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Giorgio V.

'12 Gibson ES-330 TD: a hollow love affair..

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Eccovi la recensione della nuova arrivata in casa V. : la ES 330.

Premessa: è una cosa lunga. Capita raramente che compri una chitarra nuova, e ancor più raramente che acquisti uno strumento di un certo valore economico e con l' intenzione di farlo diventare, a parimerito con un' altra, la mia chitarra principale. Quindi ho diviso la cosa in sezioni così potete saltare subito a quella che vi interessa se non avete il tempo o la voglia di leggere tutto, e se non avete pazienza di legger tutta la parte tecnica saltate direttamente alle conclusioni e alla gallery!

STORIA

Il modello nasce nel 1959 (secondo alcuni tardo 58), più o meno in concomitanza a quella che viene spesso ritenuta la sua "sorella maggiore", cioè la 335. Il realtà le differenze tra le due, dietro una ingannevole apparenza, si sprecano: hollowbody contro semihollw, p90 contro humbucker, e la 330 necessita della cordiera a trapezio mentre la 335 è disponibile anche con lo stopbar.

Tutto questo si traduce in un suono parecchio diverso da una 335, o da una qualsiasi altra chitarra solid o semi solid che dir si voglia, come vuole il detto "it looks like a duck, and it walks like a duck, but it doesn't quack..."

Il modello nasce con il manico che innesta nel body all' altezza del 16 tasto, una scelta dettata dalla stabilità, a discapito di un accesso ai tasti superiori che risulta così abbastanza problematico (raggiungere il 22o o 21o agevolmente è praticamente impossibile), la cosa verrà "corretta" nel 67 dove anche la 330 riceverà l' innesto al 19o tasto come la 335 (mantenendo sempre invariata la scala), ma a scapito della stabilità dei manici che darà una nutrita serie di problemi per qualche modello, vizio poi corretto nelle versioni più recenti della 330 prodotte in questi ultimi anni, tutte con il manico "lungo", fino al 2012, anno in cui per la prima volta dal 67 Gibson ripropone tramite il suo custom shop una 330 con il manico "corto" costruita secondo i canoni della primissima tradizione.

La 330 è una chitarra con cui molti artisti si sono cimentati in passato, BB King per dirne uno nei suoi primi tempi, ma di certo più celeberrimi per averla indossata sono i Beatles con l' uso estensivo che hanno fatto in passato della sua cugina, la Epiphone Casino, sostanzialmente nei primi tempi la stessa chitarra, costruita negli stessi stabilimenti, con minori differenze nei legni e il ben identificabile palettone.

COSTRUZIONE

A parte i dettagli già accennati, la 330 è una chitarra con classica scala Gibson da 24.75", costruita in laminato a tre strati acero - pioppo - acero, il manico in mogano è piuttosto generoso ma non sovrabbondante, parte con un profilo a V estremamente comodo in cima, per poi guadagnare delle spalle leggermente più generose man mano che si avvicina al body, le meccaniche marchiate kluson sono di eccellente qualità, molto precise e solide, il ponte è un abr-1 no wire, volumi e toni sono gestiti da 4 potenziometri (quasi certamente) logaritmici che funzionano piuttosto bene anche se la maggior parte del range utile va ad accadere tra il 10 e il 5, a livello di wiring proprio non saprei dire perchè mancando un pannello di accesso posteriore è mancata anche la voglia di andare ad indagare tirando fuori il tutto dalla buca ad F..

Menzione a parte per la tastiera, di un palissandro estremamente scuro e molto bello a vedersi, ma piuttosto secco (ha bevuto del fret doctor come un disperato nel deserto) e quasi certamente laminato, anche se non ho rimosso il capotasto (in nylon) per controllare.

Menzione a parte anche per i P90, in una variante congegnata esplicitamente in occasione di questa riedizione della 330, Alnico II con un numero di avvolgimenti più basso del solito, estremamente dettagliati, chiari, con un bell' attacco e sorprendentemente bilanciati: le tre posizioni dello switch hanno ognuna un suo preciso carattere, e una loro sfruttabilità.

La chitarra è (ed esiste solo) VOS, e aggiungo purtroppo. Personalmente non vado pazzo, mi piace l' hardware leggermente opacizzato, ma non le viti con la ruggine o quella patina sul manico che può dare abbastanza fastidio dopo un' oretta che si suona intensamente.. Per fortuna che non è difficile da rimuovere.

