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nik

Il peso delle nostre chitarre ha un ...peso sul loro suono? Parliamone

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Mi sono sempre chiesto se il peso della chitarra ha effettivamente un ruolo anche nel suono… Diciamo che per noi chitarristi è una delle caratteristiche che sentiamo per prime (e pensiamo subito alle nostre schiene) ma ci siamo mai chiesti perchè ci sono historic les paul ( ma anche le stesse burst originali) che vanno da poco più di 3,6 kg agli oltre 4 kg pur essendo costruite tutte con lo stesso legno ed avendo tutte le stesse dimensioni? Stesso discorso vale per le strato o le tele.

Tempo fa analizzai le strato del periodo primi anni ’60 diciamo fino al periodo CBS ( 1960-1965), scartabellando su libri e rete e trovai che i pesi andavano da poco più di 3,1 kg fino ai 3,6 kg, quindi quasi mezzo chilo che su una chitarra di 3,5 kg è una bella percentuale, stessa cosa per le les paul e pensai se ci potevano essere differenze anche sul suono.

Sono partito dal legno (che come tutti sanno deriva dagli alberi) ed essendo un pochino esperto del settore (sono un perito agrario ed in più mi diletto in piccola falegnameria/lavorazione del legno) ho analizzato la cosa a livello “scientifico”. Nel caso di Fender il buon Leo aveva scelto due essenze di facile reperibilità come l’ontano e il frassino, entrambe piante che crescevano ad altitudini dal piano fino alla collina in quasi tutta l’america del nord ed in modo medio-veloce, mentre il caro Lester Polfuss per le les paul aveva scelto un legno più pregiato, di più difficile reperibilità e dalla crescita più lenta come il mogano, che cresceva in Honduras (ed in altri due posti in america ma con densità di numero di piante minore). Le caratteristiche dei legni le conosciamo bene, frassino più frizzantino dell’ontano, dal suono più morbido e mogano dal suono grosso e corposo ma volevo addentrarmi nel perché dello stesso legno-diverso peso. Questo è dovuto essenzialmente alle caratteristiche fisiche del legno e più precisamente dalla sua densità o peso specifico.

 Provo a spiegarlo in soldoni… il legno è formato da diversi tipi e strati di cellule vive, contenenti una grossa quantità di acqua ed altri liquidi e la densità delle stesse varia a seconda di molti fattori, ad esempio il clima, il suolo su cui cresce la pianta, la disponibilità o meno di acqua e di nutrienti e ancora si ha una variazione a seconda della porzione stessa dell’albero. Ad esempio una pianta cresciuta in condizioni ottimali, con tanta acqua e mangiare (o nel caso si una crescita forzata con concimi ed irrigazioni) avrà una densità minore di una pianta cresciuta in un suolo povero e siccitoso, che avrà quindi una crescita più lenta con cellule più piccole e pareti più spesse.

Ricapitolando,

- crescita più veloce e/o condizioni favorevoli = meno peso specifico, meno compatta quindi più leggera,

- crescita più lenta e/o condizioni sfavorevoli = più peso specifico, più compatta e dura, quindi più pesante,

stessa cosa vale per la porzione della pianta:

 verso la base ci saranno cellule più piccole e pareti più spesse per maggiori sollecitazioni di pesi e pressioni = più peso specifico/densità (legno più pesante)

 verso l’alto cellule più grosse e pareti più sottili = meno peso specifico/densità (legno più leggero)

 

Poi c’è tutto il discorso della stagionatura che consente la perdita dei liquidi che ha un enorme importanza sulla qualità finale del legno stesso ma non mi vorrei addentrare su questo argomento perchè sarete già belli cotti, quindi tornando al nostro inizio e ipotizzando che la stagionatura sia stata ottimale spero si sia capito perché anche se le nostre les polle sono tutte di mogano hanno pesi  così diversi. Ma allora sto peso influisce sul suono?

