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guitarGlory

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  1. La versione precedente più grossa me la ricordo come uno dei booster più rumorosi che abbia mai provato...
  2. Personalmente le uniche due chitarre su cui ho rimesso negli ultimi anni (non che io pure sia uno che vende molto eh, anzi per lo piu accumulo ), sono state la Schecter, presa usata e rivenduta dopo poco tempo a meno di quello che l'avevo pagata, e una PRS Custom 22 presa nuova e rivenduta anche quella dopo poco. Su Gibson e Fender da 10 anni a questa parte ho sempre guadagnato qualcosa nel rivenderle, tranne per alcuni strumenti specifici cho sono andati ad amici stretti... in quei casi, anche se avrei potuto farci qualcosa in più non ci ho lucrato volutamente.
  3. Mancanza di rispetto a che proposito Gianca? Per capire eh, perché ok che personalmente saranno 5-6 anni che non compro Fender e Gibson moderne, ma le vedo e ci lavoro molto spesso e tutti questi problemi non li riscontro...
  4. Diciamo che mi piacciono... quando le suona qualcun altro, è proprio una questione di feeling che non scatta con la tele
  5. ELETTRICHE: Gibson (Les Paul, SG, Junior, Special, 335 ecc) e Fender (quasi solo Strato, anche se ogni tanto ci riprovo con le Tele) per me sono le costanti, ma ogni tanto mi concedo qualche capatina fuori... PRS, Tyler, Xotic, Huber, Ibanez... Al momento tra le outsider ho la vecchia Supro del '59 e una Tyler Burning Water, ma prima o poi una PRS ritornerà, devo solo trovare quella giusta. ACUSTICHE: qui sono più volubile, ho avuto Martin, Gibson, Taylor, Santa Cruz, Takamine, Guild... qui ho sempre timore di andare sul vintage anche se la tentazione c'è, e il timore è dato dal fatto che le acustiche vintage sono tendenzialmente molto più delicate delle elettriche, necessitano di accortezze nella manutenzione e a volte un neck reset è inevitabile. Al momento ho un'acustica fatta su mie specifiche da Carlo Corsalini, bravissimo liutaio acustico della mia zona, e la vecchia Norman B20 regalo di laurea dei suoceri.
  6. Esatto, guarda che la pensiamo in maniera meno diversa di quanto sembra, cito la tua frase: "qualcuno" e "comunque" è la chiave. Mi spiego meglio... al netto del lavoro che è lo stesso, a qualcuno (in genere quelli che le tengono appese al muro e quasi non le suonano) andrà meglio il tastino originale, perché tanto non gli interessa suonarla; qualcun altro invece si troverà meglio con un tasto più performante perché gli piace suonarla e la apprezzerà di più suonandoci comodo. Parlando con musicisti e appassionati di vintage praticamente ogni giorno (anche a ogni ora del giorno e della notte veramente ), posso dire che la casistica è molto variegata: ci sono i collezionisti puri che non suonano quasi e quelli che suonano per lavoro e comprano certi strumenti quasi solo per il suono... e tutti i gradi di sfumature nel mezzo. Cioè, una volta che si decide di ritastare, si entra nel regno delle preferenze soggettive, semplicemente non c'è una soluzione che accontenti tutti. Vale un po' per qualsiasi cosa eh, conosco gente che ha collezioni grosse di ampli tutti originali, ma che non si possono accendere perché sennò esplodono gli elettrolitici, e gli unici interventi che gli ho fatto sono stati restauri estetici al tweed ecc, mentre altri amici con ampli simili ci suonano live e mi fanno fare manutenzione costante, il che a volte comporta anche sostituire dei componenti non più affidabili... i primi non comprerebbero mai un ampli dei secondi, e viceversa. Qual è la strada giusta? Per fortuna il mondo è una scala di grigi, anzi di colori, e non è tutto bianco e nero.
