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Trovato 3 risultati

  1. Vi ricordate Drybell, quella del Vibe Machine? Pochi mesi fa ha tirato fuori dal cilindro un doppio pedale, dove il canale A è ispirato a un famoso "non-master volume British amp from the 60s" (indovinate quale...) e il canale B al Dallas Rangemaster (ripreso dal loro Unit67). Notevole come suona col vibe (proprio il Vibe Machine) messo di fronte.
  2. flour76

    DryBell Unit67

    http://drybell.com/unit67-u-1/ Qualcuno lo usa? Pareri?
  3. guitarGlory

    Drybell Vibe Machine

    Come molti avranno capito, da qualche recente status o da whatsappate selvagge, in questo periodo sono in fortissima GAS da Vibe. Le polveri sono state accese dalla proposta di un paio di amici per una band a tema hendrixiano… ma mentre la band - al momento - è ancora solo un’idea e non c’è ancora certezza che riusciremo a concretizzarla, la Vibe-GAS era già partita in modo inarrestabile Mi sono quindi messo in caccia per provare tutto il possibile e questi sono i vibe su cui sono riuscito a mettere le mani: - Shin Ei originale 1969 (il mio ex… sigh!) - Roger Mayer Voodoo Vibe plus - Prescription Vibe Unit - Castledine SupraVibe - Jam Pedals RetroVibe - VDL Vibes - Sweetsound UltraVibe II - Drybell Vibe Machine (v1) Per completezza, avevo anche provato tre emulatori digitali… che però, pur essendo belli e usabili, potrei riconoscere a occhi chiusi senza problemi stando nella stessa stanza e confrontandoli con tutti quelli sopra (il Neo è bello comunque eh… più Leslie che Vibe, ma figo!) - Neo Mini Vent II - Strymon Mobius - Ubiquitous Vibe (Line 6 Helix) La maggior parte li ho provati a casa di un mio amico (molti sono proprio suoi, altri di amici in comune che li hanno messi a disposizione per il test), su un bellissimo Super Reverb del ‘65 che avevo restaurato tempo fa; altri invece sono riuscito a provarli con i miei ampli, tra cui il VDL e il Drybell (grazie al nostro Emanuele Stronghand per quest’ultimo!!!) Dico due parole su ognuno, e alla fine parlerò in modo più approfondito di quello che ho scelto (qualcuno l’avrà già capito dal titolo ). Una piccola premessa, che riguarda tutti i Vibe (analogici) provati: se devo essere onesto, presi singolarmente e senza termini di paragone, suonano tutti bene, e tutti secondo me possono regalare belle soddisfazioni… ecco perché, nelle impressioni che riporto, tengo sempre presente come riferimento LUI… l’originale… … Shin Ei 69 – è quello da cui tutto è partito, e di conseguenza la pietra angolare con cui tutti i vari figli, nipoti e pronipoti devono confrontarsi: impedenza d’ingresso bassissima, impedenza d’uscita alta, il che significa rumorosità, perdita di acuti e di segnale anche solo tenendolo in catena (vi siete mai chiesti perché Hendrix, nonostante la plexi a 10, avesse per lo più un crunch appena accennato, quando non usava i fuzz? Ecco, provate a mettere Wah + Univibe dell’epoca tra chitarra e ampli ). Accanto a questi “problemini”, però, troviamo un calore, una dolcezza e una profondità che ad essere onesti nessuno degli altri ha! Ad avere soldi e spazio (serve una board intera aggiuntiva, viste le dimensioni del Vibe, il pedale di espressione obbligatorio e lo step down transformer a 110V) l’ideale sarebbe inserirlo in un looper per renderlo true bypass… oppure fregarsene e accettare che lui, anche da spento, è parte integrante del tuo suono finale (per lo più scurendo tutto in modo abbastanza importante). Voodoo Vibe – il mio giudizio si potrebbe riassumere così: che bisogno c’era di mettere tutte quelle manopole, quando metà sono pressoché inutili? Anzi, dannose, visto che rendono il pedale di difficile regolazione (anche per un orecchio abbastanza esperto) e se si sposta qualche knob accidentalmente durante un live sistemarlo velocemente è praticamente impossibile? Oltretutto enorme, e se si vuole regolare la velocità mentre si suona tocca aggiungerci il pedale di espressione. Per il resto, una volta regolato a dovere, non è che suoni male… ma un po’ sul versante freddino e poco profondo per i miei gusti. Prescription Vibe – ci ho spippolato poco e non ho messo mano al trimmer interno… la regolazione di fabbrica è molto “delicata”, con un throb poco presente, il che forse mi ha un po’ condizionato. Castledine SupraVibe – il più bello con la strato, specialmente senza nessun pedale od o fuzz aggiunto… quello che anche come feeling e profondità si avvicina di più all’originale, ma senza i difetti del nonno. Sono stato lì lì per ordinarlo, ma ha due caratteristiche che, alla fine, hanno inciso sulla mia scelta: per quanto è bello con la strato, non rende altrettanto