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  1. Di questo pedale passato un po' in sordina da queste parti si può dire di tutto ma soprattutto che nella lotta contro il Jan Ray gli difettò la fortuna e non l'ardire. Adesso torna con lo switch giusto per portare a portata di piede tre suoni storici di combetti Fender. Che si stia preparando per le luci della ribalta?
  2. guitarGlory

    THE GREAT STRAT SHOOTOUT

    Buongiorno a tutti! Dopo anni passati a giocare principalmente con le Gibson, ultimamente, per "colpa" di alcuni amici che mi portano da provare chitarre clamorose di ogni tipo, e di galeotte chat whatsappiane con @electric swan e @pino , mi è tornata prepotente la GAS da Strato... e si sa che quando la GAS colpisce, poi fa danni grossi In questo caso, il danno prende la forma di 3 nuove Strato, che si vanno ad aggiungere alle 3 che già avevo, il che segna anche il clamoroso sorpasso delle Strato sulle Les Paul a casa gLory... 6 - 5 e palla al centro E una di queste strato, seppur nella versione da semi-povery (body refin, che è l'unico motivo per cui sono riuscito a permettermela), è un bel pezzo di storia: una slab board pre-CBS, data gennaio 1962, con il body refin in Candy Apple Red (probabilmente a fine anni '60), che potete vedere qui sotto: Le altre due nuove arrivate sono queste: la White over Burgundy, presa da Lucio con Pino a fare da tramite... ... e una vecchia conoscenza del forum, ovvero la replica MJT della Cruz Pin-Up (o se vogliamo della "Mother", la strato di Philip Sayce a cui anche Cruz si era ispirato per creare le pin-up), meglio conosciuta come "La Pina"... questa è una chitarra con un look davvero spettacolare, l'ho presa da @Vintage Specs, ma qui dentro l'hanno avuta in diversi: E infine qualche foto di gruppo, mentre tutte e 6 si godono l'ombra dell'ultimo sole estivo in giardino Prima di passare ai video, premetto che inizialmente non c'era l'intenzione di postarli o di scrivere un thread, li avevo fatti principalmente per me; infatti quello "di presentazione", che qui trovate come primo, in realtà è stato realizzato per ultimo, quando mi è venuto in mente che una comparativa di questo tipo, con chitarre diverse dello stesso tipo, tra cui una slab board vera, avrebbe potuto essere interessante anche per altri che magari si trovano in fase di scelta Spero mi perdonerete quindi il playing parecchio approssimativo, mentre registravo quelli amplificati non contavo di farli vedere a nessuno, se non agli amici più stretti. Per lo stesso motivo, non ho accordato standard la Mary Kaye... sta accordata mezzo tono sotto praticamente da quando la presi (ero ancora giovane ) e non avendo nessuna velleità di fare una prova "scientifica", ve la beccate così com'è Per completezza di informazione, riporto qui anche le caratteristiche salienti di ciascuna strato, ovvero le combinazione di legni e i pickups che montano: 1- 1962 slab board, CAR refin - pickups Black Bottom pre-CBS originali (alder\rosewood) 2- 2017 NAMM LTD, Fiesta Red heavy relic - pickups Fender Texas Handwound (alder\rosewood) 3- 2013 Vintage White over Burgundy, heavy relic - pickups King Tone "Blue Bird" (alder\rosewood) 4- 1973 sunburst - pickups Grey Bottom (alder\rosewood) 5- MJT replica of Philip Sayce "Mother" - pickups Sliders NOS wire (swamp ash\rosewood) 6- Cunetto "Mary Kaye" prototype - stock Fender pickups (swamp ash\maple) E adesso, spazio ai video! Tutte le chitarre sono state utilizzate con gli stessi ampli\pedali e con gli stessi identici settings. Come sempre, il tutto è registrato alla buona col cell... e con un delizioso sottofondo di condizionatore rompiballe, ma necessario alla sopravvivenza del sottoscritto INTRO E SUONI ACUSTICI SUONI CLEAN SUONI CRUNCH PLEXI STYLE SUONI CRUNCH BLACKFACE\SRV STYLE
