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Cesfa

Improvvisazione

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Mi intrometto in punta di piedi perché penso sia bene ricordare che Karlo79 sta spiegando un approccio pragmatico per minimizzare la quantità di roba da memorizzare, metodo che si è ottimizzato per i suoi scopi e che quindi funziona bene per lui. Non è che quello che vi spiegano i vostri maestri sia sbagliato, anzi probabilmente è anche più organico. Poi lo studio dovete necessariamente farlo vostro e vedere cosa funziona per voi, perché siate ben consci che in questa discussione si stanno mescolando due concetti: i modi (teoria) e la visualizzazione delle note sul manico (meccanica). Altrimenti rischiate di fare più confusione che altro, nonostante la buona volontà di Karlo.

Bye

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Guest Karlo79

Mi intrometto in punta di piedi perché penso sia bene ricordare che Karlo79 sta spiegando un approccio pragmatico per minimizzare la quantità di roba da memorizzare, metodo che si è ottimizzato per i suoi scopi e che quindi funziona bene per lui. Non è che quello che vi spiegano i vostri maestri sia sbagliato, anzi probabilmente è anche più organico. Poi lo studio dovete necessariamente farlo vostro e vedere cosa funziona per voi, perché siate ben consci che in questa discussione si stanno mescolando due concetti: i modi (teoria) e la visualizzazione delle note sul manico (meccanica). Altrimenti rischiate di fare più confusione che altro, nonostante la buona volontà di Karlo.

Bye

grazie :TRsorrisone: però il metodo che tento di spiegare in questo contesto non è un metodo che io ho ottimizzato per me, i modi si applicano veramente così.

Questo è il metodo jazz, si studia l'armonia, si studiano i modi, 2 diteggiature a modo, rapportando il valore dei singoli gradi sulla tastiera partendo dalle quatriadi e man mano aggiungendo gli altri gradi, chiunque li avesse capiti li spiegherebbe così, perchè contrariamente per ogni cambio di modo si dovrebbe pensare alla scala maggiore di riferimento ed invece non è così, questo stesso metodo che tento di spiegare quà lo spiegano anche i libri di improvisazione jazz, poi magari ogni maestro ha il suo metodo ma alla fine il risultato deve essere lo stesso.

la difficoltà è spiegarlo post per post.

faccio una domanda in generale per fare chiarezza, non è per te è per chiarire un concetto.

i modi minori che nascono sulla scal amaggiore sono 3, dorico, frigio ed eolio.

questo significa che ci sono tre modi diversi per suonare lo stesso accordo minore.

se prendiamo un accordo di LAmin7 si potrà suonare con il dorico (scala maggiore di SOL), con il Frigio (scala maggiore di FA) e con l' eolio (scala maggiore di DO).

domande:

1) per suonare un LA min7 quale modo sceglieresti tra i tre sopra menzionati e perchè?

2) per ogni modo minore sono 3 scale maggiori diverse? non credi che applicare i modi facendo riferimento alla scala maggiore che li genera sia allucinate?

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Non c'è modo giusto o sbagliato, c'è modo efficace e non, e quello che è efficace per me non è detto lo sia per un altro.

Tralasciando l'approccio armonico/musicale/ispirato (teorico), lo scopo è tradurre ciò che pensi in suono. Per *me* l'approccio additivo che tu proponi non funziona efficacemente perché pensare alle note da aggiungere mi richiede troppo tempo. *Io* devo vedere a colpo d'occhio le note sul manico, poi scelgo cosa suonare, per cui avere la visione completa paradossalmente per me è più facile, anche se richiede tempi di assimilazione più lunghi.

