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andreaweb73

1973 Marshall Super Lead

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Parte prima: il sogno diventa reale

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I puristi si saranno già accorti che l’ampli in mio possesso non è una plexi, ma la sua naturale evoluzione, il JMP. È difficile trovare Marshall degli anni 60 in buone condizioni e soprattutto a prezzi umani, quindi la mia ricerca si è spostata sul suo parente molto stretto, il Super Lead appunto.

L’esemplare in mio possesso è un ampli del 1973, mio coetaneo: vecchio direte voi…vintage dico io icon_wink.gif

Sono sempre stato in dubbio se prendere una reissue o affidarmi un po' al caso e prendere un ampli d’annata.

Ho deciso sapendo che questo ampli veniva utilizzato regolarmente: i live del cigno e i pezzi in studio che lo stesso mi ha fatto ascoltare mi hanno fatto decidere al volo.

Il Marshall Super Lead è un amplificatore a due canali con input high e low sensitivity per entrambi i canali.

i due canali della Super Lead possono essere linkati insieme, al fine di poterli utilizzare contemporaneamente. Se il canale 1 ha una voce più acuta, il canale 2 ha bassi più enfatizzati e il fatto di utilizzarli allo stesso tempo aumenta la versatilità del Maresciallo.

Dal punto di vista operativo l’operazione è molto semplice: come si evince dal video che ho postato basta utilizzare un piccolo cavo jack per poter unire i due canali.

in questo modo possono essere utilizzare in cascata diverse testate dello stesso tipo, ma…è meglio che non mi faccia venire strane idee!!!!

Prima di giungere nelle mie mani è stato completamente revisionato e rivalvolato nel pre, e ha subito due piccole modifiche: la prima per togliere una precedente mod che lo faceva suonare pulitissimo anche ad alti volumi (ovviamente un tamarro come me non poteva sopportare una finezza del genere…), e la seconda, per installare un master volume, che rende quest’ampli gestibile anche tra le mura domestiche.

Faccio due parole sul master volume perché se ne leggono tante in merito e circolano a mio avvisto diverse leggende metropolitane che non sono vere.

La prima e la più diffusa: con il master volume l’ampli non suona bene, o comunque suona meno bene dello stesso ampli senza mv. Semplicemente non è vero: l’ampli suona alla grande anche con il master volume, punto. (creo che anche Lucio possa testimoniare questo fatto avendolo provato direttamente appena ritirata dal suo tecnico).

Ho deciso di far installare il master volume cosiddetto Pre Phase Inverter, posizionato prima della valvola rettificatrice: non distorcendo anche quest’ultima, la distorsione finale è quindi inferiore a quella che si otterebbe posizionando il master volume post valvola rettificatrice. Ho preso questa decisione per far “cantare” l’ampli più vicino possibile a sonorità tipiche della plexi, almeno stando alle specifiche dei tecnici.

L’inserimento del master volume è un’operazione assolutamente “indolore” che non pregiudica in alcun modo l’originalità del circuito, e potrebbe essere che in futuro possa optare per aggiungere anche il secondo master volume, posizionato proprio l’invertitrice di fase, per avere entrambe le sonorità a disposizione.

Va da se che per far cantare come si deve questo ampli c’è bisogno di un aiuto esterno, e anche in questo caso le soluzioni sono molteplici.

al momento sono rimasto praticamente senza pedali, ne ho due, ma di ottima fattura, uno solo di questi è un pedale di gain ed è il Red Sunset di Dave9Rock.

Pedale che svolge egregiamente il suo lavoro, sia come clean boost che come overdrive piazzato davanti all’ampli.

un’eventuale alternativa, rimanendo sempre su sonorità vintaggiose è quella di ricalcare la strada percorsa in passato da due grandi utilizzatori di questa testata: Randy Rhoads e Yngwie Malmsteen.

Con pedali molto simili tra di loro a livello di circuitazione, l’Mxr Distortion + e il Dod 250, entrambi sono riusciti a far ruggire questo ampli in modo eccezionale.

Rhoads accoppiava all’Mxr un equalizzatore per enfatizzare le medie, e sicuramente poteva sfruttare il suono più corposo degli humbucker; Malmsteen da par suo, con dei singoli che in realtà sono degli humb riesce ad ottenere un suono a mio parere meraviglioso.

