Vai al contenuto
raudskij

non sono capace di suonare

Recommended Posts

Guest Re Mida

Io son completamente autodidatta e da sempre chiuso nella pentatonica. Il tempo e le energie per mettersi a studiare sono poche.

Posso dirti una cosa che credo mi stia aiutando: in band suoniamo pezzi miei e su diversi di questi sto cercando per l'appunto di uscire dagli standard dei lick bluesy. Non è uno studio canonico, ma sono obbligato a cercare ad orecchio delle note e scale diverse per il pezzo. L'altro giorno sono arrivato in sala con un solo nuovo e il bassista, che è lo studioso e teorico della band, mi ha fatto notare che era tutto su una misolidia, che io manco so cosa sia.

La cosa difficile e staccarsi da alcuni pattern della pentatonica che sono ormai automatici nelle mani e, quindi, pensare a una armonia prima di lasciar libere le mani.

Boh, magari può servirti.

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Se uno sta scrivendo i brani, gli arrangiamenti etc, farlo con la testa, lontano dalla chitarra, è spesso fondamentale per evitare di ricadere in pattern e trucchetti facili..

Però per l' improvvisazione la chitarra ce l' hai in mano per forza, e se pensi i pattern prima, allora non è più improvvisazione..

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

stessa barca per me (a parte lo pseudotapping :blink: ) ogni tanto qualche ingenuo mi dice che sono pure bravo

credo che anche molti professionisti possano essere nella nostra situazione

la differenza la fa il sentimento che ti viene fuori quando suoni

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Io son completamente autodidatta e da sempre chiuso nella pentatonica. Il tempo e le energie per mettersi a studiare sono poche.

Posso dirti una cosa che credo mi stia aiutando: in band suoniamo pezzi miei e su diversi di questi sto cercando per l'appunto di uscire dagli standard dei lick bluesy. Non è uno studio canonico, ma sono obbligato a cercare ad orecchio delle note e scale diverse per il pezzo. L'altro giorno sono arrivato in sala con un solo nuovo e il bassista, che è lo studioso e teorico della band, mi ha fatto notare che era tutto su una misolidia, che io manco so cosa sia.

La cosa difficile e staccarsi da alcuni pattern della pentatonica che sono ormai automatici nelle mani e, quindi, pensare a una armonia prima di lasciar libere le mani.

Boh, magari può servirti.

grazie Silvestro, capisco bene, anche perchè era quello che mi succedeva quando facevamo pezzi nostri, uno dei ricordi più belli.

i pezzi erano del bassista, con linee armoniche per me non solite e quindi studiavo cose diverse, ogni tanto ci piazzavo la pentatonica, in contesti diversi e mi sembrava suonasse ancora meglio.

mi manca questa cosa della misolidia, anche se ho sempre pensato che potesse essere una ispirazione.

cioè non la misolidia in sè, ma i modi.

Mi piacerebbe quindi mentre sto facendo un assolo pensare ad un "colore" particolare lidio misolidio o quel che vuoi e quindi essere in grado di abbandonare gli automatismi delle mani, che è quel che dicevi tu.

grazie della dritta, non sarà facile...ma ci si prova

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

se suoni i floyd come si deve, sei un chitarrista ampiamente sopra la media! :bam:

beh, io non so come sia la media, ma sento che c'è un saco di gente con le contropalle.

è vero, so riprodurre un assolo di gilmour.

non benissimo, non malissimo.

non sono capace di fare un assolo di vai o satriani, arrivo a gary moore, con un po' di fatica nei passaggi veloci.

ma non è questo il punto.

parlo della difficoltà, in una situazione di improvvisazione del classico blues ad esempio, di mettere a frutto quello che ho suonato studiando altri pezzi.

il cervello si svuota, non penso a cosa voglio suonare, ma lascio andare le mani, che rifanno gli stessi percorsi, gli stessi schemi.

