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Auro

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  1. Stanotte ho sognato di trovarmi in una città abbandonata in una dimensione parallela alla quale si accedeva, facendosi scoppiare un palloncino legato alla caviglia, mentre si attraversava un cilindro di gomma (si potrebbe già chiudere qui...). Tra i palazzi fatiscenti di questa città ammorbata da una sorta di mefitica nebbiolina giallastra vi era un negozio di strumenti musicali. Ovviamente ci sono entrato, fiondandomi verso la vetrina dei pedali, che non erano proprio "pedali" ma lattine e coppette di gelato, marchiate Clementoni, al gusto degli effetti. Ho mangiato il gelato al gusto flanger, una sorta di mix di frutti di bosco e amarena. Da lì poi ho girovagato per le vie della città insieme ad altre persone che mi avevano raggiunto alla ricerca, peraltro  vana, di un negozio di dischi. 

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    2. Auro
    3. raudskij

      raudskij

      Bello, a me ricorda il difficile ritorno del signor Carmody di Sheckley, quando incontra la città Bellwether...

    4. Raffus

      Raffus

      io manco se mi ci impegno produco un sogno così articolato

  2. Tempi certi non ne ho e, visto che si tratta di un mio carissimo amico, in verità non gli nemmeno chiesto di darmi un'indicazione. Quanto al Wampler senza plettro, in certi passaggi sembra anche di suonare con lo slide, davvero gustoso!
  3. Ho prestato il Wampler Plexidrive e il JHS The AT+ ad un mio carissimo amico, nonché frontman della mia vecchia band, che sta registrando in studio. Non so quando mi rientreranno i due pedal che gli lascio per tutto il tempo che gli occorrerà. Come drive mi ritrovo, quindi, con il Wampler Clarksdale con cui, per inciso mi sto divertendo molto, soprattutto suonando senza plettro e solo con delay e, a volte, il compressore. La board è ovviamente ancora smontata. La parte infantile di me mi sta suggerendo di prendere un altro pedale di gain in attesa che rientrino i due che ho prestato; la mia parte razionale mi dice, invece, di avere pazienza perché tanto suono poco e perché altrimenti mi ritroverei con quattro od.
  4. A me questi suoni piacciono. Sicuramente trovo più azzeccato il clean rispetto al drive dove forse si intuisce un poco la mancanza di un quid di corpo. Comunque, ripensando agli anni in cui ho lavorato come fonico live, devo dire che in diverse occasioni da ampli da millemila denari ho sentito suoni meno credibili di queste simulazioni.
  5. Flanger, anzi, no, tra i due il chorus.
  6. Da un lato sono preoccupato per questa sorte di "allucinazione" e abbaglio, da un altro meno, perché in qualche modo si è risvegliato (non io, che ho scritto in una specie di limbo...) l'approccio fanciullesco ai pedalozzi. Naturalmente, come scrivevo in un altro 3d altrettanto inutile alcuni mesi fa, ho lasciato alle spalle quell'ossessione compulsiva di un tempo, ma sono contento di un rinnovato interesse. Al momento ho ancora la board smontata e senza fretta, aspettando magari delle buone (e reali!) occasioni, vediamo come completarla. Comunque, se avete un Tumnus Deluxe di cui disfarvi, fatemi un fischio.
  7. Sono un coglione io: è tardi, sono mezzo addormentato e non mi sono accorto di essere entrato nella versione english con i prezzi in sterline... Peccato, avevo già fatto la bocca su diverse cosucce.
  8. Facendo un giro da Thomann sono rimasto disorientato dai prezzi troppo bassi dei pedali.
  9. Serie televisiva veramente "spaziale"!
  10. All'epoca a me era durato poco, sono curioso di conoscere le tue impressioni. Considera, però, che il mio era stato un uso molto limitato, perché non avevo mai usato il Tone Print.
