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Enrì

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  1. Bravo Mosq.. questo è un ottima domanda per dimostrare quanto conti l'impedenza. Sappiamo tutti o quasi che i Fuzz per funzionare a dovere hanno bisogno di "vedere" la chitarra al loro ingresso e per questo motivo (tranne arrangiamenti diversi) vanno usati come primo pedale... questo perchè? Perchè l'effetto che sono chiamati a riprodurre a causa della natura dei componenti utilizzati si innesca solamente in presenza di un alta impedenza di ingresso come il segnale diretto della chitarra appunto. Se vengono preceduti da un buffer che come abbiamo visto trasforma l'alta impedenza in ingresso in bassa impedenza all'uscita l'effetto non sarà più quello voluto in maniera drastica ed evidente (e ricordiamolo ancora che un buffer è anche QUALSIASI PEDALE TRUE BYPASS CHE SI TROVI ACCESO PRIMA DEL FUZZ). E' come se dalla chitarra uscissero delle arance e il Fuzz fosse invece un conta-arance... il buffer in mezzo vediamolo come uno spremi agrumi che spreme l'arancio in ingresso e lo trasforma in spremuta all'uscita. Il contenuto vitaminico che passa sarà più o meno equivalente ma scommetto che il Fuzz sarà in leggera difficoltà a compiere il suo lavoro.
  2. la chitarra non lo so.. ma qui sei sicuramente quello che tiene il livello dell'ampli più alto di tutti.
  3. Troppo generica la domanda... dipende da cosa intendi, in quali casi e in quale board.. ma il pedale è sempre lo stesso? Almeno UN pedale sempre acceso di certo significa che hai sempre almeno un buffer in catena (quel pedale appunto). Poi l'influenza reale di quel buffer dipende dalla sua posizione in catena e da cosa gli sta intorno.
  4. Si può inserire questa foto nel manifesto del forum? https://www.dropbox.com/s/cf3g3t5w32ofb2g/intoccabili.jpg?dl=0

    1. ZOL

      ZOL

      eheheh, darebbe un certo tono!!!

    2. -Oby-

      -Oby-

      Sarebbe una cagata..detta sinceramente..però la foto è simpatica

    3. Enrì

      Enrì

      come sei politically correct...