SETUP

Una delle prime cose che mi hanno stupito della chitarra è stato come era settata. Certo l' action non era precisamente quella che avrei impostato io al micromillimetro, ma già manico, tasti, pickup erano perfetti appena l' ho presa in mano in negozio, senza che vi fosse stato applicato un pò di setup. E' bastato far abbassare leggermente i solchi del capotasto e ritoccare un pò l' abr-1 a casa e la chitarra è diventata subito suonabile come se fosse stata nelle mie mani da parecchio tempo in più. In particolare i tasti (diversi mi sembra da quelli che si trovano sulle Les Paul Custom Shop, circa stessa altezza ma direi più sottili) sono perfettamente curati e settati, e il binding del manico è molto sottile e accuratamente "rollato" già di fabbrica di modo che non si incontra mai una sensazione sgradevole o qualche spigolo spostandosi per il manico.

Sono da anni abituato a usare le 09 sulle chitarre, ma per questa ho deciso, per una questione di suono, di tenerci sopra una scalatura 10-46, e devo dire che nonostante tutta la parte di corda dopo l' abr che teoricamente dovrebbe rendere più dure (perchè anch' essa va tirata durante un bending) , per la maggior parte del tempo quasi non mi accorgo di aver a che fare con una scalatura più rigida (ma sarà anche perchè la chitarra chiama uno stile esecutivo diverso dalla Les Paul).

SUONO

Andando a prendere in mano la chitarra, la prima cosa che colpisce è probabilmente il peso: essere una hollowbody ha di certo i suoi vantaggi. In generale lo strumento è molto confortevole, grazie alle linee morbide che caratterizzano tutto il corpo e il top e il back arcuati che vanno, suonando in piedi, ad appoggiarsi al corpo con piacevole naturalezza. Tra manico e body lo strumento è molto equilibrato, e l' impressione generale è di avere in mano qualcosa di solido, confortevole e ben fatto. Forse potrebbe sembrare grande a qualcuno (in generale tutte le ES 3XX hanno body abbastanza generosi) ma personalmente devo dire di non aver avuto minimamente questa impressione, mentre chitarre come Flying V o Explorer me le sono sempre sentite un pò ingombranti addosso.

Da spenta la chitarra ha già una voce piuttosto equilibrata, con una certa botta in basso e ogni corda ben definita e squillante. Mi han detto che le 330 possono soffrire di cantini un pò "deboli" ma devo dire che non è il caso per la mia. E' divertente sia suonarci un pò di strumming sia qualche linea solistica.

Una volta amplificata inizia il divertimento. La sensazione generale è che la chitarra vada assolutamente a nozze con ampli tipo Fender, con un bel pulito in primo luogo, ma anche e ancora di più con un pò di breakup. Il bello di suonare uno strumento del genere per me è il range dinamico che offre: oltre al classico plettrare piano - plettrare forte, ci sono parecchie sfumature come un tocco leggerissimo o al contrario picchiare le corde con violenza che danno tutta una gamma di possibilità che è davvero fantastico aver sotto e mani, e soprattutto sfruttare nel gruppo.

Rispetto a (per dire) una Les Paul si può dire che a parte il logo sulla paletta e i controlli abbiano poco in comune. Lì dove la Les Paul è una chitarra sempre bene "a fuoco", la 330 suona meno compatta, ma al contempo dà la possibilità di emergere di più o di meno a seconda di come ci si comporta con la mano destra. I cantini sono sempre bene in evidenza quando li si va a colpire, e se si pesta sulle corde basse la botta che ne viene fuori è piuttosto impressionante. La Les Paul suona facilmente morbida e vellutata se lo si vuole, la 330 mantiene, anche amplificata, quell' inflessione "acustica" che la rende così particolare tra le chitarre elettriche. Certo, salendo con il gain si può tranquillamente stroncare questa caratteristica e farla suonare in modo molto più generico, ma non sarebbe proprio secondo me la maniera sensata di usare una chitarra così.

Il Blues e il Jazz (per quest' ultimo immagino, non essendo ahimè il mio territorio) sono il suo pane quotidiano, così come cose più surf, rock n roll o anche un certo tipo di rock moderno (penso ad esempio molte cose dei RHCP). Nel rock dagli anni 70 in poi a me personalmente piace MOLTISSIMO, ma a patto di non suonarla come unica chitarra, perchè trovo che in tal caso la peculiarità del suo suono la renda un filo limitata. Al contrario, insieme a un' altra chitarra magari questa solidbody apre un grande range di possibilità e dà un contributo al sound della band che poche altre chitarre potrebbero dare.

