovessi descriverli in una parola, direi che la più corretta è TRASPARENZA. Non sono pickup che impongono il loro suono, ma che lasciano trasparire le caratteristiche e le sfumature dello strumento e del tocco di chi lo suona... in poche parole: montali su una LP bella e diventerà sublime, mettili su una ciofeca e sentirai meglio che è una ciofeca, perché non coprono le magagne. Per il genere in cui eccellono: ti direi blues, rock classico, hard rock, jazz... escluderei solo il metal pesante (anche se c'è chi ce lo suona), ma solo perché sarebbero sprecati per suoni così compressi, non perché non sia possibile suonarci metal. Per le chitarre: se parliamo di Les Paul, direi tutte, ma li adoro anche sulle 335-345-355. Molti costruttori di pickup comunque ci hanno provato e ci provano tutt'ora (alcuni anche utilizzando parte dei materiali NOS), e finora quelli che mi hanno convinto di più sono: - Wizz... non i normali, ma i Vintage Wire con magneti NOS, quelli che fa solo su richesta e che non ha sul sito, sono dei gran bei pickup, per un costo di circa 1200-1300€ - Stephens Design... il vecchio i pickup li da fare anche se sarebbe da menargli per la politica commerciale: dei suoi, ho preferito gli HD normali rispetto ai NOS Wire, cmq si parla sempre di un prezzo superiore al mulino abbondante. - Brandon Wound... best bang for the buck secondo me, sono i primi che consiglio a chi ha un budget basso o vuole sperimentare con delle buone repro la prima volta, non a livello dei primi due, ma il rapporto Q\P è davvero impressionante per i circa 250-300€ che chiedono (i Limited sui 450-500). gLory P.S. oggi paradossalmente, l'unico a poter usare di diritto la sigla PAF è Larry Di Marzio, che ne detiene il copyright, e ha pure il copyright sulle bobine double white8 points
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Bhe, era da un pò che volevo raccontarvi questa storia. Spero di non creare problemi a nessuno, anche perché non voglio né farmi pubblicità né pestare i piedi, ma unicamente condividere con voi qualcosa di bello, almeno per me. Sono anni, da quando ho cominciato a smanettare con le chitarre, che mi sono sempre dilettato nell hobby della liuteria e dell'elettronica; vuoi perché da piccolo ero quello che smontava i giocattoli per vedere come erano fatti, vuoi perché ho sempre avuto una spiccata manualità: a 5 anni smontavo i giochi, a 10 anni le macchine RC, a 14 i motorini, a 20 anni le auto e via dicendo.... Sul mio territorio, si è fatta sempre fatica a trovare sia liutai che tecnici elettronici, per cui quando una cosa mi si rompeva, mi dovevo arrangiare...andavo giù di manuali, schemi e saldatore. Di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, per cui mi sono trovato nella classica situazione in cui gli amici mi portavano le cose da riparare, poi gli amici degli amici, poi A MMIO CUGGGINO, poi i musicisti, fino ad arrivare ai negozi presenti sul territorio. In pratica ciò che era un mio hobby è diventato con il tempo, un attività che mi occupava sempre più spazio. Contemporaneamente, essendo un musicista affetto da GAS compulsiva, mi trovavo sempre gente a casa, che magari veniva per una riparazione e poi finiva per comprare una chitarra, un pedale, un ampli. Insomma, il mio piano terra di casa, era diventato una sorta di negozio,laboratorio,sala prove, porto delle nebbie. Prima che il covid facesse la comparsa, mi era balenata l idea di aprire un negozio dedito alle riparazioni elettroniche e di liuteria; per fortuna nn si concretizzò all epoca altrimenti avrei fatto un buco nell'acqua. Per farla breve, nel 2024 ho detto a me stesso: o lo faccio ora a 44 anni o nn lo farò mai più. Per non tediarvi con ulteriori cagate, vi posto le foto del mio angolo di paradiso. L'ho fatto come l ho sempre desiderato, l ho fatto come un estensione di me stesso, come casa mia. La notte quando vado a dormire nn vedo l ora che si faccia giorno per scendere in negozio a lavorare. Mi piace starci, tanto.8 points
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Ecco la mia ultima assemblata: corpo MJT in swamp ash, manico Buttarini, pick up Lindy Fralin Vintage Hot, potenziometro del volume lineare con treble bleed, condensatore del tono in carta-olio. Non so perchè ma quando ho visto vagare su MM un corpo MJT in frassino ho acquistato compulsivamente e, anche se una tele non mi serviva a un c.zzo ci ho costruito sopra un bel tagliere che suona a cannone bon, son contento. 20240705_112016 by Davide Borra, su Flickr 20240705_112041 by Davide Borra, su Flickr 20240620_090346 by Davide Borra, su Flickr 7843987_1715366772 by Davide Borra, su Flickr8 points
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La mia numero uno da più di 10 anni: Ne continuo a comprare di belle ma questa pare fatta su misura. Refin e tasti in acciaio di ShangriLab, pickup al ponte stock, al manico un single Cavalier, sellette Callaham. Come da copione Nocaster il twang non è la sua specialità, il bello suo è che ringhia e ci passi le giornate a farci i riffoni.8 points
