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lollo__87

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Risposte pubblicati da lollo__87


  1. Giusto per info, alla fine la scelta è caduta sul Siete Santos, il fuzz/octaver signature di Billy Gibbons.

    Faccio poco testo visto che è il primo pedale di questo tipo che acquisto, preso a scatola chiusa nonostante non ci sia un video sul tubo in cui qualcuno riesca a tirarci fuori dei suoni decenti (soprattutto perché in molti lo usano con ampli clean e non è una buona idea).

    Sto apprezzando parecchio le possibilità date dall'eq che incide tantissimo sul risultato finale, soprattutto perché le alte ci mettono un attimo a diventare fastidiose.

     

    Ill riff di Gotsa Get Paid me lo sono imparato, posso già venderlo 

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  2. 2 ore fa, PinkFlesh dice:

    Visto che mi parli di simil Tone Bender, ti linko questo. Anche perché quasi sicuramente non lo conosci.

    È un design ibrido silicio-germanio e non devi nemmeno ipotecarti casa per averlo. 

     

     

    Potresti valutare anche il MJM London Fuzz silicio, quello blu. Ce ne sono un paio su Reverb in questo momento. 

    O se lo trovi, il vecchio Olympia Carolina che è un pedale che oscilla tra Tonebender, Fuzzface e Bigmuff, anche se esiste una versione nuova con le stesse sonorità e molti più controlli di cui però mi sfugge il nome. Mi pare sia Shigearu o qualcosa del genere. Poca spesa tanta resa, e suona bene anche a volumi casalinghi. Sempre molto dinamico e thick. 

     

    Comunque coi fuzz al silicio l'humbucker è più a suo agio rispetto ai fuzz al germanio, quindi non dovresti avere grossi problemi. Sono dei fuzz più ariosi e meno compressi rispetto al germanio. 

    Ho visto qualche video del keeley, ma non mi ha convinto fino in fondo, forse per colpa del controllo sul bias. Mi guarderò qualche video degli altri fuzz che hai citato, grazie, anche se purtroppo li vedo abbastanza difficili da reperire in negozio.

     


  3. Salve, in questo limbo cromatico ed in vista di una nuova zona arancio, starei pensando di fare una gita milanese domani per portarmi a casa un giocattolino nuovo.

     

    Ho già un jhs muffuletta e un diamond fireburst, vorrei qualcosa di meno cattivo, magari un fuzz face che vada d'accordo con degli humbucker, o un simil tone bender. Preferibilmente silicio.

    Spulciando i siti di qualche negozio, mi sono balzati all'occhio questi:

     

    Mxr classic fuzz (che da qualche video sul tubo sembra andare abbastanza d'accordo con gli hb)

    Ews Fuzzy Drive

    Jhs Smiley

    Jhs Bender

    Bearfoot arctic fuzz

     

    Ne avete provato/avuto qualcuno di questi?

     

    In alternativa, se qualche lombardo ha qualche pedale interessante di cui si vuole sbarazzare, scriva pure.

    Nel caso, potrei mettere sul tavolo il mio King of The Britains per eventuali scambi etc.


  4. Io ho trovato appagamento con il captor X dopo un paio d'anni di Helix, ma se dovessi fare "l'acquisto" oggi, sarei molto  indeciso.

     

    Il QC riesce ad unire un sacco di cose che si sono già dimostrate vincenti su sistemi rivali:

     

    - costa molto meno dell'axe fx3;

    - ha più switch dell'fm3;

    - dimensioni contenute;

    - profila gli ampli;

    - profila i pedali (a quanto pare, senza bisogno di avere un super studio a disposizione);

    - ci sta in una pedalboard a fianco di pedali non profilabili (o difficilmente profilabili) tipo wha, whammy, volume, microsynth, fuzz vari;

    - l'interfaccia sembra semplicissima da usare;

    - ci si possono scambiare profili/patch/preset via app-wifi;

    - IR loader;

     

    Credo che tutte queste cose riescano a rendere più facile, intuitivo e immediato un mondo a cui alcuni utenti nemmeno si avvicinano perché non hanno intenzione di perdere tempo a regolare mille parametri.

     

    Per rubare una fetta di mercato agli altri, credo debba "solo" suonare decentemente...