FEEDBACK

Capitolo a parte per un tema che non si può non trattare quando si parla di hollowbody. Avevo molti dubbi al riguardo quando ho comprato la chitarra. E devo dire che qualche dubbio ce l' ho tutt' ora, non avendola ancora suonata dal vivo in un locale, ma averla "tirata" a prove mi ha dato un' idea abbastanza precisa della misura in cui questa chitarra è gestibile o al contrario è un problema. La cosa fondamentale da gestire con questo strumento non è il gain secondo me (fermo restando che non è una chitarra che va a nozze con una dual rectifier), è la propria posizione rispetto all' ampli (e le spie). Se ci si mette di fronte all' ampli anche un pulitone inizierà a far vibrare il top. Al contrario, con un pò di accortezza, stando anche vicini all' ampli magari ma comunque di fianco ad esso il feedback è molto gestibile e anzi accessibile facilmente volendo. Questo la rende una chitarra estremamente divertente dal vivo: basta girarsi un attimo o dare una zappata particolarmente intensa alle corde per sentire la chitarra che inizia a vibrare contro il corpo in maniera incredibile, come se fosse una cosa viva, ma al contempo gestibile con un giretto sul potenziometro o cambiando leggermente posizione o mutando un secondo le corde. Sembra un lavoraccio descritto così ma al contrario, è una cosa molto naturale e forse in un certo senso la parte migliore di suonare una chitarra del genere ad alto volume, ti piazza un sorriso in faccia.

CONCLUSIONI

Queste chitarre sono una FIGATA. Non dico che chiunque dovrebbe averne una, perchè sono molto limitate in certi ambiti, ma non solo è uno strumento divertentissimo da suonare, è anche uno strumento che come esecutore ti può insegnare molto. Non è magari una chitarra che dovrebbe prendere qualcuno alle prime armi, a meno che il suo unico scopo non sia imparare a suonare i pezzi dei Fab Four, ma sinceramente dopo averla avuta anche solo per così breve tempo sento già che me ne dovessi separare mi mancherebbe tremendamente. Raccomando a tutti quelli che sono curiosi di almeno provarne una, fosse anche una Epi Casino economica.

Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere! :TRyahoo:

GALLERY

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Grazie! La fanno cherry col Bigsby di serie. Non sarebbe una cattiva idea quantomeno provare..ho un B7 su una vecchia Studio e mi piace assai.

Magari un B3 così da non far buchi sul top.

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Complimenti! Fantastica chitarra e stupenda recensione! Peccato, se ci fosse stato qualche seample sarebbe stata perfetta!

Non posso che dirti... Auguri!

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Presto Fede! Nel weekend anche magari.

Grazie Lino, purtroppo per i sample non è un problema di volontà ma di attrezzatura..Eventualmente se c'è molta curiosità posso registrare qualcosa con l' iphone settimana prossima che dovrebbero arrivare le corde giuste (che se fanno la differenza su una solid, su questa mi aspetto grandi cose davvero).

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Boia che bella, gran bell'acquisto caro Giorgio!

Solo che non c'ho cazzi di leggere tutto il papiro, quindi me lo leggerò con calma più avanti :sorrisone:

Comunque, la prossima volta che ci vediamo, ti prego di portarla perchè mi ha destato una certa curiosità...

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Hai ragione, mi è scappata la mano e ho scritto una roba davvero di lunghezza esagerata! Per la prova nessun problema, sperando che sia presto ;)

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Pure a me....ho provato quella di Giorgio ed è bellissima. In negozio ho ne ho provate altre 2 come quella di Giorgio, e una col Bigsby. Tutte bellissime.

E' un pò che ci ronzo attorno, l'unica cosa che mi frena (oltre alla mancanza di cash) è l'accesso ai tasti, che diventa estremamente ostico dopo il 15mo....

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Inutile girarci attorno: gli ultimi 3 o 4 tasti potrebbero pure non esserci a momenti, perchè tanto raggiungerli è eccessivamente proibitivo. Per contropartita va detto questo: è uno strumento abbastanza particolare, difficilmente uno ci suona cover. Di consegenza se uno non è di per sè molto propenso a suonare nei registri alti non ha il problema di dover suonare al 21o tasto perchè eseguire l'assolo lo richiede.

Insomma io ci faccio praticamente solo roba mia e non mi pongo mai il problema di andare così in alto.

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ma si, che ci vai a fare lassù! la mia chitarra che suona meglio neanche ce l'ha la spalla mancante! :facepalm:

povero me, ma suona come non ho mai sentito,mi limita solo per il 5% dei brani che faccio, infatti sul palco porto la lucille che è versatilissima.

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E' un pò che ci ronzo attorno, l'unica cosa che mi frena (oltre alla mancanza di cash) è l'accesso ai tasti, che diventa estremamente ostico dopo il 15mo....

Ehm... :whistle:

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Davvero bella... anche se non c'entra una mazza con la tua, mi era venuta una voglia di Epiphone Casino qualche giorno fa!

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Come non c'entra una mazza, è praticamente la stessa chitarra..

Nel senso di qualità intendevo! :lol:

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Eh vabbè, possono comunque essere chitarre che suonano molto molto bene, e parlo con cognizione perchè un amico ne ha una ;)

Piccolo off topic sulla Casino:

Vale anche qui lo stesso discorso meglio Korea delle Cina?

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