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Enrì

Buffer questo sconosciuto

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Cerchiamo di fare luce in un modo diverso e che mi auguro sia comprensibile a tutti su alcuni aspetti importanti legati al segnale della chitarra elettrica ma soprattutto legati a tutto il suo percorso nel viaggio come vedremo a volte travagliato fino all'amplificatore.

 

Per fare questo cercheremo di ricreare un parallelo tra il nostro sistema elettrico ed un sistema idraulico che è forse meglio rappresentabile visivamente, dove il segnale della chitarra diventa semplice acqua contenuta in un bicchiere e il nostro amplificatore sarà una vasca di destinazione alla quale si giungerà attraverso una serie di tubazioni (cavi) e stazioni facoltative intermedie (pedali).

 

Immaginiamo quindi un sistema semplice   chitarra > cavo > amplificatore   dove l'acqua del bicchiere scorre liberamente attraverso un tubo corto e inclinato (cavo) che arrivato alla vasca azionerà con il suo passaggio la rotazione di una piccolo rotore a pale (preamp) il quale attraverso un sistema di amplificazione (finale) giungerà infine a far ruotare finalmente il tamburo di una macina (speaker).

 

Prendiamo questo come un riferimento importante per le prestazioni del sistema nel senso che cercheremo di garantire al meglio questa efficienza minima di funzionamento o al limite di migliorarla cercando però in tutti i modi (a nostro esclusivo vantaggio) di evitare di comprometterla.

 

Non so quanti di voi suonano periodicamente la chitarra collegata diretta all'amplificatore con un buon cavo da max 3 mt. Se ancora non lo fate vi invito a farlo ed a memorizzare quel suono come base di riferimento qualitativo del vostro set-up con il quale dovreste sempre misurarvi ogni volta che aggiungete o modificate ogni singolo elemento pur apparentemente piccolo e per voi insignificante.

 

Inseriamo ora nel sistema un semplice pedalino true by-pass che per chi ancora non lo sapesse è un pedale nel quale il circuito elettrico è attivo quando l'effetto è acceso e agisce invece come una semplice giunzione passiva tra i due cavi di ingresso e uscita quando è spento.

 

Nel nostro sistema idraulico rappresentiamo questo sistema raddoppiando la distanza tra il bicchiere (segnale) e la vasca entrambi collegati tra loro con due tubi (cavi) aventi minore inclinazione a favore rispetto al primo caso e uniti da una scatola di raccordo (pedale) dotata di una piccola pompa elettrica (circuito). Va da se che quando il pedale è spento essendo completamente passivo la pompa non gira e l'acqua arriverà sicuramente con minore forza di impatto dovendo attraversare per semplice caduta un percorso molto più lungo di prima. Quando invece il pedale è acceso la pompa inizia a girare ed è in grado di rilanciare il percorso dell'acqua ripristinando la forza necessaria ad eguagliare o magari oltrepassare l'efficienza del nostro sistema di riferimento iniziale.

 

Se invece di un pedale true bypass utilizziamo ora un pedalino con buffer bypass dove il circuito è sempre attivo anche quando l'effetto è spento (e quindi funziona esclusivamente sotto alimentazione) la pompa è sempre in funzione indipendentemente dal fatto che l'effetto sia acceso o meno. Dunque questa configurazione pare chiaramente da preferire rispetto alla prima se pur dotata del famigerato true by-pass che da anni ormai nell'immaginario collettivo dei chitarristi, complice l'enfasi della spinta pubblicitaria, sembra essere da solo la soluzione a tutti i problemi di set-up.

 

Primo round quindi a favore del buffer bypass ma vediamo invece in un sistema più complesso come le cose possono cambiare.

 

Assembliamo ora un sistema con 10 pedali tutti dotati di buffer bypass visto che per ora si è dimostrato vincente ed è superfluo immaginare cosa succederebbe al nostro bicchiere d'acqua se dovesse attraversare 10 stadi tutti true bypass senza neanche un aiutino. 

Nel nostro sistema idraulico aumentiamo dunque le scatole di giunzione a 10 tutte dotate di pompe che girano costantemente e tutte collegate tra di loro con piccoli tubi di raccordo (cavetti). Le pompe però non sono tutte uguali ma di marche, dimensioni, prestazioni e prezzi diversi tra loro con la conseguenza che alcune girano meno veloci ed efficienti di altre.

 

Immaginiamo per esempio che una pompa un po' più lenta si trovi inserita casualmente in mezzo tra due che girano invece più velocemente creando di fatto un ostacolo ed abbassando il rendimento generale... in questo caso allora non sarebbe meglio che questa pompa proprio non ci fosse?

