Stg g-16ce Pro, sigla lunga che identifica una chitarra made in china col quality control koreano. Prezzo sul nuovo intorno ai 500. Top abete massello, fondo e fasce mogano laminato, palissandro relativamente figurato ma un po' slavato per la tastiera, elettrificata con piezo e mic, controlli in buca col blend. Si percepisce che è economica? Si, un occhio attento nota che il retro è opaco senza particolari venature, nonostante il top carino dissimuli la costruzione. Un po' come l'albero di Natale. Orripilante il finto tartarugato, la voluta, fa storcere un po' il naso l'accoppiata legni, sempre sul retro. Perfetti gli incastri e la lavorazione, non gli ho riscontrato difetti. Meccaniche grover precise, intarsi e paletta carini, amplificazione che non ho ancora avuto tempo di provare ma che sulla carta promette bene. E' uno strumento che punta sullo strumming, rimanendo sempre dolce, non chirurgico, alte discrete, basse un po indietro, con un radius leggermente curvato che conferma la direzione scelta. Fingerpicking ce lo si fa ugualmente, con qualche accortezza dato anche dal manico che ha un profilo un po' troppo cicciotto, almeno per me che apprezzo il V Action perfetta fatta da liutaio con 12 53, l'ho presa usata (diciamo... pare nuova) per mia figlia che fa strumento alle medie da un tizio che le ha preferito una eko Mia col topo in cedro. Non sto parlando del non plus ultra tra le acustiche, intendiamoci, però suona discretamente bene. Riflessioni? La fascia economica sforna strumenti dignitosissimi, si potrebbe usare live senza sfigurare, grazie anche a un setup ben riuscito, che denota una posizione precisa dei tasti. Penso che 15/20 anni fa non fosse così, quelle economiche che ebbi modo di avere/suonare erano di cartone. Se riesco carico due samplini a cazzo fuori tempo fatti col telefono, qualcosina si scorge lo stesso.