Tutto corretto il tuo discorso sui gradi, e anche io per scegliere le scale da mettere sugli accordi uso il tuo approccio, ma come dicevo sopra, per un puro discorso utilitaristico di visione meccanica non posso visualizzare solamente l'arpeggio e aggiungere note, sovrappongo l'arpeggio alla scala che alla fine scelgo. E' solo questione di abitudine. E no, non mi imparo 3 scale maggiori diverse. *Io* scindo la diteggiatura dalla specifica scala (i pattern nascono per quello tra l'altro), diteggiatura che dal puro punto di vista della sua forma è unica per tutta l'armonizzazione maggiore (quindi, un unico pattern per sette scale). Il difficile è vedere lo stesso pattern con punti di riferimento diversi (le 7 possibili toniche e i relativi gradi), ma questo rientra nell'allenamento. Considera che, allucinante per allucinante, i classici si imparano pedissequamente tutte le possibili scale in tutte le possibili tonalità per abbattere al massimo i tempi di reazione, alla faccia dei pattern.

Che poi ancora, il discorso è tutto sommato semplice perché stiamo applicando una scala ad un accordo in un contesto tonale. Suonare modale è completamente diverso e diventa ancora più essenziale essere rapidi nel tradurre le idee in note, e quindi la velocità di visualizzazione sul manico (non che in altri contesti sia meno importante).

Bye

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Che poi, più passa il tempo più mi accorgo che tendo a sovrapporre direttamente l'accordo al pattern più simile, senza passare dall'arpeggio, e quindi scegliere tra le possibili scale.

Bye

PS: "Che poi", quando mi accordo di usare un intercalare, mi odio! :D

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Guest Karlo79

Tutto corretto il tuo discorso sui gradi, e anche io per scegliere le scale da mettere sugli accordi uso il tuo approccio, ma come dicevo sopra, per un puro discorso utilitaristico di visione meccanica non posso visualizzare solamente l'arpeggio e aggiungere note, Bye

Ciao mbaruzzo :TRsorrisone: quello di aggiungere le note è un metodo di studio.

tornando alla domanda

1) per suonare un LA min7 quale modo sceglieresti tra i tre sopra menzionati e perchè?

la risposta giusta era che su di un LAmin7 in base alla sonorità voluta si può applicare uno qualsiasi dei tre modi.

Questo perchè un Lamin7 è costituito dalla sola quatriade di base, quindi suonare su un accordo cosi semplice un II minore o un II maggiore oppure un VI maggiore o VI minore non fa differenza, il modo cambia in base alla sigla dell'accordo.

Fosse stato un LAmin7/9b/13b avresti dovuto suonare frigio obbligatoriamente, se fosse stato un LAmin7/9/13b avresti dovuto suonare Elio obbligatoriamente.

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Guest Karlo79

Suonare modale è completamente diverso e diventa ancora più essenziale essere rapidi nel tradurre le idee in note, e quindi la velocità di visualizzazione sul manico (non che in altri contesti sia meno importante).

Bye

sto spiegando proprio il suonare modale, per suonare modale devi riuscire a vedere i singoli gradi, non c'è altro modo, poi nel rock è più semplice perchè suoni su power chord e strutture tonali derivate dal Blues, cmq è mooooolto difficile riuscire a spiegare questo concetto in un contesto del genere, però ci provo, chissà.

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Guest Karlo79

Il difficile è vedere lo stesso pattern con punti di riferimento diversi (le 7 possibili toniche e i relativi gradi), ma questo rientra nell'allenamento.

ecco, questa cosa che hai scritto non esiste, si vedono solo e sempre i gradi e mai le sette possibili toniche, questo è quello che sto cercando di spiegare, sto spiegando il metodo che usano i jazzisti per utilizzare i modi senza pensare alle 7 possibili toniche.

poi il discorso è ancora più ampio, ad esempio se suoni con il dorico non devi suonare solo le note che compongono il modo ma anche tutte le altre che il modo non comprende, stessa cosa per il Frigio, se suoni Frigio puoi suonare tutte le note che lo compondono ma anche tutte le altre "estranee al modo" , cmq questo è un discorso che dipende da alcune regole.

