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Giorgio V.

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  1. Ho pensato che sarebbe interessante un thread in cui ognuno parla della sua / delle sue pedaliere, spiegando la scelta dei pedali, come li utilizza, come combina gli effetti etc. Si accavalla un pò con la sezione gear ma perché non raccogliere tutto nella stessa discussione? Inizio io. Il segnale è Octron 2 - Polytune - Macrodose - Turbo rat - Hoof - Walrus Monument - EQD Grand Orbiter - TZF2 - DD3. E' tutto in linea, avevo pensato di usare uno switcher, soprattutto per invertire l'ordine dei pedali all'occorrenza, ma sarei veramente castrato con gli spazi e tutto sommato ho deciso di fare a meno. E' cablata mogami e, dosando bene la combinazione tra buffer e pedali tbp, devo dire di essere molto contento del segnale. Questa la la pedaliera "bella", quella con i pedali un pò ricercati che uso tendenzialmente a casa, a prove o comunque in situazioni con palco dove non devo tenere gli strumenti sott'occhio. E' pensata per essere usata con entrambi i miei ampli, sia il "marshall", cioè la Reeves Super 78, sia il "fender", ovvero il Mesa Fillmore. In entrambi i casi mi attacco sempre all'ampli già sporco oppure, nel caso della Reeves, pienamente incazzato, a scelta. L'idea di base di questa pedaliera è l'opposto di "set and forget", anzi, è fatta con l'idea che ogni pedale può fare più cose, con l'invito a interagire con i potenziometri, cercare suoni e combinazioni che siano di ispirazione. L'Octron 2 è un pedale che ho da tanti anni ed è un octaver eccezionale che tanti hanno avuto. Il mio uso preferito è con l'ottava bassa e alta accesa e il direct spento, per suoni lead davvero strani, sopra l'ampli già incazzato o comunque sopra i pedali a valle. Va primo in pedaliera perché l'ottava alta "nasconde" un fuzz al germanio che non ama i buffer, e anche per assicurare il miglior tracking all'ottava bassa. Bello anche con solo direct e ottava alta accesa, usato come un booster fuzzoso. Il Polytune 3 l'ho scelto perchè trovo comoda l'opzione di avere sia il buffer che tbp a scelta, in quanto all'epoca ancora non avevo idea del routing completo e di che pedali avrei messo. Il Macrodose è un envelope filter davvero assurdo, praticamente una variante del subdecay prometheus dlx ma con aggiunti il controllo volume e soprattutto blend, indispensabile perché l'EF abbia il giusto impatto e versatilità oltre al il classico quack quack. E' un pedale abbastanza complesso ma con una infinità di suoni, a me l'EF piace molto sulle ritmiche sporche e molto staccate, piuttosto che per cose funky, che comunque fa senza problemi. Messo presto in pedaliera così che la dinamica non sia influenzata dai pedali a valle. Il Turbo Rat è il jolly della pedaliera, funge da secondo canale dell'ampli già sporco, fa da overdrive leggero o da distorsore sul pulito e fa anche da ottimo lead boost con l'ampli incazzato o nell'Hoof. Proprio per questa ultima cosa ho preferito il Turbo al rat normale, nonostante quest'ultimo, sul pulito, abbia una pasta più bella. Questo Turbo Rat è dell'89, primo anno di produzione, pedale molto sottovalutato. Anche i più recenti, sempre made in USA, sono belli, ma i pot sono di qualità inferiore e rendono difficile settare i suoni con il gain molto basso. Praticamente il mio suono di base è Turbo rat dentro l'ampli sporco, e per fare il pulito si abbassa il volume. L'hoof è un gran bel fuzz. Grosso da morire ma con un bel taglio di frequenze che lo fa uscire bene (per essere un muff). E' uno dei pochi fuzz che ho provato che suona bene sia con marshall che con fender settati già sporchi. All'occorrenza metto davanti il rat e buca benissimo. Lo uso come suono alternativo al rat. Il Walrus monument è un tremolo piuttosto versatile, diverse opzioni di forma dell'onda e il controllo del volume che sul tremolo non fa mai male, modalità standard e harmonic, ma soprattutto tap tempo che per me è fondamentale quando uso il tremolo in modo invasivo. Tuttavia, 90% del tempo lo uso in modalità standard e settato in modo