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Everything posted by Giorgio V.
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Classifica dei pedali trendy che a nessuno li rivendy perché te li tieni.
Giorgio V. replied to Bananas's topic in 102Mhz: Radio Effetti
Grande! Mi prenoto già per quando ti arriva e ti ricordi perché l'hai venduto la prima volta. -
Classifica dei pedali trendy che a nessuno li rivendy perché te li tieni.
Giorgio V. replied to Bananas's topic in 102Mhz: Radio Effetti
Hai già ricomprato? -
A me piace molto l'uso del vibrato che fai nel clip, ma immagino sia difficile mantenere una modulazione del genere nel corso di un arpeggio o in generale fuori dal momenti in cui lasci risuonare un accordo. Quindi se ti interessa fare anche quello i pedali li terrei vicini.
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Classifica dei pedali trendy che a nessuno li rivendy perché te li tieni.
Giorgio V. replied to Bananas's topic in 102Mhz: Radio Effetti
Per l'aphelion c'è la fila. Io in generale ho visto che le mode vanno e vengono, ma quando c'è un hype assurdo per un pedale (o un brand) che dura diverso tempo, di solito vuol dire che il prodotto è valido davvero, e allora hai due opzioni 1) o che lo tieni; 2) o che aspetti che la bolla scoppi per comprarlo. L'esempio mio è il Fetto nord, brand passato di moda da 10 e passa anni, ma il pedale suona non bene, di più, l'ho comprato 4 o 5 anni fa per 100 euri e ho perso il conto di quante date ci ho fatto, è assolutamente fantastico e non trovo nulla con cui sostituirlo. -
Premesssa Dopo diverse settimane di possesso ritengo sia finalmente giunto il tempo di parlare di questa famosa testata che ho avuto il piacere di acquistare da uno studio di registrazione friulano. Il modello è un 2016, cosa da precisare visto che, anche se in produzione dagli anni 90, la testata ha avuto qualche revisione nel tempo. Preciso anche che monta el34 come finali (anche se puó accettare KT88, 6l6, 5881e varie altre). Preciso infine che la selezione delle valvole del pre è stata fatta da Mantovani su specifiche e gusto del precedente proprietario, quindi la mia esperienza potrebbe non rispecchiare al 100% quella di una VH4 stock. In ogni caso, valvole a parte, è assolutamente originale. Caratteristiche La testata è 100 watt, quattro canali indipendenti, con master globale, presence e depth globali, un loop effetti globale e uno per ogni canale, tutto gestibile via midi. è immediatamente evidente che si tratta di un prodotto concepito e realizzato per musicisti seri, che hanno bisogno di qualità e affidabilità senza compromessi. Per fortuna la testata può acquistarla in realtà anche un pincopallo come me. Per capire la filosofia, basta pensare che ogni canale ha un fusibile dedicato, così se uno salta ci si può arrangiare con gli altri 3. La scelta di fare una 4 canali può sembrare esagerata, in un mondo in cui 3 spesso rappresentano un compromesso poco riuscito. L’ambizione qui peró è di permettere al musicista di coprire tutti i suoni principali senza aiuti esterni, senza per forza replicare i suoni di altri ampli (anche se i rimandi di certo si sentono). In generale la qualità trasuda da diversi elementi, da come sono tarati i pot - escursione molto ampia, ma senza estremi inutili dove le basse sono senza controllo o le alte sono del tutto sgradevoli - alla silenziosità della testata, davvero spettacolare. Il master è eccellente e la testata suona bene anche a bassi volumi, pur non trattandosi di un master iperlineare come in altre testate moderne. Infine, la testata è larga in maniera esagerata - 74 cm! - e pesa come un combo di medie dimensioni. Suoni Canale 1 Un clean molto armonico, molto pulito. Solo portando il gain oltre le 3 si arriva al pulito increspato, per il resto rimane sempre clean anche con humbucker. Il suono è bello, non è certamente un pulito “buttato lì”, anche se personalmente preferisco un