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tacco

Menatone King of the Britains

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Dopo lunghe meditazioni concluse come sempre dalla spinta titanica della GAS, qualche tempo fa portai in pedaliera il King of the Britains della Menatone, pedale molto noto in ambiente chitarristico, ma non poi così conosciuto a livello di prova sul campo. Il pedale è arrivato alla 4 edizione, ma qui si tratta della 3, certamente quella con più controlli rispetto alle precedenti, e un boost che torna sempre utile.

s6003866.jpg

I 7 potenziometri e la levetta a 3 posizioni certamente farebbero mettere le mani nei capelli ai maniaci della semplicità, ma è altrettanto vero che in questo modo il pedale si può davvero adattare ad ogni tipo di esigenza.

I controlli sono però davvero banali: la serie di pot in alto è praticamente quella di un qualsiasi amplificatore (Marshall soprattutto, con anche la presence) e lo switch permette di ottenere 3 sfumature nel tone del pedale, che come sapete vuole emulare quello di una Plexi Marshall. La posizione 2 dello switch è il suono classico del KotB, quello delle edizioni precedenti per intenderci, mentre le posizioni 1 e 3 emulano rispettivamente il canale bass e il canale lead di una Plexi 1968.

Avendo già in mio possesso un plexi-in-a-box come il RustDriver della Hao le mie prime ottime impressioni sul KotB sono scaturite dal raffronto con il mio scatolotto verde. Il RD è ovviamente meno versatile e molto meno distorsore, ma probabilmente un po’ più aderente al suono plexi puro. Il KotB è leggermente meno grezzo, ma sa diventare medioso e pungente soprattutto in pos. 3 dello switch. Lì, arretrando un po’ la presence (se no si rischia l’acidità di stomaco e non solo), l’attacco si fa secco e deciso, e il suono è l’equivalente del RD in posizione bright.

Ovviamente non ci può essere paragone a livelli di gain alti… Il Re arriva fino a livelli da lead Marshall, e la cosa me gusta parecchio perché mi fa da contraltare al lead molto bello, ma decisamente diverso come pasta, che ho già nel Orange Rockerverb.

img1473b.jpg

Devo essere sincero, tra pos. 1 e 2 non ho notato, con i miei settaggi standard, una grossa differenza: diciamo che in pos. 1 l’equalizzazione assume una diversa configurazione, diventando sicuramente più profonda nei territori dei bassi, mentre anche alzando molto i pot. mid e treble le medioalte tendono a rimanere più scure e meno presenti.

In posizione 2 il suono è comunque molto Marshall, con medie sempre in evidenza e basse cariche di botta. Il gain rimane pacato e morbido per molto poco, fino a ore 9, poi comincia a far sentire sempre più il suo ruggito fino a entrare in territori lead, quasi a livelli da jcm800. Cosa insospettabile di questo pedale è certamente la dinamica: sia intesa come reattività al tocco, sia perché il suono si pulisce bene abbassando il volume dalla chitarra.

Per concludere posso dire di essere stato molto soddisfatto di questo pedale nell'anno e mezzo circa in cui è rimasto nella mia pedalboard. E’ un pedale di grande personalità, con al suo interno una miniera di suoni Marshall style che vanno scoperti “smanettando” un po’ con i vari potenziometri. Però sa essere anche un pedale plug and play, in quanto anche con eq flat e un po’ di gain a piacere, il KotB suona bene, e questa non è una cosa scontata.

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Dopo lunghe meditazioni concluse come sempre dalla spinta titanica della GAS, qualche tempo fa portai in pedaliera il King of the Britains della Menatone, pedale molto noto in ambiente chitarristico, ma non poi così conosciuto a livello di prova sul campo. Il pedale è arrivato alla 4 edizione, ma qui si tratta della 3, certamente quella con più controlli rispetto alle precedenti, e un boost che torna sempre utile.

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I 7 potenziometri e la levetta a 3 posizioni certamente farebbero mettere le mani nei capelli ai maniaci della semplicità, ma è altrettanto vero che in questo modo il pedale si può davvero adattare ad ogni tipo di esigenza.

I controlli sono però davvero banali: la serie di pot in alto è praticamente quella di un qualsiasi amplificatore (Marshall soprattutto, con anche la presence) e lo switch permette di ottenere 3 sfumature nel tone del pedale, che come sapete vuole emulare quello di una Plexi Marshall. La posizione 2 dello switch è il suono classico del KotB, quello delle edizioni precedenti per intenderci, mentre le posizioni 1 e 3 emulano rispettivamente il canale bass e il canale lead di una Plexi 1968.

Avendo già in mio possesso un plexi-in-a-box come il RustDriver della Hao le mie prime ottime impressioni sul KotB sono scaturite dal raffronto con il mio scatolotto verde. Il RD è ovviamente meno versatile e molto meno distorsore, ma probabilmente un po’ più aderente al suono plexi puro. Il KotB è leggermente meno grezzo, ma sa diventare medioso e pungente soprattutto in pos. 3 dello switch. Lì, arretrando un po’ la presence (se no si rischia l’acidità di stomaco e non solo), l’attacco si fa secco e deciso, e il suono è l’equivalente del RD in posizione bright.

Ovviamente non ci può essere paragone a livelli di gain alti… Il Re arriva fino a livelli da lead Marshall, e la cosa me gusta parecchio perché mi fa da contraltare al lead molto bello, ma decisamente diverso come pasta, che ho già nel Orange Rockerverb.

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Devo essere sincero, tra pos. 1 e 2 non ho notato, con i miei settaggi standard, una grossa differenza: diciamo che in pos. 1 l’equalizzazione assume una diversa configurazione, diventando sicuramente più profonda nei territori dei bassi, mentre anche alzando molto i pot. mid e treble le medioalte tendono a rimanere più scure e meno presenti.

In posizione 2 il suono è comunque molto Marshall, con medie sempre in evidenza e basse cariche di botta. Il gain rimane pacato e morbido per molto poco, fino a ore 9, poi comincia a far sentire sempre più il suo ruggito fino a entrare in territori lead, quasi a livelli da jcm800. Cosa insospettabile di questo pedale è certamente la dinamica: sia intesa come reattività al tocco, sia perché il suono si pulisce bene abbassando il volume dalla chitarra.

Per concludere posso dire di essere stato molto soddisfatto di questo pedale nell'anno e mezzo circa in cui è rimasto nella mia pedalboard. E’ un pedale di grande personalità, con al suo interno una miniera di suoni Marshall style che vanno scoperti “smanettando” un po’ con i vari potenziometri. Però sa essere anche un pedale plug and play, in quanto anche con eq flat e un po’ di gain a piacere, il KotB suona bene, e questa non è una cosa scontata.

Confermo tutto quello che hai scritto!

Il mio è momentaneamente nelle mani del Cigno, nell'ambito del mercatino degli scambi :TRsorrisone:, ma non vedo l'ora di rimetterci le mani sopra.

Ho anche il Top Boost In A Can, e posso assicurarti che è allo stesso livello, seppur in un campo di timbro diverso.

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