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*juanka78*

La rivoluzione copernicana del mio home studio

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Premessa


Apro questo 3D per parlarvi della rivoluzione recentemente avvenuta nel mio modo di registrare la chitarra all’interno del mio home studio. Chi mi segue saprà benissimo che ormai da diverso tempo mi ero incamminato per la via, sempre più battuta, degli impulsi di cassa e delle load box reattive: è un percorso che non rinnego assolutamente, che mi ha fatto imparare molte cose e che mi ha dato buonissimi risultati. Tuttora credo sia il metodo migliore per suonare e registrare in casa propria quando il livello massimo consentito di decibel si avvicina allo zero…però è inutile negarlo, non è un metodo esente da difetti e in questi anni di “frequentazione” non ho potuto fare a meno di notare i più vistosi, riassumibili a mio avviso in questo modo:
1)    Gli IR fanno un ottimo lavoro nell’emulare l’EQ tipica di quella determinata cassa o di quel determinato cono ma l’aspetto dinamico, quel senso di immediatezza, di aria che si muove…beh, da quel punto di vista gli IR a mio avviso non centrano ancora l’obiettivo al 100%;
2)    Forse proprio a causa di quanto detto sopra gli IR tendono a mio avviso ad appiattire le differenze, nel senso che noto molta più diversità fra i miei ampli quando li attacco ad una cassa vera piuttosto che quando li sento processati tramite IR. Stesso discorso per le chitarre;
3)    Gli IR sono spesso estenuanti dal punto di vista della ricerca sonora, nel senso che le opzioni sono quasi sempre talmente tante da gettare l’ignaro chitarrista, che in fondo è un essere semplice, direi quasi primitivo, nello sconforto più assoluto.
Consapevole dei pregi ma anche dei difetti appena elencati, la mia mente si è sempre mantenuta aperta e curiosa nei confronti delle possibili alternative, vecchie o nuove che fossero: si può tranquillamente dire che io le abbia provate tutte, dalla microfonazione tradizionale a volumi infimi, agli attenuatori di potenza, passando per software di emulazione, macchine digitali stand alone, cab sim analogici e chi più ne ha più ne metta. Solo una via ancora mi mancava, una via che mi aveva sempre incuriosito ma di cui avevo letto recensioni per lo più negative, quella delle famigerate isocab/isobox. 


Isocab/isobox


Per chi non lo sapesse (qua credo nessuno, ma meglio specificare) per isocab si intende una cassa, generalmente dotata di un solo cono, costruita in modo da permetterne la “chiusura” attraverso vari sistemi e “attrezzata” per consentire la microfonatura interna, in modo che il suono fuoriesca all’esterno solo in minima parte ma venga ben ripreso all’interno; l’isobox invece è un vero e proprio contenitore insonorizzante all’interno del quale inserire la propria cassa e i propri microfoni. Al di là delle sottigliezze il difetto imputato a questi sistemi è sempre stato lo stesso: il suono “boxy”, inscatolato, da radiolina, causato da quei complessissimi fenomeni acustici che si manifestano inevitabilmente quando inondiamo di onde sonore belle possenti una spazio molto piccolo. E’ mia opinione che il parziale insuccesso di questi “apparecchi” sia stato causato fondamentalmente dall’incapacità dei costruttori di affrontare e risolvere per  tempo i problemi che affliggevano le prime isocab/isobox, tutte molto "rudimentali"…e quando qualcuno si è messo a farlo seriamente…beh, i buoi erano già scappati, per citare un noto proverbio. Questa premessa era necessaria per spiegare come le recenti isocab di ultima generazione (Grossmann, Rivera, Box of Doom), pur suscitando interesse e riscuotendo un discreto successo, non abbiano in definitiva "sfondato" come ci si sarebbe aspettato e come avrebbero secondo me fatto se fossero uscite anche solo 7/8 anni prima, ossia prima che quasi tutti si incamminassero lungo la via del digitale, totale o parziale che sia.