attacco più veloce e schioccante, mentre questo è sempre abbastanza morbido. Ha un bright switch che lo rende più frizzante e aggiunge un filo di spigolosità in più. Un bel canale ma chiaramente non la ragione per cui si compra questa testata (e in ogni caso a me del pulito non è mai fregato nulla). Canale 2 Qui le cose iniziano a diventare interessanti. Il canale 2 è un crunch che passa dal leggero all’incazzato con il pot del gain, sicuramente dei 3 canali quello che ha più range. L’ispirazione è marshallosa, dovrebbe essere quella di una JCM800 anche abbastanza cattiva, e questo è molto evidente se attaccato a coni “british”. Ma abbassando le medie puó anche fare un crunch più magro di sapore fenderiano, molto bello, soprattutto con i coni giusti. È un canale molto molto dinamico ed estremamente sensibile all’input, ovvero alla chitarra che viene attaccata: tra les paul, tele, strato c’è un abisso e si sentono sfumature che in tanti altri ampli verrebbero mangiate. Molto apprezzato anche da chi ama usare pedali e boost vari (tipo Euge Valovirta per chi ne segue il canale), perché li prende molto bene. Ha il bright switch per aggiungere un po’ di mordente in più sulle alte, nulla di drammatico. Canale 3 Questo sì, che è la ragione per cui si compra questa testata. Il famoso canale 3 è famoso per motivi che appaiono chiari molto in fretta. Saturo ma non troppo compresso, “tight” ma non rigido, aperto ma non stridulo. Un muro di suono che farà immediatamente sentire a casa chi è cresciuto negli anni 90. La qualità più sorprendente è poi quella di passare da un suono ritmico perfetto, cattivo e definito, a un suono che resta enorme anche sulle corde avvolte. Ti invoglia e ti porta immediatamente a suonare riff cazzuti, d’istinto proprio. Se le parole sembrano quelle di una scolaretta innamorata - e me ne rendo conto - è perché questo canale è assolutamente un’esperienza, per quanto è bello da suonare. Certo, se uno cerca zeppelin o deep purple non se ne farà niente… ma c’è una ragione per cui quest’ampli è negli album e sui palchi di artisti cha vanno dai Tool a Hetfield ai Darkness a billy corgan, con parecchia altra roba in mezzo. È senza dubbio merito di questo canale. Rispetto al canale 2 il suono lo si fa più con i potenziometri che con la chitarra, anche se non cancella l’identità dello strumento che viene attaccato. È facile farlo suonar bene sia con chitarre moderne che con pickup scarichi, e le differenze si sentono, ma in modo meno drammatico. In ogni caso l’ottima escursione dei pot è un altro punto di forza, permettendo di trovare facilmente il tuo suono (nel suo ambito). Anzi, i tuoi suoni, perché ce ne sono davvero tanti dentro, non uno solo. Dal rock moderno al metal e tanto in mezzo. Canale 4 Il quarto canale non è una estensione del terzo, con più gain e cattiveria. Anzi. Aumenta la compressione, ma c’è anche un calo ben distinto delle alte frequenze, un arrotondamento che lo rende dedicato al suono solista. Per quello è bello, anche se personalmente preferisco comunque un lead più croccante preso dal 3o canale. Potrebbe dipendere in parte, a onor del vero, anche dalla scelta delle valvole, ma non saprei dire. Diciamo che capisco perché questo canale ci sia, ma non è per me, anche se potrei ricredermi in futuro. È comunque del tutto possibile adattarlo a suoni più ritmici e aggressivi, ma questo richiede un intervento su presence e depth molto diverso da quello degli altro canali. Conclusioni Possiamo chiamarla una testata da isola deserta? Anche sì. Ci fai davvero di tutto, lo fai molto bene, e pure molto facilmente, perché i controlli sono tarati benissimo. Al contempo non suona come nessun’altra cosa, ció che può anche spiazzare. Non è certo una testata per far cover. Personalmente cercavo una testata espressamente “moderna” per coprire quello che i miei ampli non mi davano e devo dire di essere estremamente soddisfatto dell’acquisto. Channel 3 rules.
