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Giorgio V.

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Tutti i contenuti di Giorgio V.

  1. Non ho provato i 59 ma dalle recensioni spno sempre più convinto di aver preso i pickup giusti quando ho scelto i 57.. Per me fanno davvero suonare la Les Paul come dovrebbe suonare.
  2. Sono chitarre che hanno un certo fascino anche per me, ma non ho mai approfondito..Cmq un bel P-90 leggero, dal punto di vista della dinamica, direi che forse li batte tutti, pulito quando la mano sfiora le corde, ma grintoso se spingi come un pickup fender di solito non arriva ad essere.
  3. Ti diró, son dal cellulare quindi non è che veda chissà quanto bene, ma anche in caso contrario non penso saprei riconoscere i segni distintivi!
  4. Perchè invece cogliere un'occasione al volo per rispondere a un thread normalissimo in modo acido sgradevole e provocatorio è un atto di grande democraticità. fa piacere vedere che dopo un periodo di tranquillità qualcuno sentiva la mancanza di portare malumori e nervosismi nei thread, e poi ci si stupisce se la gente preferisce non rispondere direttamente e fomentare la cosa? Spero che dopo questo intervento da uno che la "cricca" manco ha ben presente da chi sia composta (giusto per far capire che questo forum è di tutti gli utenti, cricche burbe o quant' altro) si abbia il buon gusto di lasciar cadere la questione..
  5. Se è una vecchia Epi, quei minihumbucker con i poli non son niente male..
  6. Precisamente quello che trovo anch'io. Che poi gain basso, è comunque una certa botta di distorsione, e resta molto musicale. A gain alto mi pare più adatto per cose stoner-noise che con me non ci azzeccano tanto.
  7. I segno danno carattere a una chitarra, di certo. Peró suonando pochi strumenti (fino a pochi giorni fa esclusivamente uno praticamente) ho sempre preferito che questi segni fossero miei. Ora che ho due chitarre, se ne prendessi una terza, non dispiacerebbe se avesse un leggero relic. Magari anche solo del checking, su cui poi costruire i miei segni. Ci si fa anche meno pare a sfruttare la chitarra. Un relic pesante invece mi infastidirebbe. Mentre a un relic leggero puoi sovrapporre in maniera naturale la tua usura, quando la chitarra è già pesantemente usurata esteticamente come certe strato o tele, perdono fascino a mio gusto personale.
  8. Eh lo so anch'io, quando il custom shop azzecca la chitarra giusta puó lasciarti la mandibola a terra... Comunque se probabilmente la 335 o simili sarà il mio prossimo acquisto chitarristico c'è di certo che non sarà di qui a poco, avendo appena speso un pochetto per la 330..
  9. Preso dalla curiosità ho ascoltato anche se sono con cellulare. Il secondo suono che tira fuori dal pedale mi piace da matti! Su che prezzi viaggiano?
  10. Se non ricordo male quando ho parlato con Andrea mi diceva che lui adora tutti questi suoni fuzzosissimi, muff a cascata e via dicendo. Son curioso di sentire il pedale!
  11. Altri DW! Max avrà finito le bobine ormai :-) Attendo il confronto con i 59 mi raccomando!
  12. Beh dal video dei giapponesi lì sopra un confronto decente tra quegli specifici esemplari si può fare a grandi linee.. Ma io personalmente non starei a generalizzare avendo provato di persona UNA 63 e UNA dot.
  13. Magari! Mia morosa è mezza friulana (il padre è di Udine), magari finalmente riuscirà a convincermi a fare quella "visita ai parenti" con la quale mi molesta da diverso tempo..
  14. Già. Credo che di 535 sia già una bottarella di culo trovarne una in negozio. Mercoledì sarò a Bologna a dare una mano ad un amico per provare un pò di JMP e se ne incrocio una ci metto di certo le mani sopra. Esse Music ne tiene parecchie di Gibson, e l' ultima volta che sono andato aveva diverse 3X5 penso un pò in tutte le salse, ma purtroppo non ne ho provata nessuna, non mi era ancora salita la "scimmia". Ho provato però una Johnny A standard che suonava davvero bene (ma sembrava che alcuni dettagli li avesse rifiniti una scimmia ubriaca). Per quanto mi riguarda, penso che la H-535 potrebbe essere la scelta giusta, mi garba e costa (usata) una cifra che mi sentirei a mio agio a spendere, considerato che forse non la userei moltissimo e che ho appena preso una chitarra "importante".