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sto spiegando proprio il suonare modale, per suonare modale devi riuscire a vedere i singoli gradi, non c'è altro modo

Non per fare il pignolo, ma in realtà stai spiegando come abbinare scala e accordo di uno stesso modo, che non è esattamente suonare modale. Paradossalmente, come nel II V I, rischi di suonare tonale e basta. Va comunque bene come primo passo per estendere il discorso (cosa che io non so fare se non in maniera cialtrona :TRsorrisone:

ecco, questa cosa che hai scritto non esiste, si vedono solo e sempre i gradi e mai le sette possibili toniche, questo è quello che sto cercando di spiegare, sto spiegando il metodo che usano i jazzisti per utilizzare i modi senza pensare alle 7 possibili toniche.

Non mi sono spiegato bene. Sistema CAGED, cinque posizioni per un unico pattern esteso, in cui le note coinvolte sono sempre le stesse indipendentemente dal modo derivato da una comune tonalità maggiore di riferimento. Ovvio che te ne freghi delle toniche che non ti servono. Ma sono lì, nella stessa diteggiatura. Il difficile è vedere una diversa sequenza di note (la scala "modale") all'interno della stessa diteggiatura (comune a tutta l'armonizzazione da cui derivi la scala "modale"). Come farlo efficacemente è un lavoro di anni.

Bye

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Guest Karlo79

Non per fare il pignolo, ma in realtà stai spiegando come abbinare scala e accordo di uno stesso modo, che non è esattamente suonare modale. Paradossalmente, come nel II V I, rischi di suonare tonale e basta. Va comunque bene come primo passo per estendere il discorso (cosa che io non so fare se non in maniera cialtrona :TRsorrisone:

esatto io lo sto usando come primo passo per estendere il discorso :TRsorrisone:

Il difficile è vedere una diversa sequenza di note (la scala "modale") all'interno della stessa diteggiatura (comune a tutta l'armonizzazione da cui derivi la scala "modale"). Come farlo efficacemente è un lavoro di anni.

è qui che ti sbagli sto cercando proprio di spiegare come fare.

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è qui che ti sbagli sto cercando proprio di spiegare come fare.

Cioè vuoi dire che, pur con tutte le semplificazioni, ottimizzazioni, sotterfugi, non sono necessari anni per diventare davvero padroni della tastiera (stavo per scrivere manico ma poi ho cambiato :TRsorrisone:)? Note, toniche ed intervalli a colpo d'occhio in qualunque contesto? Stai scherzando vero?

Bye

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Guest Karlo79

Cioè vuoi dire che, pur con tutte le semplificazioni, ottimizzazioni, sotterfugi, non sono necessari anni per diventare davvero padroni della tastiera (stavo per scrivere manico ma poi ho cambiato :TRsorrisone:)? Note, toniche ed intervalli a colpo d'occhio in qualunque contesto? Stai scherzando vero?

Bye

no, non sto scherzando, parlando del modale, una volta capito il sistema più improvvisi e più diventi bravo ma non è uno studio estenuante di anni bastano pochissimi concetti da approfondire con l'applicazione dell'improvvisazione;

i jazzisti studiano pochissimi concetti inizialmente, giusto le quatriadi, i modi delle scale maggiori, voicing, walking bass e qualche armonizzazione (il tutto è meno di un anno di studio) poi imparano ad approfondirli ed ad aggiungere altre cose e altri modi studiando 2000 standard jazz, ma il loro è un costante divertirsi e non impazzire su calcoli e colpi d'occhio, ed i modi imparano subito ad applicarli con il metodo della visualizzazione dei singoli gradi.

cmq diventare veramente padroni della tastiera è un'altro discorso, non si è mai veramente padroni con la chitarra non si finisce mai, io sto cercando di spiegare il punto di partenza.

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Ciao, ricorda che le quatriadi le devi studiare su tutte le corde di conseguenza gli schemi devi costruirli sempre su 2 ottave.