  5. Sono d'accordo e quoto anche io VS. Da che mondo e mondo violando le regole con il senno e la creatività si sono fatte grandi scoperte con il caso esemplare e macroscopico della distorsione che si ottiene oltrepassando i limiti teorici dell'amplificatore.. e sappiamo tutti che questa scoperta sancì niente meno che la nascita del rock ! L'importante è sapere cosa si sta facendo ed assegnare le giuste responsabilità agli oggetti in gioco. Se in un set-up ho gli alti a lametta e togliendo un buffer la perdita di frequenze dovuta ad un cavo da 20 mt. in veste di perfetto EQ mi può aiutare va bene, basta che non mi si dica però che la lametta era colpa del buffer perché non è così e da queste cose poi nascono i falsi miti.
  6. si si.... lo so che stai già scablando tutto .
  7. con i looper dal punto di vista elettrico rimane tutto uguale con la differenza che a pedali bypassati si evita l'inutile e potenzialmente dispersivo percorso di segnale attraverso tutti i cavetti di connessione tra pedale e pedale in quanto il percorso dl segnale viene "abbreviato" dal routing interno al looper (es. l'ingresso viene linkato direttamente all'uscita). Spesso poi è già il looper ad offrire un buffer interno di ingresso (e qualche volta anche di uscita) per i motivi già visti.... ciao! (ogni riferimento dell'articolo a persone del forum è fortemente voluto...)
  8. grazie ragazzi! .....e scusate se mi dilungo ma anche se parto con un idea di sintesi strada facendo poi mi prende la mano
  9. Cerchiamo di fare luce in un modo diverso e che mi auguro sia comprensibile a tutti su alcuni aspetti importanti legati al segnale della chitarra elettrica ma soprattutto legati a tutto il suo percorso nel viaggio come vedremo a volte travagliato fino all'amplificatore. Per fare questo cercheremo di ricreare un parallelo tra il nostro sistema elettrico ed un sistema idraulico che è forse meglio rappresentabile visivamente, dove il segnale della chitarra diventa semplice acqua contenuta in un bicchiere e il nostro amplificatore sarà una vasca di destinazione alla quale si giungerà attraverso una serie di tubazioni (cavi) e stazioni facoltative intermedie (pedali). Immaginiamo quindi un sistema semplice chitarra > cavo > amplificatore dove l'acqua del bicchiere scorre liberamente attraverso un tubo corto e inclinato (cavo) che arrivato alla vasca azionerà con il suo passaggio la rotazione di una piccolo rotore a pale (preamp) il quale attraverso un sistema di amplificazione (finale) giungerà infine a far ruotare finalmente il tamburo di una macina (speaker). Prendiamo questo come un riferimento importante per le prestazioni del sistema nel senso che cercheremo di garantire al meglio questa efficienza minima di funzionamento o al limite di migliorarla cercando però in tutti i modi (a nostro esclusivo vantaggio) di evitare di comprometterla. Non so quanti di voi suonano periodicamente la chitarra collegata diretta all'amplificatore con un buon cavo da max 3 mt. Se ancora non lo fate vi invito a farlo ed a memorizzare quel suono come base di riferimento qualitativo del vostro set-up con il quale dovreste sempre misurarvi ogni volta che aggiungete o modificate ogni singolo elemento pur apparentemente piccolo e per voi insignificante. Inseriamo ora nel sistema un semplice pedalino true by-pass che per chi ancora non lo sapesse è un pedale nel quale il circuito elettrico è attivo quando l'effetto è acceso e agisce invece come una semplice giunzione passiva tra i due cavi di ingresso e uscita quando è spento. Nel nostro sistema idraulico rappresentiamo questo sistema raddoppiando la distanza tra il bicchiere (segnale) e la vasca entrambi collegati tra loro con due tubi (cavi) aventi minore inclinazione a favore rispetto al primo caso e uniti da una scatola di raccordo (pedale) dotata di una piccola pompa elettrica (circuito). Va da se che quando il pedale è spento essendo completamente passivo la pompa non gira e l'acqua arriverà sicuramente con minore forza di impatto dovendo attraversare per semplice caduta un percorso molto più lungo di prima. Quando invece il pedale è acceso la pompa inizia a girare ed è in grado di rilanciare il percorso dell'acqua ripristinando la forza necessaria ad eguagliare o magari oltrepassare l'efficienza del nostro sistema di riferimento iniziale. Se invece di un pedale true bypass utilizziamo ora un pedalino con buffer bypass dove il circuito è sempre attivo anche quando l'effetto è spento (e quindi funziona esclusivamente sotto alimentazione) la pompa è sempre in funzione indipendentemente dal fatto che l'effetto sia acceso o meno. Dunque questa configurazione pare chiaramente da preferire rispetto alla prima se pur dotata del famigerato true by-pass che da anni ormai nell'immaginario collettivo dei chitarristi, complice l'enfasi della spinta pubblicitaria, sembra essere da solo la soluzione a tutti i problemi di set-up. Primo round quindi a favore del buffer bypass ma vediamo invece in un sistema più complesso come le cose possono cambiare. Assembliamo ora un sistema con 10 pedali tutti dotati di buffer bypass visto che per ora si è dimostrato vincente ed è superfluo immaginare cosa succederebbe al nostro bicchiere d'acqua se dovesse attraversare 10 stadi tutti true bypass senza neanche un aiutino. Nel nostro sistema idraulico aumentiamo dunque le scatole di giunzione a 10 tutte dotate di pompe che girano costantemente e tutte collegate tra di loro con piccoli tubi di raccordo (cavetti). Le pompe però non sono tutte uguali ma di marche, dimensioni, prestazioni e prezzi diversi tra loro con la conseguenza che alcune girano meno veloci ed efficienti di altre. Immaginiamo per esempio che una pompa un po' più lenta si trovi inserita casualmente in mezzo tra due che girano invece più velocemente creando di fatto un ostacolo ed abbassando il