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Showing content with the highest reputation on 13/12/2017 in all areas

  1. 8 points
    Collings 290 DCs, l'ispirazione mi sembra chiara... Un particolare della finitura:
  2. 5 points
    Come forse alcuni di voi sapranno qualche settimana fa mi sono liberato del Kemper: non sto a dilungarmi sul perché e sul per come, ho già espresso più volte la mia opinione a riguardo. Il punto della questione è che, non avendo più il tostapane, mi sono ritrovato sprovvisto di “aggeggi” che mi permettessero di suonare in santa pace a tarda sera o anche in piena notte, cose che, dati gli orari un po’ strambi del mio lavoro, spesso mi trovo a fare. Inizialmente avevo pensato di rimediare riprendendo il Rivera Rockcrusher Recording, apparecchio con cui mi sono trovato bene in passato e che mi ha dato parecchie soddisfazioni…poi però ci ho riflettuto con maggiore attenzione…ho capito che in fondo l’attenuatore non mi serve davvero (motivo per cui in passato ne ho comprati e poi venduti parecchi), quello che mi serve è una load box coi contro cazzi da usare con le mie amate testate. La scelta ovvia sarebbe stata il Suhr Reactive Load, apparecchio conosciutissimo per questo scopo, ma prima di procedere mi sono chiesto se nel frattempo non fosse arrivato sul mercato qualcosa di più performante dal punto di vista delle funzionalità, anche perché non nascondo che ho sempre trovato il Suhr decisamente troppo caro per quello che realmente offre. Così ho iniziato a guardarmi intorno e dopo un po’ di ricerche mi sono imbattuto in un nuovo prodotto di Steve Fryette, presentato al NAMM dello scorso anno e chiamato Power Load. Per chi non lo sapesse (vabè, qui su RC penso che lo sappiano tutti) Fryette è stato per diversi anni la mente dietro al noto marchio VHT e ora produce ampli ed apparecchiature varie direttamente a suo nome, fra cui la notissima Power Station. Di che si tratta? In buona sostanza il Power Load (d’ora innanzi PL) svolge 3 funzioni fondamentali per l’home recording e la pratica casalinga in orari improbabili: 1) è una load box di tipo reattivo (quindi, come ormai saprete, offre all’ampli un carico fittizio variabile e strettamente dipendente dal livello del segnale in entrata…un po’ come se fosse una vera cassa); 2) è una emulatore di cassa analogico dotato di diversi controlli per simulare al meglio il “filtraggio” di un vero cabinet per chitarra; 3) è un’interfaccia in grado di funzionare indipendentemente dal computer e dalla scheda audio. Vediamo più nel dettaglio le varie caratteristiche e le possibili applicazioni pratiche. LOAD BOX Come dicevo il PL fa “vedere” all’ampli un carico fittizio reattivo, in modo che il feel dell’ampli resti pressocchè invariato (o quantomeno molto molto simile) rispetto a quando ci colleghiamo ad una cassa fisica. Ovviamente è presente l’interfaccia cab-through per utilizzare l’apparecchio fra testata e cassa. La potenza massima sopportata arriva a 200 watt a 4 e 16 ohm e 150 watt a 8 ohm (chiaramente l’impedenza è selezionabile tramite apposito selettore), più che sufficiente per usare il 99,9% degli ampli in commercio a cannone senza avere nulla da temere per i trasformatori. Diversamente dal Suhr, che si limita a questo (anzi, ad essere precisi il manuale parla di “soli” 100 watt di tenuta massima), il PL permette anche, tramite 2 switch a 3 posizioni posti sul pannello frontale, di scolpire la risposta delle alte e delle basse frequenze a proprio piacimento in relazione al volume che si ritiene ottimale per il proprio amplificatore. Nella pratica vi assicuro che questa funzione si rivela non proprio secondaria: tutti abbiamo ben presente come possa cambiare