Arriviamo ad oggi: SG-Box


Qualche settimana fa mi capita una superoccasione per la SG-Box di Grossmann, una delle isocab di cui sopra, inutile dire che non ho saputo resistere.  Il Sig. Stephan Grossmann non è uno sprovveduto e, prima di mettere in commercio l’isobox che porta il suo nome, si è preso la briga di analizzare per  filo e per segno cosa succede all’interno di essa,  in modo da minimizzare le risonanze indesiderate, gli effetti di notch filter e in generale tutti quei fenomeni che stravolgono la naturale equalizzazione di un suono che non ha modo di propagarsi in uno spazio ampio, come normalmente dovrebbe essere. In buona sostanza la SG-Box è composta da 2 “cubi” di egual misura, in uno (quello a contatto con il pavimento) è alloggiato il cono mentre l’altro serve semplicemente da coperchio. Le dimensioni sono contenute e, cosa rara per un apparecchio di questo tipo, l’estetica non è assolutamente un pugno nell’occhio, tanto che la SG-Box (ordinabile nera, bianca, effetto legno e addirittura reliccata) potrebbe tranquillamente passare per una sorta di stravagante mobiletto multifunzione e quindi mimetizzarsi in un eventuale salotto senza attirare particolarmente l’attenzione su di sé. Chiaramente entrambi i “cubi” sono abbondantemente rivestiti di materiale isolante e il cubo inferiore è dotato di piedini in grado di disaccoppiare la cassa dal pavimento. La struttura portante è fatta di un mdf decisamente spesso e il peso totale si aggira infatti sui 30 kg: sollevare anche il solo coperchio si rivela un’esperienza decisamente tonificante. Nella parte superiore del coperchio sono collocati una serie di “assorbitori di frequenze” che hanno la funzione di evitare il boost sui 400hz tipico di apparecchi di questo tipo e principale responsabile dell’effetto “radiolina”. Inoltre nel manuale allegato il Sig. Grossmann spiega nel dettaglio quali interventi fare sull’equalizzazione per minimizzare ancora di più gli effetti negativi dati dallo spazio ristretto. Funzionalmente la SG-Box è veramente ben studiata, 2 (o 3, nella versione custom) staffe metalliche preforate permettono l’alloggiamento fermo e preciso dei nostri microfoni ma il vero colpo di genio sta nel sistema di montaggio del cono: i fermi che bloccano il cono sono facilmente svitabili tramite delle rondelline apposite e anche il collegamento elettrico del cono stesso è veramente semplicissimo grazie ad un set di cavetti che rendono di fatto non necessarie le saldature. Risultato: in circa 60 secondi netti è possibile cambiare il cono montato nella cassa. I collegamenti per i cavi chiaramente sono tutti “preimpostati” e comodamente alloggiati all’interno, esternamente troviamo 2 (o 3, nella versione custom) prese per i cavi dei microfoni e 1 jack per il cavo di potenza.


Le questioni chiave


La SG-Box permette un abbattimento medio del volume pari a circa 30db: potrebbero sembrare pochi ad occhi (o forse sarebbe meglio dire orecchie) inesperti ma posso assicurare che sono più che sufficienti per spingere l’ampli fino al livello in cui lo si terrebbe normalmente in una sala prove senza rompere le scatole a nessuno. Mi pare un bel risultato, no? Di sicuro è un livello sufficiente per  far muovere bene il cono, il che significa che i nostri microfoni riprenderanno un suono bello vivo, vibrante, punchy come direbbero gli americani. Per chi volesse proprio esagerare o avesse un ampli che suona bene solo sparato a volumi da manicomio è disponibile anche un flight case all’interno del quale mettere la cassa, con un conseguente ulteriore abbattimento di circa 10 db. Ottimo. Come suona tutto ciò? Sinceramente ricordo benissimo la faccia che ho fatto la prima volta che ho provato a microfonare una cassa, in quel momento la realtà dei fatti mi ha investito tipo pugno dritto in mezzo agli occhi: lì ho capito per la prima volta che i microfoni non sono strumenti “neutri” come pensavo fossero ma che anzi, il loro “carattere”, il loro posizionamento e (come ho scoperto più tardi) anche il preamp a cui vengono collegati sono tutti fattori determinanti per il suono finale, determinanti almeno quanto l’ampli stesso. Microfonare bene un ampli è tutt’altro che semplice, chi ha provato a cimentarsi in quest’arte lo sa bene…eppure non ho avuto quasi nessuna difficoltà ad ottenere fin da subito suoni per me molto soddisfacenti con la Grossmann, cosa che devo dire non mi aspettavo affatto. Posizionando i miei 2 mic (un Sennheiser  E906 ed un Cascade Fathead 2) in modo tradizionale (il ribbon al centro, il dinamico più verso il bordo del cono, entrambi a circa 2/3 cm dal cono)  non ho avuto praticamente nessuna difficoltà a tirare fuori suoni di mio gradimento anche usando i preamp interni della mia scheda audio (una Audient ID22)…poi vabè, come potete immaginare mi sono fatto ingolosire e ho ben presto dotato il mio home studio di 2 preamp decenti (un Golden Age Premier Preq-73 e un Warm Audio WA12-mkii), andando chiaramente a migliorare ulteriormente la situazione, ma posso dire con certezza che anche usando solo l’ID22 il livello di soddisfazione è stato da subito alto. 


Qualche accortezza


Come con tutte le cose bisogna avere l’accortezza di utilizzare quei 2 o 3 semplici accorgimenti che rendono la vita più facile e che permettono di ottenere risultati soddisfacenti più velocemente.
1)    Le moderne isocab attenuano significativamente il volume percepito all’esterno ma non fanno miracoli, inoltre più la pressione sonora sale più si verificano i fenomeni acustici di cui sopra, ergo…a mio avviso è opportuno non eccedere col volume, gli ampli solitamente (forse quelli vintage senza master meriterebbero un discorso a parte) suonano bene anche senza metter il master a 10, anzi molto spesso suonano meglio senza metter il master a 10, sfatiamolo questo mito;
2)    La distanza a cui posizionate il microfono (o i microfoni) deve essere moderata, la tecnica che rende meglio con questi apparecchi è quella del close miking, più ci allontaniamo dal cono e più dobbiamo far fronte ad alterazioni dell’EQ date dall’ambiente;
3)    Il tipo di microfono che usate è importante, così come lo è il pattern che il vostro microfono utilizza: i mic più indicati sono quelli dinamici con pattern cardiode, tipo i classici Shure SM57, Sennheiser E906 e similari. Attenzione, nulla vieta di usare mic a condensatore o a nastro e sperimentare con pattern diversi, io lo faccio, adoro i ribbon e la resa è ottima, però bisogna avere qualche attenzione in più nel posizionamento e nel settaggio del volume dell’ampli, dato che questi mic sono in genere più “delicati” di quelli dinamici;
4)    Il posizionamento della cassa è anch’esso importante, non tanto per quello che registrate quanto per il monitoraggio. Ho letto di gente che consigliava addirittura il posizionamento in un’altra stanza e cose simili: lo dico subito, è una misura esagerata e assolutamente non necessaria se seguite il primo consiglio della lista di cui sopra. Detto questo, è decisamente meglio non posizionare l’isobox troppo vicino alla vostra postazione di ascolto, sia perché il suono residuo che esce all’esterno disturberebbe il monitoraggio tramite cuffie o monitor, sia perché la vicinanza eccessiva della cassa alle altre apparecchiature elettriche non è consigliabile se si vogliono minimizzare rumori indesiderati. Io tengo la Grossmann a circa 2.5/3 metri dalla mia postazione di ascolto e non ho nessun problema.


