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guitarGlory

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  1. Lo schema è giusto, guarda solo lo switch e collegarci gli stessi cavi che vedi in quel layout... è semplicissimo.
  2. Assolutamente d'accordo con te, il mini resta comunque uno dei migliori kloni come suono, se non servono le funzioni aggiuntive del Deluxe. Dal vero, ha un po' più di bassi rispetto a un originale, ma molto piacevoli.
  3. Per quello non c'è problema, si può fare di qualunque colore o combinazione di colori... la mia ad esempio è bicolore nera e crema, ma ne ho fatte alcune nere col pannello gold (classico Marshall), altre bianche con pannello silver, questa purple e gold (e anche questa è un classico hendrixiano) ecc ecc
  4. Va beh, che ve lo dico a fare: sono orgoglione, come si potrebbe non esserlo? Una cosa figa è che il mastervolume in questo video sta a ore 11:00... il che, considerando la corsa del pot, significa che l'ampli eroga circa 15 watt; ok, sono 15w incazzatini eh, ma gestibilissimi, e il suono non ne risente! Altra cosa al volo, poi me li ascolto con più calma e se mi viene in mente qualcosa aggiungo: Gianca, per il VH sound, se non ponticelli è meglio... puoi cmq dare più ciccia regolando alto il Normal volume (che influisce anche senza il jumper); Eddie non ha mai ponticellato che io sappia, usava solo il bright channel, e il suono è più preciso e definito in quel modo... tanto ai bassi fermi e cazzuti ci pensa il secret switch
  5. Oggi pomeriggio mentre smanetto tra valvoline e condensatori me lo ascolto volentieri, thanks
  6. L'ho visto live a un festival blues qualche anno fa, e tra tanti musicisti bravi che c'erano lui mi aveva colpito... non che sia particolarmente originale eh, ma ha un gusto invidiabile nel fraseggio, un bel tocco, mai una nota fuori posto. Peccato che lì suonasse con un gatbuglio digitale, mi pare un Markbass multiamp di cui sempre se mi ricordo bene è stato pure endorser... aveva un suonino fino fino, ma per fortuna (sua) vedo che si è ravveduto
  7. Cambia le finali... o almeno fai controllare che siano matchate e ancora in buono stato. Essendo due finali diverse (il che non è necessariamente un male di per sé), ci sta che una scaldi più dell'altra, ma deve essere una differenza di temperatura ragionevole... non possono essere una rovente e una tiepida per capirci In generale: se una finale si esaurisce gradualmente, non fa danni... se salta perché va in corto o perché il bias è sballato di brutto, danni al circuito ne può fare eccome.... soprattutto se (e mi succede di continuo di trovarli) sono stati messi fusibili a caso
  8. Se lo usi come booster, il Mythical e l'Arc sono molto belli... ma se pensi di usarlo anche come od, il Tumnus Deluxe è la scelta migliore E non è che come boost vada male eh, cioè... fa quello che deve fare un klone, ma anche parecchio di più... solo che avendo eq attiva, soffia un pochino più di un klone normale. Ad ogni modo, io mi sarei preso il Tumnus Deluxe se l'avessero fatto rosso
  9. Mi è piaciuto un sacco quando l'ho provato, lo volevo... lo volevo tanto... ma Gold sarebbe stato un pugno in un occhio in pedaliera Lo volevo così tanto che ho provato a scrivere a Brian per farmene fare uno Custom rosso o silver, o ad avere una scatolina pre-forata da personalizzarmi da solo... ma non c'è stato niente da fare. Alla fine ho optato per questo:
  10. Due parole sull'ampli, cercando di restare sul comprensibile e(cosa che ultimamente mi resta complicata ). Questa Purple è una versione leggermente semplificata della A&O, che chiamo "Classic" per via dei 4 ingressi tipo Plexi classica appunto... è molto simile a quella che mi son fatto per me: non ha il modo 800, per lasciare i due canali miscelabili a piacere, e come valvole monta tre ECC83 (di cui v1 NOS), due finali EL34 e una rettificatrice GZ34 (con lo switch per scegliere tra rettifica Tube o Solid State). Gianca inoltre mi ha chiesto di non esagerare con le opzioni e gli switch, quindi abbiamo concordato di non mettere il tonestack Lead/Bass; in compenso si è deciso di investire in condensatori NOS nelle parti più influenti del circuito (uso principalmente Mustard vintage, ma anche ITT, Lemco ecc, tutti rigorosamente NOS e misurati). Ovviamente ha anche il mio mastervolume, lo switch "cream" per addolcire le altre frequenze, NFB regolabile (JTM, Plexi 68, Metal Panel), bright a 3 posizioni (Superbass, JTM, Plexi)... e conoscendo ormai un po' i gusti del Juanka, sotto il pot del Normal Volume c'è una chicca "segreta", non dichiarata sul pannello, che non vedo l'ora provi
  11. Figa, sembra grigia nelle foto tue
  12. Visto che Gianca a fare le foto è peggio di Calboni... posto qualcuna delle mie
  13. Io un po' di gain glielo do anche come clean boost, perché inciccia le medie... volume a metà, tono a ore 11:00, 12:00 o 13:00 a seconda dell'ampli che uso, gain a ore 9:00.
  14. Figa il DucaConte interviene poco, ma quelle poche volte la tocca piano
  15. Ho conosciuto il ragazzo di Jampedals - che ormai tanto ragazzo non sarà più - diversi anni fa a una fiera... sono onesto, non ho mai avuto un suo pedale in board (principalmente per il look e per la delicatezza delle finiture), ma li ho provati quasi tutti e mi son sempre piaciuti molto. Pur essendo quasi tutti dei cloni dichiarati, lui ha una sua filosofia di suono che si ritrova in tutti i pedali che fa: suoni caldi, tondi, morbidi e con le medie avanti... non so se aggiusti in qualche modo le impedenze x ottenere quel risultato, o se siano i componenti che utilizza, ma sicuro quell'idea di suoni in testa ce l'ha e sa come realizzarla... i suoi TS style sono tra i più belli che ho provato.
  16. Io ce l'ho usato per diverso tempo... ma il klon prima della mattonella non è il massimo per me, la snatura abbestia per via del buffer del klon e dell'impedenza d'ingresso del Lazy. Ma non ti resta che provare, visto che fra poco li avrai entrambi, giusto?
  17. Auguri Gianca! Regalo viola in arrivo! (... e non è la Fiorentina)

  18. Ora no, ma ce l'avrà presto... e messo al posto giusto
  19. Esatto... Boonar, FTT, Belle Epoch, Memory Lane, i Fulltone a nastro, i nuovi SDD Korg... tutti delay molto belli, ma sono emulatori o reissue di vecchi delay storici. Forse le uniche due novità sono... - il Chase Bliss Tonal Recall, oltre che per le funzionalità programmabili, per tutti i vari ramping switch che possono alterare il suono e il pitch delle ripetizioni (molto sperimentali come suoni); - il DOD Rubberband, per la funzione rubberband appunto.
  20. Mi sa di no, purtroppo. Non vedo molta originalità in questo campo, e soprattutto vedo pochi musicisti in gradi di far diventare "mitico" l'uso di un delay oggi... ed è questa la discriminante maggiore rispetto ai vari Echoplex, Echorec, Memory Man, 2290, Copycat, Space Echo ecc: tutti delay strepitosi intendiamoci, ma la loro fama duratura nel tempo è dovuta soprattitto ai loro utilizzatori famosi e all'uso creativo che ne hanno fatto.