A livello teorico le vibrazioni si trasmettono meglio su un legno meno denso e leggero ma è anche vero che un buon sustain e un buon attacco sono maggiori su un legno più denso e pesante e questo discorso vale per i corpi ma le chitarre hanno poi un manico, meccaniche, elettronica e pick up e quindi c’è un’alchimia di cose che danno poi il suono finale…

Per tirare le fila, secondo il mio modesto parere ha qualche probabilità in più di trovare una chitarra migliore quella persona che si affida ad un liutaio (anche tipo i vari Barlett, Yaron ecc.) perché penso che valutino tutti questi parametri, che abbinino i corpi ai manici “giusti” e che, a seconda delle varie caratteristiche ( frequenze più o meno enfatizzate, attacco, sustain) taglino, aggiungano, arrotondano con ponti, meccaniche, hardwere e soprattutto pick up, cose che facevano sicuramente in casa Fender o Gibson o qualsiasi altra casa ai loro esordi e che ora, nelle costruzioni “in serie” sia impossibile fare e rimane una questione di q… fortuna!

Quindi, secondo me il peso, sempre che non sia eccessivo, non influisce più di tanto perché in una chitarra ben fatta si può togliere ed aggiungere con il resto… 

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Grazie a voi,ragazzi,era un po' che avevo questo...peso sullo stomaco, alle volte sembra che una historic da 4 kg sia inferiore ad una di 3,7...sarebbe bello sentire il parere di un liutaio o anche qualcuno tipo Mirko, France o il nervoso che ne hanno avute per le mani diverse...

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mejo del 3rd della Tele... :facepalm:  :facepalm:  :facepalm:

Molto interessante, bravo Nik.

Essendo il legno una cosa viva, credo sia difficile che tutti siano uguali, come le persone.

Sarebbe bello sapere in base a cosa i masterbuilder o teambuilder scelgono i legno per corpi e manici, dato che cmq anche su strumenti di fascia alta o altissima ci sono diversità in questo senso.

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A livello teorico le vibrazioni si trasmettono meglio su un legno meno denso e leggero ma è anche vero che un buon sustain e un buon attacco sono maggiori su un legno più denso e pesante e questo discorso vale per i corpi ma le chitarre hanno poi un manico, meccaniche, elettronica e pick up e quindi c’è un’alchimia di cose che danno poi il suono finale…

 

Questo.

Le chitarre che mi piacciono di piu', di solito, non sono nè troppo leggere nè troppo pesanti...ma li in mezzo. Mix tra attacco, corpo, e asciuttezza della nota (meglio pesanti), e risonanza/armoniche (meglio leggere). In realtà non credo piu' di tanto al sustain, quello lo trovo piu' rilevante rispetto ad altri parametri.

Sono diventato "credente" (e magari stupidamente, me ne rendo conto) alle 9 libbre per le LP, e 7,5 libbre per le strato. Di solito me piasciono li vicino..

Chiaro che si troveranno cessi comunque e il peso è una delle millemila variabili, pero' trovo che in percentuale aumenti le mie probabilità almeno di un TIMBRO (che è solo una parte del tono complessivo, e che determina la bellezza di una chitarra) che mi piaccia.... 

 

 

Ma allora sto peso influisce sul suono?

 

 

Secondo me è un vizio di forma, va girata: è il legno che influisce sul suono, ed anche sul peso della chitarra, e non viceversa ;)

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I liutai per quanto ne so scelgono semplicemente picchiettando.

E' l'orecchio di chi ascolta che fa la differenza...probabilmente dopo averne sentite migliaia a partire da un ciocco di legno picchiettato, hai un idea di cosa suonerà come!

 

PS ottima e interessante ricerca Nik!

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Ad esempio una pianta cresciuta in condizioni ottimali, con tanta acqua e mangiare (o nel caso si una crescita forzata con concimi ed irrigazioni) avrà una densità minore di una pianta cresciuta in un suolo povero e siccitoso, che avrà quindi una crescita più lenta con cellule più piccole e pareti più spesse.