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VINTAGE SPECS - Alla fine ho fatto la cazzata-
Giorgio V. replied to Vintage Specs's topic in 105Mhz: Radiocronaca
Congratulazioni e un in bocca al lupo gigante! -
Giusto, mi ricordo che ne avevamo parlato
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Ah certo la Einstein è famigerata per avere una configurazione poco sensata
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Dicci invece Giancarlo! Che mod si fanno?
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Si in astratto, infatti la testata nasce con le el34 e Diezel è poi passato alle kt77 per una questione di reperibilità e costanza nelle spec. Poi dipende anche dal brand perché non tutte le el34 suonano uguali e nemmeno tutte le kt77. A me piacerebbe provarla con le 6l6 giusto per sentire. Hetfield ci monta le 6550. Penso siano piccoli aggiustamenti a gusto personale
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Molto credo di no. La testata oggi di fabbrica monterebbe le kt77, immagino che le kt66 la facciano suonare un filo più morbida e grossa, ma nulla di stravolgente. La testata di suo non ha mega bassi sbrodoloni stile dual rec quindi non penso si rischi si buttare troppi l’ampli in una direzione sbagliata
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L’hai detto perfettamente! La dual pure è una gran testata, anche se è un ampli fatto per uno scopo molto più preciso in mente. Certo che se vuoi la Dual, non troverai sostituti
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Sarà di certo un ottimo pedale, ma se fossi stato in bilico la demo mi avrebbe convinto a non comprarlo...
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Io a volte compro pedali senza l'intenzione di tenerli in pedaliera. Li uso, sì, ma non sempre. In tal caso non avere la scatola mi disturba abbastanza se devo essere onesto perché rimane una "roba in giro". Quindi se ce ne sono uno in vendita senza scatola a x euro e uno con la scatola a 10 euro in più, facilmente prendo il secondo.
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Boss fa la radice quadrata e nasce la GX10
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Quasi... 409 su strumenti musicali, ma non ancora disponibile. A me un giochino del genere interessa, soprattutto perchè vorrei una soluzione piccola da tenere dove lavoro. Vedo però che non ha un aux in, mentre a me servirebbe per suonare sopra le basi, ripassare brani etc. Secondo voi si può usare il return per fare usicre dalle cuffie una traccia aggiuntiva o bisogna comprare il pippotto buetooth per forza? -
Ennesimo pedale UA, ora pure la Mesa qualcosa del 92
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Ma certo Ric che hai fatto bene a postarlo, nella clip suona benissimo. E' che nelle altre demo sento proprio una cosa diversa. Poi ci sarebbe anche da discutere del fatto che la Dual è un ampli che ha fatto la storia sui palchi, ma non più di tanto negli studi di registrazione, ma mi fermo perché sennò pare che abbia un odio verso 'sto pedale -
Ennesimo pedale UA, ora pure la Mesa qualcosa del 92
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Stando a Bob Rock e alle foto Hetfield era mark II c+ più una jcm 800 moddata da Arredondo. Sì, non dico proprio suoni tarocchi, però processati a manetta e ritoccati ad arte sì. Con l'equalizzazione giusta in post puoi fare quasi di tutto. E invece non pubblicando i settaggi impedisci alla gente di replicarli salvo poi rendere conto che quel suono non esce. -
Ennesimo pedale UA, ora pure la Mesa qualcosa del 92
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Trovo molto sospetto il fatto che i settaggi non vengano mostrati, unitamente al fatto che il black album fu registrato prima che la dual venisse messa in commercio, men che meno la rev. F che è quella su cui sarebbe basato il pedale. -
Ennesimo pedale UA, ora pure la Mesa qualcosa del 92
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Mah diciamo che per essere una tre canali fa bene una sola cosa IMO ed è pure una cosa limitata. La Dual per me è il terzo (o il secondo dipende dalla versione) canale in modalità modern, per quel suono enorme, distorto ammerda, compresso, aggressivo ma pieno. Già fare un pedale che replica il suono clean di una dual è una assurdità, se poi mi fa male i suoni spinti non ha proprio senso di esistere. Per me questo pedale suona esattamente generico. -
Ennesimo pedale UA, ora pure la Mesa qualcosa del 92
Giorgio V. replied to Uilliman Coscine Terzo's topic in 110.10Mhz Radio Digitale
Io non sono il più grande amante della dual, ma ce l'ho, e per quanto uno voglia pensarne male non suona così di merda. -
Ho comprato un sacco di Rat (so you didn't have to).