rendimento generale... in questo caso allora non sarebbe meglio che questa pompa proprio non ci fosse? Ed è qui infatti che entra in gioco efficacemente il true bypass dove in presenza di un ottima pompa/buffer all'inizio e alla fine del percorso svolgerà efficacemente nel mezzo il suo ruolo passivo che è quello di non rovinare il lavoro delle pompe sulle quali magari abbiamo investito tutto. Per logica di ragionamento ci ritroviamo quindi ad un sistema ottimizzato misto dove il primo pedale buffer rilancia il segnale in ingresso che sarà quindi in grado di attraversare con forza il percorso attraverso gli 8 stadi passivi seguenti da dove uscirà gioco forza indebolito dal tortuoso percorso percui verrà rilanciato nuovamente dall'ultimo stadio/buffer in catena per poter attraversare così al meglio l'ultimo tragitto fino all'ingresso dell'amplificatore e giungere con un impatto ed un incidenza tali che siano il più possibile vicini a quelli del nostro sistema iniziale di riferimento. E' giusto a questo punto osservare che questo modello è valido solo quando tutti gli effetti degli 8 pedali true bypass sono spenti mentre invece quando qualcuno di essi verrà acceso per essere utilizzato la sua pompa comincerà a girare rappresentando una possibile incognita per le prestazioni del sistema ma questo è inevitabile per poter fruire degli effetti desiderati dunque se ancora non fosse ovvio a tutti ribadiamo che QUALSIASI PEDALE TRUE BYPASS QUANDO L'EFFETTO E' ACCESO AGISCE DI FATTO COME UN BUFFER con tutte le conseguenze positive o negative che ne derivano a seconda del caso specifico e in relazione a quanto si è detto fino a questo momento. WOW non è un risultato da poco.. ora abbiamo basi sufficienti per andare anche oltre quindi concediamoci 5 minuti di ricreazione prima di digerire la prossima pillola. Il gioco delle impedenze. Lo scopo pratico di questi approfondimenti tecnici rimane a mio avviso quello di essere più consapevoli di quello che succede dietro le quinte quando spendiamo i nostri soldi per allungare a dismisura le nostre pedaliere e poi ci sembra di allontanarci sempre di più dall'idea di suono che abbiamo in testa senza capirne il motivo. Prima di procedere oltre vorrei però puntualizzare adesso, che, almeno per me ma forse non per tutti, il sistema di riferimento composto dai soli chitarra > cavo > amplificatore in ogni caso ci deve soddisfare appieno. Non è pensabile per me utilizzare qualsiasi tipo di effetto per raggiungere un suono la cui base di partenza è nata sbagliata o non ci soddisfa. Ci sono piccoli investimenti come pickup e speakers in primis che sono in grado di aiutarci a raggiungere un suono di base soddisfacente prima ancora di elaborarlo con gli effetti. Questo concetto sta alla base di molti processi come ad esempio in fotografia tutta la potenza di photoshop non servirà a recuperare una foto sfocata. E quella piccola sfocatura insignificante ovvero il pedale cheap, il cavo saldato male, l'alimentatore scadente etc.etc. se messi insieme e ingranditi a gigantografia dalla potenza dell'amplificatore credete che si noteranno eccome! Detto questo ingoiamo la pillola e proviamo a scendere un po' più in profondità per capire cosa sono e che ruolo hanno queste famose impedenze (Z) delle quali di sicuro abbiamo sentito parlare senza però capirci un tubo immagino. Prima di fare questo dobbiamo però memorizzare una nuova corrispondenza tra sistema elettrico e sistema idraulico ovvero: Alta impedenza (Hi-Z) = largo diametro delle condutture Bassa impedenza (Lo-Z) = diametro ridotto Tranquilli vedremo molto presto come sarà facile ricordare la cosa visualizzando il concetto. Prima puntualizziamo subito che (a meno che non abbia una pila) il segnale di una chitarra è un segnale ad alta impedenza e aggiungo che purtroppo l'alta impedenza è un segnale debole con poca portata a disposizione prima di degradarsi velocemente. Di contro la bassa impedenza invece è un segnale robusto, più resistente ai disturbi e alle interferenze e adatto a coprire le lunghe distanze. Come ricordarsi facilmente la relazioni tra questi 2 concetti... qualcuno di voi ha mai annaffiato un giardino con una canna? Il rubinetto è già tutto aperto (volume chitarra al massimo) e con il getto riusciamo ad arrivare massimo a 3 metri. Come faremo dunque ad innaffiare le piante più lontane? Anche i bambini lo sanno.. basta ridurre il diametro del getto con un dito e l'acqua potrà arrivare presto anche a 10 metri aumentando decisamente la sua forza di impatto fino addirittura a spostare degli oggetti. Bene se anche voi lo avete fatto una volta sapevate che stavate virtualmente abbassando l'impedenza del vostro sistema per rinforzare il segnale fino a coprire grandi distanze? Ricordiamo dunque che il nostro bicchiere d'acqua che usiamo per rappresentare il segnale ad alta impedenza della chitarra sarà cilindrico, piuttosto basso e dalla circonferenza molto ampia (tipo quelli da whisky). Dunque come fanno i buffer a rinforzare il segnale visto che all'interno non c'è nessuna pompa che gira.. e soprattutto PERCHE' CI INTERESSA? Ci interessa per capire meglio come può rendere al meglio un set-up per prendere poi le decisioni migliori che ci faranno spendere solo i soldi necessari agli elementi che sono strettamente utili al nostro scopo senza integrare pezzi superflui o addirittura dannosi e finalmente avere un buon sound che sia lineare, costante e dal comportamento prevedibile. E' sufficiente per andare avanti? Se leggiamo le caratteristiche tecniche di un certo numero di pedali di marche diverse noteremo come le case arbitrariamente adottino valori sempre diversi per l'impedenza di ingresso e di uscita. Se però riguardiamo bene i dati in questo apparente disordine una costante c'è: l'impedenza di ingresso di un pedale per chitarra è sempre maggiore della sua