Conclusioni    


In cosa i suoni che ottengo ora sono migliori? A mio avviso da tutti i punti di vista. Prima di tutto suonano più…”naturali”, più veri…perché SONO veri. Gli IR hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, questo è innegabile, però c’è sempre quel “quid” che manca, quella sensazione di naturalezza, di aria che si muove, di botta…e poi quelle alte troppo frizzantine che devi sempre starci attento perché quel “sentore” di digitale tende sempre a venire un po’ fuori. Tutto il contrario con la Grossmann: botta tanta, forse pure troppa se non prendi le dovute precauzioni, alte sempre dolci, mai fastidiose, dinamica a mille, tutto molto facile…insomma, l’honeymoon penso di averla superata (ce l’ho da un mese e mezzo) ma non tornerei mai indietro sinceramente. Visto e considerato quello che si dice delle rivali più agguerrite (Box of Doom e Rivera Silent Sister) direi che è ufficiale: le moderne isocab sono arrivate ad un livello veramente alto, risolvendo i problemi che le affliggevano in passato e offrendo ai chitarristi la possibilità di registrare (attrezzatura permettendo) suoni professionali comodamente seduti nel proprio home studio. E’ arrivato il momento di prenderne atto.
 

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Intanto ti ringrazio per il contributo interessantissimo e per il modo analitico, e al tempo stesso semplice, con cui hai speigato tutto.

 

Siamo in parte colleghi perchè pure io ho la Audient ID22.

E lo siamo doppiamente perchè io ho fatto il tuo stesso percoso. Nell'ordine: ampli microfonato, loadbox reattiva + IR caricati su PC, fino ad arrivare ad oggi in cui uso Torpedo LeClean + Torpedo CAB.

 

Condivido in linea di massima le tue impressioni.

Microfonare un ampli non è affatto banale, ci vogliono i microfoni giusti, studiare il loro posizionamento in funzione del risultato che vogliamo ottenere, 1 da solo spesso non basta, infatti pure io al classico SM57 ho affiancato un ribbon e un condensatore. Il problema del volume neanche te lo cito, perchè l'origine dei nostri mali nasce da lì.

La loadbox e gli IR tendono a digitalizzare un po' il suono, a renderlo frizzantino e artefatto in alto, e dopo aver speso migliaia di euro tra pedali boutique e testate valvolari, è davvero un peccato sbriciolare il tuo suono dentro una loadbox fino a farlo diventare paragonabile al suono di un POD.

 

Non sono molto d'accordo sul punto 2.
 

Cita

 

2)  Forse proprio a causa di quanto detto sopra gli IR tendono a mio avviso ad appiattire le differenze, nel senso che noto molta più diversità fra i miei ampli quando li attacco ad una cassa vera piuttosto che quando li sento processati tramite IR. Stesso discorso per le chitarre;

 

 

perchè per quello che è la mia esperienza, non è l'IR in sè ad appiattire le differenze tra chitarre o tra ampli, ma la loadbox. Dico questo per 2 motivi_

Passando al Torpedo LeClean+Torpedo CAB il suono risulta essere migliorato notevolmente, e adesso rispetta la timbrica sia della chitarra che dei pedali (non parlo di testata perchè ovviamente al Torpedo CAB non ci puoi collegare una testata)

E poi perchè se hai pazienza e orecchio fino per ascoltare le demo di una loadbox, anche di buon livello tipo Suhr Reactive Load o Rivera RockCrusher (quella che avevo io), dopo un po' ti rendi conto che una Plexi, una TwoRock, una Friedman, una Orange, una Suhr, suonano tutte uguali praticamente. Ottieni sempre il medesimo suono anche usando 10 testate diverse.

E' la loadbox ad essere un rullo compressore del suono, non l'IR in sè.

 

L'idea che mi sono fatto è che amplificare a piena potenza un segnale audio, strozzarlo dentro una loadbox e poi digitalizzarlo sotto forma di IR, offre un risultato peggiore rispetto all'amplificarlo fino a livello di segnale di linea e poi digitalizzarlo tramite IR. La loadbox, in fondo, non fa altro che scaricare tutta l'energia dell'ampli dentro un circuito formato da resistenze, condensatori e induttanze simulando la cassa. Ma è pure sempre una simulazione. La riproduzione del comportamento di uno speaker per chitarra tramite componenti discreti saldati su PCB. Ed è lì che secondo me si perdono molte informazioni e si introducono artefatti.