Giorgio V. posted a topic in 102Mhz: Radio Effetti
Negli ultimi mesi (o peggio, settimane) ho preso una pericolosa sbandata che mi ha portato ad acquistare in rapida successione un gran numero di RAT. Siccome è oggettivamente il pedale più bello del mondo, e poi ci sono tante varianti e annate etc. vi presento i risultati delle mie ricerche così non dovete sperimentare sacrificando il vostro portafogli. Tl;dr: - un rat è un rat; - il Mooer black secret ha un rapporto suono/prezzo inconcepibile; . il vintage non si batte, ma non ha veramente senso. Per chi vuole leggere il pippone, vi parlo un pò dei pedali in ordine di acquisto. Per primo ho preso il JHS Packrat, di cui ho già parlato, per cui evito di spendere troppe parole se non in comparazione con gli altri pedali. E' un pedale davvero valido, silenziosissimo, comodo, ben fatto, al momento sta nella pedaliera "principale" ma non penso per sempre. Poi ho preso il Mooer Black Secret, 32 euro spedito, con scatola, vendo a malinquore. Non c'è nulla da dire, suona bene. Non in relazione al prezzo, suona OGGETTIVAMENTE bene. E' un cesso da settare con i pot grandi un millimetro, ma i suoni ce li ha. Fa il suono vintage e lo fa bene, fa il suono turbo e fa bene anche quello. Curiosamente, del lotto, sembra essere quello con più volume di tutti. Fedele al rat nei pregi e nei difetti, ha alte abbastanza morbide, sempre presenti. E' un punto di partenza eccezionale se interessa il suono RAT, e nemmeno è detto che si debba andare oltre, francamente. Lo tengo fisso nella pedaliera n. 2 dove ha sostituito un boss blues driver che non mi ha mai convinto al 100%. Per quel che vale, ha pure l'opamp LM308. Poi ho preso un Turbo Rat un pò perché l'ho trovato a un prezzo interessante, un pò perché avevo stimato fosse uno dei primi da alcuni dettagli. In verità è un 2002, sempre made in usa (solo i rat2 sono made in china), valido, è un Turbo rat. Opamp OP07. A me il Turbo piace più del rat vintage per boostare un ampli già in crunch, ha più volume, aggiunge tanta botta ed è più dinamico. Il rat classico pure si può usare in questo modo con ottimi risultati, ma si sente che il Turbo è pensato proprio per fare questo lavoro. Quindi il Turbo suona bene come boost (non come lead boost) e suona bene anche a gain alto, situazione in cui inizia a diventare difficile distinguerlo dal rat classico, ma come pedale da usare da solo sul pulito per un crunch "moderato", personalmente, non mi piace affatto, perchè ha tante alte che su una base neutra suonano troppo sgranate. E' poi arrivato un altro Turbo Rat, stavolta del 1989, primo anno di produzione, chip LM308 con il famoso adesivo "woodcutter" sui potenziometri. Era appena stato messo in vendita a un prezzo troppo goloso e l'ho preso immediatamente, giusto perché sono una persona lucida e razionale. Devo in effetti dire che suona meglio del fratello più giovane, più basse, più "pacca", alte meno moleste. Non c'è un mondo di differenza e NON consiglierei di prenderne uno vecchio come questo al prezzo che si vede esposto in media su Reverb, ma se si trova una buona offerta, certamente sì. Oggettivamente qualcosa in più il vecchio ce