Allora il vantaggio di cui ti parlo io ti sarà chiarò quando applicherai il sistema, cerco di farti un esempio:

1) Normalmente c'è una regola generale (ma non assoluta) che dice di usare sempre il modo dorico su tutti gli accordi minori.

2) metti di avere in sequenza REmin7 e Mimin7, e di dover usare su ogni accordo il rispettivo dorico.

3) tecnicamente dovresti suonare sul RE min7 la scala maggiore di DO e sul MImin7 la scala maggiore di RE, invece tu hai sudiato la quatriade con la'aggiunta del II IV VI grado e ti basterà soltanto spostare la posizione senza pensare a quale scala maggiore fare riferimento (tra l'altro per ora sai solo una posizione, ma ce ne sono 5 e quando le saprai tutte ti aggevoleranno molto).

4) un altro vantaggio di vedere i gradi anzichè la diteggiatura è: mentre stai suonando con il modo dorico su un REmin7 e vuoi passare, ad esempio, all'eolio dello stesso accordo dovrai solo spostare visivamente SOLO il VI grado maggiore un semitono più in alto in modo che diventi VI minore, un sistema molto più vantaggioso perchè contrariamente dovresti sapere in tempo reale mentre stai improvvisando qual'è la scala maggiore che ti dà l'Eolio di REmin7.

le cose ti diventeranno più chiare man mano che le applicherai e man mano che completerai lo studio dei modi della scala maggiore.

Non preoccuparti man mano che suonando assimilerai le sonorità diventerà tutto automatico e non avrai più bisogno di vedere e pensare a niente, l'importante è studiare ed esercitarsi bene.

Ancora non riesco a capire il vantaggio.

Se tu avessi un po di pazienza magari facendomi un esempio pratico potrei capire meglio.

proviamo a formulare meglio la domanda.

Non è sufficiente memorizzare i 7 box uno per ogni modo e poi semplicemente applicare quel modo alla nota che ci serve?

Ad esempio se devi suonare Re min 7 e poi passare a Mi min 7 potrai utilizzare la stessa diteggiatura cambiando la nota dalla quale parti

per suonare il box.

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no, non sto scherzando, parlando del modale, una volta capito il sistema più improvvisi e più diventi bravo ma non è uno studio estenuante di anni bastano pochissimi concetti da approfondire con l'applicazione dell'improvvisazione;

i jazzisti studiano pochissimi concetti inizialmente, giusto le quatriadi, i modi delle scale maggiori, voicing, walking bass e qualche armonizzazione (il tutto è meno di un anno di studio) poi imparano ad approfondirli ed ad aggiungere altre cose e altri modi studiando 2000 standard jazz, ma il loro è un costante divertirsi e non impazzire su calcoli e colpi d'occhio, ed i modi imparano subito ad applicarli con il metodo della visualizzazione dei singoli gradi.

cmq diventare veramente padroni della tastiera è un'altro discorso, non si è mai veramente padroni con la chitarra non si finisce mai, io sto cercando di spiegare il punto di partenza.

Concordo con il finale ma assolutamente non con l'inizio! Hai ragione nel dire che i concetti una volta capiti sono semplici, ma è la semplicità dell'artista che richiede studio e dedizione. Quello non è comunque suonare modale, quello è azzeccare l'accordo. E già azzeccare l'accordo e suonare sensatamente e non scontato, richiede un bel po' di tempo. E indipendentemente dal genere e dal metodo di studio, senza colpo d'occhio non vai da nessuna parte.