abbastanza discreto, per aggiungere un pò di movimento a parti pulite altrimenti banali, accordi lunghi etc, senza aggiungere una vera e propria modulazione. Un altro suono molto figo è usare il monument con il depth alto assieme al phaser, con un suono staccato che, andando e venendo, interagisce sempre con un punto diverso dello sweep del phaser, un pò come mettere il phaser dopo il delay. Da notare il nastro adesivo montato sul led del tempo, perché altrimenti è davvero troppo luminoso e da fastidio agli occhi. Il grand orbiter è un phaser molto bello, tutti i pedali EQD che ho avuto sono progettati bene, con un set di funzioni intelligente, ben tarati. Il phaser per me è la modulazione giusta per i distorti, lo uso di norma senza stravolgere il segnale - grazie anche al depth che è in realtà un controllo di mix - e con la velocità piuttosto bassa, sempre per aggiungere un pò di moto a una parte un pò noiosa, magari per colorare il chorus finale di un brano un pò pop/rock. Bella anche la possibilità di fermare l'LFO e usarlo come un filtro statico, soprattutto assieme all'Hoof per dare un taglio di frequenze al fuzz molto particolare. Il foxrox tzf2 è in questo momento il mio pedale preferito. Impossibile tirarci fuori un brutto suono. "Caldo e avvolgente", a fuoco ma senza essere fastidioso, senza sottofondi sgradevoli. Anche qui la possibilità di dosare non solo il volume, ma anche il mix del flanger è ottima ed è la chiave per tirare fuori con facilità tanti suoni diversi. Può essere un bellissimo chorus oltre che un flanger se settato con il depth basso e fa anche vibrato mettendo in mezzo lo switch della polarità. Polarità positiva molto bella sui distorti, ma di norma lo uso con polarità negativa su suoni semipuliti, aggiunge una spazialità straordinaria senza essere stucchevole. Il ramp è un controllo fighissimo che fa schizzare in su la velocità dell'LFO nello spazio di un paio di secondi, effetto bello da solo, incredibile se phaser e flanger sono usati insieme (con moderazione). L'unico difetto è che questo pedale e il walrus non si amano, il tremolo fa emergere uno strano rumore di sottofondo, dal vivo non si nota, ma in casa sì. Infine il classico DD3, che resta però uno dei miei delay preferiti perché è facilissimo settarlo e tirarci fuori quello che vuoi. Non ha la spazialità di altri delay (skreddy echo...) ma è molto più immediato e va bene sempre, soprattutto va davanti all'ampli incazzato senza impastare e lo stesso suono funziona sia per ritmiche che per lead: è un delay che non rompe mai i coglioni. Il mio modo di usare il delay è molto basico, fondamentalmente per far tappeto, ma è un pedale cui non potrei rinunciare. Questo DD3 in particolare è un vecchio MIJ, di fatto è un DD2 con il chip "lungo", dal suono fondamentalmente caldo e piuttosto "analogico". La cosa divertente di questa pedaliera, come ho cercato di illustrare, è spippolare e combinare i vari effetti, trovo che sia una grandissima fonte di ispirazione quando si tratta di scrivere e arrangiare con la band, anche se poi magari tocca scattare una foto ai pomelli per ricordarsi come hai fatto. Poi c'è la seconda pedaliera: Significativamente più basica e con il minimo indispensabile per suonare con la tribute. Il segnale naturalmente va da destra a sinistra. Digitech DROP per i brani accordati mezzo tono sotto (anche se fa pure da bellissimo octaver all'occorrenza). TU2 si spiega da solo. OD3 da usare come lead boost con la Reeves. Altro pedale, comunque, molto sottovalutato a mio parere. Mooer Black secret da usare come suono principale sopra il Fillmore già sporco, non serve spegnerlo mai. TR2, semplicemente un classico assoluto, e se avesse il tap tempo lo userei anche nell'altra pedaliera. DD3, stavola un "banale" made in taiwan, ma va benissimo anche questo anche se è giusto un pò meno caldo. L'idea qui era di avere solo pedali boss ma non esistono alternative al drop e al rat che io sappia. Il DS1 non va bene, il BD2 mi piace meno del rat, forse dovrei provare un DS2 ma comunque il drop stonerebbe in ogni caso. Sotto a chi tocca!
  2. Giorgio V.