impedenza di uscita. E anche prendendo il valore più basso di impedenza di ingresso tra tutti i pedali osservati esso tranne casi rarissimi sarà sempre maggiore del valore più alto di impedenza di uscita rilevabile nello stesso gruppo. Concetto forse un po' ostico che fisseremo subito con una nuova immagine: nel parallelo con il nostro sistema idraulico le nostre scatole di giunzione (pedali) che magari immaginavamo quadrate prenderanno ora la forma di imbuto che trovo perfetto per rappresentare il sistema reale. Il bicchiere d'acqua sarà dunque versato nel grande imbocco del primo imbuto (Hi-Z) il quale attraverso il suo beccuccio (Lo-Z) riverserà l'acqua all'imbocco dell'imbuto successivo e così via. Capirete bene che non importa affatto se le dimensioni degli imbocchi o quelle dei beccucci sono diverse tra loro quanto che il beccuccio sia sicuramente più piccolo dell'imbocco successivo ed è esattamente ciò che abbiamo rilevato prima nella realtà dei dati tecnici. Ed è inoltre superfluo dire che se giriamo l'imbuto e cerchiamo di versarci dentro l'acqua con il bicchiere attraverso il beccuccio ne andrà dispersa qualche goccia? A ulteriore riprova del meccanismo appena visto è' interessante notare come l'ingresso di un amplificatore debba essere dimensionato per accettare la già alta impedenza del segnale diretto della chitarra e per fare ciò senza dannose dispersioni sarà infatti un ingresso ad altissima impedenza (tipicamente del valore di 1 Mega ohm). La stessa cosa accade ai pedali buffer che se ben progettati (e in quanto spesso utilizzati come primo pedale in catena) hanno un altissima impedenza di ingresso adatta ad accettare direttamente l'ingresso della chitarra senza dispersioni. Forza ragazzi che siamo in vista del traguardo... manca solo l'ultimo sprint. Si potrebbe pensare che in un sistema magari più ridotto, diciamo a 5 pedali, potrebbe essere sufficiente utilizzare un buffer magari piazzato nel mezzo della catena e che sia sufficiente a rilanciare il segnale in maniera idonea per giungere all'ampli con la forza sufficiente e dal punto di vista esclusivo del segnale effettivamente è così. Ma c'è ancora un aspetto importante da considerare ed è quello che l'amplificatore reagisce in modo diverso quando "vede" al suo ingresso impedenze diverse. E l'impedenza in ingresso all'amplificatore è sempre quella dell'ultimo pedale acceso in catena quindi nel nostro sistema a 5 pedali assemblati nell'ordine (chit.) > (1) > (2) > B > (4) > (5) > (ampli) sarà quella del buffer B perchè sempre attivo, o quella del pedale (4) o (5) a seconda di quello che è acceso. E siccome abbiamo visto prima che le impedenze di uscita sono spesso diverse per ogni pedale vuol dire che il nostro ampli reagirà diversamente (dal punto di vista dinamico, tonale, di gain etc.) a seconda del pedale utilizzato al momento e questo diciamolo.. non è bello. Indovinate un po'? Si è proprio così... anche la chitarra reagisce diversamente se l'impedenza del primo pedale in catena cambia in continuazione e nel nostro schema il cambiamento sarà determinato in maniera speculare rispetto a prima dall'utilizzo dei pedali (1) e (2) o dal Buffer quando i primi due sono spenti. Questo è il motivo per il quale un sistema complesso con un primo ed un ultimo pedale buffer in catena rimane ad oggi un sistema ideale per linearità e costanza di prestazioni in quanto non solo garantisce un rilancio adeguato del segnale ma per i motivi appena visti rende costante il rendimento di chitarra e amplificatore dal punto di vista delle impedenze che giocano un ruolo importantissimo e spesso sottovalutato dal chitarrista medio che assembla a casaccio il suo gear a seconda dell'umore del giorno ignorando tutto e tutti e poi si lamenta delle prestazioni cercando nuove combinazioni a caso. Sorridete ragazzi... anche grazie a queste poche e semplici righe avete appena appreso concetti che solo fino a pochi minuti fa erano appannaggio esclusivo dei più osannati guru del suono.... e se siete arrivati fino a qui e sono riuscito davvero a spiegarvi qualche cosa non guarderete mai più il vostro set-up con gli stessi occhi di prima. Ma la vera domanda è: che cosa ne resterà ora? See you soon! Questo messaggio è stato promosso ad articolo
  10. Secondo me siamo andati OT perchè qui si tratta di un problema di board planning e non di MIDI in senso stretto cmq se devo dire la mia io metterei le modulazioni in front (assumendo che le si utilizzi solo con il pulito) e solo il delay nel loop configurato in parallelo e il kill-dry attivato, da usarsi sia per i clean che per i lead. Il reverbero è quello della testata ed è gia post-distortion oltre che attivabile via MIDI per cui saresti a cavallo.
  11. intendevo che è by passabile via MIDI il loop della JVM.
  12. Scusate ma l'H9 ha l'opzione del bypass a relay... e pilotabile via Midi pure... perchè me lo volete inserire in un looper che dovrei acquistre apposta per giunta? Per non parlare del G-Maj nel loop della JVM by passabile via MIDI pure quello... :facepalm:
  13. Domé... io aspetterei ad aggiungere un altro effetto e incasinare le cose.... aspetta prima il mio articolo "Loop effetti per tutti"
  14. scusa non conosco la Musicom... ma se il loop taglia fuori il whammy è così importante che entri in bypass? secondo il manuale qual'è il controller MIDI che manda in bypass il whammy?
  15. Provati anche io a più riprese... tra i pochissimi p.u. di cui con poche note si avverte subito la qualità molto superiore alla media. Al di la delle frequenze ho apprezzato molto quanto siano nitidi, compatti e a fuoco.. a mio personale avviso molto orientati al lead playing tanto che io in quanto chitarrista prevalentemente ritmico mi sono sempre fermato ad un passo dall'adottarli preferendogli i Fender culani autografati.
  16. Aggiornato il pippone sul MIDI.