Ovvio, ma è naturale, che a bassi volumi, anche se l’ampli suona molto bene non potrà mai tirar fuori tutto il suo potenziale, ma per quello ci sono le sale prova….appena riapre la mia....la faccio saltare in aria!!!

A livello di sonorità non potevo chiedere di meglio: è esattamente quello che cercavo e la mia eterna peregrinazione tra mille pedali in realtà aveva come scopo finale quello di arrivare all’ampli giusto per me, e ci andava tempo.

Credetemi sulla parola, l’accoppiata Stratocaster e Marshall in questo caso è da lacrime di gioia…quel pulito sporco, quel cruncettino super dinamico e che reagisce alle plettrate come mai avevo sentito prima d’ora valgono da soli la spesa della JMP.

Con la Les Paul e gli humbucker, abbiamo la macchina perfetta per fare Rock’n’roll: Ac/Dc, Black Crowes, Who, Zeppelin…ci fate di tutto, basta solo avere le mani per farlo e ahimè…purtroppo quelle non si comprano da nessuna parte… icon_cry2.gif

Parte seconda: The Beast at work

Vediamo nello specifico come si presenta l’ampli. Il cuore dell’ampli è inserito nella classica conchiglia Marshall degli anni 70, strepitosa per gli amanti del genere.

Il Super Lead è super anche per quanto riguarda la stazza e le dimensioni: come sempre la mia schiena ringrazia.

Il pannello frontale, da sinistra a destra prevede lo switch on/off, lo standby, la luce di funzionamento, i controlli di presence, bass. Mid, treble, volume I, volume II e i 4 input, uno dei quali è occupato dal controllo di master volume, uno dall’ngresso della chitarra e gli altri due vengono linkati tramite una bretella per ottenere l’effetto di cui parlavo prima.

Il posteriore, oltre alla presa di corrente e ai fusibili, ospita i selettori per l’impedenza e per il voltaggio (alcuni utilizzatori preferiscono sovralimentarla per ottenere maggiori prestazioni, ma va rifatto un setup specifico) e due uscite per il o i cabinet esterni.

Alla luce di quanto visto, è un ampli estremamente pulito e semplice, almeno per quanto riguarda l’aspetto visivo: non è così plug e play per quanto concerne l’utilizzo, e va scandagliato per bene al fine di ottenere ciò che si vuole.

Passiamo alle descrizioni sul suono, parole che difficilmente riusciranno a farvi capire cosa si prova sotto le mani, ma ci proverò anche con un paio di altri sample audio.

Strato in mano e ampli acceso, setto i controlli come mi è sempre stato detto di fare quando si incontrano queste icone del rock: presence a zero, bassi al massimo, medi a manetta e alti più bassi del puffo più puffo che c’è.

Un settaggio quasi estremo, ma che dovrebbe in teoria pareggiare l’innata tendenza della strato di viaggiare su frequenze fastidiosamente alte.

Ingresso low del canale I, volume canale I a 1 e volume canale II a 0. Le valvole si scaldano, togli lo standby e….sorridi…sorridi come quando torni a casa da un lungo viaggio e dentro di te sai che non c’è posto migliore al mondo delle tue quattro mura. Ero tornato a casa, o forse ci ero entrato per la prima volta, e se il primo impatto può significare qualcosa a livello di giudizio finale, questo è stato il classico colpo di fulmine.

Clean rotondo, mai squillante, diverso dal pulito fender, questo è più cupo se vuoi ma anche più caldo, più…più “casa” insomma! Si ecco, lo definirei il pulito “home sweet home”: caldo e sicuro allo stesso tempo.

Per contro ci saranno mille chitarristi che mi diranno che un pulito Fender è su un altro pianeta a livello di nitidezza e cristallezza (licenza rockettara icon_razz.gif): tutto vero, ma i gusti son gusti e questo è il pulito che piace a me.

Bando alle ciance però, la curiosità è tanta e le mani prudono: master volume a livelli minimi, volume del canale I sparato al massimo: ora si che si ragiona! Il crunch! Il crunch Marshall, lui proprio lui!!

Oh ragazzi che goduria…un leggero crunchettino, che comincia a ruggire come si deve se la plettrata diventa più intensa. Le note cominciano a legare e a fondersi tra loro…il viaggio comincia!

In questa configurazione, solo giocando con i pickup della strato e il pot del volume si possono tirare fuori un sacco di suoni, una vera palestra per chi come me deve esercitarsi su mano destra e controllo della plettrata.