  3. In questo periodo di strato-mania e di tourbillon di chitarre, dopo aver confrontato, indagato, comprato, rivenduto (e aver capito finalmente che tanto - comunque la metto - a suonare son poco capace ), mi sono finalmente deciso ad upgradare anche l'ultima strato che aveva ancora i suoi pickups stock. La spinta è arrivata dall'uscita in pre-order dei nuovi Foley "El Mocambo" #1 (indovinate a chi sono ispirati?)... non che siano niente di particolarmente complicato eh, Mark Foley già da tempo fa tra le migliori repliche dei Fender pre-CBS, e questi sono solo una piccola variazione sul tema, con una diversa composizione e carica dei magneti in A5, filo AWG42 Formvar, paraffinati come devono essere i black botton, poli aged, completi di cover, mounting screws aged, e infine poli Stevie-staggered. Quest'ultima particolarità è dovuta al fatto che la Strato #1 di SRV era stata ritastata (e piallata male evidentemente) talmente tante volte da avere ormai un radius molto più flat (fonti ben informate dicono sia un 9,5 o un 10"); e così, per evitare squilibri di volume tra le corde René Martinez - tecnico delle chitarre di SRV - aveva anche livellato i poli dei pickups per il nuovo radius. Mi sono accattato il set #8 di questa edizione limitata, almeno per ora, prodotta da Foley in esclusiva per Peach Guitars in Inghilterra... ma considerando la velocità con cui sono andati via in pre-order, sono sicuro che non tarderanno a rifarli. Il prezzo è di 299£ a cui vanno aggiunte altre 30£ (mortacci loro!) di costosissima spedizione, che tradotto in euro fa circa 370€. Per i più curiosi, riporto qui le impedenze misurate, anche se non vogliono dire praticamente nulla se non si conoscono altre caratteristiche tipo l'induttanza ecc: - bridge 6,44k - middle 6,29k - neck 6,20k E adesso, dopo due fotine dei pickups montati sulla Fiesta, un video fatto abbastanza al volo e registrato alla cazzo di cane come sempre Ed ecco il video... purtroppo non è confrontabile a livello di suono coi precedenti dello Strat Shootout, perché il setup e i settings di ampli, pedali ecc sono tutti stati cambiati nel frattempo, ma spero si possa capire la qualità (veramente alta, anche sottomano a livello di feeling) di questi pickup Il setup usato qui è: - chitarra: NAMM 2017 Fiesta heavy relic - Foley EL MOCAMBO pickups; - Overdrive: Origin Revival drive Custom per entrambi i suoni drive; - delay\reverb - ampli: il mio fido GloryLuxe Enjoy!
  4. Ciao ragazzi, chi mi fa una panoramica sul mondo della telecaster? In negozio sono riuscito a provarne 2 o 3, tutte in configurazione frassino più acero, e quella di "maggior livello" pare fosse la 52(serie "vintage", credo che sia qualche modello di nuova produzione fender), ma proprio non mi è piaciuta da nessun punto di vista. Quello che NON voglio è una chitarra per fare "country", ricca di alte ma carente di "ciccia". Cerco una chitarra che suoni calda e corposa sulle medie frequenze(se inoltre avesse un manico non troppo grosso non sarebbe male). Girando per youtube sembra che la configurazione frassino oppure ontano con tastiera in palissandro esprima dei crunch davvero cicciotti, quasi in stile gibson. Credo che si tratti dei modelli 62/63(ovviamente le reissue), ma purtroppo conosco ben poco del mondo telecaster. La userei per fare del blues, rock-blues, jazz... ma anche del rock stile ACDC o comunque anni 70. Cosa mi consigliate? C'è quel video dove gary moore in un'intervista suona la telecaster e quel suono mi fa davvero impazzire... PS: Tenete conto che ho quasi sempre suonato gibson. grazie a tutti quanti.