 

Ti posto questo video per farti capire come l'IR, se davanti vede solo uno stadio di preamplificazione , è ultrarealistico, dinamico e rispettoso del timbro dei pedali.

 

 

Poi c'è da dire che molto lo fa anche il tipo di IR, e cercare dei buoni IR a pagamento (io sto usando i Celestion Plus ufficiali, ma parlano bene anche dei Choptones) è fondamentale se si vuole ottenere il massimo da queste macchine. Ho fatto un ulteriore salto in avanti abbandonando gli IR caricati di default sul CAB e usando i Celestion.

Da non trascuare il riverbero. Pur avendo acceso il riverbero interno del Torpedo CAB, le tracce di chitarra mancano sempre di un po' di profondità, sono troppo dirette, secche, sparate in faccia, per questo aggiungo sempre un tocco di riverbero in post-produzione (il punto 1. da te citato all'inizio). Per dare più tridimensionalità al tutto.

Infine anche lo stadio di preamplificazione potrebbe avere un suo ruolo, infatti tra oggi e domani conto di provare 5 o 6 valvole diverse sul mio pre a pedale, dalle Sovtek, alle GT, fino a una Mullard CV4004. E non solo 12AX7, ma anche 12AU7 e 12AT7. Per capire se si può ottenere quella virgola in più cambiando solo una valvolina. Quella virgola che spesso è la discriminante tra tenere e rivendere.

 

Il vantaggio di una soluzione del genere è il poter continuare a usare i tuoi pedali, di cui a volte non esiste l'equivalente digitale (pensa ad esempio al Binson o a certi fuzz o al Mistress), e di tenere tutto nello spazio di una pedalboard o di una scrivania. Niente cavi in giro per casa, niente ingombri aggiuntivi.

 

 

Prima di passare al Torpedo CAB avevo valutato anche la iso-cab, in particolare la Rivera Silent Sister. Quello che mi ha scoraggiato non è stato il peso, il costo o problemi di comb-filtering, che se la cassa è ben progettata e i microfoni ben posizionati, si possono ridurre o eliminare del tutto. Quello che mi ha scoraggiato è stato l'ingombro, ben superiore a quello di una 112. E' un vero e proprio mobiletto, e non avendo io una sala dedicata alla musica ma suonando in camera, avevo grosse, grossissime difficoltà a ospitarlo.

Avere uno speaker reale è sicuramente meglio di avere uno speaker virtuale, ma quando sei a corto di spazio non hai molte alternative...

 

Ultimamente, nell'ottica di una semplfiicazione ulteriore e di una maggiore compattezza, sto vagliando i digitali avanzati, in particolare Fractal e Kemper, ma prima di cambiare voglio spremere a fondo ciò che possiedo.

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Gianca, bel thread dettagliato, bravo... posta qualche clippina registrata come quelle che mi hai mandato, alcune secondo me rendevano benissimo (però spegni il compressore :lol:)

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Punto di vista molto interessante, il tuo. Ho provato a fare qualcosa di simile a quello che fai tu usando il Revival Drive collegato direttamente nella scheda ma i risultati, probabilmente per colpa mia, mi hanno sinceramente deluso. Preferisco il suono classico load box + IR. Sul fatto che possa essere la load box l’anello debole direi che non saprei dire, non ho elementi per affermare con assoluta certezza il contrario ma la mia esperienza personale mi porta ad escluderlo: quella sensazione di appiattimento l’ho provata ogni qual volta io abbia provato a digitalizzare qualche fase del processo, col Kemper ad esempio l’appiattimento era massimo. E poi quanto dici riporta ad uno dei punti di forza delle isocab: quanta fatica. Da quando uso la Grossmann è tutto così semplice.

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1 minuto fa, *juanka78* dice:

Punto di vista molto interessante, il tuo. Ho provato a fare qualcosa di simile a quello che fai tu usando il Revival Drive collegato direttamente nella scheda ma i risultati, probabilmente per colpa mia, mi hanno sinceramente deluso. Preferisco il suono classico load box + IR. Sul fatto che possa essere la load box l’anello debole direi che non saprei dire, non ho elementi per affermare con assoluta certezza il contrario ma la mia esperienza personale mi porta ad escluderlo: quella sensazione di appiattimento l’ho provata ogni qual volta io abbia provato a digitalizzare qualche fase del processo, col Kemper ad esempio l’appiattimento era massimo. E poi quanto dici riporta ad uno dei punti di forza delle isocab: quanta fatica. Da quando uso la Grossmann è tutto così semplice.

 

Il Revival Drive è un vero e proprio overdrive.

I risultati migliori si ottengono con i preamplificatori a pedale, o al massimo con un booster (ho provato col FatBoost della Fulltone e in certi contesti suona anche meglio del LeClean).

 

Un aspetto che meriterebbe di essere indagato meglio riguarda l'abbinamento testata-loadbox. La mia esperienza con la Rivera Mini RockCrusher è stata tremenda, infatti l'ho restituita entro i 30 giorni previsti senza perderci 1 euro, ma c'è chi con la stessa loadbox si trovava benissimo tanto da diventare parte integrante del suo setup live. La differenza tra me e loro? L'ampli a cui la collegavano.

