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Utilizzare un alimentatore universale per WhammyXP100
mnk replied to b3st1a's topic in 155Mhz: Radio Elettra
Esatto! Fate attenzione, soprattutto attenti a non collegare l'alimentatore da 9V alternati a pedali che si aspettano 9V continui: sarebbe equivalente a collegare l'alimentatore al contrario, nel senso che in una semionda al pedale arriva una tensione negativa.... se non è protetto contro le inversioni di polarità si rischia di fare danni (in realtà si rischia di fare danni anche in molti casi in cui la protezione c'è). -
Azz un thread dedicato!? Siete pazzi... Quando all'epoca avevo realizzato il mio RAT avevo recuperato un LM308 originario degli anni 80 (e ce l'ho ancora da parte): provando il pedale finito, pur non avendo a portata di piede un RAT, il suono non mi piaceva... sembrava ingolfarsi, non mi entusiasmava l'attacco... e neanche la timbrica. Da lì era nata l'idea di scegliere un altro chip sulla base delle specifiche: per la cronaca, la scelta è caduta su un TL061 (è inutile nasconderlo, basta aprirne uno qualiasi per vederlo). In realtà una volta sostituito all'LM308 ho dovuto ricalcolare qualche componente per riadattare il suono. Però il risultato finale non è male. Per Robi: ho realizzato il circuito del Klon... ho fatto qualche aggiustamento, ma non è ancora in veste definitiva. Spero di ultimarlo nel periodo natalizio (devo fare un po' di prove... e il confronto con quello di Emanuele).
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Avete ragione: da troppo tempo dovrei metterci le mani... l'occasione buona potrebbe essere durante queste feste. Per Lello: trasformare il Mr.Devil nel distraction significherebbe rifare completamente il circuito interno... praticamente si fa prima a farlo nuovo (metto pure io una faccina...) Per AleAndre: abbiamo praticamente sputtanato il tuo thread... chissà se potrai perdonarci... consideralo come un up mascherato :)
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Votato anch'io. Da casa ne sparo un paio altri...
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Un buon Tube Screamer caldo e cremoso non fa mai male averlo...
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Nell'annuncio di Cristian ci sono solo due effetti miei (Mr.Brown e Plexi, quest'ultimo è l'unico esemplare che ho realizzato come mia interpretazione del Plexitone a 9V); il Klon che ha in vendita non l'ho realizzato io.
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In realtà devo ancora inscatolarlo.... Nella prima bozza non mi aveva entusiasmato (e infatti nel confronto con quello di Alex perdeva un po'); ho fatto qualche ritocco, ma non ho ancora fatto delle prove serie. Vedrò di finire il mio esemplare nel periodo natalizio.
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Banale? Anzi!!!
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Penso che prima o poi dovresti provare a scrivere un libro... potrebbe essere un'altra passione da coltivare. E il fungo potrebbe seguirti a ruota
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Certo che se quelli che collezionano francobolli con la stessa passione che mettiamo noi nella chitarra iniziassero a fare i postini, almeno potremmo comprare e scambiare sul web con più tranquillità... :TRsorrisone: Non ho dubbi che lo faresti sfigurare... soprattutto se inizi a premere col piede un po' di tasti sui tuoi pedali tipo moog e dintorni :TRsorrisone: Kazzo, oggi è la tua giornata: concordo sul giusto equilibrio :sm0_eusa_clap: Eh sì, perchè l'equilibrio non è solo tra gas e suonare, ma anche con tutto il resto della nostra vita. Senza eccessi e imposizioni. A proposito Joe: visto che ti piacciono i francobolli, potresti distribuirla tu la posta? :TRsorrisone:
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Se cambi valore in maniera consistente (tipo da 22n a 47n, ma anche quando metti un 15n al manico di una LP), la differenza la senti bene anche a tono aperto (almeno, io la avverto). Per la tipologia di condensatore, a tono aperto le differenze sono veramente minime. Il discorso può cambiare quando cominci ad usare il tono.
