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Inviato

Siamo nel 2015 e stiamo ancora a parlare del blues, un genere che non ci appartiene come mentalità e sonorità ma che ha permesso a chiunque me compreso di imparare due lick e suonare con 3 gruppi rock. Del blues ci manca storia sentimento e attitudine, il nostro blues è il melodico della canzone popolare con le sue progressioni di accordi etc etc. Il problema è che si parla di blues ma non si vive blues perché non è il nostro ritmo, non son le nostre dinamiche non è il nostro sport. Si parla di blues e si parla sempre di altro continenti e comunque di artisti di un'altra lingua. Non è un caso. Quando vedo i bluesman nostrani avverto che son cresciuti a fagioli e cotiche e non a piatto negro nazionale. Come i turisti che vanno all'estero e si spiegano con poco inglisc e tanto smaneggio.

"quando c'è l'amore c'è tutto" (la firma di tapatalk)

Vero, ma sarebbe scontato se suonassimo solo mazurche e tarante. Anzi il bello secondo me è la contaminazione.

Nessun italiano è stato mai un bluesman in senso tradizionale, ma è importante,per chi sente proprio quel linguaggio, catturarne delle sfumature e farle proprie anche dentro altri contesti.

Minchia sono stato troppo serio?

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Inviato

Vero, ma sarebbe scontato se suonassimo solo mazurche e tarante. Anzi il bello secondo me è la contaminazione.

Nessun italiano è stato mai un bluesman in senso tradizionale, ma è importante,per chi sente proprio quel linguaggio, catturarne delle sfumature e farle proprie anche dentro altri contesti.

Minchia sono stato troppo serio?

 

continua così e ti tolgo il titolo di utente dell'anno... :lol:

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Inviato

Siamo nel 2015 e stiamo ancora a parlare del blues, un genere che non ci appartiene come mentalità e sonorità ma che ha permesso a chiunque me compreso di imparare due lick e suonare con 3 gruppi rock. Del blues ci manca storia sentimento e attitudine, il nostro blues è il melodico della canzone popolare con le sue progressioni di accordi etc etc. Il problema è che si parla di blues ma non si vive blues perché non è il nostro ritmo, non son le nostre dinamiche non è il nostro sport. Si parla di blues e si parla sempre di altro continenti e comunque di artisti di un'altra lingua. Non è un caso. Quando vedo i bluesman nostrani avverto che son cresciuti a fagioli e cotiche e non a piatto negro nazionale. Come i turisti che vanno all'estero e si spiegano con poco inglisc e tanto smaneggio.

"quando c'è l'amore c'è tutto" (la firma di tapatalk)

 

Manco Gary Clark Jr, tuttavia, è cresciuto con la schiena piegata sul cotone..

Inviato

Vero, ma sarebbe scontato se suonassimo solo mazurche e tarante. Anzi il bello secondo me è la contaminazione.

Nessun italiano è stato mai un bluesman in senso tradizionale,

perdonami ma ti invito a valutare in primis Roberto Ciotti ormai purtroppo non più con noi

a seguire ti ricordo Paolo Bonfanti riconosciuto a livello europeo

e di quest'ultimo vai sul tubo e cerca quando è stato più volte ospite on stage di Treves e Gariazzo

Inviato

Basta toglie una ENNE! :sorrisone:

 

tesoVo.... :wub:

 

perdonami ma ti invito a valutare in primis Roberto Ciotti ormai purtroppo non più con noi

a seguire ti ricordo Paolo Bonfanti riconosciuto a livello europeo

e di quest'ultimo vai sul tubo e cerca quando è stato più volte ospite on stage di Treves e Gariazzo

 

ciao caro, invitami pure, ti assicuro che per contare le volte che ho visto dal vivo gli artisti che citi servono probabilmente 4 mani, se bastano, ma confermo quanto detto.

Per quanto Ciotti abbia avuto una bella voce, la sua pronuncia inglese mi fa cascare le palle, come quella di Gariazzo, che suona da paura, ha un suono da paura, ma non se po' sentì cantà, e deve farlo lui perché Treves anche non può cantà,  idem che dirti, Rudy Rotta?

