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Ovviamente faccio riferimento solo a pedali che ho avuto modo di provare direttamente. A caldo mi verrebbe da indicarti il Banzai Fireball III, sostanzialmente un overdrive +boost con un selettore a tre posizioni per la quantità di compressione che molti anni fa ho usato sia con una Strato che con una PRS. Tornando al presente, ti direi di dare una chance al JHS The AT+.
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Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Questo intervento, per il quale non posso esimermi dal ringraziarti ulteriormente, è davvero interessante (non che gli altri non lo siano, intendiamoci!), foriero di molti spunti e in qualche modo molto puntuale nel riflettere la mia situazione, non solo in relazione alla musica. Per certi versi non mi risulta immediatamente agevole organizzarmi, anche mentalmente, a fronte dei tanti stimoli, ma azzardo un tentativo. In primis, direi che i rimandi ai percorsi di studio sono pienamente pertinenti: sono laureato in Lettere e insegno materie umanistiche, dall'Italiano all'area antropologica, alla scuola secondaria di primo grado. Non è mia intenzione vantare qualsivoglia titolo e non lo farei nemmeno, se ne avessi di livello accademico, oltre a quel pezzo di carta incorniciato nel salotto di casa; però trovo quanto meno curioso che quegli stessi meccanismi sottesi ai processi di apprendimento, che hai indicato e che sono per me pane quotidiano per la professione che svolgo (più che tale, una missione, una vocazione), non si traducano in fondamenti solidi nel mio approccio allo strumento, dal metodo alla regolarità, passando per la motivazione che, almeno in ambito didattico, rappresenta un elemento imprescindibile, soprattutto se sostenuta (perdonami questa allitterazione) da una figura educativa che sappia comprendere limiti e potenzialità di chi ha di fronte. Da tempo rifletto sull'eventualità di prendere lezioni, poi un concorso di contingenze e di fattori disparati, non ultima la mia cronica e proverbiale accidia, mi fanno recedere da questo buon proposito. Forse certi impedimenti sono di natura più pregiudiziale che non sostanziale, poiché, anche in riferimento alla mia scarsa vena manuale e manipolatoria (a volte mi sfiora l'idea di essere un poco disprassico), unita all'indolenza cui facevo cenno sopra, tendo ad arrendermi in partenza di fronte a quelle stesse difficoltà con lo strumento di cui sono consapevole e che dovrei superare. Anche sul versante teorico la tua analisi è calzante: vuoi per capacità intuitive, vuoi per una certa brillantezza che avevo e che ora forse è un po' appannata, praticamente non ho mai avuto difficoltà negli studi che, anzi, ho sempre affrontato in totale agio senza nemmeno, tendenzialmente, faticare chissà quanto. Ora non sento di possedere più quella vivacità intellettuale degli anni giovanili e universitari, tanto che a volte ho la percezione quasi fisica di ruggine che inficia i miei ingranaggi cerebrali e le mie sinapsi e la mia facoltà di comprensione è meno immediata. Con un paragone informatico, mi vedo come un computer dotato di un hard disk (nel mio caso anche Lard disk...) con ancora molto spazio a disposizione, ma con una Ram farraginosa e meno performante nel trattare i dati. Per fare un esempio, ricollegandomi anche qui a quanto hai scritto, circa tre anni fa ho conseguito la certificazione First in Inglese; a parte numerosi corsi di aggiornamento e formazione in ambito didattico e docimologico, era dai tempi dell'università che non mi cimentavo in uno studio strutturato e complesso. Alla fine ho raggiunto l'obiettivo, ma la fatica, più in termini di energia mentale che non di concreto impegno materiale, è stata molta. Con la testa e l'incoscienza dei vent'anni avrei avuto sicuramente vita più facile. A tale proposito mi spaventa l'idea di mettermi a studiare musica a questa età, perché non mi sento affidabile e abbastanza fresco. Forse perché in qualche maniera ho avvertito la musica come un qualcosa non dico di accessorio, ma più legato ad una sfera di totale disimpegno e di natura hobbistica, in passato, quando le energie erano più consistenti, non ho sentito l'esigenza (ma forse mancava una reale presa di coscienza) di impegnarmi anche nello studio dello strumento. Anche quando il gruppo ha cominciato a girare bene e in certi frangenti si è sfiorata la possibilità di fare il salto di qualità, il mio approccio alla chitarra è rimasto superficiale e approssimativo. A tale proposito, ricordo delle serate in cui mi è capitato di fare da gruppo spalla alla Bandabardò: il chitarrista solista, molto abile, veloce e tecnico con l'acustica, prima di ogni concerto si riscaldava per molto tempo, facendo esercizi, mentre io, che non ero nessuno, pensavo solo a cazzeggiare con una birra o un whisky, spesso entrambi, in mano. Ecco cosa intendo anche per assenza di