  11. Infatti, bisognava stare molto attenti con il piede, perché un minimo movimento del pot poteva scatenare l'inferno. Se pensassi al mio attuale approccio, non so se riprenderei questo pedale. Non sarebbe una questione di suono, perché lo ritengo valido, né per problemi in contesto di full-band, poiché usciva molto bene dal mix, ma proprio per il boost: nel tempo ho imparato ad apprezzare maggiormente quelli collocati in pre, che ti danno più spinta e sustain con un lieve ma sufficiente incremento di volume, mentre quelli in post alzano praticamente solo il livello, spesso in modo ingestibile. Quanto alla versione singola del Plexitone, in tutta onestà a me il suono è sembrato non proprio affine all'originale, che, almeno per me, risultava più arioso e intelligibile. Il Gold, pur con le dovute differenze, mi ha restituito la stessa sensazione del Mooer Cruncher, pedale che ricorda bene le sonorità Marshall, ma che mi sembrava schiacciato, soffocato, meno amp-like.
  12. Non ho mai provato quel Bogner, mentre una quindicina abbondante di anni fa, quando il gruppo girava bene, ho fatto parecchi live con il Plexitone, usandolo con profitto su un 65 Twin Reverb, ampli molto ostico con i pedali di drive. Il difetto del Carl Martin, se così di può definire, per me era l'escursione poco lineare e molto sensibile del boost.
  13. Su MM c'è un Polara usato a 160 euro...
  14. Alcuni algoritmi sono gli stessi, ma ce ne sono altri assenti nel 200, per questo il confronto mi incuriosisce.
  15. Appena lo provi, ci puoi dire le eventuali differenze con il DD7 e il DD200? Grazie!
  16. Ho avuto rispettivamente in due mandate sia l'RV5 che l'RV6, mentre del TC ho usato la versione mini, senza provare i vari Tone print, ma mantenendo l'algoritmo Hall caricato di default. Riguardo quest'ultimo posso solo dire che trovavo molto gradevole l'effetto in sé, ma il trattamento del segnale mi ha spinto a rivendere il pedale dopo poco tempo. Ho riscontrato lo stesso problema con un TC Mojo Mojo, invece non ho avuto noie in tal senso con il Flashback, sia in versione singola che X4. I due Boss - vado a memoria - sono diversi tra loro. Del 5 ricordo un riverbero modulato molto bello con gli altri algoritmi senza infamia e senza lode. Rispetto al suo predecessore il 6 perde in relazione alla modulazione, ma ha dalla sua altri punti: in primis, sempre secondo la mia percezione, ha un buffer migliore e porta meno indietro il dry, inoltre ha degli algoritmi interessanti come lo shimmer e soprattutto il rev+delay che, onestamente, ho trovato migliore del pur valido simil-analogico del DD7. Personalmente non amo i plate, per cui non ricordo proprio come suonassero quelli dei due Boss. Quanto al room, forse se sei abituato a prodotti di qualità ancora più alta, potresti sentire la mancanza di un poco di naturalezza.
  17. Ci sto facendo un pensierino, ma non si trova usato.
  18. Intendevo proprio tra quello grande e il mini.
  19. Riguardo al Tumnus mi chiedo anche quanto siano differenti le due versioni.
  20. Come dicevo sopra, il Tumnus in effetti mi ispira. Quanto all'Ecstasy, ne ho già avuti tre e lo apprezzo molto, ma lo userei esattamente come il Plexidrive.
  21. Non suonando metal (oddio, non suono proprio), non mi serve un drive estremo, ma ogni tanto mi diverto con un buon high-gain. Considera comunque che uso solo la Strato con i singoli. Il Plexidrive si lascia pompare bene, soprattutto dal boost del Jhs, ma per avvicinarmi alla saturazione e al sustain di quest'ultimo devo partite già da un bel crunch, mentre io adoro il Wampler con il gain appena accennato. A prescindere, invece, dal Jhs, il Tumnus mi stuzzica l'interesse.
  22. Il rapporto spesa/resa è decisamente buono!
  23. Infatti pensavo proprio al Triple Wreck, pedale che ho già avuto una decina, forse più, di anni addietro. Nel caso cercherei un vecchio modello, perché la dicitura "brutal" a fianco di uno switch mi disturba. Il punto però è questo: per questo capriccio notturno vale la pena sostituire l'ottimo JHS The AT+, fornito, tra l'altro, di booster indipendente?
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