Ed è qui infatti che entra in gioco efficacemente il true bypass dove in presenza di un ottima pompa/buffer all'inizio e alla fine del percorso svolgerà efficacemente nel mezzo il suo ruolo passivo che è quello di non rovinare il lavoro delle pompe sulle quali magari abbiamo investito tutto.

 

Per logica di ragionamento ci ritroviamo quindi ad un sistema ottimizzato misto dove il primo pedale buffer rilancia il segnale in ingresso che sarà quindi in grado di attraversare con forza il percorso attraverso gli 8 stadi passivi seguenti da dove uscirà gioco forza indebolito dal tortuoso percorso percui verrà rilanciato nuovamente dall'ultimo stadio/buffer in catena per poter attraversare così al meglio l'ultimo tragitto fino all'ingresso dell'amplificatore e giungere con un impatto ed un incidenza tali che siano il più possibile vicini a quelli del nostro sistema iniziale di riferimento.

 

E' giusto a questo punto osservare che questo modello è valido solo quando tutti gli effetti degli 8 pedali true bypass sono spenti mentre invece quando qualcuno di essi verrà acceso per essere utilizzato la sua pompa comincerà a girare rappresentando una possibile incognita per le prestazioni del sistema ma questo è inevitabile per poter fruire degli effetti desiderati dunque se ancora non fosse ovvio a tutti ribadiamo che QUALSIASI PEDALE TRUE BYPASS QUANDO L'EFFETTO E' ACCESO AGISCE DI FATTO COME UN BUFFER con tutte le conseguenze positive o negative che ne derivano a seconda del caso specifico e in relazione a quanto si è detto fino a questo momento.  

WOW non è un risultato da poco.. ora abbiamo basi sufficienti per andare anche oltre quindi concediamoci 5 minuti di ricreazione prima di digerire la prossima pillola.

 

Il gioco delle impedenze.

 

Lo scopo pratico di questi approfondimenti tecnici rimane a mio avviso quello di essere più consapevoli di quello che succede dietro le quinte quando spendiamo i nostri soldi per allungare a dismisura le nostre pedaliere e poi ci sembra di allontanarci sempre di più dall'idea di suono che abbiamo in testa senza capirne il motivo. Prima di procedere oltre vorrei però puntualizzare adesso, che, almeno per me ma forse non per tutti, il sistema di riferimento composto dai soli    chitarra > cavo > amplificatore in ogni caso ci deve soddisfare appieno. Non è pensabile per me utilizzare qualsiasi tipo di effetto per raggiungere un suono la cui base di partenza è nata sbagliata o non ci soddisfa.     Ci sono piccoli investimenti come pickup e speakers in primis che sono in grado di aiutarci a raggiungere un suono di base soddisfacente prima ancora di elaborarlo con gli effetti. Questo concetto sta alla base di molti processi come ad esempio in fotografia tutta la potenza di photoshop non servirà a recuperare una foto sfocata. E quella piccola sfocatura insignificante ovvero il pedale cheap, il cavo saldato male, l'alimentatore scadente etc.etc. se messi insieme e ingranditi a gigantografia dalla potenza dell'amplificatore credete che si noteranno eccome!

 

Detto questo ingoiamo la pillola e proviamo a scendere un po' più in profondità per capire cosa sono e che ruolo hanno queste famose impedenze (Z) delle quali di sicuro abbiamo sentito parlare senza però capirci un tubo immagino.  Prima di fare questo dobbiamo però memorizzare una nuova corrispondenza tra sistema elettrico e sistema idraulico ovvero:

 

Alta impedenza (Hi-Z) = largo diametro delle condutture     Bassa impedenza (Lo-Z) = diametro ridotto

 

Tranquilli vedremo molto presto come sarà facile ricordare la cosa visualizzando il concetto.

 

Prima puntualizziamo subito che (a meno che non abbia una pila) il segnale di una chitarra è un segnale ad alta impedenza e aggiungo che purtroppo l'alta impedenza è un segnale debole con poca portata a disposizione prima di degradarsi velocemente. Di contro la bassa impedenza invece è un segnale robusto, più resistente ai disturbi e alle interferenze e adatto a coprire le lunghe distanze.

 

Come ricordarsi facilmente la relazioni tra questi 2 concetti... qualcuno di voi ha mai annaffiato un giardino con una canna? Il rubinetto è già tutto aperto (volume chitarra al massimo) e con il getto riusciamo ad arrivare massimo a 3 metri. Come faremo dunque ad innaffiare le piante più lontane?