metodo. Comunque, vorrei spendere due parole su un altro aspetto che hai evidenziato. L'idea di individuare degli obiettivi circoscritti sulla carta è molto valida ed è una strategia che io suggerisco sempre ai miei studenti, tuttavia mi resta difficoltoso riportarla alla mia esperienza musicale. Non saprei da dove cominciare: solfeggio, accordi, impostazione della mano destra, timing, pulizia, armonie, boh?! Per il resto, devo anche ammettere - e ciò è un po' confortante - di non essere del tutto digiuno di competenze musicali, soltanto, mi rendo conto che le mie qualità e il bagaglio costruito dalle mie esperienze hanno esaurito la loro carica propulsiva e che sono in fondo al piano inclinato: se voglio ripartire, occorre tutt'altra energia. Grazie!!! -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Hai preso lezioni o ti è bastato studiare metodi e manuali? -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Non so. Probabilmente se fossi "uno dei tanti", significherebbe aver raggiunto un livello tecnico e di pulizia dell'esecuzione quanto meno accettabile. Credo di essere arrivato ad un punto morto: giro e rigiro intorno alle stesse cose e in questo non riesco più a scorgere un lato originale ma solo un enorme limite. Suono poco anche per questo, probabilmente. -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Ringrazio tutti coloro che hanno speso delle belle parole e che mi hanno suggerito dei punti di vista con cui confrontarmi. Intendiamoci, quando dico che ho capito che non so suonare, non significa che non sappia fare nulla, che non riesca ad eseguire anche passaggi veloci o faccia cose banali in senso assoluto. Negli album che ho registrato con la vecchia band penso di aver fatto anche qualcosa di buono e a volte nemmeno troppo scontato, trovando a volte più difficoltà nel plettrare un semplice accordo che non nell'inventarmi un riff in tapping, solo per fare un esempio. Il punto è quindi un altro: mi manca il metodo, non ho consapevolezza né regolarità, sono approssimativo e praticamente, proprio per il mio profondo deficit teorico e mancanza di applicazione, mi sfuggono quelle che per tutti voi sono le basi, passaggi standard e conoscenze ovvie e scontate, senza considerare la sicurezza nei propri mezzi e la capacità di essere consapevoli di ciò che si fa. Ecco, quando sento suonare altri, e non necessariamente professionisti affermati, mi rendo conto di questo gap, non solo tecnico ma anche di preparazione. Bene o male so riconoscere le note sulla tastiera, ma non le varie scale; peggio ancora con gli accordi: l'aver suonato sempre come chitarrista solista, non mi ha fatto crescere nella ritmica, anzi, in questo senso sono addirittura involuto, tanto che a volte mi risulta più arduo suonare in modo pulito una sequenza di accordi che non delle frasi. Ecco, facendo un paragone con la lingua, a me praticamente manca la grammatica e quello che faccio, anche di interessante, non nasce da un background solido, ma è figlio del caso. Quanto all'approccio tecnologico, per me la chitarra è un po' come l'automobile: non ci capisco un cazzo! Non so cambiare una valvola, non so settare l'intonazione, regolare il ponte, le sellette e anche se ho modo di osservare chi lo fa e di ascoltare dritte e suggerimenti, mi resta praticamente impossibile replicarli in autonomia. Questa è un'altra fonte di frustrazione, perché sono conscio di suonare quasi sempre con uno strumento regolato male e che per questo non mi aiuta nemmeno a suonare meglio o come vorrei. Quando mi capita la fortuna di poter avere tra le mani strumenti di pregio o, quanto meno, ben regolati, anche se non nel modo adatto a me, sento la differenza. Tante volte penso che dovrei fare un reset totale e ripartire da zero, altrimenti l'alternativa è restare in questo limbo, in questo cul de sac. -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Un manuale, quindi, potrebbe andar bene? -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
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Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Come ho scritto sopra, non credo che per me ci siano le condizioni per intraprendere certi percorsi: età, impegni professionali e soprattutto domestici, possibilità economiche limitate. -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Quando mi riferisco alla mia incapacità manuale, non scherzo, davvero. -
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Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Per ragioni varie non credo che, avvicinandomi ai 50, avrei tempo e voglia di seguire un percorso simile, Comunque, chapeau! -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Anni fa ho provato a settare da solo la chitarra, seguendo i tutorial di Guitarmigi: esito a dir poco disastroso! -
Ah, io sono un docente e ti giuro che con la ormai famosa e famigerata didattica a distanza il lavoro mi si è decuplicato!