    1. Enrì

      Enrì

      A seguire: Buffer per tutti! :)

    2. Deimos
  17. Articolo aggiornato con la Parte seconda.
  18. Caro Willi ma non lo sai che già lo fanno tutti da tempo? almeno adesso posso rispondere "leggiti l'articolo"
  19. Prendendo spunto dalle ultime discussioni con alcuni di voi apro un topic di incoraggiamento all'uso del MIDI fornendo qualche concetto utile a capire meglio le basi sui quali si fonda e anche qualche considerazione personale basata sulla mia personale esperienza passata e presente. MIDI = Musical Instrument Digital Interface Cominciamo subito con una metafora: Il nostro pedale MIDI è un televisore e il controller MIDI (es. pedaliera) una sorta di telecomando. Program Change (PC) Se vogliamo cambiare canale alla nostra TV utilizzeremo un Program Change e ne abbiamo a disposizione ben 128 (intanto ricordiamoci questo numero poiché rappresenta quasi sempre il valore massimo raggiungibile dai diversi parametri che incontreremo più avanti). La stessa cosa faremo con la pedaliera MIDI, ogni switch può inviare un PC diverso per richiamare una memoria diversa del nostro pedale esattamente come fosse un canale TV. Di default una pedaliera MIDI invierà PC in sequenza logica sequenziale tipo switch no.1 > PC1, switch no.12 > PC12, etc. ma è quasi sempre possibile e molto utile comporre una propria mappatura a seconda delle esigenze specifiche abbinando un qualsiasi switch ad un qualsiasi PC che come spesso capita per esempio può essere anche richiamato più volte da diversi switches. Dalla parte del pedale troveremo di norma una corrispondenza logica simile ovvero alla ricezione del PC12 si richiamerà la memoria no.12 e così via (in alcuni casi si può mappare anche qui ma direi che in genere per motivi pratici è sconsigliabile). Fino a qui tutto semplice mi sembra ma già si intravede che la flessibilità del MIDI che troviamo in questo caso nella mappatura del controller MIDI (e a volte del pedale) potrebbe confondere le idee. Bene, siamo sul nostro canale TV preferito e ora vorremmo alzare un po' il volume... che si fa? Control Change (CC) In realtà potremo controllare il volume come anche la luminosità e il contrasto e decidere anche a che livello portarli quindi per fare questo con il MIDI useremo il CC number (cosa) e il CC value (quanto). Se per esempio il volume è assegnato di default al CC #7 (ma spesso anche qui è assegnabile liberamente) per mettere il volume al massimo invieremo un CC number = 7 con CC value = 128. E' ovvio che volume e luminosità della nostra TV su un Delay MIDI sarebbero per esempio i controlli MIX e Feedback... ok ma in pratica come si fa? Si intuisce che per poter regolare gradualmente un parametro come il volume (o MIX) un semplice switch non è certo la cosa più adatta e nel nostro caso si utilizza infatti un pedale di espressione. Se la pedaliera MIDI è dotata di ingresso EXP il pedale ad esso collegato sarà il nostro CC value da 0 (pedale sollevato) a 128 (pedale tutto giù) dove il CC number è memorizzato con lo switch richiamato sulla pedaliera. Facciamo un paio di esempi teorici usando un delay come riferimento e immaginando di avere solo 5 suoni/memorie diversi che vogliamo gestire via MIDI in maniera flessibile: Switch da 1 a 5 sulla pedaliera MIDI richiamano rispettivamente le memorie da 1 a 5 del mio delay. Il CC number assegnato all'EXP pedal è sempre lo stesso per ogni switch e mi consente di variare il Delay MIX a piacere attraverso il pedale di espressione per tutte le memorie da 1 a 5. Switch da 6 a 8 sulla pedaliera MIDI richiamano sempre la memoria no.3 del mio Delay (ovvero sono mappati volutamente per inviare sempre il PC3) ma in questo esempio l'unica cosa che cambia è il CC number assegnato all'ingresso EXP. Con lo switch 6 controllo il Delay MIX con il 7 il Feedback mentre premendo lo switch 8 posso controllare con il pedale la modulazione. Riassumo che quando premo 6,7 oppure 8 sulla pedaliera MIDI rimango sempre sulla memoria 3 del Delay ma cambio di fatto il CC number, ovvero la funzione del pedale di espressione, a seconda di quello che voglio variare durante l'esecuzione è tutto chiaro? Rimanendo sull'esempio del delay in una situazione reale trovo fondamentale poter controllare proprio il Delay MIX via pedale perchè troppo spesso a seconda delle situazioni richiamando una memoria mi è capitato di sentire il delay troppo poco oppure di sentirlo troppo invadente o ancora di volerlo incrementare durante