Comunque sia, perché altrimenti continuo ad essere clamorosamente OT... Il tuo è un approccio più che corretto ai modi, soprattutto per quanto riguarda la parte meccanica che traduce velocemente note della tonalità in suoni. Per imparare a muoversi consapevolmente sulla tastiera. Indipendentemente dall'approccio additivo o sottrattivo, come li ho chiamati più sopra (in assenza di definizioni migliori), il risultato finale, una volta assimilato tutto per bene, è lo stesso. Quello che manca, e che è importante per dare un senso al tutto, è andare oltre e collegare tra di loro i cambi di accordo. Un modo efficace è quello di sottolineare i passaggi tra un accordo e l'altro con intervali di un semitono od un tono, in modo da dare un senso di continuità alle frasi melodiche. In questo senso cominciare ad esercitarsi sul classico II V I aiuta, perché la tonalità unica evita di complicare le cose e contemporaneamente obbliga a sottolineare gli accordi per evitare di cadere in frasi banali. Basta cominciare con frasi semplici e lente, concentrandosi sui cambi e mantenendo melodicità.

Più un generale, l'Advancing Guitarist di Mick Goodrick è un approccio molto bello. Non è un metodo classico, è molto più folosofico, ma nella sua semplicità aiuta a sviluppare la musicalità in maniera molto progressiva e naturale, indipendentemente dal livello tecnico ed armonico del chitarrista. Veramente consigliato per sviluppare l'""orecchio interiore" e far si che sia il cervello a comandare le dita e non il contrario (almeno per me che sono uno scarpone sembra molto valido).

Bye

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Guest Karlo79

Ancora non riesco a capire il vantaggio.

Se tu avessi un po di pazienza magari facendomi un esempio pratico potrei capire meglio.

proviamo a formulare meglio la domanda.

Non è sufficiente memorizzare i 7 box uno per ogni modo e poi semplicemente applicare quel modo alla nota che ci serve?

Ad esempio se devi suonare Re min 7 e poi passare a Mi min 7 potrai utilizzare la stessa diteggiatura cambiando la nota dalla quale parti

per suonare il box.

mmmm.... mi fai capire che spiegare questo metodo è più difficile del previsto.

quando dici

Ad esempio se devi suonare Re min 7 e poi passare a Mi min 7 potrai utilizzare la stessa diteggiatura cambiando la nota dalla quale parti

lo puoi fare pure.

Intanto sfoltiamo il lavoro, ora che il concetto è più chiaro devi studiare i seguenti modi dorico, misolidio e lidio, 2 box per ognuno;

Ormai l'entità dei gradi li sai, quindi, quando studi un modo cerca sempre di vedere tutti i gradi che stai suonando.

ora inizieremo a fare esempi più complessi e ci sposteremo da questo discorso jazzistico a quello rock che è più semplice e diretto.

tu sai improvvisare per tonalità?

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mmmm.... mi fai capire che spiegare questo metodo è più difficile del previsto.

quando dici

Ad esempio se devi suonare Re min 7 e poi passare a Mi min 7 potrai utilizzare la stessa diteggiatura cambiando la nota dalla quale parti

lo puoi fare pure.

Intanto sfoltiamo il lavoro, ora che il concetto è più chiaro devi studiare i seguenti modi dorico, misolidio e lidio, 2 box per ognuno;

Ormai l'entità dei gradi li sai, quindi, quando studi un modo cerca sempre di vedere tutti i gradi che stai suonando.

ora inizieremo a fare esempi più complessi e ci sposteremo da questo discorso jazzistico a quello rock che è più semplice e diretto.

tu sai improvvisare per tonalità?

intendevo nel modo dorico di come avevi fatto l'esempio sopra che avevo citato.

Io ho imparato i 7 box che si collegano e vanno ad occupare tutta la tastiera.

Non so bene cosa si intende per improvvisazione tonale. Può darsi che l'abbia già vista ma non associo il nome

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Vai a cazzo di cane. Sempre. E non puoi sbagliare! :TRsorrisone:

Sono assolutamente d'accordo. L' improvvisazione deve essere a cazzo, sennò non è improvvisazione, è un esercizio camuffato.

Se invece quello che vuoi fare è congegnare un assolo, allora il mio avviso è di pensarlo, scriverlo in testa, prima di prendere in mano la chitarra, sennò è troppo facile cadere su pattern familiari.