E' da questa situazione che voglio uscire

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

la differenza la fa il sentimento che ti viene fuori quando suoni

:quoto:

sono sicuro che c'è questo sentimento, ma per farlo uscire devo (dobbiamo, chi si ritrova nelle mie parole) trovare il meccanismo giusto.

abbandonare gli schemi, i maledetti box della pentatonica e viaggiare su altre cose

io mi accontenterei di aggiungere schemi per cominciare il cammino.

cerco di spiegarmi meglio, prendendo ad esempio il classico blues in MI

mi piacerebbe sapere che se suono una certa scala diciamo (sparo cavolate, è solo per esemplificare) una pentatonica maggiore di RE ottengo un certo mood, una di LA un altro e così via, in modo da avere una specie di biblioteca di schemi che mi diano lo spunto per sentire un'altra sonorità mentre suono e che mi possano aiutare a far saltare quel blocco che mi limita alla posizione di LA- al settimo tasto, a quella di MI- al 12 e via via.

allora, questo potrebbe aiutare nell'immaginare altre sonorità, che al momento, per qualche motivo recondito motivo, nonostante tutta la musica sentita non vengono in mente.

è quello che diceva davide, mi pare.

non c'è memoria musicale, eppure siamo dotati di una memoria normale.

non c'è niente da fare.

sentiamo keith jarrett oppure gli E.S.T., pensiamo "cavolo ma senti questo passaggio che bello, ma se lo facessi anche io?" e poi, al momento di suonare, neanche a mazzate in testa

:deadhorse:

solito box, solita frasetta del primo tutorial di robben ford iniziato e mai finito 10 anni fa e buonanotte AL suonatore.

uff, spero di essere stato chiaro :popcorn:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Guest Max

Non credo che sapere perfettamente la teoria musicale risolverebbe il tuo problema... sicuramente sarebbe di aiuto, ma (sempre a mio parere) non otterresti il salto di qualità che vorresti fare...

Come ti dicevo ho studiato molto: modi, pentatoniche fino ad arrivare allo sweep(metodi di Gambale), string skipping,tapping ecc... suono alcuni pezzi di Satriani, Vai, Moore (Vinnie) ecc... ma da qualche anno ho un approccio totalmente diverso con la chitarra... forse sarà l'ètà, ma ora di cerco il fraseggio più che il lick super veloce e ipertecnico(che comunque continua a piacermi).

Ora studio in modo diverso, quindi...se c'è un passaggio che mi piace, lo studio, inizialmente in modo inevitabilmente scolastico...

Poi con una base adeguata lo suono con accenti diversi in modo da prendere dimestichezza con il "timing"... successivamente comincio ad aggiungere altre frasi e delle variazioni tornarndo sempre al lick, per cercare di renderlo parte integrante al mio stile

solo quando sono riuscito a entrare e uscire ( :banana: porno!) dalla frase con sicurezza e in totale armonia con il resto del mio fraseggio considero il passaggio come "acquisito"... quindi posso cominciare a cambiare qualche nota, accenti ecc...

Se studi la frase scolasticamente e basta, alla fine non la userai mai per improvvisare, ma se riesci a farla tua e rendela parte integrante del tuo fraseggio, allora comincerai ad usarla al momento giusto...

Nel metodo di Robben Ford che preferisco si parla quasi esclusivamente di pentatoniche e c'è solo l'imbarazzo della scelta...altro che fraseggio limitato :sorrisone: ...non hai nemmeno bisogno dei modi, cambiando un accento cambia tutta la sonorità della pentatonica... Infatti ora per uscire da questa mia "empasse" studio un po del buon vecchio Robben che non fa mai male...

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Nel metodo di Robben Ford che preferisco si parla quasi esclusivamente di pentatoniche e c'è solo l'imbarazzo della scelta...altro che fraseggio limitato

:sorrisone: ...non hai nemmeno bisogno dei modi, cambiando un accento cambia tutta la sonorità della pentatonica... Infatti ora per uscire da questa mia "empasse" studio un po del buon vecchio Robben che non fa mai male...

Ecco, mi riallaccio a questo per dire una cosa completamente diversa, espandere un poco il concetto di prima..

Premesso che lo studio è importantissimo, ti da davvero tanto, che sia da autodidatta o con un maestro (spesso ancora meglio), secondo me non è quello che aiuta nella maggior parte di questi casi, cioè quando si pensa all'improvvisazione.