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Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Luca, If only you knew... La mia manualità è paragonabile a quella di un organismo privo di pollice opponibile. -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Quando provo a essere più blues o rock-oriented, mi scontro con l'evidenza che, a parte momenti di illuminazione o episodi privilegiati, il mio playing (che cialtrone che sono!) è figlio del chitarrismo di Steve Rothery dei Marillion. Ecco perché ancora oggi, nonostante dei passaggi in cui mi sono ribellato a certi cliché, quando suono non prescindo dal delay. -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Ahahahahah, nonostante abbia il 200, ti dirò che un pensierino a questo o al DD7 lo farei... Per il resto, come non quotarti, anche se l'idea del "vorrei ma non posso", applicato in primis alla preparazione tecnica e in seconda battuta alla strumentazione, in certi momenti mi crea frustrazione e mi induce a considerare l'abbandono di tutto... Quanto al vero scopo della vita, la strada è ancora lunga! -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
Auro replied to Auro's topic in 100Mhz: Radio Chitarre
Sono gobbissimo!!! -
Le confessioni di un chitarraio (riflessione semiseria)
un topic ha aggiunto Auro in 100Mhz: Radio Chitarre
Provo a mettere in ordine sparso delle conclusioni a cui sono giunto - e non da ora - sul mio rapporto con lo strumento. Probabilmente la quarantena, anzi, per me la quarantina a fronte dei kg ripresi, favorisce questa sorta di processo catartico volto a riconoscere come reali e ineluttabili dei pensieri latenti, a volte già sfiorati da una considerazione di natura sia cerebrale che emotiva, ma mai affrontati con la consapevolezza di diventarne davvero consapevoli (apparentemente sembra un gioco di parole, ma non lo è). Può capitare che nella vita un frangente anche insignificante o un episodio episodico (come sopra) fungano da catalizzatori e facciano emergere prepotentemente la realtà ("all'apparir del vero" scrisse un poeta). Sono un chitarraio. Ieri stavo strimpellando come se non ci fosse un domani (che sarebbe stato oggi, per la cronaca), quando in prima battuta ho pensato "ammazza che chitarra di merda". In diverse parti della tastiera frustate e ronzii come di vespe incazzate, corde durissime, cigolii, bending che a volume spento più che riprodurre note sembravano imitare il rollio e i rumori tipici di un galeone spagnolo. E qui la prima folgorazione sulla via di Damasco: la chitarra non è di merda, sono le mie mani a essere forgiate di tale sostanza, dalla quale, in questo caso non nascono nemmeno i fiori. Lo sapevo già, ma ne ho preso atto: non sono assolutamente capace di settare lo strumento. Solo la prospettiva del cambio delle corde, che eseguo anche a intervalli di anni (l'ultima volta è andata bene, solo dieci mesi), turba la serenità dei miei sonni. Tornando, tuttavia, allo strumento, devo altresì ammettere che non sia così speciale, se non fosse che è l'unico. Nell'arco della mia poco onorabile carriera di impostore della seicorde non ho avuto tante elettriche e mai più di due allo stesso tempo; tuttavia, tra le mie mani indegne mi sono capitati anche degli strumenti di buona fattura che, in un turbinio di scelte improvvide, ho via via abbandonato per poi ritrovarmi con l'attuale manico di scopa, rimettendoci anche, tra l'altro. E qui la seconda folgorazione: la mia gestione tecno-economica del gear (ah, il gear!) è stata quanto meno scellerata. A parte il discorso su chitarre e ampli, intorno ai quali, tutto sommato, non ho girato troppo, mi sono perso nel labirintico e compulsivo mondo delle scatolette, cambiandole più spesso che le mutande, e anche in questo caso, in un delirio di corsi e ricorsi, di miseria e nobiltà, perdendo soldi che avrei investito o sperperato meglio in altre cose. Gas, hype, mode, promesse di terre promesse, che suono, ah il distorsore liquido, il delay organico, maronna che pasta questo riverbero, senti che dinamica (ma che minchia è, alla fine?!), chi più ne ha più ne metta: il tutto per ritrovarmi a costruire parvenze di suoni che voglio credere di alta qualità e di bellezza eterea, ma che, anche qui all'apparir del vero, si rivelano per ciò che sono davvero, cioè simulacri di qualcosa di non raggiungibile senza mani, chitarra e ampli adeguato. Suoni di merda, in sintesi. Non solo. Mi sono anche reso conto che, anche nel momento in cui l'allora gruppo girava bene e lasciava presagire sviluppi interessanti, non compravo pedali per suonare, ma suonavo per comprarli, convicendomi anche di migliorare nell'esecuzione. E qui siamo alla terza e più importante folgorazione: non so suonare. Non so suonare. Da ragazzino ho preso qualche lezione di chitarra folk (allora si diceva così) da un tizio poi, ahimè, andato in esaurimento nervoso, per ritrovarmi