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nik

Il peso delle nostre chitarre ha un ...peso sul loro suono? Parliamone

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Stagionatura la intendo come la tecnica con cui viene lasciato seccare il legno da lavorare: forni oppure stagionatura naturale ( cazzonesò in un capannone con temperatura e umidità costante?!?!).

Ovviamente per una produzione su scala industriale non c' è più tempo di lasciarlo lì fermo il legno per cui via di forni.

Che poi magari gli essiccatoi che ci sono oggi funzionano meglio dei metodi di prima... :rolleyes:

Dubito del fatto che la chitarra possa " stagionare" dopo la verniciatura perchè a quanto sapevo il turapori che danno prima della vernice impedisce al legno di scambiare umidità.

Mi incuriosisce il discorso del Culone sulle resine... Non me lo fate incazzare così magari scrive qualcosa di più!

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Guest marc

mah sta storia dei dischi che tanto ci piaciono é una bella barzelletta secondo me, secondo me non sono i strumenti ma il metodo di registrazione, IL NASTRO ecc.. che li fanno suonare in quell modo!

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Guest Re Mida

mah sta storia dei dischi che tanto ci piaciono é una bella barzelletta secondo me, secondo me non sono i strumenti ma il metodo di registrazione, IL NASTRO ecc.. che li fanno suonare in quell modo!

 

Quoto, e mi pare pure ovvio. In una registrazione ci sono 2 mila varianti e Kossoff poteva avere in mano pure una qualsiasi les paul e il risultato sarebbe stato lo stesso.

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la stagionatura secondo me è una delle cose fondamentali e penso che anche con i mezzi all'avanguardia non si riesca ancora ad eguagliare un'invecchiamento "naturale" dovuto al tempo... per quanto riguarda il turapori secondo me non ha un eccessivo riverbero sulla stagionatura, pensate a quanti buchi e cavità (fori delle viti, alloggiamenti p.up e tutto il resto) non trattati dai quali il legno può "respirare"... mi piacerebbe ritornare sul discorso resine e vibrazioni di Mirko, speriamo giunga presto da una tastiera e pc!

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Da chimico mi sta venendo in mente una cosa malsana che si potrebbe pure fare con il legno vivo non ancora verniciato...

 

Cioè prima una sorta di estrazione con un solvente..mmm...ad avere  la chitarra da buttare si potrebbe pure fare...

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argomento molto interessante e che ha molte sfaccettature su cui poter approfondire

provo ad offrire qualche info utile derivante da esperienze personali e discussioni con persone più competenti di me.....

 

nik ha introdotto il discorso della crescita delle piante che è molto interessante

piante che crescono in zone povere di acqua avranno cellule con una struttura più grande per consentire un maggior "immagazzinamento" di acqua (risorsa vitale per la pianta)

anche le parti più alte delle piante avranno una struttura cellulare più ampia..... ed avranno anche una presenza maggiore di resina (che è la linfa protettiva della pianta)...per unirmi a quanto aggiunto dal buon Mirko.

quindi possiamo dedurre che essenze della stessa specie possono comunque avere "risposte sonore" differenti... ma rimanendo in un range ristretto dato che le caratteristiche sono le stesse

mentre è ovvio che la tipologia di pianta differirà da specie a specie (mogano, acero, palissandro, ebano, abete per citare i più diffusi in liuteria)

 

e qui vorrei aprire un piccolo discorso sul PALISSANDRO da molti indicato più "caldo" dell'acero.......  invece è l'opposto.

il palissandro enfatizza le medio-alte più dell'acero in quanto ha una fibra molto più compatta dell'acero(viene usato per le tastiere per dare maggiore rigidità al manico)... e per questo enfatizza molto anche il sustain(ma prettamente nelle chitarre acustiche con le fasce in palissandro).... per la tastiera (presenza minima in termini di quantità) la variazione "timbrica" potrebbe essere trascurabile..... mentre incide molto più sulla "suonabilità".... l'acero deve essere verniciato e quindi riduce la "sensibilità al tocco".. questa sensibilità si traduce in una maggiore pressione.. e quindi "suonerà" di più il tasto (metallo) che la tastiera (legno)

stesso discorso vale per l'ebano che è molto più compatto (ma più fragile) data la sua assenza di venature.. che enfatizzerà ancor più le alte frequenze

 

 

il trattamento del legno

il legno deve poter "respirare" altrimenti l'acqua presente nelle sue fibre lo farà marcire.

per quanto bassa ci sarà sempre una componente di acqua nel legno.. per questo è un materiale "vivo" che modificherà sempre nel tempo....

ecco perchè uno strumento che ha suonato per 50 anni sarà migliore di uno che per 50 anni è stato chiuso in una custodia (quindi non basta avere uno strumento "datato" per avere uno strumento che "suona").. suonare genera vibrazioni che generano calore che modificano la presenza di acqua...

il turapori, come dice il nome, serve per turare i pori del legno.... e non deve creare una camera stagna (per quanto detto prima), ma serve anche per avere una superficie liscia per la finitura. Infatti una caratteristica del turapori è quella di "alzare il pelo" per poter meglio levigare e creare una superficie omogenea per la finitura. Inoltre il turapori consentirà al legno di "respirare" senza assorbire acqua e/o umidità.