l'ha, è più usabile sul pulito e fatto meglio. Il JHS ci si avvicina molto devo dire, è più bravo a copiare il Turbo che il rat originale. Infine ho preso un Rat "blackface" del 1987. Ho ceduto ragazzi, ho provato a dirmi che ero contento così, che è tutto un mercato gonfiato per i gonzi, ma non ce l'ho fatta. Pagato...tanto, non tanto quanto chiedono i volponi online ma comunque una discreta cifra per un pedale così semplice, clonato e disponibile sostanzialmente in mille varianti. Tutto originale, i knob sono stati cambiati (e molto fighi IMO) ma dentro è tutto a posto, ha ancora l'adesivo sui pot con il nome di chi lo ha montato. E come suona? In effetti, suona un pò meglio. Le alte sono più dolci, permette di tenere il filtro più alto con l'effetto di avere tutto un pò più a fuoco (non che sia un problemone con i Rat ma di più non fa mai schifo) senza andare nel molesto. Suona bene con il gain basso basso, ed è praticamente l'unico del lotto che lo fa. Suona bene anche per boostare l'ampli. Ha un suono più ricco, meno compresso e più convincente, più "smooth"... ma si tratta veramente di poco in più. Onestamente, il Mooer suona al 90% come questo, sicuramente più piatto, ma la pasta alla fin fine è molto simile e il vintage mi è costato quasi 10 volte tanto, pensiamoci... Il JHS pure è molto simile. Alla fine mi trovo con 5 pedali che fanno più o meno la stessa cosa e cosa ho imparato? Di sicuro un paio di questi verranno venduti. I Rat vintage sono sicuramente un poco meglio, ma vale la pena? Realisticamente no. Da vivo le differenze contano ancora meno, e portarsi dietro un pedale che ha 40 anni potrebbe destare delle preoccupazioni (anche se i vecchi proco sono veramente costruiti come dei carri armati, puoi aprire la testa di un uomo con estrema facilità se glielo tiri addosso, e poi rimetterlo in pedaliera senza problemi); al contempo, se devi registrare, non penso che i vecchi rat abbiano la "magia" che ti fa il suono perfetto, tanto hai sempre mille modi per ritoccare il suono successivamente. E' un feticcio, quello sì, e una cosa che mi fa piacere avere, anche se non vale esattamente la pena. Tornassi indietro lo ricomprerei? Ovviamente sì. -
è uno di quelli per cui cercherei la versione moderna piuttosto che uno vecchio perchè dovrebbe essere più silenzioso, anche se il vecchio si può moddare a onor del vero. Ce l'ho, ma non lo uso mai. Il colore è bigio e tristo, e con gli eq non sono mai andato d'accordo, ma è un problema mio. Ti confermo in ogni caso che la versione non a circuito stampato è rumorosetta, soprattutto se lo usi per boostare le frequenze. Abbastanza da dar fastidio ma non da renderlo inutilizzabile.
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Ho comprato un sacco di Rat (so you didn't have to).
Giorgio V. replied to Giorgio V.'s topic in 102Mhz: Radio Effetti
GRANDE!!! Adesso voglio un Wampler. -
Che cassa 4x12 si accompagna bene a una Diezel VH4? Nessuna delle mie 2x12 è larga abbastanza.
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La cassa (intesa come insieme di cabinet e coni) alla fine è uno degli elementi più importanti ma dei quali non si parla quasi mai.