il tipo di risposta di un ampli a diversi livelli di volume. Nel pannello posteriore troviamo la direct out 1, con uscita bilanciata e sbilanciata, relativa appunto all’utilizzo del PL come load box pura: da qui il segnale diretto (full range, passivo…tipo quello di un mic dinamico) viene inviato alla scheda audio e, tramite i vari plug-in e software in commercio, può essere processato con i ben noti impulsi di cassa (IR). Questo è il tipo di utilizzo più frequente, in quanto gli IR di ultima generazione offrono un livello di realismo davvero notevole e una macchina come questa riesce a sfruttarli al meglio. A questo proposito mi preme dire che, diversamente da quanto pensavo, i carichi fittizi non sono tutti uguali, anche se reattivi: il Rivera eccelle come attenuatore ed ha un cab sim di alto livello, ma come load box non regge il confronto col PL, che si rivela nettamente superiore. Nota di servizio di sicuro interesse: tutta questa “parte” dell’apparecchio è assolutamente passiva e non necessità di alimentazione. CAB SIM Se invece non abbiamo problemi ad alimentare il PL con l’alimentatore in dotazione si attiva tutta la parte relativa all’emulatore di cassa analogico: qui devo dire che nonostante i controlli a disposizione siano relativamente pochi il risultato è assolutamente di alto livello, forse addirittura superiore a quello ottenibile con il Rivera. Nello specifico i controlli sono: Lo Mid, Hi Mid ed Emphasis, più un switch per invertire la fase ed un altro, denominato Air/Bite, che serve a simulare la posizione del microfono virtuale (centrato oppure off-axis). Vabè, la funzione dei primi 2 non sto manco a spiegarvela, l’Emphasis invece è una specie di presence, impatta parecchio le alte e altissime frequenze. In buona sostanza Fryette ha compattato in 3 pot il complesso sistema EQ a 11 bande del Rivera: non si può pretendere che sia altrettanto versatile, ma è sicuramente più semplice ed efficace, anche perché proprio il suono flat di base (coi pot a ore 12) è a mio avviso ancora più credibile di quello del Rivera, che già era di ottimo livello. A questo punto è doverosa una parentesi. Reale efficacia, utilità e necessità del cab sim analogico? Qui ci sono varie scuole di pensiero. Personalmente ritengo che un buon emulatore di cassa abbia ancora qualcosa da dire, anche nell’epoca del digitale. Certo, il realismo è inferiore, ma ci sono dei vantaggi da non sottovalutare, primo fra tutti la totale assenza di quelle alte digitali finte e fastidiose di cui la quasi totalità degli IR purtroppo ancora soffre. In secondo luogo la semplicità di utilizzo, non paragonabile rispetto alla giungla di parametri e riprese disponibili quando ci addentriamo nel complesso mondo degli impulsi. Inoltre credo di essere l’unico sostenitore al mondo dell’utilità delle 2 tecniche combinate insieme: avete mai provato a mixare il suono di un buon IR con quello di un buon cab sim analogico? Se non l’avete mai fatto provate, potreste rimanere sorpresi. Ritornando a noi, sul pannello posteriore abbiamo la direct out 2, questa volta attiva, anch’essa dotata di uscita bilanciata o sbilanciata. Uno switch sul pannello frontale permette di attivare o disattivare il cab sim (che funziona solo su questa uscita), in modo da avere, se lo vogliamo, 2 segnali diretti (uno attivo e uno passivo) da processare a nostro piacimento. INTERFACCIA Il controllo Level regola sia il livello di uscita del direct out 2 che il livello dell’uscita cuffie…e qui si apre una vero e proprio terzo capitolo relativo alle funzioni “accessorie” del PL, funzioni che per me sono non meno interessanti delle prime 2. Innanzitutto, come dicevo, questo apparecchio è dotato di uscita cuffie (ovviamente in cuffia sentiremo il suono processato dal cab sim), cosa che lo rende di fatto libero dalla schiavitù del PC o della scheda audio esterna. Non bastasse questo (e vi assicuro che è già tanta roba per apparecchi di questo tipo), l’interfaccia è dotata anche di un loop effetti stereo, in modo da poter inserire qui gli effetti di ambiente per gustarseli in stereofonia. Ovviamente quello che viene inserito nel loop non arriva alle uscite d.i., quindi se il nostro intento è registrare con i nostri effetti, questi ultimi andranno usati in modo tradizionale (in front o nel loop effetti dell’ampli, o eventualmente post mixer). Dulcis in fundo, è presente anche un ingresso 3.5 mm per collegare apparecchiature elettroniche di varia natura (cellulari, tablet, lettori cd o mp3) in modo da poter jammare su basi o pezzi veri e propri. A completamente di questo già ampio quadro, abbiamo anche un ingresso per preamp o pedali esterni, casomai volessimo collegare un preamp o direttamente la nostra pedaliera al PL, sfruttandone il cab sim interno. Il livello di ingresso è selezionabile tramite switch sul pannello posteriore (normale o -10db); se all’ingresso non viene collegato nulla, lo switch funziona da pad generale dell’apparecchio, funzione molto utile se colleghiamo amplificatori potenti e magari sprovvisti di master volume. Degno di nota infine lo switch per il ground/lift, che separa fisicamente il circuito interno del PL dallo chassis, in modo da ridurre al minimo interferenze e rumori indesiderati. DIFETTI C'è poco da rimproverare a questa macchina. Volendo fare i pignoli mi vengono in mente 3 cose: 1) la qualità audio dell'uscita cuffie non è paragonabile a quella di un buon pre, motivo per cui il cab sim renderà decisamente meglio se collegate il PL ad una buona scheda audio o ad un preamp esterno; 2) uno straccio di led per l'alimentazione ce l'avrei messo; 3) il controllo di Level avrebbe potuto essere tarato meglio. CONCLUSIONI La faccio breve…secondo me il PL non ha realmente contendenti sul mercato, al momento è una macchina pressoché unica. Per quanto riguarda la qualità sonora la cosa è altamente soggettiva, di sicuro questo apparecchio si colloca in cima alla lista sia per quanto riguarda l’uso degli IR che per quanto riguarda l’emulazione di cassa analogica…quanto poi consideriate valide queste 2 “tecniche” sta a voi deciderlo: personalmente resto dell’idea che una ripresa multi-microfonica fatta a regola d’arte continui ad essere molto difficile da battere…purtroppo non viviamo in un mondo ideale e ahimè, i compromessi sono spesso inevitabili. Per quanto concerne le funzionalità, secondo me Fryette ha fatto un lavoro eccellente nel condensare in un'unica scatoletta dalle dimensioni molto modeste e dal peso estremamente contenuto tutto ciò che può realmente servire per utilizzare i nostri amati ampli valvolari a qualsiasi ora del giorno e della notte con risultati soddisfacenti. Il vero punto di forza credo sia proprio la multifunzionalità del PL e la quasi totale indipendenza da altre apparecchiature: sappiamo tutti come va…magari hai quei 20 minuti a disposizione per sfogarti dopo avere messo i figli a letto la sera…ecco, lì perderne come minimo 5 per accendere il computer, collegare la scheda audio, aprire i vari plug-in ecc. diventa difficilmente tollerabile. Reali contendenti, come dicevo, secondo me non ne esistono: le varie macchine della Two Notes sono IR dipendenti, spesso anche computer dipendenti, il Suhr RL è veramente spartano all’osso, il Rivera pecca un po’ come load box e non ha l’uscita cuffie, il Mini Rockrec (sempre Rivera) non è reattivo…insomma, per me Fryette a ‘sto giro ha fatto decisamente centro.