 

 

l'accoppiamento dei legni

questo è un discorso molto interessante...

di certo "decenni" di esperienza daranno ad un liutaio la "capacità di sentire" ad orecchio la qualità di un legno.... ma la tecnologia oggi ci aiuta a migliorare e perfezionare la scelta

usando un tester ad ultrasuoni si può verificare la frequenza di risonanza di una tavola... ovviamente essenze diverse avranno frequenze di risonanza diverse

più vicino saranno i valori di risonanza di legni diversi minore sarà la perdita di energia durante la sua trasmissione.

qui va aperta una piccola parentesi sull'importanza degli innesti (manico/corpo) e degli incollaggi (body/top e manico/tastiera).... magari in un altro thread

rimanendo in tema di accoppiamenti..... il mio esperimento nacque proprio dalla volontà di suffragare queste tesi sopraesposte.... e decisi con un amico liutaio di costruire uno strumento in base a mie esigenze specifiche..... ci misi circa 2 anni per trovare tutti i legni necessari al mio scopo... corpo in mogano, top e manico in acero, tastiera in ebano.. tutti e 4 i legni erano nel range di un tono come frequenza di risonanza (trovai una discussione su un forum di liuteria classica in cui piùomeno un semitono (quindi un tono) era un range molto valido per accoppiare i legni).

Il risultato è stato veramente esaltante.... un volume ed un sustain imbarazzante...e tutti notano una "strana vibrazione sulla pancia" (cit.)

ovviamente la resa dello strumento potrebbe essere solo una mia sensazione.... ma in questo forum ci sono alcuni utenti che hanno provato il mio strumento (telecaster) notando che avesse un volume quasi doppio rispetto a qualsiasi altro disponibile per una prova A/B..

 

in conclusione di tutti questi ragionamenti possiamo estrapolare una regola...... "sulla carta" ci sono miriadi di discorsi e/o situazioni varie da tenere in conto (e il bello dei forum è discutere anche di questo)... ma lo strumento và suonato per capire la sua resa...ehehehe

 

spero di non essere stato troppo prolisso

Max

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Grazie Max per il contributo!!!

 

Per me potreste andare avanti ore a discutere di queste cose...mi ci perdo a leggere!! :smile:

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Mai discussione capitò per me più a fagiolo!

Vengo da una sessione di tone-tap recentissima (ieri mattina), in cui abbiamo "ascoltato" i legni per la mia prossima Les Paul... come riferimenti sonori, avevamo altre due Les Paul costruite dal medesimo "spacciatore di legni", entrambe ottenute dalle stesse tavole (manici e body in mogano honduras, tastiere in palissandro brasiliano, identico hardware e pots selezionati, verniciate con turapori e finitura nitro leggera, '59 specs ecc ecc) e con su pickups identici (Seymour Duncan Antiquity)... l'unica differenza tra le due è il legno del top, preso da tavole diverse: uno molto flame, bellissimo ma più denso e pesante (avevamo altri due top presi dalla stessa tavola), l'altro meno fiammato, ma più leggero e risonante, con un sustain più lungo.

Le due chitarre finite differiscono nel peso di circa 200 grammi, ma già da spente rivelano differenze sostanziali: la più leggera smnra un'acustica, con molto colume e medie belle presenti, molto simile a una '60 originale (purtroppo non nostra :facepalm:) che avevamo a diposizione per confrontarle; l'altra suona più bright e "di corde", sembra più moderna e sferragliante... bisogna dire che la seconda chitarra è più giovane della prima di circa un anno, quindi non ha suonato molto, ma a memoria la chitarra più risonante ha sempre avuto queste caratteristiche.

Da amplificate, le differenze se possibile si amplificano ulteriormente: la LP più risonante viene valorizzata dagli Antiquity (tra i pickups di serie, per me sono i PAF migliori!), con belle medie che girano e un suono che poco si discosta dalla '60, l'altra soffre un po' lo scampanellio dei pickups e suona sì aperta, ma con medie meno caratteristiche e un timbro che sembra più compresso e centrato sugli estremi di banda... probabilmemte beneficerebbe di un pickup più spinto, che ne esalti questa sua modernità intrinseca.

Per la mia LP, abbiamo picchiettato tutti i legni a disposizione (ovviamente tutti già pre-tagliati a misura) e alla fine si è scelto di fare il body con mogano honduras preso dalla stessa tavola dei due precedenti, manico anch'esso in mogano honduras, leggermente fiammato, che ha una risonanza meravigliosa e lunghissima, tastiera in palissandro brazilian (anche in questo caso lo stesso delle due sorelline) e un top in hard rock flame maple, appena arrivato al mio amico, che ha peso simile a quello più risonante, ma fiammatura più accentuata (anche se non eccessiva) e vari mineral strikes.

A proposito di tone-tap, il mio amico dice che è fondamentale (oltre all'osservazione) per sentire se il legno internamente può presentare dei difetti tipo nodi, fessure ecc... poiché in quel caso non risuonerebbe bene e in maniera omogenea.

Per quanto riguarda l'abbinamento dei legni, l'ideale per fare una chitarra "superiore" sarebbe analizzare le frequenze di risonanza e sceglierle molto vicine tra loro, come dice Max... ma nel nostro caso, non si vuole fare una chitarra qualsiasi, ma replicare una burst '59, quindi scegliere un palissandro indiano per la tastiera (aveva una risonanza più simile al mogano del corpo) non era un'opzione presa in considerazione :sorrisone:

Per la mia esperienza, se una LP è fatta bene, con buoni legni risonanti e senza difetti, e rientra in un range di peso simile alle originali d'epoca, al di là dell'abbinamento perfetto degli stessi... suonerà bene :lol:

A tra qualche mese l'ardua sentenza!!!

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