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Guest Karlo79

Il tuo è un approccio più che corretto ai modi. Quello che manca, e che è importante per dare un senso al tutto, è andare oltre e collegare tra di loro i cambi di accordo. Bye

Ciao Black non è che manca l'andare oltre e collegare tra di loro i cambi di accordo, è che ancora con la spiegazione non ci sono arrivato.

piano piano se no si fa solo confusione, e già ce n'è abbastanza, fino a quando c'è qualcuno interessato proverò a spiegare le basi per l'improvvisazione ovviamente non posso trattare subito tutti gli argomenti, stiamo partendo da un accordo solo, ci siamo concentrati sul dorico per semplicità e man mano che i concetti verranno assimilati ne aggiungeremo altri;

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Guest Karlo79

intendevo nel modo dorico di come avevi fatto l'esempio sopra che avevo citato.

Io ho imparato i 7 box che si collegano e vanno ad occupare tutta la tastiera.

Non so bene cosa si intende per improvvisazione tonale. Può darsi che l'abbia già vista ma non associo il nome

ecco per capire l'improvvisazione modale prima dovresti capire quella tonale, inziamo con le definizioni.

Improvvisazione tonale: è quando puoi usare un unica scala per suonare tutta una sequenza di accordi;

esempio: abbiamo visto che su una scala maggiore nascono sette accordi, che ormai dovresti sapere quali sono, quegli accordi determinano una tonalità, quindi se ti trovi ad improvvisare su una sequenza LAm7 SOL7 DOmaj7 essendo tutti accordi che nascono sulla scala maggiore di DO, si potranno suonare tutti e tre tonalmente con un unica scala, che è appunto la scala maggiore di DO.

Improvvisazione modale: è quando usi un modo diverso per ogni accordo;

esempio: sempre sulla stessa sequenza LAm7 SOL7 e DOmaj7 userai i rispettivi Dorico, misolidio e lidio.

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secondo me si sta minimizzando fin troppo.

nel jazz c'è una problematica fondamentale cioè che la stessa cosa può essere vista in maniere molto diverse, vedi prestiti armonici, modulazioni, dominanti secondarie e un'infinità di alterazioni che ti permettono di abbattere muri come "su un accordo minore posso suonare solo una scala minore".

occhio che eliminare i concetti che si hanno in testa è molto più difficile che impararli nuovi.

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Guest Karlo79

secondo me si sta minimizzando fin troppo.

nel jazz c'è una problematica fondamentale cioè che la stessa cosa può essere vista in maniere molto diverse, vedi prestiti armonici, modulazioni, dominanti secondarie e un'infinità di alterazioni che ti permettono di abbattere muri come "su un accordo minore posso suonare solo una scala minore".

occhio che eliminare i concetti che si hanno in testa è molto più difficile che impararli nuovi.

ovvio è vero, quà però si sta parlando di basi, all'inizio, per capire alcuni meccanismi, si impone il dorico per tutti i minori, il misolidio per tutti i settima ed il lidio per tutti i maggiori, queste sono le basi, quello di cui scrivi tu è giustissimo ma non dimentichiamo che quà stiamo trattando solo i modi della scala maggiore e come applicarli senza dover fare riferimento alla scala maggiore che li origina.

ionico, dorico, misolidio, lidio ed eolio sono modi usati anche nel blues, nel rock e nell'heavy metal appena saranno chiari i concetti base penseremo al rock, il jazz l'ho tirato in ballo come metodo di studio.

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Improvvisazione modale: è quando usi un modo diverso per ogni accordo;

esempio: sempre sulla stessa sequenza LAm7 SOL7 e DOmaj7 userai i rispettivi Dorico, misolidio e lidio.

secondo me si sta minimizzando fin troppo.