  15. Io preferisco la seconda...
  16. Per me non suona male, si sente che la chitarra apre in alcuni passaggi, e Warren che ha una mano molto morbida per la maggior parte..Comunque cherry è un classico, ma se il top è fiammato lo trovo pacchiano. Nera è sempre bella, tobacco mi piace molto se il top è moderatamente figurato, a anche quel burst che fanno alla Heritage le rende giustizia IMO. Questa foto ce l' ho da una vita, mi è sempre piaciuta molto.
  17. Hai ragione, mi è scappata la mano e ho scritto una roba davvero di lunghezza esagerata! Per la prova nessun problema, sperando che sia presto
  18. Grazie Bru. Devo dire che a me quel colore con un top magari meno fiammato piace davvero molto. Pure la paletta non è male anche se non è elegante come la Gibson. Sulla carta potrebbe essere un bel modo per risparmiare un bel pò di verdoni (tra l' altro mi era parso di capire che alla Heritage hanno la macchina per i body originale Gibson quindi la forma dei corpi è accurata storicamente al 100%) ma bisogna vedere come sono i manici..potrei vivere con un manico sul sottile, ma se è piatto in centro proprio no..
  19. AKA effetti collaterali della 330... Dopo l' acquisto della suddetta (per chi non l' avesse vista c'è una recensione inutilmente lunga nella sezione apposita) l' effetto collaterale è stato che mi sta salendo improvvisamente una gas da 335 notevole. Devo ammettere però con vergogna che la mia esperienza con le ES in generale è limitatissima. Ho provacchiato qualcosa ma mai a lungo, mai in buone condizioni e mai cercando di capire cosa potessi farci. Quindi le domande sono: cosa mi offre una 335 che non può fare la Les Paul? E viceversa? Come peso e manici come siamo messi? Differenze rilevanti tra i modelli in commercio? A parte pickup e intarsi a blocco / punto nulla mi è molto chiaro. Vedo però che alcuni modelli anche CS vanno su cifre relativamente basse su MM. Personalmente non ho alcun pregiudizio, ma prediligo modelli con manico piuttosto grosso, ma con spalle non esagerate e se possibile che pesino poco. Mi sembra molto bella anche la variante Heritage. Non ho nulla contro la paletta personalmente e come colorazioni incontrano molto il mio gusto. Sarei curioso di sapere dove ci possono essere differenze sostanziali, visto che sul prezzo non ve ne sono di rilevantissime mi pare nel mercato dell' usato (se una 335 custom shop si trova a 1300, le heritage vanno a 1100 circa..).. Chi ha pazienza mi illumini! Grazie!
  20. Presto Fede! Nel weekend anche magari. Grazie Lino, purtroppo per i sample non è un problema di volontà ma di attrezzatura..Eventualmente se c'è molta curiosità posso registrare qualcosa con l' iphone settimana prossima che dovrebbero arrivare le corde giuste (che se fanno la differenza su una solid, su questa mi aspetto grandi cose davvero).
  21. Grazie! La fanno cherry col Bigsby di serie. Non sarebbe una cattiva idea quantomeno provare..ho un B7 su una vecchia Studio e mi piace assai. Magari un B3 così da non far buchi sul top.
  22. Con piacere! Sono anche curioso di sapere la tua impressione raffrontata alla 330 degli anni 60 del tuo amico!
  23. Eccovi la recensione della nuova arrivata in casa V. : la ES 330. Premessa: è una cosa lunga. Capita raramente che compri una chitarra nuova, e ancor più raramente che acquisti uno strumento di un certo valore economico e con l' intenzione di farlo diventare, a parimerito con un' altra, la mia chitarra principale. Quindi ho diviso la cosa in sezioni così potete saltare subito a quella che vi interessa se non avete il tempo o la voglia di leggere tutto, e se non avete pazienza di legger tutta la parte tecnica saltate direttamente alle conclusioni e alla gallery! STORIA Il modello nasce nel 1959 (secondo alcuni tardo 58), più o meno in concomitanza a quella che viene spesso ritenuta la sua "sorella maggiore", cioè la 335. Il realtà le differenze tra le due, dietro una ingannevole apparenza, si sprecano: hollowbody contro semihollw, p90 contro humbucker, e la 330 necessita della cordiera a trapezio mentre la 335 è disponibile anche con lo stopbar. Tutto questo si traduce in un suono parecchio diverso da una 335, o da una qualsiasi altra chitarra solid o semi solid che dir si voglia, come vuole il detto "it looks like a duck, and it walks like a duck, but it doesn't quack..." Il modello nasce con il manico che innesta nel body all' altezza del 16 tasto, una scelta dettata dalla stabilità, a discapito di un accesso ai tasti superiori che risulta così abbastanza problematico (raggiungere il 22o o 21o agevolmente è praticamente impossibile), la cosa verrà "corretta" nel 67 dove anche la 330 riceverà l' innesto al 19o tasto come la 335 (mantenendo sempre invariata la scala), ma a scapito della stabilità dei manici che darà una nutrita serie di problemi per qualche modello, vizio poi corretto nelle versioni più recenti della 330 prodotte in questi ultimi anni, tutte con il manico "lungo", fino al 2012, anno in cui per la prima volta dal 67 Gibson ripropone tramite il suo custom shop una 330 con il manico "corto" costruita secondo i canoni della primissima tradizione. La 330 è una chitarra con cui molti artisti si sono cimentati in passato, BB King per dirne uno nei suoi primi tempi, ma di certo più celeberrimi per averla indossata sono i Beatles con l' uso estensivo che hanno fatto in passato della sua cugina, la Epiphone Casino, sostanzialmente nei primi tempi la stessa chitarra, costruita negli stessi stabilimenti, con minori differenze nei legni e il ben identificabile palettone. COSTRUZIONE A parte i dettagli già accennati, la 330 è una chitarra con classica scala Gibson da 24.75", costruita in laminato a tre strati acero - pioppo - acero, il manico in mogano è piuttosto generoso ma non sovrabbondante, parte con un profilo a V estremamente comodo in cima, per poi guadagnare delle spalle leggermente più generose man mano che si avvicina al body, le meccaniche marchiate kluson sono di eccellente qualità, molto precise e solide, il ponte è un abr-1 no wire, volumi e toni sono gestiti da 4 potenziometri (quasi certamente) logaritmici che funzionano piuttosto bene anche se la maggior parte del range utile va ad accadere tra il 10 e il 5, a livello di wiring proprio non saprei dire perchè mancando un pannello di accesso posteriore è mancata anche la voglia di andare ad indagare tirando fuori il tutto dalla buca ad F.. Menzione a parte per la tastiera, di un palissandro estremamente scuro e molto bello a vedersi, ma piuttosto secco (ha bevuto del fret doctor come un disperato nel deserto) e quasi certamente laminato, anche se non ho rimosso il capotasto (in nylon) per controllare. Menzione a parte anche per i P90, in una variante congegnata esplicitamente in occasione di questa riedizione della 330, Alnico II con un numero di avvolgimenti più basso del solito, estremamente dettagliati, chiari, con un bell' attacco e sorprendentemente bilanciati: le tre posizioni dello switch hanno ognuna un suo preciso carattere, e una loro sfruttabilità. La chitarra è (ed esiste solo) VOS, e aggiungo purtroppo. Personalmente non vado pazzo, mi piace l' hardware leggermente opacizzato, ma non le viti con la ruggine o quella patina sul manico che può dare abbastanza fastidio dopo un' oretta che si suona intensamente.. Per fortuna che non è difficile da rimuovere. SETUP Una delle prime cose che mi hanno stupito della chitarra è stato come era settata. Certo l' action non era precisamente quella che avrei impostato io al micromillimetro, ma già manico, tasti, pickup erano perfetti appena l' ho presa in mano in negozio, senza che vi fosse stato applicato un pò di setup. E' bastato far abbassare leggermente i solchi del capotasto e ritoccare un pò l' abr-1 a casa e la chitarra è diventata subito suonabile come se fosse stata nelle mie mani da parecchio tempo in più. In particolare i tasti (diversi mi sembra da quelli che si trovano sulle Les Paul Custom Shop, circa stessa altezza ma direi più sottili) sono perfettamente curati e settati, e il binding del manico è molto sottile e accuratamente "rollato" già di fabbrica di modo che non si incontra mai una sensazione sgradevole o qualche spigolo spostandosi per il manico. Sono da anni abituato a usare le 09 sulle chitarre, ma per questa ho deciso, per una questione di suono, di tenerci sopra una scalatura 10-46, e devo dire che nonostante tutta la parte di corda dopo l' abr che teoricamente dovrebbe rendere più dure (perchè anch' essa va tirata durante un bending) , per la maggior parte del tempo quasi non mi accorgo di aver a che fare con una scalatura più rigida (ma sarà anche perchè la chitarra chiama uno stile esecutivo diverso dalla Les Paul). SUONO Andando a prendere in mano la chitarra, la prima cosa che colpisce è probabilmente il peso: essere una hollowbody ha di certo i suoi vantaggi. In generale lo strumento è molto confortevole, grazie alle linee morbide che caratterizzano tutto il corpo e il top e il back arcuati che vanno, suonando in piedi, ad appoggiarsi al corpo con piacevole naturalezza. Tra manico e body lo strumento è molto equilibrato, e l' impressione generale è di avere in mano qualcosa di solido, confortevole e ben fatto. Forse potrebbe sembrare grande a qualcuno (in generale tutte le ES 3XX hanno body abbastanza generosi) ma personalmente devo dire di non aver avuto minimamente questa impressione, mentre