  5. Intro. Ecco un “postino” per chi avesse voglia di leggere, l’avevo già pubblicato su un altro forum ma lo schiaffo pure qua, se vi desse noia lo piallate e mi bannate a vita, concernente una delle collezioni Fender (ma anche Gibson e altra robetta) più importanti e complete del globo terracqueo, che, vedi un po’, è in Italia. Nelle mani di un privato. Caso mai qualcuno, leggendo più avanti, capisse di chi si tratta, lo prego vivamente di NON fare il nome del personaggio in questione per ovvi motivi. Siamo comunque su un forum pubblico e la privacy è anche un obbligo di Legge. Conobbi questo personaggio per puro caso al matrimonio di un mio caro amico squattrinato come me, che ebbe la brillantissima idea di sposarne la figlia. Una vera ingiustizia insomma, visto che il mio amico non suona e delle chitarre non gliene può fregar di meno. Com'è, come non è, finisco a parlare di chitarre col personaggio in questione. Il quale è stato anche musicista per davvero nei Sixties. Molto appassionato, nonché amico personale, di questo signore qui con la Strato rossa e gli occhiali: E infatti mi invita nel suo vero e proprio museo, di fianco allo studio di registrazione che ha in “casa” per giocare. Bene, buttata lì su una poltrona c'è una Strato '59 di fianco ad un AC30 col suo bel Binson appoggiato sopra. Ingenuamente gli dico: “Capperi! Sembra il setup di Hank Marvin...” E lui ridendo: “No, è il setup di Hank Marvin. Quello con cui è stata registrata Apache in pratica.” Non ho saputo trattenermi ed ho esclamato: “'Ma porka paiella impestata di your sister!” A momenti collasso: tutte le Gibson storiche possibili e immaginabili, senza contare le Gretsch. Ma essendo io prevalentemente un fenderista, mi fiondo diretto verso una “Broadcaster” in condizioni eccellenti nonostante l'età che ha subito di fianco una “Nocaster”, fino alla “Telecaster”. Ci sono proprio tutte. Dal '51 al '65. Punto. Mentre tentavo di riprendermi coi sali, girato l'angolo, le Strato. Tutte: dal '54 al '65. Compreso un prototipo in cedro libanese col body in due pezzi giuntato sulla spalla superiore. Vi risparmio le acustiche e gli ampli... Ma la cosa più sorprendente in assoluto, visto che lo avevo appena conosciuto, è che mi ha offerto di farci una grattata insieme. Così, mentre lui porta in giardino con adeguato carrellino semovibile l'AC30 di cui sopra, io mi fiondo verso una Strato '62 Sunburst. Da sempre l'oggetto dei miei sogni bagnati. Ovviamente suoniamo Apache e io gli faccio da ritmico. Perché il tipo qui suona pure. E anche bene… Parte Seconda. Ma come sono queste chitarre leggendarie che arrivano a costare oggi quanto un appartamento? Prima di addentrarmi in considerazioni personali scaturite da impressioni altrettanto personali, vi avverto che non sono né un liutaio competente, né un buon musicista. Ma semplicemente un appassionato di certa musica, o meglio, di certi suoni, che si ottengono con certi strumenti ma proprio volendo, e io non voglio, pure con Fractal e Line 6. Siccome si tratta appunto solo di una passione tra le altre, mi piace, quando il tempo lo permette, approfondire un po' le cose con un approccio filologico. Quindi mi documento per avere almeno un'infarinatura di base che mi consenta un minimo di cognizione di causa. Prima della crisi e quando il portafoglio me lo consentiva, ho girato molte Strato negli anni, comprate e rivendute, fino a trovare i “miei” strumenti. Dalle Japan vintage alle Standard americane, dalle messicane alle Custom Shop americane. Il personaggio di cui sopra, ha raccolto i suoi strumenti nel corso di tutta la vita. Ben prima della nascita del Custom Shop Fender e della seguente mania relic, si dice, ispirata a John Page da Keith Richards degli Stones. Dunque, il personaggio, a suo tempo cercava strumenti originali dell'epoca certificati e garantiti direttamente negli Usa e nelle migliori condizioni possibili. Cercava fondamentalmente delle vere NOS. E tra la metà degli anni '70 e '80 ancora si poteva. Mica come molta roba che gira oggi spacciata per vintage sopraffino. Soprattutto se a prezzi allettanti. Comunque stellari. Il tanti casi sono pacchi. Quanti milioni di chitarre avrà mai potuto produrre Leo Fender dal '51 al '65? Comunque sia, nel vintage vero e proprio non esiste pedalanza. O meglio, qualcosa di rudimentale usavano anche, tipo i primi fuzz o wha, cioè roba modernissima venuta dopo, ma