un solo e non mi sembra ne pratico ne logico memorizzare lo stesso Delay con valori di MIX diversi da richiamare allo scopo. Portando poi il pedale a 0 e quindi il Delay MIX a 0 di fatto si spegne il delay ed ecco che con il pedale di espressione volendo assolviamo anche alla funzione di Delay ON/OFF ovvero l'EXP Pedal è normalmente a 0 e quando serve l'effetto non faremo altro che premere il pedale fino alla quantità desiderata... vi vedo provati.... pausa caffè. Control Change come controllo ON/OFF. Entrando ulteriormente nel dettaglio esistono dei casi dove un Control Change (ancora lui) viene utilizzato per accendere o spegnere una funzione pertanto non necessità di tutta la scala di valori ma solo di 0 e 128. Esempio il MUTE della nostra TV pur intervenendo sul volume risulta attivato o disattivato giusto? Alcune pedaliere molto flessibili e dotate come l'inossidabile Rocktron MidiMate permettono di assegnare un Control Change non solo all'ingresso EXP Pedale come già visto in precedenza ma anche ad uno o più switch. In questo caso immaginate semplicemente lo switch come un pedale di espressione con le sole due posizioni tutto alzato (switch OFF) e tutto premuto (switch ON). Ciò può essere utile per attivare funzioni come l'attivazione e il bypass di un pedale MIDI. Molto bene un ultima cosa prima di un break... e se i pedali (o le TV) fossero due o più? MIDI Channel La cosa per fortuna è piuttosto semplice.. avremo l'accortezza di assegnare a ciascun pedale un proprio canale MIDI (da 1 a 16) in modo che SE ABBIAMO A DISPOSIZIONE una pedaliera MIDI in grado di trasmettere su più canali MIDI contemporaneamente decideremo per ogni switch su quali canali indirizzare i vari Program Change e Control Change inviati. Se trasmettiamo su 2 canali MIDI immaginiamo sia esattamente come avere 2 pedaliere sovrapposte dove quando premiamo lo SW1 ed inviamo un PC2 sul CH.1 contemporaneamente possiamo inviare un PC8 sul MIDI CH.2 creando combinazioni diverse di volta in volta. Per fortuna non sempre le situazioni sono così complesse ed un esempio limite di estrema semplicità è ben rappresentato dal delay TC Electronics Flashback x4 che totalmente privo di display ha pochi e semplici parametri MIDI pre-assegnati di fabbrica e non modificabili: Canale MIDI =1 Preset 1 = PC1 Preset 2 = PC2 Preset 3 = PC3 Detto ciò risulta abbastanza chiaro ancora una volta che la flessibilità e la potenza di un sistema MIDI sono di fatto anche il suo limite in quanto il chitarrista si trova in questo caso a dover prevedere, gestire e pre-memorizzare una serie di cose che forse spesso vanno ben oltre le sue esigenze reali. Questo almeno ho sperimentato personalmente in passato il che mi ha portato in tempi recenti ad una estrema semplificazione a vantaggio di una certa tranquillità psicologica oltre ad una maggiore rapidità e facilità di intervento in caso di guai.. non tutti si possono permettere un Bob Bradshaw. Trovo che la cosa risulti particolarmente utile per gestire scalette complesse (e ripetitive) con una complessità di suoni tale da giustificare l'impegno e la quantità di tempo necessari alla completa programmazione oppure in ambito più ridotto trovo personalmente molto interessanti le possibilità di controllo in tempo reale di alcuni parametri tramite pedali di espressione che all'opposto ci evitano proprio di dover pre-confezionare una quantità di memorie esagerata. Buon divertimento quindi, fate vostri pochi e semplici concetti (complessa è la pianificazione) e aprite le braccia ma soprattutto la vostra mente a questa avanzatissima tecnologià vecchia ormai di 35 anni! MIDI per tutti - Parte seconda Ora che vi vedo più che ferrati e convinti a mettervi in gioco con il MIDI in prima persona vedremo ora come quasi sempre ci siano molteplici modi per progettare un sistema con i medesimi ingredienti di base. Possiamo infatti partire da zero procurandoci il meglio che troviamo sul mercato, possiamo cercare di rientrare in un determinato budget o ancora meglio cercare di sfruttare a fondo ciò che già possediamo. Per fare un esempio e introdurre anche l'argomento del MIDI Out/Thru faremo l'esempio di un utente del forum che ha una pedaliera che consente l'invio di PC/CC (sapete già cosa sono vero?) su 2 canali MIDI separati, già utilizzati per pilotare una testata MIDi ed un multieffetto rack, il quale vorrebbe introdurre un terzo apparecchio MIDI tipo Eventide H9. La domanda immediata è: ma posso gestire 3 