 

Invece apprezzo molto più che dire, hai presente le chitarre fatte da Ciotti nel album acustico "Rinnegato" di Bennato? 

DA PAURA, come anche l'armonica di Treves su "Franz è il mio nome", una locomotiva che sferraglia.

Questo intendo, portano il blues, la loro parte di blues genuina dentro un altro contesto,non indebolito da assenza di voce o brutta pronuncia, e questo rendo il loro intervento perfetto.

In questo modo possiamo suonare blues noi italiani, imho

 

:smile:

Inviato

Tolo Marton tra i "vecchi" e Roberto Luti trai "giovani"

 

grande Tolo! adoro il suo modo di usare toni,volume e armonici!

Ma non mi piace come canta neanche lui.

Luti mi piace, è un integralista del blues

Mi piace soprattuto in generale il progetto nel quale si è imbarcato, Music for Change.

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Inviato

Tilt ha ragione, purtroppo i "nostri " eroi cadono un po' tutti sulla lingua, e nel blues la pronuncia ha un bel peso (anche se i primi blues avevano un inglese tutto storpiato, magari se riesco vi posto qualche primissimo testo)

Inviato

Io sono "nato" nel blues con SRV (anche se poi studiando il genere ho capito come il blues texano dei bianchi sia molto contaminato dal rock), quindi devo dire che, per il genere, sono più attratto dai suoni Fender. Una cosa veramente non sopporto: il blues super perfettino e plasticoso di gente come Robert Cray (magari ho beccato io i dischi anni 80 sbagliati...) e tutti i chitarristi "ibridi" tipo Gary Moore: chitarristi hard rock o rock "prestati" al blues, ma che IMHO risultano finti. Anche Bonamassa mi risulta di difficile digeribilità per lo stesso motivo.

Inviato

concordo abbastanza, di Cray se becchi le frosciate anni 80 sei finito, ma ha fatto cose molto carine, anche di recente.

Io approcciai al genere proprio con gherimur perchè venivo dal rock, oggi non capisco come potessi impazzire per i suoi dischi, anche se il tributo a Perter Green è molto bello. Di Bonamassa ho grande stima perchè è superbravo, ma i suoi dischi non riesco a sentirli fino alla fine, mentre il suo contributo nei dischi di altri artisti è superbo.

Inviato

Still Got the Blues all'epoca mi era piaciuto moltissimo, non è certamente vero blues, ma rimane un disco molto ispirato.

Questo video con il Supremo Albert Collins rimane una figata

 

 

Robert Cray non lo reggo. Bonamassa è lammerda.

Inviato

Io sono "nato" nel blues con SRV (anche se poi studiando il genere ho capito come il blues texano dei bianchi sia molto contaminato dal rock), quindi devo dire che, per il genere, sono più attratto dai suoni Fender. Una cosa veramente non sopporto: il blues super perfettino e plasticoso di gente come Robert Cray (magari ho beccato io i dischi anni 80 sbagliati...) e tutti i chitarristi "ibridi" tipo Gary Moore: chitarristi hard rock o rock "prestati" al blues, ma che IMHO risultano finti. Anche Bonamassa mi risulta di difficile digeribilità per lo stesso motivo.

 

Robert Cray è BLUES, sangue sudore e lacrime, non scherziamo. 

Negli anni '80 anche BB King ha tirato fuori produzioni discutibili con tastiere dimmerda stile "de fainal caundaun" degli iurop.

Lo stesso vale per Gary Moore, ha fatto un percorso partendo da rock, poi sguazzando nel british blues, e solo a fine carriera suonando con coerenza blues stile Menphis-Chicago.

Ascoltati "Blues for Greeny" 

Mi sembra di capire però che per ibridi intendi proprio il filone del British Blues, filone a sé stante, come può essere quello Texas e quello acustico della prima metà del '900, ma non per questo meno puro. Non sta scritto da nessuna parte che quello di Chicago sia "più blues", è solo una nostra percezione.

 

Joe Bonamassa invece non lo reggo e pur ispirandosi a questi generi in realtà nei suoi dischi è molto più rock.

Inviato

Condivido come al solito tilt in toto! Robert cray, anche se ha fatto cose mediocri negli anni ottanta è uno che suona il blues vero e sanguigno, guardatelo in azione nei live e sembra quasi soffra quando suona, lui lo sente veramente. Ho avuto la fortuna di vederlo dal vivo nel concerto di Clapton e f venire la pelle d'oca con la sua strato! Stessa cosa penso di gary e il suo approccio al blues, il tributo a peter green l'ho consumato a furia di ascoltarlo! Per quanto riguarda bonamassa ( di cui ho appena fatto una recensione di un suo ultimo lavoro blues su radio cultura ed ho comunque promosso il disco) anche a me non è mai piaciuto , troppo rock, troppe note

e troppa tecnica!

Se posso consigliare un bel libro ( almeno a me è piaciuto) per cominciare ad ascoltare e capire il genere è " 100 dischi ideali per capire il blues " di Roberto caselli, secondo me è fatto molto bene e mi ha aiutato nella mia cultura

Inviato

A proposito di blues for greeny, anche la produzione di Peter Green prima che rincoglionisse è a dir poco ragguardevole.

In generale pero' trovo vero che i neri lo sentano di più nelle loro corde in maniera più naturale quasi come istinto innato, un po' come i 100m, di tanto in tanto esce qualcuno bianco che se la gioca ma non cosi spesso.

Lo stesso Clapton per quanto un mostro indiscutibile non sempre mi fa sempre le budella come altri ancora piu "roots", ma sono cose che non si possono spiegare a parole e ovviamente anche soggettive. Ognuno nella musica cerca cose diverse e l'unica cosa che accomuna tutti i tipi diversi di questa musica "primitiva e istintiva" è riuscire proprio a parlare alle budella di chi ascolta IMO.

Inviato

A proposito di blues for greeny, anche la produzione di Peter Green prima che rincoglionisse è a dir poco ragguardevole.

In generale pero' trovo vero che i neri lo sentano di più nelle loro corde in maniera più naturale quasi come istinto innato, un po' come i 100m, di tanto in tanto esce qualcuno bianco che se la gioca ma non cosi spesso.

Lo stesso Clapton per quanto un mostro indiscutibile non sempre mi fa sempre le budella come altri ancora piu "roots", ma sono cose che non si possono spiegare a parole e ovviamente anche soggettive. Ognuno nella musica cerca cose diverse e l'unica cosa che accomuna tutti i tipi diversi di questa musica "primitiva e istintiva" è riuscire proprio a parlare alle budella di chi ascolta IMO.

 

quoto, comunque Clapton meriterebbe un award alla carriera, è l'unico musicista ad essersi trasformato ed immedesimato dentro tante forme di blues, sempre in modo convincente. 

A partire dal british blues, per passare al blues acustico "commerciale" dell'epoca di unplugged, al blues di chicago (From the Craddle o Riding with the King insieme a BB), al blues acustico rurale (il tributo a Robert Johnson), facendolo non "a cazzo", ma studiando e investendo tempo.

Anche lui ha fatto svariate cagate pop, ma fortunatamente sono più le cose belle.

 

PS: Just One Night resta uno dei miei preferiti

Inviato

Clapton per me finisce con lo scioglimento dei Cream. Tutto il resto della sua produzione va dal trascurabile all'osceno.

Cray è blues ma ha sempre fatto cagare in confronto ai giganti del blues.

Peter Green è di un altro pianeta rispetto a tutti gli ultimi nomi menzionati....sia con i Fleetwood Mac che con Mayall ha suonato in modo strepitoso. Poi vabbè...purtroppo ha fatto la stessa fine di Roky Erickson....

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Inviato

Clapton per me finisce con lo scioglimento dei Cream. Tutto il resto della sua produzione va dal trascurabile all'osceno.

Cray è blues ma ha sempre fatto cagare in confronto ai giganti del blues.

Peter Green è di un altro pianeta rispetto a tutti gli ultimi nomi menzionati....sia con i Fleetwood Mac che con Mayall ha suonato in modo strepitoso. Poi vabbè...purtroppo ha fatto la stessa fine di Roky Erickson....

 

Satana!  :facepalm:

gli album che ho menzionato sono pietre miliari 

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