bene con le LP… e io suono troppo spesso le LP per ignorarlo ; inoltre la posizione della manopola speed non permette una regolazione facile col piede, anche installando un apposito knob gommato, e aggiungendo un pedale di espressione l’ingombro in pedaliera diventa importante. Jam Pedals Retro Vibe – è bello, molto molto bello, come suono se la batte col Castledine: profondo, organico, feeling giusto sotto le dita… l’ho visto anche dentro ed è fatto molto bene, con tutti i componenti giusti e basetta ordinata e ben popolata… se si è disposti a rinunciare a un controllo di volume generale esterno, alla modalità vibrato e – anche in questo caso – a poter regolare la velocità senza usare un ingombrante expression pedal dedicato, e se si cerca un vibe semplice, compatto, con un suono e feel giusti, vale la pena farci un giro. VDL Vibes – la mia preoccupazione circa la posizione della manopola speed e della sua regolazione col piede si è dissolta rapidamente: è facile da usare e non presenta ostacoli particolari. Come suono però è il meno “vibe” di tutti… c’è sempre un retrogusto phasey, anche quando usato nella modalità chorus, che ho fatto fatica a digerire; inoltre la mancanza di una depth regolabile secondo me non è stata una scelta felice. Sweetsound Ultravibe II – anche lui bello… la sua unica sfortuna è stata averlo provato subito dopo il Castledine, che suona simile ma… meglio; l’unica cosa che mi è piaciuta di più nell’ultra è la manopola speed gommata a portata di piede, per il resto il Supra ha più profondità (volendo), più tridimensionalità e una maggior sensazione di “movimento” stando davanti ai coni; voci autorevoli dicono che la v1 dell’Ultra era migliore sotto questo punto di vista, quindi peccato che l’abbiano peggiorato. Drybell Vibe Machine – la mia scelta. Io ho potuto testare la V1, che Ema Stronghand mi ha gentilmente mandato in prova… e dopo averci passato qualche ora ieri pomeriggio (e metà della nottata ) , oggi ho ordinato senza pensarci su troppo la nuova V2. E’ bello, molto bello, e l’hype che si è generata in rete è ampiamente giustificata: c’è tanta sostanza e suono, un’ingegnerizzazione eccellente (io non amo gli SMD, ma qui erano d’obbligo per contenere le dimensioni), e tante regolazioni interne ed esterne che lo rendono adatto ad ogni setup, a patto di avere voglia di mettersi lì e “conoscerlo”. Nessuno degli altri suona ugualmente bene con tutti gli ampli e con tutte le chitarre! Forse l’unica cosa in cui continuo a preferire il Supra è il suono puro con la strato (motivo per cui il Cigno dopo lungo peregrinare è tornato al Castledine ), senza distorsioni aggiunte; ma per tutto il resto so che il Drybell è quello che fa per me. Tra i trimmer interni, oltre a quelli per regolare il volume generale, la profondità del chorus e il throb asimmetrico, ce n’è uno molto interessante: se si cerca un suono molto fedele all’originale e vintage nel feeling, è importante non solo portare su “Original” il selettore dell’impedenza d’ingresso sul frontale, ma anche aprire il vano elettronica e spostare l’apposito mini-switch che alza l’impedenza del buffer d’uscita. Questo ovviamente non significa che le regolazioni di fabbrica facciano schifo eh, anzi, suona già parecchio bene appena tirato fuori dalla scatola e penso che il 99% dei chitarristi sarebbe già felice così… ma ci sono delle possibilità nascoste incredibili in quella scatoletta dall’aspetto apparentemente semplice. E la V2 (che condivide con la V1 il suono al 100%) amplia queste possibilità soprattutto sul versante dell’utilizzo… un mini-switch esterno collegato al jack dell’expression pedal, infatti, permette di attivare il tap tempo (abbastanza inutile in questo caso) o la funzione “ramping” (che è quella che mi interessa!), cioè passare tra due velocità preimpostate con un’accelerazione progressiva decisa dall’utilizzatore, come un vero Leslie. Ho anche registrato un paio di video, cotti e mangiati senza starci troppo a pensare… li avevo fatti per me, (per risentire se - anche registrando velocemente - il suono rimaneva gustoso come era nella stanza) e ve li posto così come sono: del resto sul tubo si trovano già decine di demo professionali e bellissime del Vibe Machine, per chi vuole approfondire la conscenza😉 La strumentazione usata nei video: - LP nel primo video e Strato nel secondo - Drybell Vibe machine v1 - TS9 (sempre acceso con la Strato, da metà circa con la LP) - Dawner Prince Boonar (come delay con la strato, come echo/reverb con la LP) - Naughty Alpha&Omega, sempre settata in modalità JTM45/100 - 4x12 con due Greenback e due Vintage 30
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