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Quoto anch'io lo Zio. Considerate che non stiamo parlando di una chitarra Squier, ma di una con la G maiuscola. E' vero che è facile cambiare i pickup da soli, ma se il target di una Gibson è quello medio-alto (con tutto quello che ne consegue), allora il discorso cambia. E' come per le macchine: se io prendo una Ford, una Opel, una Fiat, una KIA, insomma una normale marca, sicuramente ho esigenze diverse rispetto ad uno che prende una BMW X6. E BMW deve scegliere un approccio diverso rispetto a quello che fanno i produttori che ho citato. Altrimenti ci sono le Epiphone...
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Somiglia al mio PC assemblato.... :TRsorrisone:
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Dipende da come suona la chitarra: se la senti troppo brillante e vuoi smussarla un po', allora vai verso i 47nF. Se invece la senti un po' chiusa, i condensatori da 22nF possono dare una mano. Considera che poi ci sono le vie di mezzo, i compromessi.... e soprattutto gli esperimenti. Sulle mie due strato, uso un pot per manico e centrale, l'altro per il ponte: in queste situazioni puoi anche provare a scegliere dei valori differenti, per esempio 47nF per il ponte e 22nF per manico/centrale. Con i single coil non scenderei sotto i 22nF, nè andrei sopra i 56nF (altirmenti appena tocchi il controllo il suono si ingolfa... praticamente il controllo del tono in tal caso non è utilizzabile) Vale la pena serimentare con le proprie orecchie per farsi un'idea. E' chiaro che se la catena dalla chitarra allo speaker è particolarmente complessa, non ha senso farsi le seghe mentali. Se si suona chitarra, cavo (serio) e ampli con circuito semplice e ben realizzato (non intendo necessariamente un Victoria), allora si riescono davvero a percepire tutte le sfumature. Il mio consiglio, tuttavia, è di non andare oltre qualche euro per condensatore, potrebbe valere la pena spendere i soldi in punti in cui si ottengono variazioni più sensibili.
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Noto il controllo del tono col pot logaritmico più graduale. E' chiaro che se lo lasci sempre aperto non cambia un cavolo, ma se ti capita di usarlo, la differenza la senti. Il discorso che faccio vale per i pot da 250K, su strato e tele ho provato sempre e solo quelli. Non ho idea se il passaggio al 500K possa portare differenze (il dubbio eviterà che ti picchiamo :TRsorrisone:).
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Io sulla strato (in generale sui single coil) consiglierei lineare per il volume, logaritmico per i toni. Contrariamente a quanto può sembrare, il potenziometro lineare in tal caso aiuta ad avere una buona gradualità del controllo, che viene a mancare col volume logaritmico (dalle prove che mi è capitato di fare a me non è piaciuto).
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Così se qualcuno usa lo strumento di ricerca almeno viene fuori una discussione sul tema :TRsorrisone:
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Concordo sul fatto che il prezzo lo fa il mercato. Se un pedale suona bene (al punto da contrastare la concorrenza) ed è fatto bene (non lascia a piedi il professionista), non dovrebbe avere problemi ad essere venduto. Immagino sia responsabilità del produttore stabilire il trade-off tra prezzo di vendita (implicitamente individua anche il target) e margine di guadagno, cui aggiungere il marketing in senso lato: se incontra il favore del pubblico, avrà avuto ragione. Se il prezzo è fuori mercato, ci pensa la selezione naturale (Darwin insegna) a decidere... In ogni caso ci sarà sempre di mezzo il fattore "C", perchè di approcci corretti nel corso degli anni ce ne sono stati tanti, eppure non sempre sono andati a buon fine. Penso sia un tema che non vale solo per i pedali o per la chitarra... vale un po' dappertutto.