Anche i bambini lo sanno.. basta ridurre il diametro del getto con un dito e l'acqua potrà arrivare presto anche a 10 metri aumentando decisamente la sua forza di impatto fino addirittura a spostare degli oggetti.  Bene se anche voi lo avete fatto una volta sapevate che stavate virtualmente abbassando l'impedenza del vostro sistema per rinforzare il segnale fino a coprire grandi distanze?

 

Ricordiamo dunque che il nostro bicchiere d'acqua che usiamo per rappresentare il segnale ad alta impedenza della chitarra sarà cilindrico, piuttosto basso e dalla circonferenza molto ampia (tipo quelli da whisky).

 

Dunque come fanno i buffer a rinforzare il segnale visto che all'interno non c'è nessuna pompa che gira.. e soprattutto PERCHE' CI INTERESSA?  Ci interessa per capire meglio come può rendere al meglio un set-up per prendere poi le decisioni migliori che ci faranno spendere solo i soldi necessari agli elementi che sono strettamente utili al nostro scopo senza integrare pezzi superflui o addirittura dannosi e finalmente avere un buon sound che sia lineare, costante e dal comportamento prevedibile. E' sufficiente per andare avanti?

 

Se leggiamo le caratteristiche tecniche di un certo numero di pedali di marche diverse noteremo come le case arbitrariamente adottino valori sempre diversi per l'impedenza di ingresso e di uscita. Se però riguardiamo bene i dati in questo apparente disordine una costante c'è: l'impedenza di ingresso di un pedale per chitarra è sempre maggiore della sua impedenza di uscita. E anche prendendo il valore più basso di impedenza di ingresso tra tutti i pedali osservati esso tranne casi rarissimi sarà sempre maggiore del valore più alto di impedenza di uscita rilevabile nello stesso gruppo.

 

Concetto forse un po' ostico che fisseremo subito con una nuova immagine: nel parallelo con il nostro sistema idraulico le nostre scatole di giunzione (pedali) che magari immaginavamo quadrate prenderanno ora la forma di imbuto che trovo perfetto per rappresentare il sistema reale.

 

Il bicchiere d'acqua sarà dunque versato nel grande imbocco del primo imbuto (Hi-Z) il quale attraverso il suo beccuccio (Lo-Z) riverserà l'acqua all'imbocco dell'imbuto successivo e così via.

Capirete bene che non importa affatto se le dimensioni degli imbocchi o quelle dei beccucci sono diverse tra loro quanto che il beccuccio sia sicuramente più piccolo dell'imbocco successivo ed è esattamente ciò che abbiamo rilevato prima nella realtà dei dati tecnici. Ed è inoltre superfluo dire che se giriamo l'imbuto e cerchiamo di versarci dentro l'acqua con il bicchiere attraverso il beccuccio ne andrà dispersa qualche goccia?  A ulteriore riprova del meccanismo appena visto è' interessante notare come l'ingresso di un amplificatore debba essere dimensionato per accettare la già alta impedenza del segnale diretto della chitarra e per fare ciò senza dannose dispersioni sarà infatti un ingresso ad altissima impedenza (tipicamente del valore di 1 Mega ohm). La stessa cosa accade ai pedali buffer che se ben progettati (e in quanto spesso utilizzati come primo pedale in catena) hanno un altissima impedenza di ingresso adatta ad accettare direttamente l'ingresso della chitarra senza dispersioni. Forza ragazzi che siamo in vista del traguardo... manca solo l'ultimo sprint.

 

Si potrebbe pensare che in un sistema magari più ridotto, diciamo a 5 pedali, potrebbe essere sufficiente utilizzare un buffer magari piazzato nel mezzo della catena e che sia sufficiente a rilanciare il segnale in maniera idonea per giungere all'ampli con la forza sufficiente e dal punto di vista esclusivo del segnale effettivamente è così. Ma c'è ancora un aspetto importante da considerare ed è quello che l'amplificatore reagisce in modo diverso quando "vede" al suo ingresso impedenze diverse.

E l'impedenza in ingresso all'amplificatore è sempre quella dell'ultimo pedale acceso in catena quindi nel nostro sistema a 5 pedali assemblati nell'ordine   (chit.) > (1) > (2) > B > (4) > (5) > (ampli) sarà quella del buffer B perchè sempre attivo, o quella del pedale (4) o (5) a seconda di quello che è acceso. E siccome abbiamo visto prima che le impedenze di uscita sono spesso diverse per ogni pedale vuol dire che il nostro ampli reagirà diversamente (dal punto di vista dinamico, tonale, di gain etc.) a seconda del pedale utilizzato al momento e questo diciamolo.. non è bello. 