  21. Si, diversi anni fa... suonava qui proprio vicino casa, a Fano: mi ci trascinò un amico (io non lo conoscevo per niente) e ammetto di essere stato piuttosto spiazzato dalla sua "musica" Però il libro gliel'ho comprato
  22. Quello ha i giorni contati
  23. Se potessi me li ripijerei S-T-U-P-E-N-D-O, letto qualche anno fa... uno degli imperdibili. Ecco, questo ce l'ho, ma rimando la lettura da un po'... ora ho iniziato LA STORIA DELLA CHITARRA ROCK edito da Hoepli, che credo mi terrà compagnia per un po' vista la lunghezza, ma il prox è lui
  24. In questo periodo un po' di stanca per il forum, provo a buttar qui un tema che non mi sembra sia stato trattato, almeno da quando sono iscritto io. Quella dei libri a tema musicale, che siano romanzi, saggi, bio o volumi fotografici ecc è un'altra passione che ho da tempo, o meglio un'altra sfaccettatura della stessa passione per la musica e gli strumenti... quindi inizio io con gli ultimi tre letti, di cui uno mi ha veramente colpito. IL SUONO DEL SECOLO di Stefano Mannucci Lo stile sulle prime è un po' farraginoso, appesantito da un linguaggio forzatamente ricercato, ma lo spaccato socio-culturale in cui sono inseriti generi e personaggi della storia del rock in modo antologico mi è molto piaciuto. Questo è un libro "vero", quasi un saggio per il taglio dato dall'autore, che, a differenza delle pur divertenti raccolte "Rock Bazar" di Massimo Cotto (anche queste da leggere, ma con minor impegno, in scioltezza diciamo), e pur risentendo dei suoi gusti riguardo ai personaggi trattati, dà anche uno sguardo oltre la musica, oltre l'aneddoto. CRAZY FOR ROCK'N'ROLL di Iaia Mandolino Qui siamo di fronte a un vero e proprio romanzo... concepito come rock-bio. L'autrice è un'esordiente e il libro, molto corposo, è disponibile solo in digitale. Capolavoro per me... non voglio rovinare la sorpresa, per cui riporto solo la recensione che ho scritto per Kindle store: Uno stile fresco e coinvolgente, anzi più stili considerati i tre diversi narratori più la corrispondenza epistolare del chitarrista Adrian, supportano una trama intricata, ma comunque fluida e coinvolgente... il tutto condito da un realismo che rasenta la perfezione, anche per un appassionato conoscitore del periodo storico a cavallo tra gli anni '60 e '70 e del fermento musicale di quegli anni.Come già detto in altre precedenti recensioni, il realismo è tale da insinuare anche nella mente degli appassionati il dubbio... ma siamo sicuri che veramente non siano esistiti gli Holy Bones?Ecco, quello di cui sono sicuro è che per me - da oggi - esistono... Iaia me li ha presentati, fatti conoscere, abbiamo fatto amicizia... e anche se non potrò mai ascoltare la loro musica, da musicista a mia volta sono riuscito ad immaginarla e a viverla con piacere.Concludo con un ringraziamento all'autrice, che mi ha tenuto compagnia nell'ultimo mese... e aspetto con ansia un suo nuovo libro! Infine uno che invece non mi è piaciuto... ROCK AND RESILIENZA di Paola Maugeri Sarà lo stile eccessivamente autocelebrativo dell'autrice, autrice che per altro in radio a volte apprezzo, ma... nonostante il libro sia brevissimo (e costoso, in rapporto anche solo alla lunghezza) ho fatto sul serio fatica a finirlo. A partire già dal titolo, che è stato uno dei motivi per cui l'ho comprato, e che però si è rivelato piuttosto fuorviante: fa riferimento a un tema, quello della musica come resilienza, che qui è per lo piu pretestuoso. Forza, sparate i vostri
  25. Identica sensazione a quella che ho avuto io: ho provato la sua proprio qualche anno fa, durante una demo di casse amplificate x acustica... tutta sverniciata a mazzate dalle sue manone e davanti a lui (vergognandomi come un ladro per i due accordi da pezzente )... non è diversa dalla produzione di serie, suona asciuttissima da spenta e molto bene da amplificata... però la verità è che è Tommy di un altro pianeta, potrebbe suonare con una scopa attaccata a un barattolo...
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