Ricapitolando,

- crescita più veloce e/o condizioni favorevoli = meno peso specifico, meno compatta quindi più leggera,

- crescita più lenta e/o condizioni sfavorevoli = più peso specifico, più compatta e dura, quindi più pesante,

stessa cosa vale per la porzione della pianta:

 verso la base ci saranno cellule più piccole e pareti più spesse per maggiori sollecitazioni di pesi e pressioni = più peso specifico/densità (legno più pesante)

 verso l’alto cellule più grosse e pareti più sottili = meno peso specifico/densità (legno più leggero)

 

Aggiungo un video interessante a proposito del "mito" dei legni vecchi..che spiega delle differenze riallacciandosi a quanto affermi:

 

 

Mi par di capire che comunque piu' lentamente cresca la pianta, piu' denso sia comunque il legno (come dici tu). Oggi vengono usate piantagione intensive quindi in condizioni estremamente favorevoli, e la pianta cresce estremamente in fretta, con cellule meno dense. Una volta tagliavano piante gia' vecchie forse..

A riguardo del peso finale credo che non sia solo legato alla densità ma sopratutto a quanta acqua resta contenuta all'interno. E, in effetti, piu è denso, meno ne dovrebbe rimanere dentro..almeno credo.

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Per tirare le fila, secondo il mio modesto parere ha qualche probabilità in più di trovare una chitarra migliore quella persona che si affida ad un liutaio (anche tipo i vari Barlett, Yaron ecc.) perché penso che valutino tutti questi parametri, che abbinino i corpi ai manici “giusti” e che, a seconda delle varie caratteristiche ( frequenze più o meno enfatizzate, attacco, sustain) taglino, aggiungano, arrotondano con ponti, meccaniche, hardwere e soprattutto pick up, cose che facevano sicuramente in casa Fender o Gibson o qualsiasi altra casa ai loro esordi e che ora, nelle costruzioni “in serie” sia impossibile fare e rimane una questione di q… fortuna!

Mi chiedo sempre quanto sia vero quello che scrivi, perché alcune evidenze danno indicazioni contrarie: ad esempio un liutaio che produce poche chitarre quale scelta di manici avrà mai da abbinare? E poi è in grado in una fase cosi iniziale di sapere come suonerà con manici diversi? Secondo me, no.

O che si metta a tagliare o aggiungere come scrivi tu mi pare un po' strano, non credi?

Ma ancora più improbabile che gli operai fender o Gibson lo facessero. Dico operai perché quello erano e ancora oggi sono in fin dei conti e non liutai scelti. Secondo me c'è un po' troppo leggenda su come lavorassero negli anni 50, manco fossero dei maestri jedi :lol::sorrisone:

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Su questo concordo con cassa, anche secondo me gli operai fender non andavano molto per il sottile.

Alla luce di quanto detto credo che sia questione di piu' materiale di qualità disponibile in larga quantità.

Sui liutai, credo dipenda dai liutai, probabilmentente alcuni possono (o vogliono/sono capaci) andare a picchiettare prima di acquistare le tavole, altri no.

Non credo anche io pero' che sia possibile accoppiare i pezzi in una fase cosi iniziale, credo venga fatto solo per un discorso di discriminazione tra "buono/meno buono", aver un idea della timbrica generale. Vorrei essere smentito da qualche liutaio ma credo che saremmo nella fantascienza.

Un fine tuning finale con hardware è invece sicuramente possibile e chi spende tot Keuri per una chitarra di liuteria mi auguro proprio che venga fatto. Resto comunque della mia idea che il legno comanda, puoi al massimo smussare un po' ma non troppo.

Chiaramente i pickup non li considero nemmeno, averli di qualità è conditio sine qua non in quanto sono l'elemento finale piu' influente, ma proprio x questo accoppiarli è anche la parte meno difficile del tutto.

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Quando dico che non andavano per il sottile, intendo che forse al massimo potevano scegliere un manico piu' adatto per questo o quel neck pocket ma non credo si mettessero a fare un vero fine tuning timbrico. A vantaggio della qualità' va piu' che altro detto a favore che erano in pochi, e con "i veri inventori" probabilmente spesso presenti a dire la loro, un processo certamente piu' facile da controllare e piu' rispettoso del progetto nella loro testa rispetto che centinaia (o migliaia) di operai a una o due generazioni di distanza con un foglio davanti.

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Guest Re Mida

Ma ancora più improbabile che gli operai fender o Gibson lo facessero. Dico operai perché quello erano e ancora oggi sono in fin dei conti e non liutai scelti. Secondo me c'è un po' troppo leggenda su come lavorassero negli anni 50, manco fossero dei maestri jedi :lol::sorrisone:

 

Mi hai anticipato.