Indovinate un po'? Si è proprio così... anche la chitarra reagisce diversamente se l'impedenza del primo pedale in catena cambia in continuazione e nel nostro schema il cambiamento sarà determinato in maniera speculare rispetto a prima dall'utilizzo dei pedali (1) e (2) o dal Buffer quando i primi due sono spenti.  Questo è il motivo per il quale un sistema complesso con un primo ed un ultimo pedale buffer in catena rimane ad oggi un sistema ideale per linearità e costanza di prestazioni in quanto non solo garantisce un rilancio adeguato del segnale ma per i motivi appena visti rende costante il rendimento di chitarra e amplificatore dal punto di vista delle impedenze che giocano un ruolo importantissimo e spesso sottovalutato dal chitarrista medio che assembla a casaccio il suo gear a seconda dell'umore del giorno ignorando tutto e tutti e poi si lamenta delle prestazioni cercando nuove combinazioni a caso. 

 

Sorridete ragazzi... anche grazie a queste poche e semplici righe avete appena appreso concetti che solo fino a pochi minuti fa erano appannaggio esclusivo dei più osannati guru del suono.... e se siete arrivati fino a qui e sono riuscito davvero a spiegarvi qualche cosa non guarderete mai più il vostro set-up con gli stessi occhi di prima.    

Ma la vera domanda è: che cosa ne resterà ora?

 

See you soon!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



Questo messaggio è stato promosso ad articolo

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grazie ragazzi!

.....e scusate se mi dilungo ma anche se parto con un idea di sintesi strada facendo poi mi prende la mano B)

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m'hai provocato?

 

_____Alberto_Sor_4a2a6d8eceb38.jpg

 

e mo te becchi due-tre domande  :sorrisone:

 

Come si comportano quei loop/pedal switcher TBP cui si collegano (tanti) pedali TBP? (io ne ho uno con 8 pedali)

 

I pedali sono tutti accesi ma è il looper a selezionare quelli attivi... allora vale lo stesso discorso fatto a proposito del percorso del seganle attraverso i TBP o questi aggeggi hanno ulteriori vantaggi/svantaggi?

 

in una cosa così è buona cosa piazzare un buffer tra chitarra e looper e un Clean Boost sempre attivo quasi a fine catena? (che fa da secondo buffer)

 

 

 

grazie!

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m'hai provocato?

 

e mo te becchi due-tre domande  :sorrisone:

 

Come si comportano quei loop/pedal switcher TBP cui si collegano (tanti) pedali TBP? (io ne ho uno con 8 pedali)

 

I pedali sono tutti accesi ma è il looper a selezionare quelli attivi... allora vale lo stesso discorso fatto a proposito del percorso del seganle attraverso i TBP o questi aggeggi hanno ulteriori vantaggi/svantaggi?

 

in una cosa così è buona cosa piazzare un buffer tra chitarra e looper e un Clean Boost sempre attivo quasi a fine catena? (che fa da secondo buffer)

 

 

 

grazie!

 

con i looper dal punto di vista elettrico rimane tutto uguale con la differenza che a pedali bypassati si evita l'inutile e potenzialmente dispersivo percorso di segnale attraverso tutti i cavetti di connessione tra pedale e pedale in quanto il percorso dl segnale viene "abbreviato" dal routing interno al looper (es. l'ingresso viene linkato direttamente all'uscita).

Spesso poi è già il looper ad offrire un buffer interno di ingresso (e qualche volta anche di uscita) per i motivi già visti.... ciao!

 

(ogni riferimento dell'articolo a persone del forum è fortemente voluto...)   :P:lol:  B)  

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Figa,mi sono impiccato alla 7a riga.... :sm0_hanged:  :sm0_hanged:  :sm0_hanged:

 

si si....  lo so che stai già scablando tutto :sorrisone:

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Guest Vintage Specs

Personalmente come molti di voi credo, ho provato il buffer che effettivamente in alcune situazioni giova certamente, ma in altre puo' diventare superfluo o addirittura dannoso, mettendo in evidenza delle frequenze che a volte possono risultare fastidiose. Con l'esperienza ho capito che anche in questo caso possiamo parlare di gusti, fermo restando i dati oggettivi presentatici da Enri; guardate Eric Johnson, che tiene cavi lunghi avvolti in pedaliera......e di certo non lo fa' perche' non ha un cavo piu' corto!! Poi bisogna vedere la qualita' dei cavi utilizzati, l'ampli, i PU, lo speaker.......a volte un cavo lungo avvolto in pedaliera puo' servire a domare certe frequenze caratteristiche di un determinato speaker o PU. Insomma, all'infuori dei dati oggettivi, c'e' sempre la componente oggettiva e soggettiva delle cose......in altre parole, bisogna sempre PROVARE.....attacca, stacca, bypassa, confronta, smonta, rimonta, ecc. ecc.........come quando tutti ti dicono (giustamente) che i pedali di modulazione rendono meglio nel loop, poi magari provi quel flanger che messo in diretta, suona 10 volte meglio e tutte le covinzioni vanno a farsi benedire!!

PROVARE PROVARE PROVARE

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Grande Enrico, un'altra metafora azzeccatissima; poi hai una capacita' innata nello scrivere in maniera comprendibilissima.

 

Involontariamente hai anche spiegato molto bene come mai la famosa "Peppe Mod" sull'Hiwatt migliora tremendamente la qualita' del suono portando l'impedenza d'ingresso a 1 Mohm.

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Sono d'accordo e quoto anche io VS.  Da che mondo e mondo violando le regole con il senno e la creatività si sono fatte grandi scoperte con il caso esemplare e macroscopico della distorsione che si ottiene oltrepassando i limiti teorici dell'amplificatore.. e sappiamo tutti che questa scoperta sancì niente meno che la nascita del rock ! L'importante è sapere cosa si sta facendo ed assegnare le giuste responsabilità agli oggetti in gioco.  Se in un set-up ho gli alti a lametta e togliendo un buffer la perdita di frequenze dovuta ad un cavo da 20 mt. in veste di perfetto EQ mi può aiutare va bene, basta che non mi si dica però che la lametta era colpa del buffer perché non è così e da queste cose poi nascono i falsi miti.

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Sono d'accordo e quoto anche io VS.  Da che mondo e mondo violando le regole con il senno e la creatività si sono fatte grandi scoperte con il caso esemplare e macroscopico della distorsione che si ottiene oltrepassando i limiti teorici dell'amplificatore.. e sappiamo tutti che questa scoperta sancì niente meno che la nascita del rock ! L'importante è sapere cosa si sta facendo ed assegnare le giuste responsabilità agli oggetti in gioco.  Se in un set-up ho gli alti a lametta e togliendo un buffer la perdita di frequenze dovuta ad un cavo da 20 mt. in veste di perfetto EQ mi può aiutare va bene, basta che non mi si dica però che la lametta era colpa del buffer perché non è così e da queste cose poi nascono i falsi miti.

Econ questo ti sei impiccato :P, ora dovrai scrivere un articolo sui cavi (lunghezza, qualita' del rame, diametro del conduttore interno, ecc.)

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Sono belli questi riassunti.

 

Non ricordo chi mi fece tempo fa l'esempio delle condutture e degli imbuti per spiegare il ruolo dei buffer nel prendere un segnale con un ingresso ad alto diametro (leggi: impedenza) e farlo uscire a bassa impedenza, ma l'ho fatto mio e l'ho riproposto diverse volte. 

 

 

Sapere è condivisione!  Ottimo!




Jules, com'è la storia della Peppe Mod che ora è famosa?

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Sono belli questi riassunti.

 

Non ricordo chi mi fece tempo fa l'esempio delle condutture e degli imbuti per spiegare il ruolo dei buffer nel prendere un segnale con un ingresso ad alto diametro (leggi: impedenza) e farlo uscire a bassa impedenza, ma l'ho fatto mio e l'ho riproposto diverse volte. 

 

 

Sapere è condivisione!  Ottimo!

Jules, com'è la storia della Peppe Mod che ora è famosa?

Robbè sono stati scritti fiumi di parole su Pinkover e pure ai tempi della tua assidua frequentazione, ti sono sfuggiti ?

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Si si, mi ricordo bene, ma dal tuo post sembrava che la sua fama fosse arrivata anche qui su RC.

Beh, non mi sembra che su RC manchino coloro che parteciparono alle chiacchierate con Giuseppe... anzi :)

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no, usi solo la parte finale del pistolotto, cioè un buffer in uscita dalla pedalboard per avere sempre il solito valore in input all'ampli

 

 

... credo che sia anche per quello "meglio" averne uno all'inizio e uno alla fine o sbaglio?

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