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Ho pensato che sarebbe interessante un thread in cui ognuno parla della sua / delle sue pedaliere, spiegando la scelta dei pedali, come li utilizza, come combina gli effetti etc. Si accavalla un pò con la sezione gear ma perché non raccogliere tutto nella stessa discussione? Inizio io. Il segnale è Octron 2 - Polytune - Macrodose - Turbo rat - Hoof - Walrus Monument - EQD Grand Orbiter - TZF2 - DD3. E' tutto in linea, avevo pensato di usare uno switcher, soprattutto per invertire l'ordine dei pedali all'occorrenza, ma sarei veramente castrato con gli spazi e tutto sommato ho deciso di fare a meno. E' cablata mogami e, dosando bene la combinazione tra buffer e pedali tbp, devo dire di essere molto contento del segnale. Questa la la pedaliera "bella", quella con i pedali un pò ricercati che uso tendenzialmente a casa, a prove o comunque in situazioni con palco dove non devo tenere gli strumenti sott'occhio. E' pensata per essere usata con entrambi i miei ampli, sia il "marshall", cioè la Reeves Super 78, sia il "fender", ovvero il Mesa Fillmore. In entrambi i casi mi attacco sempre all'ampli già sporco oppure, nel caso della Reeves, pienamente incazzato, a scelta. L'idea di base di questa pedaliera è l'opposto di "set and forget", anzi, è fatta con l'idea che ogni pedale può fare più cose, con l'invito a interagire con i potenziometri, cercare suoni e combinazioni che siano di ispirazione. L'Octron 2 è un pedale che ho da tanti anni ed è un octaver eccezionale che tanti hanno avuto. Il mio uso preferito è con l'ottava bassa e alta accesa e il direct spento, per suoni lead davvero strani, sopra l'ampli già incazzato o comunque sopra i pedali a valle. Va primo in pedaliera perché l'ottava alta "nasconde" un fuzz al germanio che non ama i buffer, e anche per assicurare il miglior tracking all'ottava bassa. Bello anche con solo direct e ottava alta accesa, usato come un booster fuzzoso. Il Polytune 3 l'ho scelto perchè trovo comoda l'opzione di avere sia il buffer che tbp a scelta, in quanto all'epoca ancora non avevo idea del routing completo e di che pedali avrei messo. Il Macrodose è un envelope filter davvero assurdo, praticamente una variante del subdecay prometheus dlx ma con aggiunti il controllo volume e soprattutto blend, indispensabile perché l'EF abbia il giusto impatto e versatilità oltre al il classico quack quack. E' un pedale abbastanza complesso ma con una infinità di suoni, a me l'EF piace molto sulle ritmiche sporche e molto staccate, piuttosto che per cose funky, che comunque fa senza problemi. Messo presto in pedaliera così che la dinamica non sia influenzata dai pedali a valle. Il Turbo Rat è il jolly della pedaliera, funge da secondo canale dell'ampli già sporco, fa da overdrive leggero o da distorsore sul pulito e fa anche da ottimo lead boost con l'ampli incazzato o nell'Hoof. Proprio per questa ultima cosa ho preferito il Turbo al rat normale, nonostante quest'ultimo, sul pulito, abbia una pasta più bella. Questo Turbo Rat è dell'89, primo anno di produzione, pedale molto sottovalutato. Anche i più recenti, sempre made in USA, sono belli, ma i pot sono di qualità inferiore e rendono difficile settare i suoni con il gain molto basso. Praticamente il mio suono di base è Turbo rat dentro l'ampli sporco, e per fare il pulito si abbassa il volume. L'hoof è un gran bel fuzz. Grosso da morire ma con un bel taglio di frequenze che lo fa uscire bene (per essere un muff). E' uno dei pochi fuzz che ho provato che suona bene sia con marshall che con fender settati già sporchi. All'occorrenza metto davanti il rat e buca benissimo. Lo uso come suono alternativo al rat. Il Walrus monument è un tremolo piuttosto versatile, diverse opzioni di forma dell'onda e il controllo del volume che sul tremolo non fa mai male, modalità standard e harmonic, ma soprattutto tap tempo che per me è fondamentale quando uso il tremolo in modo invasivo. Tuttavia, 90% del tempo lo uso in modalità standard e settato in modo abbastanza discreto, per aggiungere un pò di movimento a