Questo perchè studiando puoi certo ampliare il tuo bagaglio di riff e imparare a usarli in modo intelligente, e toglierti perfettamente fuori da un cul de sac quando non sia che suonare...ma è davvero improvvisazione? O è semplicemente un copia, taglia, incolla, riadatta, molto avanzato? Secondo me non è con questi modi che la tua espressività musicale esce dal guscio realmente. Lo cambi solo con un guscio molto più grande.

Per questo dico che la reale differenza la fa la testa secondo me. Suonare rilassato, suonare senza pensarci. La butto un pò sull' esoterico ma l'idea sarebbe "far scorrere la musica attraverso di te", riuscire a produrla senza sforzo, soprattutto mentale.

E' a quel punto che riesci a dare un senso, un carattere, anche alla singola nota, o a fraseggi semplicissimi, che se suonati con troppo "cervello" restano due note in croce, banali, amatoriali, ma se eseguite con il piglio giusto diventano qualcosa che valga la pena di ascoltare.

Spero di non essermi espresso in maniera troppo confusa.

Non è una condizione sempre facile da ottenere e soprattutto da mantenere...E probabilmente sotto certi aspetti è la capacità di mantenere aperta questa "finestra" con costanza e affidabilità che fa la differenza, molto più del livello di tecnica, tra un bravo chitarrista e un grande chitarrista (tipo Jeff Beck).

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Purtroppo non ho avuto il tempo di leggere tutto il topic, quindi magari ti consiglio una cosa già detta; comunque sia, a me ha aiutato tantissimo studiare due cose:

1- la più banale, che probabilmente saprai già, ovvero la costruzione delle scale maggiori e minori (ovvero gli intervalli T T st TTT st per la maggiore, ecc...) e soprattutto l'armonizzazione degli accordi costruiti dentro la scala (primo grado maggiore, secondo minore, terzo minore, ecc...) . Da lì, imparare le diteggiature non a box ma in base ai gradi della scala (ovvero dov'è la tonica, dalla quale di conseguenza si ricava la posizione della terza minore o maggiore, della quinta giusta, ecc ecc ...) . Tutto questo ti aiuta inoltre anche a farti l'orecchio, così se sai ad esempio che se sei sopra un accorto maggiore puoi calare di un semitono sotto la tonica per andare sulla settima maggiore, eccetera.

2- suonicchiare il pianoforte! A me ha aperto la testa, lì non ci sono cazzi: per improvvisare devi sapere esattamente le tonalità, non ci puoi girare attorno. Inoltre, hai tutte le note stese di fronte a te, tutte con le stesse distanze, così inizi ad imparare le distanze degli intervalli, a capire meglio l'armonia e ad usare un pò di più la testa.

Ovviamente io suono di merda uguale, però magari a te aiuta :sorrisone: .

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

:sorrisone:io ho il problema di rientrare nella pentatonica ...cioè alle volte me pare de annà proprio alla cazzo de cane! :bam::fighetta:

ps...prova a bere molto prima di suonare. :TRyeh::fighetta:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Guest enox

:quoto:

sono sicuro che c'è questo sentimento, ma per farlo uscire devo (dobbiamo, chi si ritrova nelle mie parole) trovare il meccanismo giusto.

abbandonare gli schemi, i maledetti box della pentatonica e viaggiare su altre cose

io mi accontenterei di aggiungere schemi per cominciare il cammino.

cerco di spiegarmi meglio, prendendo ad esempio il classico blues in MI

mi piacerebbe sapere che se suono una certa scala diciamo (sparo cavolate, è solo per esemplificare) una pentatonica maggiore di RE ottengo un certo mood, una di LA un altro e così via, in modo da avere una specie di biblioteca di schemi che mi diano lo spunto per sentire un'altra sonorità mentre suono e che mi possano aiutare a far saltare quel blocco che mi limita alla posizione di LA- al settimo tasto, a quella di MI- al 12 e via via.

allora, questo potrebbe aiutare nell'immaginare altre sonorità, che al momento, per qualche motivo recondito motivo, nonostante tutta la musica sentita non vengono in mente.