la cosa più importante erano gli strumenti: cioè la chitarra e l'amplificatore. Considerato anche quest’ultimo un vero e proprio strumento al pari della chitarra. Poi c'erano tremoli e riverberi valvolari, gli echo e più o meno stop: mani, orecchie, cuore e capoccia. Non ho avuto modo di provare tutte le sole Fender del personaggio – veramente tante – ma solo alcune. In particolare la '59 di Marvin col suo AC30 abbinato, un prototipo '54 in cedro libanese, una '62 e una '65 col transition logo. Sfatiamo qualche mito: mica vero che tutte le pre-CBS suonano incredibilmente superlative. Alcune suonano proprio da schifo come molte attuali Custom Shop. Infatti il personaggio mi disse che dovette scartarne diverse durante la sua ricerca, pure se in particolari custom color e storicamente rilevanti ai fini della sua collezione. Questo per dire che molti strumenti odierni, anche di fascia medio-bassa, suonano proprio bene e spesso meglio di quelli vintage originali. Anche qui contano solo le orecchie e le mani. Tornando alle chitarre del tipo. La '59 è davvero impressionante. Mai sentito nulla di paragonabile sino a quel momento. Sembra un pianoforte. Armonici “lunghi e profondi” a non finire. Prima di essere un'elettrica è una “solid body acustica”. Estremamente risonante e potente già da spenta. Trasmette la vibrazione dal body direttamente allo stomaco in maniera molto consistente e avvertibile. Costruita all'epoca su specifiche dello stesso Marvin nel suo tipico custom color, ha un manichino sottile con tastiera in palissandro e tasti jumbo. Il ponte è ovviamente tenuto flottante. Pick up anche quelli su specifiche delle stesso Marvin di cui non ricordo con esattezza le caratteristiche tecniche per cui non mi avventuro, diciamo che potete farvi un'idea studiando le caratteristiche dei suoi Kinman signature. Nessuna particolare finitura speciale o magico switch nascosto. Corde grosse. Non ricordo esattamente nemmeno la scalatura ma direi simile a una muta 0.11/049, a me peraltro ben nota e confacente. Action piuttosto alta con assetto generale pressoché perfetto. Sostanzialmente una chitarra sugli standard dell'epoca con qualche adattamento alle esigenze del playing di Marvin. Ma qui bisogna subito introdurre l'altra metà di quel suono al netto della mani di Marvin: l'AC30 e il Binson. Pur non essendo per nulla un fanatico della musica di Marvin – sono un ignorantone e vado di rock blues alla carbonara – l'emozione di accendere un AC30 dell'epoca con tanto di logo (ingiallito) verniciato sopra “The Shadows” è stata grandissima: se non altro per la Storia. Marvin è stato uno dei primi, se non il primo, a portare “davanti” la chitarra elettrica secondo la concezione moderna. Il suono se volete ve lo potete sentire nelle registrazioni originali dell'epoca, ampiamente rintracciabili in rete. Mentre il set up che vedrete in foto e video dell'epoca è proprio quello, non simile ma quello, che ho avuto tra le mani. Bene, quell'AC30 non è ovviamente paragonabile a quelli odierni. Non dico meglio o peggio per non scatenare le solite pippologie espertologiche, dico diverso. Semplicemente perché è costruito diversamente. Con tecnologie e componenti dell'epoca. In ogni caso una gioia per le orecchie: una purezza, una dinamica, un timbro semplicemente stellari. Mai sentiti per me dal vivo sino ad allora. Infatti successivamente ho cominciato a fare molta più attenzione a quanto ascoltavo, avendo avuto la possibilità di aumentare di molto le mie conoscenze. Comunque sia, ho chiesto al legittimo proprietario di tanta bellezza di settarmi il tutto in stile Shadows per la prova. Orca boia! Che suono. Puro Paradiso per me. Eppure niente a che vedere col suono di Marvin. Semplicemente perché suonavo io. Dunque ci ho grattugiato sopra la mia ignoranza: non volevo andar più via. Restituito il set up con le stesse regolazioni al legittimo proprietario, dal suo playing usciva invece esattamente il suono di Marvin. Perché è la sua musica e se l'è studiata, introiettata e provata tutta la vita. Parte terza: la prototipo '54 in cedro libanese. Mi permette di fare una semplice considerazione sui body in più pezzi. Oggi le Fender di “qualità” hanno tutte il body in due pezzi giuntato al centro. Alcune custom shop “master built” dai prezzi improponibili hanno il body in pezzo unico mi pare. Dalle american standard comprese in giù (ma a volte anche