Se diamo vita anche al canale II, aumentandone il volume, il suono si arricchisce ancor di più di quelle frequenze basse che lo vanno a gonfiare, e il mare si increspa ancora di più: Angus Young fa capolino nella stanza con i suoi pantaloncini da scolaro (provvidenziali con sto caldo!!) e ti porta per mano nello spazio infinito del Rock!

Non prima però di averti detto chiaramente in faccia: “ehi posa sta chitarra da checca e prendi gli humbucker!”

“ma come? La puffa è la mia preferita non la puoi trattare cosi…”

“Prendi gli humbucker!!”

“perfetto capo…les paul a bordo”

E l’australiano ha ragione…Marshall in crank e due humbucker vintaggiosi come gli Haussel che ho montato sulla Esp: ok, si può rimanere a suonare così per ore, anche gli stessi tre accordi in fila non importa…questo è il rock, tutto il resto può aspettare!

Dopo una mezzora di delirio, quasi in preda a visioni mistiche, in cui si alternano davanti ai miei occhi Jimmy Page, Pete Townsend e l’intera band degli Airbourne, torno finalmente in me e decido di fare una piccola pausa.

La soddisfazione è enorme, ma la curiosità lo è ancora di più e non vedo l’ora di poter boostare l’ampli con un bel pedale davanti: ne ho solo uno, il Red Sunset, ma non importa, so che andrà bene.

E le aspettative non tardono a confermarsi: il pedale di Davide è eccellente, non ci sono altre parole…comincio ad utilizzarlo sul canale estremamente pulito e posso goderne le sue apprezzate caratteristiche, ma ben presto decido di utilizzarlo come boost.

Il risultato? Ascoltate voi stessi….

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Gran bella bestia, Andre! :sm0_eusa_clap:

Non riuscirei mai a gestire una cosa così dentro casa (anche con 8 MV), perchè sarei naturalmente portato a volerla spingere...

Però spesso mi piglia una gas da Marshall (penso al 1974X)...mamma mia... :facepalm:

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Grande Acquisto!!

Ma come mai entri nel canale degli alti a bassa sensibilità?in teoria vedo che tutti entrano nell'ingresso sopra

:)

sono obbligato a far così se voglio ponticellare i due canali, avendo il master volume su uno degli input del canale 2.

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A me Carlo l'ha messo sul canale dei bassi a bassa sensibilità il master in modo che possa utilizzare il canale degli alti ad alta sensibilità come ingresso , ponticellando gli altri due.

Per il vero a me piaceva di più entrare dove tu hai messo il MV , sempre ponticellando i due canali

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Finalmente hai trovato la tua compagna della vita ed è anche tua coetanea! Cosa vuoi di più?

Sono felice per te perchè so che è un sogno che diventa realtà!

Ora fai il bravo e non fare troppo il Zozz!

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Gli ingressi ad alta sensibilità della Superlead sono quelli inferiori,almeno in questa,ho fatto mettere il master volume llà apposta per entrare nell'High ad alta sensibilità

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Ah ok...quindi di fatto non cambia da come ho fatto io...anche se sapevo che gli ingressi ad alta sensibilità fossero quelli superiori.

Fra l'altro è stato il Carletto a dirmi di fare così, io mi trovavo meglio a entrare dove tu hai messo il master volume.

La mia è una supelead del 69 però, dovrebbe essere un filo diversa dalla 73.

Sicchè voi tenete il pot degli alti e il presence chiuso e medi e bassi a palla?io di solito tengo il presence chiuso e i controlli di tono circa a metà e il suono lo bilancio con i due volumi (bassi a metà e alti a meno di un quarto).

Alla fine anche se monocanale la super lead è un ampli dove puoi raggiungere in diversi modi un equilibrio e hai un sacco di sfumature e variabili.

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Alla fine anche se monocanale la super lead è un ampli dove puoi raggiungere in diversi modi un equilibrio e hai un sacco di sfumature e variabili.

straquoto, sto sperimentando un sacco in sti giorni e si possono tirare fuori mille suoni...

che poi a me ne piaccia sempre uno solo è un altro discorso.... :facepalm:

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Guest Bru

Azzz, e così fu!

Complimenti Andrea.

Certo fa effetto vedere la bestia in casa. Io manco ci ho provato a portarla in casa.

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