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Showing content with the highest reputation on 07/01/2019 in all areas

  1. 2 points
    Buongiorno cari, provo a dire la mia e allargare il discorso anche a chitarre e ampli. PEDALI Si, si può fare un clone 1:1 di (quasi) qualunque pedale vintage, e suonerà esattamente uguale al pedale vintage appunto... il QUASI è riferito alla disponibilità di componenti originali, o di altri che siano perfettamente equivalenti dal punto di vista sonoro; fare un clone 1:1 però implica anche un'altra cosa, e cioè che non solo lo schema elettrico sua identico, ma che sia identico anche il layout e - in alcuni casi - il materiale e la dimensione del box. Quindi se volessi rifare un DMM che suoni davvero identico all'originale, dovrei replicarne anche la dimensione... e chi lo vorrebbe un clone DMM grosso come l'originale? In generale, concordo con @Bananas riguardo al discorso meglio\peggio: non esiste un meglio assoluto, esiste un meglio che ci porta ad avere dei suoni che abbiamo in testa o nello stomaco, e solitamente sono i suoni dei nostri guitar heroes quando si parla di strumenti vintage. Anche qui voglio fare un esempio: pedalboard per fare Hendrix... poca roba, Wah + FuzzFace + UniVibe... ecco, se si prende roba moderna ovviamente ci si avvicinerà comunque, ma se per culo si riesce a mettere in fila i 3 pedali originali, magari collegati con cavi a mollettone con una capacità assurda, ci si rende subito conto che non bisogna fare nessun aggiustamento ai toni dell'ampli o della chitarra, che il suono di Hendrix è già lì! Impedenze basse dei pedali, zero truebypass o men che meno buffer supertrasparenti, cavi che ti ciucciano metà degli alti solo a guardarli... questi che oggi sono considerati difetti imperdonabili per un pedale o un rig moderno, sono ingredienti fondamentali per QUEL suono Se ne avete modo, basta fare una prova: prendete una strato, attaccata tramite un cavo moderno dritta dentro una Plexi (va be', ci vorrebbe un certo tipo di Plexi vintage,ma una Plexi a caso va cmq bene per la prova) con il volume a manetta... sentite il suono che viene fuori, è distortissimo, altro che il light crunch che usciva dagli ampli di Jimi! Ecco. Adesso vi pigliate i tre pedalino - o meglio pedalONI - vintage e li piazzate tra chitarra e ampli... spenti eh, non serve accenderli, collegati coi cavi a mollettone (vanno bene anche cavi lunghi Fender Vintage Voltage, quelli col rivestimento tipo tweed)... provare per credere AMPLI Questo è un po' il campo mio... vale quello che ho detto sopra per i pedali, cioè si può replicare perfettamente un ampli vintage 1:1, a patto di avere i componenti giusti ed essere un po' maniaci come il sottoscritto. In questo caso ci sono alcune difficoltà in più, perché pur trovandosi ancora molti componenti NOS (a parte i Mustard che stanno diventando sempre più rari), alcuni componenti originali semplicemente non si trovano come ricambi (ad es. i trasformatori) e vanno rifatti... e farli a livello industriale è impossibile per via delle nuove leggi che ad esempio non consentono l'uso di isolanti al benzene... Dio protegga l'omino ottuagenario che ancora me li fa in garage Una curiosità sugli ampli: c'è un componente molto sottovalutato e chi fa repliche spesso lo trascura: lo chassis... ecco, se fate lo stesso identico ampli dentro uno chassis in alluminio o dentro uno in acciaio, il suono cambia, e cambia in modo assai rilevante; sullo chassis non passa segnale, ma è il ground comune di tutto l'amplificatore, nonché la sua schermatura, e questo modifica il punch e il contenuto armonico dell'ampli, soprattutto sulle frequenze alte. Ah, c'è un altro componente che per mia esperienza su un ampli non è ancora stato replicato... il cono, e cioè l'elemento che più di