Oppure, altro sospetto, l'orecchio e le pretese del singolo. Se fai metal ignorante e i tuoi suoni di riferimenti sono quelli di Pantera, Slayer, Metallica, Anthrax, Megadeth, probabile che trovi entusiasmanti anche quei suoni lì

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Però aspetta: la Mini Rockcruscher non è una loadbox reattiva, la Rockcrusher normale lo è...ma onestamente non una delle migliori: rispetto alla Fryette che uso ora c’è un abisso a mio modo di vedere.

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1 hour ago, guitarGlory said:

Gianca, bel thread dettagliato, bravo... posta qualche clippina registrata come quelle che mi hai mandato, alcune secondo me rendevano benissimo (però spegni il compressore :lol:)

 

Ecco qua 3 suoni fatti assolutamente al volo, cambiando solo la testata e i pedali accesi:

 

https://www.dropbox.com/s/htz2syy2i814uc3/praticasgbox1.wav?dl=0

 

https://www.dropbox.com/s/ecd3kslakuzv30m/praticasgbox2.wav?dl=0

 

https://www.dropbox.com/s/6sbqw7kfvr4vbdb/praticasgbox3.wav?dl=0

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Ci terrei a rimarcare il fatto che questi non sono suoni studiati, non sono stato lì a spostare i mic, settare al meglio i pre ecc. ecc., sono suoni ottenuti in 3 minuti netti, senza fatica, senza impazzire.

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Sentite le clip, 3 suoni credibilissimi, naturali, senza artefatti... belli belli Gianca, bravo 😍

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6 minutes ago, guitarGlory said:

P.S. inutile ti dica qual è il mio preferito dei tre, vero? :lol:

 

Mah, azzarderei l’unico senza comp acceso, che poi guarda caso è quello dove ho usato la tua testa😂😂😂

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12 minutes ago, guitarGlory said:

Sentite le clip, 3 suoni credibilissimi, naturali, senza artefatti... belli belli Gianca, bravo 😍

 

Quello più penalizzato è il clean, perché l’M65 (che ho usato per tutte le clip) non è decisamente un cono da clean. Aspetto di trovare un bel Gold usato e poi ne riparliamo😁

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2 minuti fa, *juanka78* dice:

 

Mah, azzarderei l’unico senza comp acceso, che poi guarda caso è quello dove ho usato la tua testa😂😂😂

 

Appunto :sorrisone:

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21 ore fa, *juanka78* dice:

Però aspetta: la Mini Rockcruscher non è una loadbox reattiva, la Rockcrusher normale lo è...ma onestamente non una delle migliori: rispetto alla Fryette che uso ora c’è un abisso a mio modo di vedere.

 

Accidenti, hai ragione.

Ero convintissimo che fosse una loadbox reattiva perchè sul sito Rivera la pubblicizzano così

https://www.rivera.com/product/attenuators-cab-sims/mini-rockcrusher-recording/

 

Qui lo stesso Paul Rivera (8:41) spiega che più che una loadbox reattiva, si tratta di un simulatore di cassa e che ha una funzione leggermente diversa rispetto alla Rock Crusher

 

In effetti quello che mi aveva affascinato di questa unità erano le 6 simulazioni di cassa onboard che offriva, senza la necessità di sbattermi vari al PC tra IR e plugin vari. A distanza di 2 anni ho scoperto di aver comprato tutt'altro rispetto a quanto pensavo...benissimo!! :facepalm:

 

Ero indeciso tra questa e il Suhr Reactive Load, ma alla fine ho preferito risparmiare un centone e andare di Rivera.

Da qualche tempo è uscito il SRL IR, che sfiora i 700€ e offre 16 IR precaricati, oltre alla possibilità di aggiungere IR di terze parti

https://www.suhr.com/electronics/tone-tools/reactive-load-ir/

https://www.thomann.de/it/suhr_reactive_load_ir.htm

 

Tornando indietro gli darei una chance, ma visto che ormai mi sono attrezzato con preamp a pedale + Torpedo CAB, penso che per un altro po' rimarrò su questa stada.

in futuro, chissà....

 

 

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Beh, se ne hai modo in futuro tu consiglio di provare una load Box reattiva tipo Suhr o Fryette, potresti cambiare idea su questa tecnologia.

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Sicuramente è una strada che vale la pena percorrere, ma come vale la pena percorrere pure la strada della isocab. I suoni di questa Grossman mi sono piaciuti un sacco.

Ma mentre nel primo caso è solo una questione di money, nel secondo è una questione di money e di spazio. Trovare quei 50x50 cm per piazzarci questo mobiletto non è semplice.

Dovrei buttare fuori un armadio o una libreria dalla mia camera.

Cose di là da venire....

 

Al momento mi sto trovando tutto sommato bene col Torpedo CAB e voglio spremerlo al 101%. Oltre al cambio valvole sul LeClean, sto valutando un altro preamp valvolare a pedale perchè lo stadio di preamplificazione ha il suo peso al pari dell'IR utilizzato. E' come cambiare testata.

Ci sono 2-3 preamp Kingsley che mi piacciono molto tipo Page, Squire, Maiden che starebbero bene accanto al Torpedo...

 

 

...ma anche questo che è un Fender Twin a pedale e ha addirittura la simulazione di cassa integrata tramite IR, rendendo di fatto superfluo qualunque simulatore di cassa esterno.

