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Auro

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  1. Ci saluta anche Alan White, già turnista per Lennon ed Harrison e soprattutto membro storico degli Yes.

  2. Concordo e, sempre parlando di modulazioni senza controllo di livello, rilancio: mi irritano anche quei pedali che provocano un inopportuno incremento dell'output, come ad esempio il Voodoo Lab Analog Chorus, che ho comprato e rivenduto quattro volte.
  3. No, no, solo il quarto. Al primo posto c'è ancora il Boss DD20 con cinque esemplari.
  4. Ieri, a seguito di una proposta improvvisa e inattesa di scambio che ho accettato non perché ci fosse una reale e stringente motivazione, ma più sull'onda del dolce far niente di una domenica in spiaggia e soprattutto per ripagare alcune cortesie ricevute, mi sono ritrovato tra le mani il mio quarto Bogner Blue.
  5. Board molto bella!
  6. Grazie!!!
  7. Infatti, Davide cerca informazioni, proprio perché ha trovato prezzi molto differenti.
  8. Lorenzo (Guitarglory) usa questo sistema, che gli permette di avere tutto in una board molto contenuta con risultati decisamente validi. A logica, visto che al moemnto non ho riverbero, modulazioni né cab sim, sarebbe un setting ideale anche per le mie esigenze, se non fosse che suono pochissimo, non ho voglia di mettermi a passare tempo a preparare preset, ma soprattutto perché so in partenza che sfrutterei soltanto una infima parte delle potenzialità di una macchina come l'HX.
  9. Da soddisfatto fruitore dei suddetti pedali non posso che concordare! In questo momento ho tutta la sezione drive composta dai pedali di Davide: - Linedrive 2 per breakup, light od e booster; - L Dynamic, medium gain, orientato a suoni morbidi ed eleganti; - Poundcake 3, high gain Marshall style (il modello che ho io è in realtà una versione a due canali indipendente che uso rispettivamente per il crunch e per il lead). Il primo in catena è proprio il Linedrive che uso sia da solo che per boostare gli altri due e dare loro anche una risposta timbrica più aperta. Da antichitarraio quale sono ho sempre cercato degli escamotage per avere la parvenza di suonare meglio, in particolare per i lead che ho sempre voluto "liquidi" e fluidi, in soldoni ipercompressi per smussare le mie incapacità tecniche. Con i pedali di Dado, invece, non ho questa scappatoia, perché sono "veri". Per il resto, se dovessi fare la lista dei drive che negli anni ho apprezzato, farei fatica ad essere sintetico, perché sono molti e, soprattutto, sottesi a periodi, approcci e gusti che nel tempo possono essere cambiati.
  10. Il mio amico ha parlato di un modello della "primissima" serie.
  11. Purtroppo non ho avuto altre informazioni.
  12. Ahahahah, mi ritrovo anch'io in queste parole! Tornando al chorus Arion, ricordo di averlo pagato 115.000 lire, nel 1989, cifra decisamente importante per me diciassettenne dell'epoca. Impiegai qualche mese per raccogliere la quota necessaria ad acquistarlo. I pedali Boss erano per me inarrivabili. L'anno successivo, risparmiando sulle paghette e dando indietro i pedali che avevo (un equalizzatore DOD, un distorsore Washburn DX9 e lo stesso Arion), avrei invece preso per circa 700.000 lire il mio primo multieffetto, uno Yamaha FX500, mentre alcuni miei amici, avendo più disponibilità economica, si erano fiondati sul Boss ME5, un must del tempo. Comunque, a mio avviso, per i ritardi, i riverberi e le modulazioni lo Yamaha per me era superiore, perché questi effetti erano mutuati dai rack della serie SPX. A proposito di chorus, ricordo con piacere l'algoritmo chiamato Symphonic.
  13. Altre opinioni?
  14. Mi prendo licenza di fare un rilievo: l'Arion del video è il modello SCH-Z, successore del modello degli anni '80 SCH-1. Quest'ultimo è stato il secondo chorus che ho comprato nella mia carriera di consumatore di stomp. Era l'anno 1989. Molti anni dopo sulla scia dell'ottimo ricordo che ne avevo ho comprato anche l'SCH-Z che, a mio avviso, era inferiore al primo, per quanto comunque buono. L'SCH-1 mi è sembrato più aperto e più incline a lavorare bene anche su un suono saturo. Comunque, restando in casa Arion, ho trovato molto bello anche l'SFC, il Fat Chorus, modulazione veramente "grassa" come suggerito dal suo nome.
  15. Chorus molto valido. Ne ho provato uno anni fa. Al tempo non lo presi, perché avevo già il Retrosonic.
  16. Per un breve periodo ho avuto anch'io un Diamond Halo. In quel frangente utilizzavo una testata Marshall JVM pilotata via midi da uno switcher Vinteck TB5 alla quale erano collegati alcuni pedali, tra cui proprio l'Halo. Sfruttando il midi, la TB5 e gli input e output separati dell'Halo, avevo inserito la sezione phase prima dell'input dell'ampli, mentre il chorus era collegato in send/return dopo il pre della testata. In pratica era come avere a disposizione due effetti in uno che potevo attivare insieme o singolarmente programmando i preset della Vinteck. L'unico limite era che le regolazioni di phaser e chorus erano per forza le stesse. Nella stessa pedaliera, utilizzando sempre le possibilità di programmazione e il sistema a 4 cavi avevo anche un Time Factor, un compressore e, se non erro, un paio di overdrive. Come sistema non era male, ma è durato poco, perché dopo aver sentito la testata Hiwatt del Messia ad un raduno, ho venduto praticamente tutto e sono tornato alla monocanale con tutti i pedali in front.
  17. Quale potrebbe essere una valutazione onesta e adeguata per una Squier JV '57 made in Japan prima versione mint conditions? Chiedo per un carissimo.amico.
  18. Ho avuto tre Dice Works, uno dei quali modello "Finale". Quest'ultimo è stato quello che ho pagato di più, ma, se non ricordo male, sono rimasto sempre ben sotto i 200 euro.
  19. Ti prego: se puoi, modifica il titolo del 3d, correggendo quel "c'ho"!
  20. Uno dei miei pedali preferiti di sempre, tanto che in board me ne sono passati tre. Con la Strato lo trovavo eccellente come breakup o comunque a gain basso. Peccato per la sezione booster per me praticamente inutile.
  21. Aggiungo il JHS The AT+, il pedale di gain che è rimasto più tempo con me.
  22. Il discorso è complesso, sotteso a millemila fattori, a suggestioni, alle contingenze temporali e a necessità, vere o solo percepite, differenti. Con molti pedali ho costruito un sistema di relazioni, più di natura emotiva che non logistica, che definirei bipolare o schizofrenico, spesso dal "mai più senza" e "questo pedale è per sempre" all'addio improvviso e immotivato senza passare dal via. Con molti pedali, quindi,, sono stato anche più che recidivo, con altri ho vissuto amori travolgenti ma fugaci, verso altri ancora serbo ricordi che sanno di tenerezza e innocente affetto. Ciò premesso, mi limito ad indicarne alcuni per me paradigmatici in riferimento a quanto sopra esposto, senza specificare nulla né indulgendo a criteri tassonomici o tanto meno gerarchici. - Hartman flanger - Boss DD20 - Retrosonic chorus - Bogner Red - Bogner blue - Dice Works Muff Diver - Diamond Compressor - Voodoo Lab Analog Chorus - Burn Fx Linedrive 2 - Emma Reezafratzitz v1 - Wampler Plexidrive
  23. Questo nuovo Replica non si può guardare.
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