    "travasare" effetti Boss

    Se riesci nel tuo intento e vuoi disfarti del case boss vecchio lo prenderei volentieri io. Cerco proprio uno scatolo Boss per un progetto.
  3. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Parola e verità, un rat è un rat. Trovo delle differenze vere nell'uso pratico tra il Turbo dell'89 e il Turbo del 2002 ma non tanto in termini di suono, quanto piuttosto di qualità dei potenziometri. Con il Turbo del 2002 è abbastanza difficile gestire il pot della distorsione nel range basso ad esempio, passa da zero a 20 saltando tutto quello che c'è in mezzo. Ma a livello di suoni siamo più o meno lì. Nonostante questo, rat e affini mi fanno sempre gas, terrò questo ratsbane sott'occhio.
  4. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Come lo trovi il ratsbane rispetto al rat vero?
  5. Giorgio V.

    Gibson Garage London

    Eh cosa molto soggettiva. Per me le ES sono tra le chitarre più comode che esistano.
  6. Giorgio V.

    Gibson Garage London

    Beh guarda se proprio dovessi fare una classifica dei modelli Gibson classici metterei la les paul all’ultimo posto, soprattutto come comfort. Prova una bella flying V o explorer! Ne ho viste un paio nei video che facevano sbavare parecchio.
  7. Giorgio V.

    Gibson Garage London

    Cioè ti fanno attaccare a un mesa con il cabclone? Che orrore.
  8. Giorgio V.

    Suonare live con basi e backing tracks

    Aggiungo, se tutti hanno gli in ear monitor, è comunque preferibile che il click ce l'abbia solo il batterista. Altrimenti capita che ognuno suoni sul click ma con un feel diverso, e viene un pò una porcheria.
  9. Mi aspettavo un 200 sul nuovo, che comunque non è regalato.
  10. Giorgio V.

    Tom Bukovac, la JR ed il modding

    Sì è la differenza tra ponte fuso e ponte scavato a macchina da un blocco di alluminio. Il pigtail compensato è il top ed è quello che tengo sulla R4.
  11. Giorgio V.