 

 

 

 

 

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4 hours ago, PinkFlesh said:

Sicuramente è una strada che vale la pena percorrere, ma come vale la pena percorrere pure la strada della isocab. I suoni di questa Grossman mi sono piaciuti un sacco.

Ma mentre nel primo caso è solo una questione di money, nel secondo è una questione di money e di spazio. Trovare quei 50x50 cm per piazzarci questo mobiletto non è semplice.

Dovrei buttare fuori un armadio o una libreria dalla mia camera.

Cose di là da venire....

 

Al momento mi sto trovando tutto sommato bene col Torpedo CAB e voglio spremerlo al 101%. Oltre al cambio valvole sul LeClean, sto valutando un altro preamp valvolare a pedale perchè lo stadio di preamplificazione ha il suo peso al pari dell'IR utilizzato. E' come cambiare testata.

Ci sono 2-3 preamp Kingsley che mi piacciono molto tipo Page, Squire, Maiden che starebbero bene accanto al Torpedo...

 

 

...ma anche questo che è un Fender Twin a pedale e ha addirittura la simulazione di cassa integrata tramite IR, rendendo di fatto superfluo qualunque simulatore di cassa esterno.

 

 

 

 

 

 

I suoni del primo video non sono niente male, quelli del secondo insomma.

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Lunga vita alle isobox, l'unico modo di tirare al massimo l'ampli in casa e godere nel frattempo.  

Tutto il resto non funziona, inutile buttare ancora soldi.

E se si riesce con loadbox+IR+Eq e plugins vari in daw, bisogna studiare e spendere troppo per ottenere un suono che ti faccia esultare un minimo. 

 

Anch'io ero convinto che andasse spostata di stanza, invece l'audio dei monitor copre totalmente quel poco di suoni e rimbombi che fuoriescono dalla isobox. Se si usano le cuffie neanche a parlarne, coprono anche te che suoni (il suono delle corde). 

E non si parla assolutamente di compromessi come invece sei costretto a fare già in partenza quando acquisti loadbox varie e ricorri agli IR. 

 

È una normale microfonazione e risultati da studio, nella sostanza l'unica cosa è che non puoi pensare di registrare alla maniera di Jimmy Page, cercando l'acustica di una stanza X. 

 

 

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Ciao

In generale, la cosa bella è che la tecnologia ormai accontenta tutti i palati.

Mi è capitato qualche mese fa di fare una lunga chiacchierata con un chitarrista di professione, mi raccontava che per anni ha utilizzato (e cambiato) varie isobox, sia nel suo home studio che dal vivo, in tour con tutti gli artisti con cui ha lavorato, tutte produzioni al top per chi lavora in Italia, fino a pochi mesi fa. 

Sembra che anche le isobox di ultima generazione non siano esenti da problemi, tanto che a volte si trovavano a dover scoperchiare e mettere mano dentro per andare a cancellare  qualche risonanza, qualche frequenza fastidiosa, qualcosa di "sbagliato" già alla base. Lui è stato molto tecnico nel descrivermelo, io lo racconto da chiacchiera al bar, era qualcosa di frustrante per musicisti e fonici. 

Alla fine è passato ad Ox nel suo home studio, live invece va col digitale al momento, ma se mai dovesse avere necessità di riportare sul palco una testata, verrebbe affiancata dall'Ox, niente più Iso.

Gli americani è da un pezzo che lo hanno portato sul palco (mi vengono in mente Josh Smith e i Dead & Company con Meyer).

 

Io ho l'Ox e il Torpedo Studio, ma quest'ultimo è sempre spento. Non si perde tempo tra milioni di ir da provare, una volta che trovi le tue casse sei a posto a vita, hai anche un signor attenuatore,  4 effetti di livello top (reverb, delay, comp ed Eq). Senza contare che ha una uscita Footswitch, che lascia presagire che prima o poi UAD tirerà fuori il suo footswitch (può memorizzare 6 rig, dove ogni rig è una combinazione tra cassa, microfonazione ed effetti).

L'Isobox, per quanto riguarda me, non avrebbe ragione di esistere non avendo tutto ciò e  semmai avessi anche lo spazio per imboscare cotanto armadio da qualche parte, senza contare che la spesa tra iso e microfoni non è certo minore, anzi.

 

🙂

 

 

 

 

 

 

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1 hour ago, Tilt said:

Ciao

In generale, la cosa bella è che la tecnologia ormai accontenta tutti i palati.

Mi è capitato qualche mese fa di fare una lunga chiacchierata con un chitarrista di professione, mi raccontava che per anni ha utilizzato (e cambiato) varie isobox, sia nel suo home studio che dal vivo, in tour con tutti gli artisti con cui ha lavorato, tutte produzioni al top per chi lavora in Italia, fino a pochi mesi fa. 

Sembra che anche le isobox di ultima generazione non siano esenti da problemi, tanto che a volte si trovavano a dover scoperchiare e mettere mano dentro per andare a cancellare  qualche risonanza, qualche frequenza fastidiosa, qualcosa di "sbagliato" già alla base. Lui è stato molto tecnico nel descrivermelo, io lo racconto da chiacchiera al bar, era qualcosa di frustrante per musicisti e fonici. 