  3. 2 points
    L'unico problema Raffì è che me ne serve un altro di Chase bliss, così riempio lo scaffaletto che ho quello spazio vuoto preciso che quando ci butto l'occhio m'indispettisce.
  4. 2 points
    fichissima, unico neo il precedente proprietario ma vabbè, sei abituato a queste pecche invidiamus
  5. 1 point
    Mi scuso in anticipo se ultimamente tendo ad essere polemico ma trattandosi di home recording uno si aspetterebbe di sentire almeno qualcosa di registrato in casa e non dal Pete Thorn di turno o addirittura dal chitarrista di S. Vai. Su radio recording c'è una discussione di 3 pagine sullo Suhr reactive load dove ci si arrangia come sempre a parole cercando di descrivere un suono, si allega qualche video dei soliti noti del tubo (e in passato si è addirittura asserito che forse barano perché i risultati non sembrano mai replicabili..) ma nessuno schiaccia il tasto Rec per farci sentire qualcosa quindi alla fine lo faccio io registrando un brano con SRL e WoS di Two Notes di cui si è parlato in lungo e in largo nel topic. Finalmente esiste una cosa oggettiva sulla quale si può dibattere apertamente confrontando le varie opinioni sul risultato bello o brutto che sia avendo tra l'altro in questo caso a disposizione tutti i dettagli sui mezzi utilizzati per ottenerlo e invece cosa succede? che il thread è ancora fermo all'8 novembre data della mia pubblicazione perché per oltre un mese nessuno e ribadisco nessuno si è scomodato a dare la benché minima opinione o fosse anche un semplice commento su un contributo che risulta del tutto in topic e riguardante un tema per giunta tuttora di attualità come dimostra la partecipazione a questo stesso thread. Qualcuno mi può spiegare PERCHE'? grazie scusate l'OT e buona continuazione.
  6. 1 point
    I pallini colorati delle corde sono...vomitevoli...
  7. 1 point
    Bel relic sulla scaffalatura
  8. 1 point
    Codesta Collings saprà ancora di Luan allora... Comunque troppo perfetta, ti durerà meno di un gatto in autostrada
  9. 1 point
  10. 1 point
    Le Grado sono cuffie "dure". O almeno questo è quello che mi hanno sempre detto. Ho un amico che è titolare di uno studio di registrazione (non un hobbysta: vive di quello), e lui mi dice sempre che le Grado sono ottime per mixare i suoni di chitarra, ma affaticano l'orecchio. Purtroppo, per me, la dura realtà è che niente ti fa godere come il cono che muove l'aria, anche solo un pochetto. Il Kemper ce l'ho, lo amo per quello che è e non si vende, ma suonare senza cuffie è un'altra cosa. Il piacere di suonare vuole il volume, non c'é niente da fare, pretendere di godere con il suono in cuffia è come volere la moglie ubriaca e piena di botte.
  11. 1 point
    Ma si, ho scritto questo Topic, solo per far vedere (purtroppo) a che punto si é arrivati!
  12. 1 point
    A naso mi pare una cosa inutile. Quoto Glory sul fatto che congelare qualcosa che contiene acqua come il legno non è che sia proprio il massimo. Già le fibre di legno sono martoriate dalle camere di essiccazione artificiali, farle anche congelare che senso avrebbe? Qualcuno potrebbe replicare con la questione degli alberi e dellle vene corte per il tanto freddo... ma si parla di altre temperature, di piante in vita e solo per alcune varietà (dove cresce il mogano non fa freddo). Riguardo hardware ed elettronica lascio il beneficio del dubbio perché spesso ho sentito parlare di trattamento criogenico per le valvole e forse potrebbe avere un senso (forse). Ad ogni modo mi pare l'ennesia pippa mentale.
  13. 1 point
    Era meglio se suonavi ieri sera , invece di scrivere ! ......
  14. 1 point
    Vuoi non cambiare un po di roba prima della fine dell'anno???
  15. 1 point
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