    Tom Bukovac, la JR ed il modding

    Il ponte studfinder lo conosco bene, esiste da anni e ce l'ho sulla Dwight. E' un buon ponte ma è disingenuo dire che è l'unico che funziona e gli altri fanno cagare. Semplicemente i ponti moderni vanno bene su chitarre con la posizione dei perni moderna, il ponte studfinder può essere utile per una intonazione più precisa su chitarre vintage.
  12. Mi sembrano interessanti, soprattutto il giallo perché ho quasi sempre in pedaliera un rat e/o un sd1. Penso siano da provare però prima dell'acquisto a scatola chiusa.
  13. Ho realizzato che non suono molto la mia Custom 24 (quasi mai a dir la verità) e che potrei dunque venderla o scambiarla. Mi è stato paventato uno scambio con una DGT nuova nuova, è un negozio europeo, ma sono molto indeciso. La Custom è una wood library, 10 top del 2017, originale in tutto e in condizioni praticamente intonse. La DGT sarebbe una normale core, bella però, di un colore che preferisco, fuori al prezzo di 5 mila euro e rotti. La Custom astrattamente può valere di più, ma non è una chitarra facile da vendere. La DGT nel momento in cui arriva si deprezza, ma ho visto che tengono il valore un pò meglio delle Custom. La Custom non la suono quasi mai per tre motivi. Il primo è che è immacolata e ho paura di farci una botta e deprezzarla. Il secondo è che tutto sommato preferisco sempre suonare altre cose. Il terzo è che odio il selettore a 5 vie e i suoni intermedi non mi piacciono. Di pro ha che è molto bella, ha dei pickup che mi piacciono molto e, anche se non sono i miei suoni di riferimento, sono ottimi per cose più spinte che con le altre chitarre non copro altrettanto bene. Infine ha un manico fantastico, il mio preferito di sempre (è un pattern regular). La DGT sarebbe più vintage come suoni e quindi un pò un doppione, ma ha un selettore a tre vie con split dei pickup che di certo preferisco, il manico dovrebbe essere molto simile al regular e anche i tasti jumbo mi piacciono molto. Mi disturba invece che abbia volume separato per i due pickup, sono un fan del master volume. Idealmente mi piacerebbe trovare un affare su una DGT usata, che mi farei meno remore a sfruttare, ma è difficile trovare PRS in quelle condizioni. Sennò potrei anche vendere la Custom e chiuderla così, in fondo una chitarra nuova mi serve come un buco del cu__ sul gomito. Accetto consigli.
  14. Giorgio V.

    Scambio Custom 24 / DGT, datemi un consiglio.

    sì alla fine penso che venderó e terrò gli occhi aperti per un buon affare su una dgt
  15. Giorgio V.

    Scambio Custom 24 / DGT, datemi un consiglio.

    Le uniche due gibson per cui mi è rimasta gas sono la custom e una bella 3X5…. Prima o poi…
  16. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    L'octron ha tanti proseliti su questo forum.
  17. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Bello anche il cioks sol, io ho io DC10 da non ricordo quanto, non mi sono mai trovato in una situazione che non potessi alimentare ma pesa come un mattone.
  18. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Bellissima, mi piacciono le pedaliere che hanno un tema e una direzione ben precisa. Mi intriga soprattutto il kompact kassette.
  19. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Come detto, provato brevemente ma l'ho trovato un overdrive molto chiaro e dinamico e davvero bello "sotto le dita". Stiamo parlando di suoni da gain medio comunque.
  20. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Ti raccomando l'OD3 se vuoi un pedale che copra lo stesso territorio del BD2 ma un pò più grosso.
  21. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Quale dei due?
  22. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    In Jan ray, assieme all'aphelion, è uno di quei pedali che ho provato brevissimamente nella vita ma mi è rimasto nel cuore.
  23. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Lo switch momentaneo è una gran cosa, ce l’ho sul phaser. L’hoof invece ha il bypass duro vecchio stile, che quando lo premi pare che si spacchi il pedale
  24. Giorgio V.

    La tua pedaliera, cosa, perché e come.

    Bello il nabla e bello anche l’hartman che ho avuto per diversi anni. Sicuramente un flanger per suoni più classici
  25. Giorgio V.

    MCI Custom Shop

    Nei casini per le repliche ci sono finiti TANTI artigiani. A volte consapevolmente, a volte involontariamente. E' un discorso complesso, che parte negli anni 80 quando le Burst iniziano ad essere roba costosa e gente come Baranet o Derrig inizia a fare le prime repliche. All'inizio erano cose abbastanza ingenue, le chitarre erano abbastanza fedeli nell'estetica ma avevano tanti segni idonei a identificarle come repliche in mano agli esperti. Poi la gente ha iniziato a replicare anche i segni delle lavorazioni che trovi nel vano dei potenziometri (roba tipo "chew marks" e "widow's peak" per chi vuole approfondire l'argomento) e là il discorso è iniziato un pò a cambiare.
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