Alla fine è passato ad Ox nel suo home studio, live invece va col digitale al momento, ma se mai dovesse avere necessità di riportare sul palco una testata, verrebbe affiancata dall'Ox, niente più Iso.

Gli americani è da un pezzo che lo hanno portato sul palco (mi vengono in mente Josh Smith e i Dead & Company con Meyer).

 

Io ho l'Ox e il Torpedo Studio, ma quest'ultimo è sempre spento. Non si perde tempo tra milioni di ir da provare, una volta che trovi le tue casse sei a posto a vita, hai anche un signor attenuatore,  4 effetti di livello top (reverb, delay, comp ed Eq). Senza contare che ha una uscita Footswitch, che lascia presagire che prima o poi UAD tirerà fuori il suo footswitch (può memorizzare 6 rig, dove ogni rig è una combinazione tra cassa, microfonazione ed effetti).

L'Isobox, per quanto riguarda me, non avrebbe ragione di esistere non avendo tutto ciò e  semmai avessi anche lo spazio per imboscare cotanto armadio da qualche parte, senza contare che la spesa tra iso e microfoni non è certo minore, anzi.

 

🙂

 

 

 

 

 

 

 

L’OX era l’altra alternativa che stavo vagliando, l’ho scartata per 4 motivi fondamentali:

 

1) mi sta tremendamente sul cazzo sto fatto che facciano le cose solo per Apple o comunque che facciano uscire la versione per Windows non mesi ma addirittura anni dopo...c’ho pensato, ma io un iPad solo per l’OX non lo prendo, se lo possono scordare;

2) i samples che ho sentito (ne ho sentiti tanti) continuano a non convincermi, probabilmente i samples su YT non sono indicativi, capita spesso, ma tant’è;

3) ho letto da più parti che sia un apparecchio pensato più per vintaggiofili che per amanti dei suoni moderni e certe “mancanze” nel parco casse mi fa pensare che sia fondamentalmente vero;

4) ha dentro troppa roba, molta della quale non mi serve...però uno comunque quella roba la sta pagando.

 

Sui costi il discorso è soggetto a mille variabili, difficile fare dei ragionamenti universalmente validi: nel mio caso, ad esempio, i mic li avevo già (e non pensavo comunque di venderli) e la SG-Box l’ho trovata ad un prezzo stracciato, cosa che presumibilmente non sarebbe successa con l’OX. Insomma, tutte valutazioni soggettive che rendono difficile un paragone economico. Quello che so è che al momento sto ottenendo risultati al mio orecchio super soddisfacenti e non tornerei a soluzioni digitali. Ovviamente se parliamo di live e di comodità il discorso cambia nettamente.

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Le isobox che ho visto usare dai professionisti live sono delle dimensioni delle 4x12, immagino ti stessi riferendo alle 1x12 perché hai parlato di quelle commerciali costruite in Italia. 

E nessuna di quelle italiane funziona a dovere. 

C'è anche da dire che come le stanze da studio si devono trattare acusticamente, lo stesso si fa nelle isobox laddove ci sono problemi di risonanze e frequenze. Per esempio nelle isobox 4x12 ho visto inserire delle bass Trap agli angoli e/o a formare un arco davanti la cassa, questo sicuramente per agire sulle frequenze basse e medio basse che il volume di più coni produce maggiormente. 

Per sapere come agire non ci vuole molto, ma ci si può anche affidare a terzi per dei consigli. 

E ancora, chiaramente come le stanze, tutte le isobox suonano diverse per via del progetto, dimensioni e materiali usati. 

 

 

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Il 8/7/2019 at 23:50, *juanka78* dice:

 

L’OX era l’altra alternativa che stavo vagliando, l’ho scartata per 4 motivi fondamentali:

 

1) mi sta tremendamente sul cazzo sto fatto che facciano le cose solo per Apple o comunque che facciano uscire la versione per Windows non mesi ma addirittura anni dopo...c’ho pensato, ma io un iPad solo per l’OX non lo prendo, se lo possono scordare;

2) i samples che ho sentito (ne ho sentiti tanti) continuano a non convincermi, probabilmente i samples su YT non sono indicativi, capita spesso, ma tant’è;

3) ho letto da più parti che sia un apparecchio pensato più per vintaggiofili che per amanti dei suoni moderni e certe “mancanze” nel parco casse mi fa pensare che sia fondamentalmente vero;

4) ha dentro troppa roba, molta della quale non mi serve...però uno comunque quella roba la sta pagando.

 

Sui costi il discorso è soggetto a mille variabili, difficile fare dei ragionamenti universalmente validi: nel mio caso, ad esempio, i mic li avevo già (e non pensavo comunque di venderli) e la SG-Box l’ho trovata ad un prezzo stracciato, cosa che presumibilmente non sarebbe successa con l’OX. Insomma, tutte valutazioni soggettive che rendono difficile un paragone economico. Quello che so è che al momento sto ottenendo risultati al mio orecchio super soddisfacenti e non tornerei a soluzioni digitali. Ovviamente se parliamo di live e di comodità il discorso cambia nettamente.

 

 

Io mi riferisco al acquistare da zero i due sistemi: comprare e "arredare" con vari microfoni di livello una Isobox costa più di un Ox, pesa molto di più, ingombra più (quindi non è nemmeno trasportabile con la stessa facilità) e non ti offre tutto il contorno (attenuazione, effetti ecc).