     


  5. Vista l'ispirazione proveniente dal post sui pedali più odiati, che abbia il via il riepilogo delle tipiche "frasi da recensione":

     

    "Pedale trasparente"

    "Distorsione non zanzarosa"

    "Si ripulisce col volume"

    "Rispettoso del segnale in ingresso"

    "Distorsione liquida"

    "Restituisce ogni sfumatura del tocco sullo strumento"

    "Non snatura la chitarra"

    "Si sente/non si sente la tipica freddezza del digitale"

     

    (Mia) Menzione speciale per qualsiasi suonata con un qualsiasi crunch "che ti fa ottenere quelle sonorità un po' ac/dc"

    (Mia seconda) Menzione speciale per qualsiasi cosa suonata con un fuzz + echo/delay "che ti fa ottenere quelle sonorità un po' Floydiane"

    "BOMBA!!!" per qualsiasi cosa venga provata/recensita da qualsiasi youtuber.

     

     

     


  6. 36 minuti fa, ming dice:

    "Pedale trasparente" è un'espressione che si presta a un successivo thread sulle frasi tipiche da chitarraio

    del web che, (almeno a me), stanno sulle balle...

    Del tipo: "distorsione non zanzarosa....",

    ...Si "ripulisce col volume"

    "Rispettoso del segnale in ingresso...."....

    Apro subito la discussione ;)


  7. Sotto Natale mi è arrivato il Captor X ed ho rispolverato vari pedali. Per il momento ho collegato Bad Cat Siamese Drive, Diamond Fireburst, JHS Muffuletta, Laney TI treble booster e l'Archer grigio. Ci sarebbe anche un King Of The Britains, ma per il momento sta lì a prendere polvere. Tutto questo se uso la Marshall, con la Mesa bastano Bad Cat e treble booster.


  8. Il 15/1/2021 at 10:52, ACsteve427 dice:

     

    E' esattamente ciò che ho iniziato a fare anch'io durante il lock-down, e pian pianino sto iniziando a trovarci la logica.

    Ah, e anch'io ho presoqualche mese fa  il libro di Beato, non capendoci una Beata minchia..

     

    Confortante sapere di non essere l’unico ad aver fatto il passo più lungo della gamba col libro di beato 😂


  9. 2 ore fa, hyeronimusss dice:

    secondo me, dico a titolo personale, le nozioni di armonia e teoria si imprimono quando le usi per costruire da zero, o anche per fare il reverse engineering come dici, di quello che magari si sa già bene come diteggiatura o box

    per esempio, una scala maggiore di do, se uno supera l'idea di saperla già perfettamente e comincia a suonare in tutte le posizioni e set di corde (e in un secondo momento in tutte le inversioni) le triadi che la compongono, cioè la scala suonata per terze (do-mi-sol / re-fa-la etc), iniziando per esempio a farlo su una corda sola, poi due, tre e via dicendo, capisce un sacco di cose - la base principale di buona parte degli accordi usati (a cui si aggiungono poi le estensioni "secondarie" come settime, none, seste, alterazioni etc), - viceversa, se si prende un qualsiasi progressione, a cominciare dal "semplice" blues, e si prova a suonarla senza usare i soliti box ma le triadi (aggiungendo poi settime o ancora meglio seste) in tutti i modi possibili, esce fuori roba ganza sia per accompagnamento che soli (integrando magari con bending per gli intervalli umani)

    mentre se la si suona partendo dalle diverse note che la compongono (senza necessariamente cambiare posizione) vengono fuori i mitici modi che sono semplicemente i nomi che le diamo partendo dalle varie note  - e che si imparano a VEDERE come una successione di intervalli

    magari è troppo semplice per il tuo/vostro livello, ma a me ha aiutato (e continua ad aiutare, soprattutto con armonica, melodica e scale diminuite di barry harris) a visualizzare INSIEME intervalli, triadi, arpeggi, accordi, etc

    voglio dire che secondo me è un modo efficace per contrastare la tendenza a riempirsi di nozioni senza assimilarle né a livello di mano né di orecchio (figa è venuto fuori il pippozzo chilometrico)

     

    Ecco, già questo è un metodo più vicino a come ragiono io abitualmente, e che sicuramente aiuta tantissimo ad orientarsi più agilmente sul manico. Grazie!


  10. 8 minuti fa, Sendo dice:

    Se sei proprio a zero di teoria io ti consiglieri Teoria & Armonia di Andrea Avena, o se vuoi qualcosa di più semplice e immediato il libro di Varini.
    I Maestri della chitarra ritmica è un bel libro, molto divertente e ti fa approcciare a diversi generi, per trarne il massimo beneficio però oltre ad eseguire gli esercizi dovresti ascoltare gli artisti a cui si ispirano gli esercizi e cercare di sentire dove usano quelle particolari ritmiche

     

    Proprio a zero in teoria no, ma quasi. 
    Suonando da anni, ma senza basi teoriche solide, parte del lavoro che dovrei fare è “dare un nome alle cose che già faccio” o capire perché le faccio. 
    Soprattutto, dovrei rendere automatiche alcune cose, invece di arrivarci per caso, ad orecchio, o provando ragionarci su. 