ogni altro risente del tempo che passa (vedi il discorso legni sotto), perché è soggetto ad usura meccanica ed essendo fatto di carta risente anche delle condizioni atmosferiche, dell'umido, ecc. CHITARRE Qui il discorso è più complesso... ci sono variabili per cui due chitarre sulla carta identiche poi finiscono per suonare diverse, quindi proviamo a "sezionale" e partiamo anche da un assunto: prendiamo per buono che esistano due chitarre veramente identiche, una costruita oggi con legni tagliati oggi, e una nel 1960 coi legni del '60, stesso taglio dei legni da un'ipotetica stessa pianta che ha viaggiato nel tempo... con stessi pups e stesso hardware... e proviamo a ragionarci. La prima cosa è che i legni vecchi di 60 anni NON si possono replicare: anche qui ci sono diversi miti da sfatare eh (tipo il legno che "respira"... che cazz vuole respirare un legno rifinito con turapori e verniciato sopra), ma il tempo che passa non è replicabile e la composizione del legno cambia negli anni: cambiano la sua stabilità, la cristallizzazione di alcuni elementi, la sua risonanza... in meglio o in peggio? Boh, molti dicono meglio, ma non è questo il punto, se si parla di replicabilità 1:1... e in questo caso il tempo non si può replicare (anche se col roasting ci stanno provando). Ma... c'è un MA: e cioè che la nostra ipotetica Fender nuova (identica alla '60) suona oggi come suonava la '60... nel '60! Insomma, una bella Fender di oggi non può suonare uguale a una invecchiata 60 anni, ma manco la '60 originale quando è stata fatta suonava come suona oggi. Diverso è il caso in cui non si utilizzino (o non si possano più usare) legni e materiali uguali. Per l'elettronica delle chitarre vale la stessa cosa detta per ampli e pedali... lì, oltre ovviamente al saperli fare, contano i materiali: un pickup fatto con filo NOS giusto suona diverso da uno fatto con filo moderno, un magnete degli anni 50 dà un suono diverso da un magnete costruito oggi ecc... ma anche in questo caso, finché si trovano i componenti c'è replicabilità. Bon, sono stato un tantino prolisso, ma è un discorso interessante a cui mi sono appassionato da un po' e spero di non aver detto troppe minchiate
  2. 1 point
    Anche io aggiungo un Meris alla lista, un pedale abbastanza complicato con un nome delle balle, l'Enzo. Sebbene sia impegnativo, ha dalla sua il fatto di essere un synth con una propria originalità (ho anche un microsynth e un roland gr, e l'Enzo non assomiglia a nessuno dei due, per dire). Come OD ho riconfermato scelte già fatte negli anni passati (Honey bee, Hot cake, Box of rock e quella versione modificata del Blues Breaker che è il Morning Glory) ed in realtà il vero fattaccio è stato prendere la 335 di Superfuzz (con l'aiuto fondamentale di Madmax63)... (Aggiungo anche il DD-500, che ha momentaneamente, ma non del tutto, mandato in pensione il DD-20, che per certi versi è ancora insuperato, se si considerano ad esempio i 23 secondi di ritardo che ha, e che lo rendono una macchina per soundscape ancora potente, ihmo)
  3. 1 point
    Che strano, come titolo avevo letto "delay-reverberi: omosessuali?"
  4. 1 point
    Rinverdisco questo mio vecchio 3D, il cui senso originario è stato molto correttamente smerdato dal ducaconte, per proporre una simpatica sculatta hipster che sto seguendo ultimamente solo perchè i suoi videini dell'internet sono tra i pochi che riesco a reggere dall'inizio alla fine. Ovviamente si astengano i radiochitarristi colti, questa è roba per ignorantoni doc come me, abbiate pazienza, esistiamo anche noi: Ah, ti metto anche questo videino del vecchio Carletto, non tanto perchè mi piace particolarmente, non è uno dei miei guitar hero preferiti, ma perchè la penso esattamente come lui:
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