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Guest Re Mida

Quando dico che non andavano per il sottile, intendo che forse al massimo potevano scegliere un manico piu' adatto per questo o quel neck pocket ma non credo si mettessero a fare un vero fine tuning timbrico. A vantaggio della qualità' va piu' che altro detto a favore che erano in pochi, e con "i veri inventori" probabilmente spesso presenti a dire la loro, un processo certamente piu' facile da controllare e piu' rispettoso del progetto nella loro testa rispetto che centinaia (o migliaia) di operai a una o due generazioni di distanza con un foglio davanti.

 

Di contro, oggi dovremmo avere macchinari di misurazione e precisione ben superiori all'orecchio umano.

Se analizziamo, SULLA CARTA, tutte le varie condizioni e opzioni, oggi dovrebbe essere più semplice costruire un ottimo strumento; non a caso, il livello si è alzato incredibilmente nella fascia consumer (molto allargata) rispetto a 30 anni fa. Ricordo bene le ciofeche che giravano.

Io ipotizzo che la superiorità degli strumenti vintage (non sempre) sia forse dovuta semplicemente al loro invecchiamento.

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Di contro, oggi dovremmo avere macchinari di misurazione e precisione ben superiori all'orecchio umano.

Se analizziamo, SULLA CARTA, tutte le varie condizioni e opzioni, oggi dovrebbe essere più semplice costruire un ottimo strumento; non a caso, il livello si è alzato incredibilmente nella fascia consumer (molto allargata) rispetto a 30 anni fa. Ricordo bene le ciofeche che giravano.

Io ipotizzo che la superiorità degli strumenti vintage (non sempre) sia forse dovuta semplicemente al loro invecchiamento.

 

Assolutamente vero anche questo. E' tutta la filosofia moderna della produzione di massa per qualsiasi, con meno costi e meno sprechi è molto più facile ottenere un buon prodotto rispetto a decenni fa, perchè i metodi e i macchinari sono migliorati, è innegabile.

Io invece non credo all'invecchiamento come "fattore X", credo i buoni fossero buoni dal giorno zero, perchè credo che il fattore sia dovuto non solo al buon assemblaggio (e quello si puo' fare anche oggi se non meglio) ma anche alle materie prime, legni, metalli, eccetera. Infine non la chiamerei superiorità ma solo diversità e in base al suono che uno ha in testa.

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Guest Alucard

 Ma ancora più improbabile che gli operai fender o Gibson lo facessero. Dico operai perché quello erano e ancora oggi sono in fin dei conti e non liutai scelti. Secondo me c'è un po' troppo leggenda su come lavorassero negli anni 50, manco fossero dei maestri jedi :lol::sorrisone:

Basta guardarsi i vari "factory tour" per aver conferma di cio'.... :sorrisone:  Dopo aver visto quello di Gibson ero molto colpito di come potesse anche solo stare in piedi una chitarra fatta con quella "cura"  :sorrisone:  :sorrisone:

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Risponderò con calma non appena riesco ad essere dinanzi ad un pc con tastiera e non con il topafinder di pino.

Nik,argomento interessantissimo.

Negli ultimi anni ho discusso(per parecchio tempo) di questo con due persone,uno un rappresentate gibson Custom,l'altro un noto collezionista di burst.

Fondamentalmente, quello che mi ha riportato il primo è che il peso è dettato (si come la qualità del mogano stesso) da dove è cresciuto l'albero: crescendo fondamentalmente su terreni non piani,quanto più a valle è l'albero,tanto più lo stesso tende ad assorbire l'acqua che ristagna. Allo stesso modo,il piano di mogano dipende anche da che altezza dell'albero stesso viene ricavato.

L'altro invece ha disquisito con me sul discorso della stagionatura: non è l'acqua il motivo principale bensì le resine che con il tempo tendono a disciogliersi rendendo,anche grazie alle vibrazioni (motivo per cui chitarre che suonano cambiano carattere),l'omogeneità delle fibre completamente diverse.

Per esperienza dico che in base al peso,su una Les Paul,si capisce dove bene o male andrà a suonare, (ripeto bene o male): peso bassi hanno delle caratteristiche,pesi alti altre. È gusto personale.