in su) son quasi tutte col body in tre pezzi. Quindi una schifezza? Proprio per niente. Anzi, in linea teorica è quasi meglio il body in tre pezzi con il blocco centrale unico – a cui è avvitato il manico – con le due spalle poi giuntate. Sempre in linea teorica il blocco centrale dovrebbe garantire un pelo di sustain in più con conseguente miglioramento della risonanza generale dello strumento. Non mi avventuro oltre per non dire altre sciocchezze... Le Fender pre CBS dal '51 al '65 avevano in genere il body in un pezzo unico. Ma non sempre. Anche qui in linea teorica sarebbe la soluzione migliore in termini di risonanza. La ragione principale sta nella reperibilità e nella stagionatura di legni di qualità. All'epoca non c'erano tutte le restrizioni ecologiche che ci sono adesso in termini normativi. Specialmente su legni particolarmente rari e costosi. Ed è anche la ragione principale per cui le produzioni su larga scala odierne di qualità hanno minimo il body in due pezzi. Al tempo il legno costava quindi molto meno in proporzione ad oggi. E ce n'era una disponibilità molto maggiore. Sia in termini di quantità che di qualità La '54. Solitamente per le chitarre dell'epoca col body in due pezzi, si preferiva giuntare sulla spalla superiore e non al centro. Per le ragioni indicate più sopra. Mollata la '59 di Marvin, la chitarra che mi fu assegnata per il “gig” dal tipo era appunto questa prototipo '54 in cedro libanese – ma ho provato anche la '62 e la '65 – per le nostre grattate. L'amp assegnatomi per lei era un Twin Reverb. Non ricordo di che anno; sicuramente un anno buono. Vietatissimo l'uso di qualsivoglia pedalino. Tastiera in acero. Tasti vintage piccolini. Muta 010. Un “V neck” cicciottello da urlo. Body ovviamente verniciato nitro con venature a vista e al tatto in un bel sunburst a due toni dall'aspetto scuretto tipo tobacco. In ottime condizioni. Perfettamente assettata. Questa chitarra, mi è stato detto, e non ho avuto motivi per dubitare conoscendo il personaggio, a proposito, vi ho detto delle Gibson? E delle Les Paul di Les Paul? Vabbè, torniamo alla '54 che era appunto una prova, un prototipo, di Leo Fender per un'edizione in cedro libanese derivante da una partita di legni su cui aveva messo le mani. Questo ci fa capire che all'epoca i legni avevano la loro bella importanza anzichenò. Dimenticavo, da un punto di vista della liuteria, direi che il livello di finitura delle chitarre d'epoca è paragonabile a quello delle odierne Custom Shop. Che a parte le costosissime “master built” sono anche quelle di produzione industriale. Diciamo che le Custom Shop di oggi possono equivalere alle standard dell'epoca in termini di cura e qualità costruttiva. In più dovrebbero essere usati dei legni di maggiore qualità e più selezionati ma ovviamente non paragonabili a quelli dell'epoca. I pick up sono i classicissimi '54 d'epoca. Con ancora un ottimo livello di output e un magnifico colore nonostante l'età. Più che pick up direi dei veri e propri cantanti. Il suono? Porca paiella ladra impestata! Stesso ragionamento sulla risonanza e trasmissione della vibrazione allo stomaco fatto per la '59 di Marvin. Solo che in questo caso i pick up hanno proprio quel suonino sentito in molti dei miei dischi preferiti. Dolce e delicato ma pieno e nel contempo friccicoso, ricco e dinamico. Non troppo aggressivo eppure cattivello insieme. Insomma, una '54. Zio bello che bassi! Pieni e profondi. Infiniti ma non invadenti, leggermente sotto. Medi a volontà ma per nulla nasali o inscatolati fastidiosi. Ma invece aperti e dinamici. Cantati appunto. La gamma alta? Che ve lo dico a fare. Selettore rigorosamente a tre posizioni. Purtroppo il personaggio non ha voluto saperne di regalarmela. Sarà stato il Twin d’epoca, potreste obiettare molto correttamente voi: no, era proprio la chitarra. Semplicemente perché mi ero portato dietro il mio "catrame" Custom Shop che possedevo allora. Era una stupenda time machine '60 relic bianca con tastiera in palissandro e manico bird eye, uscita nei ‘90 dal custom shop di John page, e che avevo portato proprio, chiedendo il permesso in occasione di un’altra grattata, per fare dei confronti con le originali. L'ho suonata sia nel AC30 che nel Twin. No bella eh, bei suoni e tutto. Finitura stupenda. Ma dopo i confronti rischiavo di farci legna da camino e l'ho venduta subito. Buona Befana allora.