Avrebbe senso (qui si entra invece nel soggettivo) fare la Isobox qualora questa offrisse risultati migliori, ma se il "clippini" anziché farli in camera li facciamo in uno studio di registrazione, nessun ascoltatore del prodotto finito riconoscerebbe quale è la iso e quale l'ox (o il kemper, o il fractal), in media abbiamo visto che su tante sorgenti sonore la metà delle volte la risposta è sbagliata, farle 1:1 non fa statistica, e se sbagliano ingegneri del suono in studio.....

 

 

PS: Ox è utilizzabile anche con Windows ormai

🙂

 

 

 

 

 

PS:Ox  funziona anche su Windows

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49 minutes ago, Tilt said:

 

 

Io mi riferisco al acquistare da zero i due sistemi: comprare e "arredare" con vari microfoni di livello una Isobox costa più di un Ox, pesa molto di più, ingombra più (quindi non è nemmeno trasportabile con la stessa facilità) e non ti offre tutto il contorno (attenuazione, effetti ecc).

Avrebbe senso (qui si entra invece nel soggettivo) fare la Isobox qualora questa offrisse risultati migliori, ma se il "clippini" anziché farli in camera li facciamo in uno studio di registrazione, nessun ascoltatore del prodotto finito riconoscerebbe quale è la iso e quale l'ox (o il kemper, o il fractal), in media abbiamo visto che su tante sorgenti sonore la metà delle volte la risposta è sbagliata, farle 1:1 non fa statistica, e se sbagliano ingegneri del suono in studio.....

 

 

PS: Ox è utilizzabile anche con Windows ormai

🙂

 

 

 

 

 

PS:Ox  funziona anche su Windows

 

Beh, non è che siamo poi così lontani, un OX nuovo lo paghi ad andar bene 1200 euro, la SG ne costa circa 700, mettici un paio di coni sei poco sotto i mille. A quel punto mettici l’immancabile SM57 e sei a 1100. Anche volendo metterci un secondo mic, magari a nastro, tipo il Cascade che uso io, non vai oltre i 1400/1450 euro totali. I preamp sono un vezzo, io ero già più che soddisfatto usando solo la Audient. Se poi mi parli di praticità ovvio che un apparecchio digitale vince 10 a zero, se parliamo di versatilità insomma: se voglio il suono di un Gold o quello di un Creamback H75 con l’OX come faccio? Poi il discorso che una volta processato tutto in studio nessuno distingue un POD da un full stack Marshall ti dico certo, verissimo...ma a me che mi frega? Io sono un amatore, non lo faccio di lavoro, cerco la soluzione più “bella”, non quella più pratica, e le registrazioni che tiro fuori ora dal mio gear non le ho mai tirate fuori, con nessun apparecchio digitale, Kemper incluso. 

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Grande! 

 

Io ormai nel mio home studio ho trovato la quadra con torpedo + IR.

Per un periodo me lo sono pure portato dal vivo. Il risultato sonoro è notevole ma alla fine lo sbattimento e l'ingombro non sono inferiori a portarsi un combo 1x12 e via.

Per cui sono in attesa che salti fuori una AX8 usata dalle mie parti, ehehe.

 

Per anni ho provato varie soluzioni per microfonare l'ampli in casa.

Avevo anche trovato un buon compromesso, ma Testata + Torpedo + IR suonano molto meglio a mio gusto.

Pur microfonando con tutti i crismi, in home studio loadbox + IR >> ampli microfonato. In uno studio vero ovviamente il discorso cambia.

 

Anni fa mi sono costruito una isobox spendendo un sacco di tempo, soldi e fatica e pure stando attento a misure, materiale da utilizzare ecc.

Potevo finalmente tirare l'ampli a tuono ma, anche lì, Torpedo + IR mi suonano meglio, non c'è nulla da fare.

Dovrei fare una prova con una isobox professionale, ma col mio sistema attuale mi soddisfa e non ho tempo/voglia/soldi per sperimentare.

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8 minuti fa, *juanka78* dice:

 

Beh, non è che siamo poi così lontani, un OX nuovo lo paghi ad andar bene 1200 euro, la SG ne costa circa 700, mettici un paio di coni sei poco sotto i mille. A quel punto mettici l’immancabile SM57 e sei a 1100. Anche volendo metterci un secondo mic, magari a nastro, tipo il Cascade che uso io, non vai oltre i 1400/1450 euro totali. I preamp sono un vezzo, io ero già più che soddisfatto usando solo la Audient. Se poi mi parli di praticità ovvio che un apparecchio digitale vince 10 a zero, se parliamo di versatilità insomma: se voglio il suono di un Gold o quello di un Creamback H75 con l’OX come faccio? Poi il discorso che una volta processato tutto in studio nessuno distingue un POD da un full stack Marshall ti dico certo, verissimo...ma a me che mi frega? Io sono un amatore, non lo faccio di lavoro, cerco la soluzione più “bella”, non quella più pratica, e le registrazioni che tiro fuori ora dal mio gear non le ho mai tirate fuori, con nessun apparecchio digitale, Kemper incluso. 

 

La differenza vera secondo me la fa la trasportabilità dell'OX, e il suo essere un eccezionale attenuatore con carico reattivo... lo comprerei anche solo per questi due aspetti ;)

 

 

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