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Sinceramente son curioso anche io di provare lo Strymon perché tutti parlano di una cosa eclatante. Poi guardo il centinaio di pedali stipati nella vetrinetta, attacco lo Spark e suono sulle basi con un bel suono di merda (in onore al mio playing)8 points
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Era da tanto che non aprivo un Topic qui su RC e non posso non condividere con voi quanto successo ieri pomeriggio. Ieri ero con i miei prodotti in esposizione al Soave Guitar Festival ed il carissimo Mattia Tedesco, amico di lunga data e musicista sopraffino, mi porta nello spazio espositivo di Balossino con il quale collabora e mi fa provare un pò di stratocaster nate tra gli anni '60 e '70, tutte in buono/ottimo stato e decisamente ben suonanti, alcune veri affari perchè parecchio deprezzate a causa di interventi visibili su mascherine, ponti, tasti e altre cose. Si sa che il valore di questo tipo di strumenti non segue la bontà sonora ma si mantiene a livelli alti solo se completamente originali. Non avevo coraggio di chiedere sinceramente ma, durante la prova delle strato, vedevo in bella mostra una Les Paul 1959 completamente originale con un relic naturale pazzesco, chiedo informazioni a Mattia e me la fa provare. Boh, in vita mia non ho mai provato una Les Paul che mi piacesse fino in fondo, anche diverse tra Tom Doyle e Murphy Aged ma niente, c'è sempre qualcosa di troppo poco malleabile, non so spiegare bene ma non riesco mai a farle suonare come voglio, probabilmente non è la MIA chitarra..ma forse non ne avevo provata una vera. Questa '59 ha una headroom pazzesca, quando suoni piano il pick up al ponte sembra un single coil, quando pesti forte ritorna humbuker, ha una dinamica paurosa e una tavolozza di suoni molto ampia, non c'entra niente con nessuna delle Les Paul che abbia provato in vita mia, mi ha restituito una sensazione totalmente positiva senza storture o lati negativi, è la prima Les Paul di quegli anni che ho il piacere di provare non so se siano tutte cosi, magari @guitarGlory mi sa rispondere, sicuramente non mi aspettavo una risposta tonale cosi diversa rispetto a tutto quello che viene prodotto ai nostri giorni! Per la cronaca, il precedente possessore di questo gioiello aveva precedentemente montato un Bigsby sotto al quale la vernice non si è scolorita come sul resto della chitarra quindi, ora che il Bigsby non c'è più, è rimasta una leggera macchia sfumata di colore più acceso che la rende secondo me ancora più sexi. Eccola. Screenshot 2024-04-29 at 17-03-41 Burnfx (@burnfxpedals) • Foto e video di Instagram by Davide Borra, su Flickr8 points
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Oh finalmente un video dove fa cacare tutto quanto. al prossimo che scrive che uno bravo fa suonare bene pure un manico di scopa gli linko sto video.8 points
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Sono passati un po’ di anni dall’ultimo aggiornamento. Nel frattempo, qualche anno di inattività, un trasferimento all’estero e tanta gas. Iniziamo con quello che ho a portata di mano… Nella foto - Headrush flex prime - Soldano Slo 100 limited signed - two rock ts1 - plexi 1987 1971 - vintage sound 22 - aggeggi e pedalanza varia7 points
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C'ho riflettuto. Schierare tutte le Fender come ho fatto con le Gibson CS mi costerebbe una gran fatica. L'ho fatta una volta, a posto così. Con le Fender invece introduco questo metodo. Ne tiro fuori una a settimana dal mio antro e la posto qui. Iniziamo da una CS Stratocaster '63 HSS heavy relic Graffiti Yellow (in foto il giallo è venuto più chiaro. Pazienza). Single coil fat60 e 60, più humbucker EVH di fabbrica. In pieno stile vanhaleniano non è previsto un tono dedicato all'humbucker al ponte. Manico oval C con spessore del manico al primo tasto 0.790 (credo sia il più snello di casa Fender), radius 9,5. È una delle Strato che più mi hanno impressionato. Non ho una gran passione per il relic (semmai l'opposto) ma questa suona, quindi non potevo non tenermela stretta. Estremamente cruda e senza fronzoli.7 points
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Cioè fammi capire: hai due strato e ti sembra di averne una di troppo? Mi stai dicendo che abbiamo fallito come divulgatori quindi. Comunque dare via una strato per un comodino è roba da tagliare i pollici a chi lo fa.7 points
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da metterci ancora il secondo canale e qualche messa a punto. ma suona !! la prima registrazione con l'acustica senza pretese..7 points
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Per rimanere fedeli alla parola del secolo "gender fluid", ecco un genere poco presente su RC. Questa è la mia ex band, ha appena pubblicato il nuovo singolo "My boody lore", e prossimamente uscirà il nuovo disco "Season of redemption". Ora la band non è più strumentale, ed in più è un power trio! Dateci un ascolto, si può solo sulla loro pagina per ora. Scrollate in giù e schiacciate play in nome della Diversity! https://www.jordaanband.com/it Breve teaser: Qui il bandcamp coi vecchi dischi post rock. https://jordaan.bandcamp.com/ E qui il canale youtube, con un paio di pezzi vecchi cmq presenti sul bandcamp. https://www.youtube.com/@JordaanBAND7 points