apparecchi MIDI con soli 2 canali a disposizione? la risposta secca è SI. Vedremo subito come e con quali limitazioni ma a questo punto solo l'utilizzatore potrà valutare se il compromesso è accettabile o meno in stretta relazione alle sue esigenze ed aspettative di utilizzo. Dunque la configurazione è: Pedaliera MIDI con canale MIDI 1 dedicato alla testata e canale MIDI 2 dedicato a multieffetto e H9. Avendo la pedaliera MIDI una unica uscita, in questo caso per servire 3 apparecchi MIDI, il percorso del cavo MIDI sarà di partire dal MIDI OUT della pedaliera arrivare al MIDI IN del primo apparecchio (es.multieffetto), proseguire al MIDI IN dell' H9 attraverso l'uscita MIDI THRU del multieffetto per poi giungere al MIDI IN della testata attraverso il MIDI THRU dell'H9. In sostanza dunque il MIDI THRU non fa altro che far transitare attraverso (through appunto) tutte le informazioni che arrivano alla presa MIDI IN. A questo punto facendo un passo indietro dove si parlava di poter mappare le memorie da richiamare con i vari Program Change in arrivo dal lato pedale ecco dove la cosa risulta invece determinante e vincente. Siccome nel nostro esempio abbiamo già impostato una corrispondenza tra PC e memorie del multieffetto, aggiungendo H9 sullo stesso canale MIDI mapperemo su quest'ultimo quali memorie richiamare in abbinamento a quelle richiamate sul multieffetto. Sarà dunque possibile in maniera piuttosto semplice realizzare diversi abbinamenti come cerco di seguito di rappresentare: (PC=Program Change MXX=Memoria del MultiFX HXX= Memoria dell'H9) PC1 > M01 > H01 PC2 > M07 > H03 PC3 > M07 > H05 PC4 > M04 > H03 etc. etc. A prima vista qualcuno potrebbe osservare: a cosa serve la trasmissione su canali MIDI separati se con un unico canale condiviso da 2 apparecchi posso realizzare tutte queste interessanti combinazioni? 1) non tutte le macchine MIDI permettono come es. H9 una mappatura completa dei PC in arrivo. 2) con canali MIDI separati cambia il modo di operare e si ottimizzano le risorse impiegate. Con uno sforzo sovraumano voglio provare a fare un esempio spero comprensibile sulle due filosofie: Ho a disposizione un Timeline ed un Mobius che posso gestire solo con un unico canale MIDI condiviso. Ho 3 memorie del TImeline ( 1, 2, 3) e 3 Memorie del Mobius (A,B;C) e voglio gestire tutte le 9 combinazioni possibili. Bene di cosa ho bisogno? Di una pedaliera MIDI con almeno 9 switch per inviare 9 diversi PC. PC1 > 1A PC2 > 2A PC3 > 3A PC4 > 1B PC5 > 2B PC6 > 3B PC7 > 1C PC8 > 2C PC9 > 3C Ora invece ho a disposizione una pedaliera che invia PC su 2 canali MIDI indipendenti, di quanti switch ho bisogno per gestire tutte e 9 le combinazioni? avete indovinato? Ho bisogno di soli 6 switch programmati così: (x) = Canale MIDI di trasmissione. PC1 (1) > 1 PC2 (1) > 2 PC3 (1) > 3 PC1 (2) > A PC2 (2) > B PC3 (2) > C immaginiamo fisicamente i 6 switch sulla pedaliera disposti in questa maniera: 1 2 3 A B C Con la fila di switch sopra comando la memoria del TimeLine e con la fila sotto la memoria del Mobius in maniera totalmente indipendente come se fossero 2 pedaliere da 3 switch ognuna MA... e ripeto MA...non è questo certamente l'unico modo di gestire le cose con canali MIDI separati visto che rimane sempre possibile (ovviamente direi) realizzare combinazioni simili al primo esempio dove con un unico switch/PC richiamiamo 2 memorie simultaneamente... voglio solo evidenziare che per fare quest'ultima cosa NON E' NECESSARIO avere una pedaliera che gestisce canali MIDI indipendenti.... e aggiungo ancora un ultimissima cosa: anche se non fosse possibile mappare la corrispondenza tra PC e memorie di un pedale MIDI è sempre possibile duplicare le memorie in diverse locazioni per raggiungere lo scopo.. vi prego non mi chiedete un esempio.. posso solo citare che se Maometto non va alla montagna... scusate ma ora ho proprio bisogno di farmi un caffè. MIDI OUT Un unico esempio secco tra i tanti possibili sull'utilizzo del MID OUT giusto per dare un idea. Ho sempre il mio TimeLine e il mio Mobius ma stavolta non ho (e non voglio) nessuna pedaliera MIDI. Vorrei però creare lo stesso le 9 combinazioni che fa il mio amico visto prima poco più sopra per dimostrare quante siano vaste le possibilità con il MIDI anche con pochissimi mezzi... fate molta attenzione. Collego il MID OUT del TimeLine al MIDI IN del Mobius che ho entrambi settati per inviare e ricevere sul canale MIDI 5... (un numero a caso tanto per