  11. 1 ora fa, th3madcap dice:

    Cosa non hai capito del libro di Rick Beato? A me sembra piuttosto lineare. Lo uso di tanto in tanto quando voglio dare un'occhiata a forme di arpeggi, accordi e cose del genere, giusto perchè tendo ad utilizzare sempre le mie solite note e nel suo libro di sono tante altre soluzioni.

    Diciamo che per sfruttare appieno il libro di Beato, dovrei prima sistemare proprio le mie basi teoriche, altrimenti mi ritrovo a leggere cose a cui non sono in grado di attribuire un senso/suono o un’applicazione pratica. 
     

    Chords parte proprio dal livello più basico del mondo, una volta finito quello forse riuscirò a sfruttare come si deve il libro di beato. 


  12. Visto che in questo periodo il tempo libero non manca, mi sono (ri)messo a suonare parecchio, credo di aver suonato più nell'ultimo anno che nei 7 precedenti.

    Il problema è che rispetto a qualche anno fa sono parecchio arrugginito, e col nuovo anno avrei deciso di impiegare meglio il tempo che passo con la chitarra in mano.

    Premessa: non so quasi una mazza di teoria, ho sempre suonato basandomi principalmente sull'orecchio e sull'occhio (nel senso di box/pattern etc). 

     

    Piano A:

    Dato che ho sviluppato una certa dipendenza dal canale youtube di Rick Beato, ho sfruttato i saldi di fine anno e mi sono comprato il suo libro per prendere di petto la questione teoria ed armonia.

     

    Non ci capisco un cazzo.

     

    Piano B:

    Ho sempre stimato Begotti come didatta e apprezzo molto anche il modo in cui cerca di trasmettere concetti-suggerimenti-informazioni. 

    Ho ripiegato quindi su Chords di Begotti-Fazari e per non concentrarmi solo su qualcosa di teorico e poco pratico ho preso anche Private Lesson: Rhythm and Lead, sempre realizzato da Begotti.

    Mi ritroverò in mano a breve anche Ditones, I Maestri della Chitarra Ritmica e Pentatonic & Modal Tricks.

     

    L'idea sarebbe quella di portare avanti di pari passo Chords per la parte teorica e Ditones per la parte tecnica, affiancandoci Private Lesson giusto per avere sottomano qualche esercizio un po' più musicale.

     

    Qualcuno ha avuto esperienze con questi metodi? 3 in una botta sola sono troppi?

    Voi cosa state studiando? Avete consigli per organizzare lo studio in modo utile?


  13. Billy Gibbons (ovunque)

    Randy Rhoads (ovunque)

    Zakk Wylde (pride and glory ed il primo Ozzy)

    Adam Jones (10.000 days)

    Mark Tremonti (su Blackbird)

    Jerry Cantrell (ovunque)

    James Hetfield (soprattutto quello anni '90)

    Tony Iommi (ovunque)

    Justin/Dan Hawkins (primi due)

    Matthew Bellamy (ovunque, ma soprattutto i primi 4/5 album)

    John Petrucci (Awake)

    John Frusciante (Stadium Arcadium)

    I due tizi dei Coheed and Cambria

    I due tizi degli Strokes

     

    Menzione d'onore per chi non ha proprio il canonico "bel suono":

    Jack White

    St. Vincent

    Josh Homme/Troy Van Leeuwen (soprattutto su ...Like Clockwork)

     

    E mi fermo, o vado avanti due giorni...

     

     

    • Like 1

  14. Io ho suonato inediti per qualche anno, da g-g-g-giovane. Mi è capitato di riascoltare qualcosa non troppo tempo fa e sono rimasto piuttosto combattuto: alcune cose mi piacciono ancora, altre... un po' meno.

     

    Ho ripreso da un po', io e un amico stiamo facendo musiche per un'app. Niente di rivoluzionario musicalmente, dobbiamo scrivere roba rock e hip hop "con tiro" (anche dance, ma di quella se ne occupa il mio socio).

    Con la parte rock sto dando sfogo ad anni di inattività, riguardo l'hip hop invece mi sono reso conto di quanto sia complicato far stare in piedi un pezzo con davvero "poca roba" a disposizione.

     

    Riguardo alla difficoltà ad emergere rischiamo di aprire il vaso di pandora. Investimenti, contesto, social network, pianificazioni, ancora investimenti e un sacco di altre variabili.

     

    Non sono pronto ;)

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