ad accompagnare le celebrazioni di monsignore (perdonami, Ale, se ho mutuato una tua creazione); poi, ho comprato la prima chitarra elettrica ed è cominciata la farsa. Mai fatto un esercizio, mai provato una scala, mai il metronomo, mai curato l'impostazione del plettro, mai badato alla costruzione di accordi, mai sforzato di educarmi al timing, niente di niente. Forse per pietà, più probabilmente per incompetenza, la gente mi diceva che sarei diventato molto bravo. E io ho continuato imperterrito nella mia attitudine di fancazzista, ascoltando magari i grandi dello strumento (e nemmeno tanto, perché molti chitarristi famosi non li conoscevo o non li cagavo) e cercando di imitarli alla carlona, senza applicazione né dedizione. Ad un certo punto, per giustificare la mia imperizia con lo strumento, ho abbracciato il credo fasullo che si basa sul dogma altrettanto fasullo che sono meglio poche note suonate con trasporto che tante eseguite senza anima. Dentro di me, invece, rosicavo perché non ero in grado di suonare riff o lick veloci e soprattutto precisi. Ecco, la precisione: probabilmente non sono mai stato in grado di suonare esattamente la stessa cosa per due volte. A volte, anzi, quasi sempre, non so né come né perché riesca a suonare certi passaggi. Non parliamo, poi, della mia (in)capacità ritmica! Sono uno di quelli che si è buttato nelle produzioni originali, perché, a fronte della sua scarsa padronanza dello strumento, non sarebbe stato in grado di cimentarsi con le cover. Sì, mi è capitato spesso di suonarle, ma raramente sono riuscito ad avvicinarmici realmente o, addirittura, ho cambiato arrangiamento a mio uso e consumo. Mi riconosco un po' di orecchio e una buona capacità di analisi delle altrui performances (aver lavorato per molti anni con un service professionale mi ha aiutato o viceversa), ma le mie competenze si esauriscono qui. Il paradosso è che ho suonato spesso in giro, anche di fronte a un pubblico importante, e ho registrato album ed EP: la grande truffa del rock 'n roll... Nel tempo sicuramente ho imparato a fare nuove cose, ma parallelamente ho perso la capacità di farne altre, proprio per il mio deficit di preparazione tecnica e teorica e, why not, perché di fatto per me la chitarra non è fonte di vita come per molti e spesso giace a prendere polvere nel buio prima che mi decida a prenderla in mano: l'indolenza applicata alla musica. Da anni scrivo e a volte pontifico nei forum, ma chi sono io di fronte a gente che davvero sa suonare, che ha studiato, che sa come trattare uno strumento? Se ci fate caso, ho sempre scritto quasi esclusivamente nella sezione dei pedali, perché altrimenti avrei poco o nulla da dire o da dare (tralascio le mie fasi complottiste, le prese di posizione e le insensate diatribe per le quali ancora provo vergogna e di cui mi devo scusare con diversi tra voi). In verità, anche se apprezzo gli strumenti di pregio e mi piace ascoltare i bei suoni su circa il 99% delle questioni che vengono trattare qui dentro non ci capisco una mazza! Anche se potrei andare avanti, mi fermo qui. Vi chiederete quale possa essere il motore primo alla base di quanto ho appena scritto: desiderio di essere compatito o di sentirsi dire che non è vero? No, piuttosto vorrei candidarmi autorevolmente al 3d demmerda nell'anno del Signore 2020, andando ad arricchire il mio palmares... In realtà avevo bisogno di una sorta di sfogo e di togliermi anche una curiosità: citando un verso di Waters, "does anybody else in here feel the way I do?"- 43 replies
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Rinnovo la mia domanda. Come faccio a caricare una foto se ho a disposizione solo 0,11 MB?
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Io non riesco a caricare le foto: il sistema mi dice che ho a disposizione al massimo 0,11 MB.
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Ah, è vero, non ci avevo pensato!
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Il DD7 è un gran pedale!
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A differenza di alcuni di voi, a me non dispiace smontare e riassemblare la board, anzi, quasi mi diverto più così che non a suonare...
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Soltanto in un'occasione sono riuscito a concretizzare una mia fissa, quando, seppur per non troppo tempo, avevo allestito la board all-Boss. Non ho invece realizzato né la board monocromatica né quella totalmente policromatica, cazzu cazzu!
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Se le dimensioni del pedale sono una "condicio sine qua non", allora lo Xotic potrebbe fare al caso tuo. Un'alternativa economica potrebbe essere l'Xvive Golden Brownie: meno naturale dell'SL, più compresso e con più gain (infatti, se non ricordo male, mentre lo Xotic dovrebbe ispirarsi ai vecchi Marshall, il Golden dovrebbe avere come riferimento il JCM).