confondere le idee). Programmo le prime 9 memorie del TimeLine duplicando* tre volte i miei tre suoni così: 1, 2, 3, 1 ,2, 3, 1, 2, 3. Lascio che il TimLine invii in sequenza i PC da 1 a 9 per le prime 9 memorie e lascio che il Mobius risponda in maniera esattamente corrispondente ovvero PC1 > Memoria1 PC2 > Memoria2 etc. etc. con l'accortezza di aver duplicato* 3 volte i miei tre suoni esattamente come segue: A, A, A, B, B, B, C, C, C. Ora capirete che richiamando una qualsiasi delle prime 9 memorie del TimeLine attraverso i suoi switch di bordo il Mobius reagirà magicamente richiamando la memoria desiderata corrispondente e se leggiamo le corrispondenze memorizzate sopra in verticale ritroveremo esattamente come per magia le stesse 9 combinazioni del nostro amico di prima. Ovviamente la cosa non è bidirezionale ovvero cambiando memoria dal Mobius il TimeLine non farebbe niente.. delusi? * Capito adesso cosa c'entra la citazione di Maometto? Se ad un sistema del genere dove di fatto è il TimeLine a svolgere le funzioni di MIDI controller rimettiamo in gioco una pedaliera MIDI collegata alla presa MIDI IN del TimeLine abbiamo solo un altra tra le tantissime combinazioni possibili sempre a nostra disposizione. Parametri "Global" Una cosa molto interessante per cui ricorro nuovamente all'esempio, per alcuni super-illuminante, della TV. E' pomeriggio e stiamo guardando la partita in TV su canale 5 e alziamo il volume a manetta per sentirci allo stadio. Ora è sera e guardiamo Piero Angela su RAI2 a volume molto basso perchè i bimbi dormono come angioletti. Durante la pubblicità facciamo zapping e giriamo un attimo su Canale 5.... BOOOMM Terminator col volume a manetta! Ma che è successo? Niente.. la nostra TV immaginaria ha semplicemente tenuto in memoria il volume usato su Canale5 mentre fortunatamente il volume delle TV reali, al contrario dei nostri pedali MIDI, funziona proprio in Global mode. Se quindi abbiamo un delay col TapTempo e cambiamo memoria all'interno di un brano nel quale desideriamo andare a tempo dovremo abilitare il Global Tempo in modo che le memorie si aggancino al volo al valore attualmente impostato. La stessa cosa accade con altri parametri e con altri pedali seguendo comunque la stessa utile linea logica di principio. Che altro posso dire, se siete arrivati fino in fondo direi che siete veramente motivati.. ora vi serve solo un po' di pratica e la pazienza di approfondire come si settano sempre le stesse cose su macchine di tipo e marca diversi. Tutti al lavoro... aspetto i risultati !! Questo messaggio è stato promosso ad articolo
  20. Portarsi l'iPad/iPhone dietro per suonare è assolutamente inutile oltre che controindicato... leggi bene il mio articolo.
  21. La seconda che hai detto... (il complimento cmq era sentito).
  22. Che chiarezza di idee... che padronanza... sono molto orgoglioso di te !
  23. Ho fatto un po' di prove e ho individuato il mio problema. La causa di tutto era il recente inserimento in catena del Rockett Archer che come altri Klon è dotato di un circuito di innalzamento della tensione interna da 9v a 18v chiamato anche charge pump IC (non alimentate mai questi pedali con più di 9v !!). Esiste ampia documentazione di come questo circuito possa generare incompatibilità con alcuni delay digitali (es. rumori di fondo amplificati dal controllo Grit del Timeline) nel mio caso invece il responsabile è stranamente il Mad Professor Sweet Honey OD. Microfonicità sul Vertex Chorus, rumori di fondo alla velocità del Rate (a chorus spento) e un fastidioso effetto coperta (calo drastico delle frequenze alte) spariscono tutti rimuovendo dalla catena l'Archer OPPURE lo Sweet Honey.. non possono stare insieme insomma. Ho già segnalato questa cosa a Tilt che ha l'Archer in pedaliera e soffre di un problema di microfonicità.. attendiamo di sapere il risultato delle sue prove per saperne di più.
  24. Non c'è nulla di cosi difficile e insormontabile a patto di avere voglia di imparare ed essere disposti ad impegnarsi.. se si guarda il tutto con diffidenza o con la convinzione di essere negati allora è meglio lasciare perdere perchè si dipenderebbe sempre da altri perdendo di fatto la necessaria autonomia per venirne a capo da soli... personalmente trovo il MIDI applicato ai pedali per chitarra una materia estremamente affascinante oltre che utile e ancora mi meraviglio che possa ancora spaventare tanta gente.
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