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L'osservazione è pertinente. In realtà, a parità di circuito, lo sai anche te che giocando con i valori dei componenti si possono tirare fuori risultati completamente differenti. Ma anche a parità di valori, utilizzare tipologie diverse porta a sfumature timbriche importanti (caso classico negli ampli l'utilizzo di diversi condensatori). La vera abilità sta nel riuscire a trovare la giusta alchimia e sapere come muoversi per ottenere i risultati che uno cerca. Un po' come per un liutaio fare una bella strato: gli ingredienti sono gli stessi, eppure per farne una ben suonante bisogna sapere di volta in volta come variare i parametri in gioco, la scelta dei vari pezzi, ecc... E poi anche le note sono sette, eppure ... :TRsorrisone:
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Come ho già detto prima, a Zachary va riconosciuto che ha tirato fuori qualcosa di diverso: anche io cito la verniciatura dei pedali, la disposizione orizzontale, il Fuzz Factory (anche se il circuito di base è un fuzz face con uno stadio di guadagno iniziale, il controllo di stabilità non mi ricordo all'epoca di averlo visto su altri pedali), il probe, il seekwah, il looper lo-fi, la nanohead (oggi ci sono prodotti simili, magari più validi, però l'idea di montare un valvolare tutto in un pedale dovete ammettere che era abbastanza inconsueta). Tornando all'aspetto tecnico del SHO, se guardate il circuito del LPB-1 della EH, è praticamente lo stesso circuito, in versione transistor al silicio, con i difetti che ne derivano (impedenza più bassa, timbrica diversa, ...). Stesso discorso per il mitico Rangemaster, con le differenze importanti: bassa impedenza (transistor al germanio), forte filtraggio della gamma bassa, compressione del suono abbastanza rapida (bias volutamente posizionato fuori dalla condizione ideale er l'headroom)... in realtà volevano ottenere un treble booster, non un booster a gamma intera. E poi il 99,99% dei pre valvolari dei nostri ampli utilizzano quel tipo di circuito nei vari stadi (ovviamente parliamo della versione valvolare). I limiti di un circuito di questo tipo per la produzione industriale di pedali sono legati alla bassa consistenza del circuito, legata principalmente alla forte dipedenza del funzionamento dalle caratteristiche del transistor (mosfet nel caso del SHO). E' il motivo per cui la MXR per realizzare il suo booster scelse di farlo con un circuito integrato: gli amplificatori operazionali hanno un guadagno intrinseco molto alto, per cui nel realizzare un controllo di gain con un pot e una resistenza permetteva (e permette) una migliore consistenza tra i vari esemplari. Un produttore boutique si può permettere di selezionare i transistor o magari testare ogni esemplare per verificare che rientri nei parametri di funzionamento ottimale, un grande produttore ovviamente non può farlo, per contenere i costi di produzione. E poi ci pensate se un produttore industriale avesse realizzato un circuito con il gain che fa rumore quando lo girate? La maggior parte dei bimbiminkia sarebbero tornati in negozio a chiedere informazioni o addirittura a sostituirlo :TRsorrisone: Ad ogni modo, il SHO suona molto bene! La leggera vetrosità fa parte del gioco, è un circuito molto "diretto".
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Giusto un'osservazione (così se interviene il nostro amico fa un casino :TRsorrisone:): lo schema del SHO lo potete trovare in qualsiasi libro di elettronica in cui si spieghi come funzionano i mosfet, è lo stadio di guadagno più classico in assoluto. Quando si arriva ad analizzare come calcolare il guadagno (con formule semplificate o modello spinto), si capisce anche come implementare il controllo di gain/bias del SHO. Sentire che qualcuno si assurge negli ultimi decenni ad inventore di questo circuito mi fa sorridere (con i transistor al germanio si può trovare il circuito analogo sulle riviste di elettronica per hobbisti degli anni 60). Per i valori delle resistenze era praticamente obbligato se voleva avere un'impedenza di ingresso alta. In tal modo ha eliminato anche il problema della scelta del condensatore di ingresso... uno a caso di valore intermedio (con un'impedenza di ingresso così alta è quasi inutile parlarne); se non voleva perdere basse in uscita... la scelta era facile, non poteva sbagliare. Su altri circuiti ha sperimentato non poco (bisogna dargliene atto), ma su questo direi proprio di no.
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Un dettaglio della Huber, visto che Robi l'ha nominata
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Appunto...
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Neanche io le vedo più.... Le metto sul sito e riedito i post con i link
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Vedi un po' tu... :TRsorrisone: