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Ascoltai per la prima volta “Officium defunctorum” di Morales all’inizio degli Anni Settanta, nella cattedrale di Siviglia. Quando mi capitò di riascoltarlo, vent’anni più tardi, durante un viaggio in auto attraverso frastagliate distese di lava, in Islanda, l’impressione fu ancora più profonda. Lavoravo allora alle riprese del film “Holozan”, dal raconto “L’uomo nell’Olocene” di Max Frisch.

Il cielo come cenere o piombo. Il film con Erland Josephson nel ruolo di Herr Geiser tratta, come il libro, la tragedia esistenziale dell’invecchiare, della solitudine e della paura di perdere la memoria. Herr Geiser, che vive solo, in una valle sperduta tra i monti, rimane tagliato fuori dal mondo a causa di un tremendo temporale. In questo isolamento, nel film, il ricordo del paesaggio primordiale islandese diventa, per Geiser, una metafora dell’ammutolimento dell’umanità, che è arrivata alla fine con le sue storie.

Che significa Olocene? La natura non ha bisogno di nomi. Lo sa Herr Geiser. Le rocce non hanno bisogno della sua memoria.

La luce del suono - la notte davanti agli occhi.

Mentre lavoravo al film in Islanda asocltavo alternativamente “I responsori delle tenebre” di Gesualdo e il canto del sassofono di Jan Garbarek. Morales mi apparve improvvisamente come una terra del sud, sulla quale l’uccello migratore del nord disegna ampi cerchi. Davanti al mare di basalto. Ma poichè non riuscivo a fondere all’unisono l’intensità di quel suono con la figura di Geiser, decisi più tardi per un’altra musica.

Ma ciò che rimase, era l’idea.

E così questa musica è nata.

Manfred Eicher

Trad. Carla Moreni, tratto da “Officium” Jan Garbarek The Hilliard Ensemble, ECM 1994

Qualche estratto:

Qualche anno dopo il quartetto si riunisce al sassofonista norvegese e al produttore tedesco per un secondo capitolo, che esplora la tradizione musicale est europea e armena.

Ancora un poco

Ancora un poco

e scorgeremo i mandorli in fiore

brillare i marmi al sole

e fluttuare il mare

ancora un poco,

solleviamoci ancora un po' più su.

Engioi!

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