parti pulite altrimenti banali, accordi lunghi etc, senza aggiungere una vera e propria modulazione. Un altro suono molto figo è usare il monument con il depth alto assieme al phaser, con un suono staccato che, andando e venendo, interagisce sempre con un punto diverso dello sweep del phaser, un pò come mettere il phaser dopo il delay. Da notare il nastro adesivo montato sul led del tempo, perché altrimenti è davvero troppo luminoso e da fastidio agli occhi. Il grand orbiter è un phaser molto bello, tutti i pedali EQD che ho avuto sono progettati bene, con un set di funzioni intelligente, ben tarati. Il phaser per me è la modulazione giusta per i distorti, lo uso di norma senza stravolgere il segnale - grazie anche al depth che è in realtà un controllo di mix - e con la velocità piuttosto bassa, sempre per aggiungere un pò di moto a una parte un pò noiosa, magari per colorare il chorus finale di un brano un pò pop/rock. Bella anche la possibilità di fermare l'LFO e usarlo come un filtro statico, soprattutto assieme all'Hoof per dare un taglio di frequenze al fuzz molto particolare. Il foxrox tzf2 è in questo momento il mio pedale preferito. Impossibile tirarci fuori un brutto suono. "Caldo e avvolgente", a fuoco ma senza essere fastidioso, senza sottofondi sgradevoli. Anche qui la possibilità di dosare non solo il volume, ma anche il mix del flanger è ottima ed è la chiave per tirare fuori con facilità tanti suoni diversi. Può essere un bellissimo chorus oltre che un flanger se settato con il depth basso e fa anche vibrato mettendo in mezzo lo switch della polarità. Polarità positiva molto bella sui distorti, ma di norma lo uso con polarità negativa su suoni semipuliti, aggiunge una spazialità straordinaria senza essere stucchevole. Il ramp è un controllo fighissimo che fa schizzare in su la velocità dell'LFO nello spazio di un paio di secondi, effetto bello da solo, incredibile se phaser e flanger sono usati insieme (con moderazione). L'unico difetto è che questo pedale e il walrus non si amano, il tremolo fa emergere uno strano rumore di sottofondo, dal vivo non si nota, ma in casa sì. Infine il classico DD3, che resta però uno dei miei delay preferiti perché è facilissimo settarlo e tirarci fuori quello che vuoi. Non ha la spazialità di altri delay (skreddy echo...) ma è molto più immediato e va bene sempre, soprattutto va davanti all'ampli incazzato senza impastare e lo stesso suono funziona sia per ritmiche che per lead: è un delay che non rompe mai i coglioni. Il mio modo di usare il delay è molto basico, fondamentalmente per far tappeto, ma è un pedale cui non potrei rinunciare. Questo DD3 in particolare è un vecchio MIJ, di fatto è un DD2 con il chip "lungo", dal suono fondamentalmente caldo e piuttosto "analogico". La cosa divertente di questa pedaliera, come ho cercato di illustrare, è spippolare e combinare i vari effetti, trovo che sia una grandissima fonte di ispirazione quando si tratta di scrivere e arrangiare con la band, anche se poi magari tocca scattare una foto ai pomelli per ricordarsi come hai fatto. Poi c'è la seconda pedaliera: Significativamente più basica e con il minimo indispensabile per suonare con la tribute. Il segnale naturalmente va da destra a sinistra. Digitech DROP per i brani accordati mezzo tono sotto (anche se fa pure da bellissimo octaver all'occorrenza). TU2 si spiega da solo. OD3 da usare come lead boost con la Reeves. Altro pedale, comunque, molto sottovalutato a mio parere. Mooer Black secret da usare come suono principale sopra il Fillmore già sporco, non serve spegnerlo mai. TR2, semplicemente un classico assoluto, e se avesse il tap tempo lo userei anche nell'altra pedaliera. DD3, stavola un "banale" made in taiwan, ma va benissimo anche questo anche se è giusto un pò meno caldo. L'idea qui era di avere solo pedali boss ma non esistono alternative al drop e al rat che io sappia. Il DS1 non va bene, il BD2 mi piace meno del rat, forse dovrei provare un DS2 ma comunque il drop stonerebbe in ogni caso. Sotto a chi tocca!
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