Per dirla tutta,una delle mie dave johnson (che per la cronaca è in assoluto uno dei top builder di repliche) pesava ben 4.4 kg con legni old growth....quindi....

Mirko

Utilizzo Tapatalk, pino mi ha rubato topafinder ma non lo Sa usare, restituiscilo please

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...a parte le cose più "tecniche" il resto sono solo mie supposizioni o pareri, penso comunque che un buon liutaio abbia abbastanza esperienza per scegliere i legni "giusti", poi l'accoppiamento di due legni buoni danno già un risultato buono... per quanto riguarda gli esordi delle varie case costruttrici penso che sicuramente il materiale era quello che faceva gran parte del gioco ma è parer mio che la quantità non ha mai fatto rima con qualità... 

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Risponderò con calma non appena riesco ad essere dinanzi ad un pc con tastiera e non con il topafinder di pino.

Nik,argomento interessantissimo.

Negli ultimi anni ho discusso(per parecchio tempo) di questo con due persone,uno un rappresentate gibson Custom,l'altro un noto collezionista di burst.

Fondamentalmente, quello che mi ha riportato il primo è che il peso è dettato (si come la qualità del mogano stesso) da dove è cresciuto l'albero: crescendo fondamentalmente su terreni non piani,quanto più a valle è l'albero,tanto più lo stesso tende ad assorbire l'acqua che ristagna. Allo stesso modo,il piano di mogano dipende anche da che altezza dell'albero stesso viene ricavato.

L'altro invece ha disquisito con me sul discorso della stagionatura: non è l'acqua il motivo principale bensì le resine che con il tempo tendono a disciogliersi rendendo,anche grazie alle vibrazioni (motivo per cui chitarre che suonano cambiano carattere),l'omogeneità delle fibre completamente diverse.

Per esperienza dico che in base al peso,su una Les Paul,si capisce dove bene o male andrà a suonare, (ripeto bene o male): peso bassi hanno delle caratteristiche,pesi alti altre. È gusto personale.

Per dirla tutta,una delle mie dave johnson (che per la cronaca è in assoluto uno dei top builder di repliche) pesava ben 4.4 kg con legni old growth....quindi....

Mirko

Utilizzo Tapatalk, pino mi ha rubato topafinder ma non lo Sa usare, restituiscilo please

 

Queste sono le cose che volevo saltassero fuori, molto interessante il discorso di dove cresce l'albero ma ancor di più il discorso delle resine...

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Anni fa sul Les Paul forum si diceva che la differenza tra le vecchie e nuove chitarre dipendesse moltissimo dal tipo di stagionatura, in quanto le prime stagionavano in modo da lasciar uscire dai legni tutte le sostanze minerali, mentre oggi la stagionatura, avvenendo nei forni, non permette alle sostanze minerali di fuoriuscire, e quindi il legno alla fine, anche se proveniente dagli stessi terreni e nelle stesse condizioni climatiche, è diverso. Non ci metterei la mano sul fuoco sulla spiegazione tecnica che ho scritto perchè non la ricordo perfettamente, ma si parlava comunque di stagionatura. 

Anche perchè, come qualcuno ha fatto già notare, gli operai delle fabbriche non erano sicuramente liutai provetti quindi l'assemblaggio e la "cura" dello strumento non sono sicuramente fattori da considerare. 

 

A quanto so io invece, in Gibson usavano i forni essiccatoi gia' dall'immediato dopoguerra. Giocoforza se c è una differenza, c'era gia' prima che il ciocco venisse tagliato. Oppure ha ragione chi dice che la differenza la fa l'invecchiamento.

 

Forse per stagionatura si intendeva appunto che tagliavano piante gia' molto piu' vecchie e cresciute lentamente rispetto ad oggi, il che potrebbe aver senso. (per nik: per quantità intendo appunto che quando hai gia' un sacco di foreste vergini vecchie di centinaia di anni a disposizione e senza leggi che ti rompono le palle, hai un ampia scelta di qualità in partenza, rispetto che rincorrere le piantagioni intensive con una produzione centinaia di volte maggiore). Le Milf delle piante :facepalm:

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