Karlo, quello non è suonare modale, ma tonale, e lo sarebbe comunque anche senza una unica tonalità comune. Suonare modale non è usare la scala più simile all'accordo, è ben altro, se proprio dobbiamo semplificare possiamo dire che se il tonale è un gioco di assonanze, il modale è un gioco di dissonanze. Mi ripeto: quello che stai spiegando è un approccio utile, ma stai tralasciando tutta la complessità armonica che c'è dietro e che non è assolutamente riducibile ad arpeggi e note extra, se non a livello meccanico.

Bye

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Guest Karlo79

Karlo, quello non è suonare modale, ma tonale, e lo sarebbe comunque anche senza una unica tonalità comune. Suonare modale non è usare la scala più simile all'accordo, è ben altro, se proprio dobbiamo semplificare possiamo dire che se il tonale è un gioco di assonanze, il modale è un gioco di dissonanze. Mi ripeto: quello che stai spiegando è un approccio utile, ma stai tralasciando tutta la complessità armonica che c'è dietro e che non è assolutamente riducibile ad arpeggi e note extra, se non a livello meccanico.

Bye

Ciao Black, tu che i modi li conosci leggi quello che scrivo e capisci (facendo riferimento al post precedente) che dorico di LAminore, misolidio di SOL e ionico di DO (solo che io ho chiesto di usare il lidio) sono tutti sulla stessa scala maggiore, ma io sto spiegando a persone che queste cose non le sanno quindi cerco di fare esempi facili e che magari li portino a fare da soli delle considerazioni costruttive.

Improvvisazione modale: è quando usi un modo diverso per ogni accordo;

esempio: sempre sulla stessa sequenza LAm7 SOL7 e DOmaj7 userai i rispettivi Dorico, misolidio e lidio.

ora nel mio esempio del post precedente noterai che mentre per il LAmin 7 ed il SOL7 la scala di riferimento è sempre quella di DO maggiore, per il lidio di DOmaj7 si dovra passare modalmente alla scala maggiore di SOL, quindi quà c'è un passaggio modale, uno solo perchè è l'esempio più facile.

sto cercando di fare esempi semplici e funzionali, che lascino spazio alle considerazioni personali, poi la gente chiede il perchè ed io o chi per me risponde e facendo chiarezza si va avanti.

non capisco quando dici che suonare modale è un gioco di dissonaze, cmq ripeto che queste sono solo le basi, quello che dici tu è più inoltrato, e cmq nei post precedenti si è trattato un po di armonia, man mano dove ce ne sarà bisogno ed in base alle domande che saranno poste si tratterà ancora.

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non ho capito cosa è questa improvvisazione tonale.

Comunque ho capito che le domande sono importanti ma se rispondessi alle mie ultime domande potrei capire meglio.

Alla fine se io sto suonando in la dorico ad esempio per poter passare ad un altro modo sarebbe sufficiente cambiare la diteggiatura?

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Guest Karlo79

non ho capito cosa è questa improvvisazione tonale.

Comunque ho capito che le domande sono importanti ma se rispondessi alle mie ultime domande potrei capire meglio.

Alla fine se io sto suonando in la dorico ad esempio per poter passare ad un altro modo sarebbe sufficiente cambiare la diteggiatura?

Ciao, tu rifalle.

prendi questa domanda che hai fatto adesso

Alla fine se io sto suonando in la dorico ad esempio per poter passare ad un altro modo sarebbe sufficiente cambiare la diteggiatura?

si per cambiare modo devi cambiare la diteggiatura, la mia domanda è, perchè dovresti cambiare modo?

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Ciao, tu rifalle.

prendi questa domanda che hai fatto adesso

Alla fine se io sto suonando in la dorico ad esempio per poter passare ad un altro modo sarebbe sufficiente cambiare la diteggiatura?

si per cambiare modo devi cambiare la diteggiatura, la mia domanda è, perchè dovresti cambiare modo?

era per chiarire una cosa.

Se io per ogni modo mi imparo una diteggiatura poi non sono apposto?

Inoltre potresti farmi un esempio preciso di quando il tuo metodo è necessario?

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