chitarre come Flying V o Explorer me le sono sempre sentite un pò ingombranti addosso. Da spenta la chitarra ha già una voce piuttosto equilibrata, con una certa botta in basso e ogni corda ben definita e squillante. Mi han detto che le 330 possono soffrire di cantini un pò "deboli" ma devo dire che non è il caso per la mia. E' divertente sia suonarci un pò di strumming sia qualche linea solistica. Una volta amplificata inizia il divertimento. La sensazione generale è che la chitarra vada assolutamente a nozze con ampli tipo Fender, con un bel pulito in primo luogo, ma anche e ancora di più con un pò di breakup. Il bello di suonare uno strumento del genere per me è il range dinamico che offre: oltre al classico plettrare piano - plettrare forte, ci sono parecchie sfumature come un tocco leggerissimo o al contrario picchiare le corde con violenza che danno tutta una gamma di possibilità che è davvero fantastico aver sotto e mani, e soprattutto sfruttare nel gruppo. Rispetto a (per dire) una Les Paul si può dire che a parte il logo sulla paletta e i controlli abbiano poco in comune. Lì dove la Les Paul è una chitarra sempre bene "a fuoco", la 330 suona meno compatta, ma al contempo dà la possibilità di emergere di più o di meno a seconda di come ci si comporta con la mano destra. I cantini sono sempre bene in evidenza quando li si va a colpire, e se si pesta sulle corde basse la botta che ne viene fuori è piuttosto impressionante. La Les Paul suona facilmente morbida e vellutata se lo si vuole, la 330 mantiene, anche amplificata, quell' inflessione "acustica" che la rende così particolare tra le chitarre elettriche. Certo, salendo con il gain si può tranquillamente stroncare questa caratteristica e farla suonare in modo molto più generico, ma non sarebbe proprio secondo me la maniera sensata di usare una chitarra così. Il Blues e il Jazz (per quest' ultimo immagino, non essendo ahimè il mio territorio) sono il suo pane quotidiano, così come cose più surf, rock n roll o anche un certo tipo di rock moderno (penso ad esempio molte cose dei RHCP). Nel rock dagli anni 70 in poi a me personalmente piace MOLTISSIMO, ma a patto di non suonarla come unica chitarra, perchè trovo che in tal caso la peculiarità del suo suono la renda un filo limitata. Al contrario, insieme a un' altra chitarra magari questa solidbody apre un grande range di possibilità e dà un contributo al sound della band che poche altre chitarre potrebbero dare. FEEDBACK Capitolo a parte per un tema che non si può non trattare quando si parla di hollowbody. Avevo molti dubbi al riguardo quando ho comprato la chitarra. E devo dire che qualche dubbio ce l' ho tutt' ora, non avendola ancora suonata dal vivo in un locale, ma averla "tirata" a prove mi ha dato un' idea abbastanza precisa della misura in cui questa chitarra è gestibile o al contrario è un problema. La cosa fondamentale da gestire con questo strumento non è il gain secondo me (fermo restando che non è una chitarra che va a nozze con una dual rectifier), è la propria posizione rispetto all' ampli (e le spie). Se ci si mette di fronte all' ampli anche un pulitone inizierà a far vibrare il top. Al contrario, con un pò di accortezza, stando anche vicini all' ampli magari ma comunque di fianco ad esso il feedback è molto gestibile e anzi accessibile facilmente volendo. Questo la rende una chitarra estremamente divertente dal vivo: basta girarsi un attimo o dare una zappata particolarmente intensa alle corde per sentire la chitarra che inizia a vibrare contro il corpo in maniera incredibile, come se fosse una cosa viva, ma al contempo gestibile con un giretto sul potenziometro o cambiando leggermente posizione o mutando un secondo le corde. Sembra un lavoraccio descritto così ma al contrario, è una cosa molto naturale e forse in un certo senso la parte migliore di suonare una chitarra del genere ad alto volume, ti piazza un sorriso in faccia. CONCLUSIONI Queste chitarre sono una FIGATA. Non dico che chiunque dovrebbe averne una, perchè sono molto limitate in certi ambiti, ma non solo è uno strumento divertentissimo da suonare, è anche uno strumento che come esecutore ti può insegnare molto. Non è magari una chitarra che dovrebbe prendere qualcuno alle prime armi, a meno che il suo unico scopo non sia imparare a suonare i pezzi dei Fab Four, ma sinceramente dopo averla avuta anche solo per così breve tempo sento già che me ne dovessi separare mi mancherebbe tremendamente. Raccomando a tutti quelli che sono curiosi di almeno provarne una, fosse anche una Epi Casino economica. Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienza di leggere! GALLERY
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