è quello che diceva davide, mi pare.

non c'è memoria musicale, eppure siamo dotati di una memoria normale.

non c'è niente da fare.

sentiamo keith jarrett oppure gli E.S.T., pensiamo "cavolo ma senti questo passaggio che bello, ma se lo facessi anche io?" e poi, al momento di suonare, neanche a mazzate in testa

:deadhorse:

solito box, solita frasetta del primo tutorial di robben ford iniziato e mai finito 10 anni fa e buonanotte AL suonatore.

uff, spero di essere stato chiaro :popcorn:

Se non canti non suoni.......

Io come te ero convintissimo fino ad un paio di settimane fa di essere completamente stonato (ma uno che è stonato,per definizione non può suonare ...nessuno stumento.... ).poi un paio di settimane ho fatto la prima lezione di chitarra con un jazzman del Bresciano ed in quella occasione,gli ho espresso i miei dubbi,per risposta si è girato di spalle ha suonato un paio di licks e mi ha chiesto di ripeterli,senza pensarci ho messo le dita sulla tastiera della guitar e ho ripetuto....poi ne ha fatto un'altro e dopo due tentativi falliti (si era accesa la parte razionale della mia mente, geografia ...box ...ecc. )mi ha chiesto di intonarli con la voce .....L'Ho fatto,poi ho ripetuto con la guitar,ecco vedi mi dice,che non sei stonato ,Se non Canti non Suoni....

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Nel metodo di Robben Ford che preferisco si parla quasi esclusivamente di pentatoniche e c'è solo l'imbarazzo della scelta...altro che fraseggio limitato :sorrisone: ...non hai nemmeno bisogno dei modi, cambiando un accento cambia tutta la sonorità della pentatonica... Infatti ora per uscire da questa mia "empasse" studio un po del buon vecchio Robben che non fa mai male...

si, quel metodo non fa mai male.

potrei ricominciare da quello, è già in casa..

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

:sorrisone:io ho il problema di rientrare nella pentatonica ...cioè alle volte me pare de annà proprio alla cazzo de cane! :bam::fighetta:

ps...prova a bere molto prima di suonare. :TRyeh::fighetta:

seee, come no, io reggo poco, sembra di fare meraviglie ma quando ritorno sobrio è tutto da buttare :facepalm:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

E' a quel punto che riesci a dare un senso, un carattere, anche alla singola nota, o a fraseggi semplicissimi, che se suonati con troppo "cervello" restano due note in croce, banali, amatoriali, ma se eseguite con il piglio giusto diventano qualcosa che valga la pena di ascoltare.

Spero di non essermi espresso in maniera troppo confusa.

Non è una condizione sempre facile da ottenere e soprattutto da mantenere...E probabilmente sotto certi aspetti è la capacità di mantenere aperta questa "finestra" con costanza e affidabilità che fa la differenza, molto più del livello di tecnica, tra un bravo chitarrista e un grande chitarrista (tipo Jeff Beck).

ti sei espresso molto chiaramente. condivido assolutamente, l'esempio di jeff beck è perfetto

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

@ kernel 67

tutte le cose che dici tu mi mancano. sono una bestia ignorante. e certamente sono utili

@enox

io canto. non ho un bel timbro però canto. devo implementare questa cosa, evidentemente

@beppe

grazie della dritta, adesso vado a sbirciare il sito

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

ok, qual'è sto metodo di cui parlate? robben intendo

io ho cominciato con un libretto + cassetta (anzi, per essere più vintage, audiocassetta :smile: )

praticamente faceva un blues e poi sezionava ogni singola frase.

bello

poi playing the blues e anche blues and beyond.

ce ne sono altri, non ricordo tutti, ma questi due li ricordo come ottimi.

ero perso dietro ain't got nothing but the blues....

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

, sembra di fare meraviglie ma quando ritorno sobrio è tutto da buttare :facepalm:

è così per tutti! sul palco si va sobri, poi si festeggia

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

è così per tutti! sul palco si va sobri, poi si festeggia

beh, mica tutti.

un batterista con cui ho suonato festeggiava proima del concerto.

molto prima :facepalm:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti
Guest Re Mida

Qui risponde Robben :sorrisone:

Credo che dica tutto, in modo eccezionale. 5 note e basta, non è un esercizio fisico e va visto come un parlato. Grande Robben. Peccato che queste cose a lui escano meglio eh :lol:

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

You need to be a member in order to leave a comment

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×