secondo me, dico a titolo personale, le nozioni di armonia e teoria si imprimono quando le usi per costruire da zero, o anche per fare il reverse engineering come dici, di quello che magari si sa già bene come diteggiatura o box
per esempio, una scala maggiore di do, se uno supera l'idea di saperla già perfettamente e comincia a suonare in tutte le posizioni e set di corde (e in un secondo momento in tutte le inversioni) le triadi che la compongono, cioè la scala suonata per terze (do-mi-sol / re-fa-la etc), iniziando per esempio a farlo su una corda sola, poi due, tre e via dicendo, capisce un sacco di cose - la base principale di buona parte degli accordi usati (a cui si aggiungono poi le estensioni "secondarie" come settime, none, seste, alterazioni etc), - viceversa, se si prende un qualsiasi progressione, a cominciare dal "semplice" blues, e si prova a suonarla senza usare i soliti box ma le triadi (aggiungendo poi settime o ancora meglio seste) in tutti i modi possibili, esce fuori roba ganza sia per accompagnamento che soli (integrando magari con bending per gli intervalli umani)
mentre se la si suona partendo dalle diverse note che la compongono (senza necessariamente cambiare posizione) vengono fuori i mitici modi che sono semplicemente i nomi che le diamo partendo dalle varie note - e che si imparano a VEDERE come una successione di intervalli
magari è troppo semplice per il tuo/vostro livello, ma a me ha aiutato (e continua ad aiutare, soprattutto con armonica, melodica e scale diminuite di barry harris) a visualizzare INSIEME intervalli, triadi, arpeggi, accordi, etc
voglio dire che secondo me è un modo efficace per contrastare la tendenza a riempirsi di nozioni senza assimilarle né a livello di mano né di orecchio (figa è venuto fuori il pippozzo chilometrico)