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Uilliman Coscine Terzo

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  1. Essere neri in America è già una causa di morte

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    2. Vale

      Vale

      @Zadonon proseguirò il discorso. È troppo complesso per due piccoli uomini come noi

    3. Zado

      Zado

      Complesso sicuramente, esteso forse ancora di più, però nel mio piccolo sento di essere legittimato a parlare della mia altrettanto piccola realtà cittadina, e ti confesso che se è vero che il razzismo è alimentato dal senso di disuguaglianza e disparità (ed è vero), da queste parti chi lo subisce non è realmente chi si trova in una condizione di sfavore

    4. nova

      nova

      La differenza si gioca sempre fra accidentale e sostanziale, anche per il razzismo.

      Neppure Mussolini fu per tradizione culturale antisemita (cit De Felice). Le colonie in Italia furono avventure (idem per la Germania). Per secoli dominarono le signorie coi campanilismi e i connubi tra potenze europee. Se proprio dovessimo cercare la "nostra" matrice razzista, dovremmo ripescare nella cultura latina, della Roma antica, cominciando dal maschilismo dominante (differente da quello greco; qui Michel Foucault è stato un maestro). Diversa la questione razzista se si guardano gli scritti tra 700 e 800 in Francia e Inghilterra. Capolavoro il "Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane" di Gobineau, matrice anche del Mein Kampf. La sola risposta a Gobineau furono le lettere di Tocqueville, tra primi anni 40 e fine 50 (tutte pubblicate da Donzelli ed.).

      In USA, a fine 800, uscivano cartoon come quello di Frost (e molti altri, fra cui, poi il buon Disney)

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      Qui siamo sulla struttura sostanziale. Un vero ordine del discorso: linguaggio, coreografie, educazione, pratiche di vita, abiti comportamentali, figli del colonialismo (prima che dell'imperialismo).

      Ergo, la cultura africana non è razzista. Fenomeni simili accadono solo per sradicamento (e l'ordine delle cause diventa un altro discorso).

       

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