  7. Un refret è un refret, quindi a meno di fare scelte totalmente insensate (tasti stainless steel, o peggio tasti EVO Gold), il valore dello strumento ritastato non cambia se si mette un tastino basso o un 6105 ecc ecc, a patto che il lavoro sia fatto bene. Paradossalmente, con un refret si deprezza più una Les Paul custom shop del 2020 rispetto a una strato del '63... è un mondo strano
  8. Non tieni conto che del fatto che oggi molti tasti vintage sono considerati pressoché inusabili già da nuovi... ritastare una Junior del '54 coi tasti che montavano nel '54 (piccolissimi e bassissimi) sarebbe praticamente inutile, tanto varrebbe non cambiarli Di solito - a meno di preferenze personali e richieste precise - io cerco sempre di lasciare l' "impronta" del tasto originale, cioè larghezza molto simile, e usare lo stesso materiale (silver nickel), ma aumentandone invece l'altezza: questo consente da un lato una maggiore facilità sui bending e un impatto visivo coerente, mentre dall'altro lato, essendo il tasto più alto, c'è più materiale da consumare...e questo limita il più possibile il numero dei futuri refret (senza andare su tasti stainless steel). gLory
  9. Certo che gli dispiace, lo capisco perché da un lato c'è quella parte di collezionista vintage puro che vorrebbe non cambiare nulla di quello che è stato fatto quasi 70 anni fa, non tanto per ragioni economiche quanto per una questione di "conservazione della storia". Poi per fortuna c'è l'altro lato, quello del musicista che capisce che sono strumenti (bellissimi) e che se si vuole suonarle ancora i tasti vanno cambiati. Faccio un esempio molto più costoso di una burst, poi giuro la smetto per non intasare il thread di Luca: i violini Stradivari, Guarnieri ecc (si parla di strumenti che arrivano a valere fino a 20 milioni di dollari) non solo vengono restaurati in modo abbastanza costante - e alcuni restauri sono delle vere e proprie ricostruzioni parziali -, ma vengono regolarmente suonati per far sì che continuino a vibrare, a suonare bene, cioè fare quello per cui sono nati e in cui eccellono. Pensate che peccato sarebbe avere questi strumenti chiusi nei musei, magari in condizioni totalmente originali, ma inservibili perché avrebbero crack su top e fondo, manico che ha ceduto in avanti ecc, solo perché si vuole mantenere l'originalità a tutti i costi.
  10. Prima volta che sento questa cosa, di solito quando lo fa lui le fa refrettare da Glazer, ma ha anche sempre detto che non ha problemi a comprare chitarre vintage refrettate... anche perché sennò gliene resterebbero poche da comprare Poi capisco che avendone tante, quelle che suona poco avrebbe anche senso lasciarle stare magari, non tutte le porta dal vivo o le usa per registrare e per farci due note ogni tanto, a giro con le altre 500 che ha in giro per casa, pure coi tantino vintage finiti si riesce.
  11. Quasi tutte le mie vintage sono refrettate, molte le ho refrettate personalmente, altre le ho prese quando l'avevano già fatto. Per inciso, negli ultimi anni ne sto facendo tante anche per altri, e dopo quasi tutti dicono "che coglione sono stato a non averlo fatto prima"... oltre alle varie Custom Shop, avendo tanti amici appassionati di vintage ho fatto anche Les Paul '52, 53, 55, SG '62, 64, 66, 68, svariate 335 dal '64 in avanti, svariate Junior dal '54 in avanti... e non so più quante fender vintage tra strato, tele, jazzmaster, jazz bass ecc ecc. Sono "strumenti", quindi a mio avviso l'efficienza in quanto strumenti è la loro essenza... se non si possono suonare, o non ci si suona comodi, diventano dei quadri da appendere e ammirare... ma a quel punto compro un quadro Per me il problema non è il refret in sé, è quando il refret è fatto MALE.
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