  6. Ciao a tutti! Come da titolo, nel 1952 l'hardware (in particolare il ponte) della Telecaster era nichelato o cromato? Grazie in anticipo.
  7. Lo so, lo so... mi smentisco da solo, perché avevo detto che avrei fatto una seconda parte cercando di riprodurre dei suoni Fenderosi con il Revival, suonando sulla plexi... e invece no Oggi stavo cazzeggiando con la Strato (la mia "storica" Cunetto relic prototipo) e il Revival, mi son venuti fuori dei bei suoni cazzuti - sempre di stampo Plexi e JTM - e giusto per spargere un po' di GAS ho acceso la videocamera dell'iPhone... qualcuno particolarmente sensibile è già stato omaggiato del video integrale con tanto di chiacchiere da bar , ma per il forum ho fatto un montaggio più bellino, coi sottotitoli (più breve e meno palloso), quindi spero che apprezerete Solite due parole sul gear usato: CHITARRA: Fender Stratocaster Cunetto/Cruz prototype Mary Kaye OD: Origin Revival Drive, col suo footswitch DELAY: Chase Bliss Tonal Recall RKM AMPLI: GloryLuxe All'inizio faccio sentire il suono dry senza Revival, poi via via scorro tutti i suoni disponibili a portata di piede: il canale sinistro (tube rectifier) è settato da JTM45, quello destro (valve rectifier) invece da Plexi. Perdonate come sempre le cappelle e... buona visione
  8. Ciao a tutti! Solito video del lunedì, spero vi piaccia. Imho è un buon pedale in relazione al prezzo, ma ha un paio di limiti: non si può usare se non su ampli completamente clean (ha il riverbero che ovviamente su un monocanale che tende a distorcere verrebbe, appunto, distorto) e attiva il suono nel suo complesso, una pedata per attivare od, tremolo e riverbero. O così o nisba, a meno di spegnere gli effetti. Insomma, per quel che costa può andare, l'od è pure carino e dinamico; ricorda alla lontana il mondo del Deluxe Reverb. Voi che ne pensate?
  9. Fender introduce la nuova serie American Professional che andrà a sostituire l'attuale American Standard. Nel link le modifiche introdotte: https://reverb.com/news/fender-american-professional-series-revealed
  10. Ho una Fender Stratocaster Am. Std. con manico tutto in acero che suona molto bene... l'unico difetto che ha sempre avuto è che le corde sono molto "dure", per spiegarmi è come se fossero di una scalatura maggiore, quindi nei bending faccio più fatica e non riesco a controllare bene i vibrati. Le altre strato provate sono tutte più morbide (compresa una superstrat Charvel che ho). Mi chiedo se sia qualcosa che si possa correggere... forse regolando il truss rod? le sellette? nun ce se po' fa 'ncazz??? non ci capisco niente, magari è una banalità ma è una chitarra che suona troppo bene e la vorrei sfruttare molto di più
  11. Ciao ragazzi, ho bisogno di un consiglio, vorrei cambiare un pò di cose sulla mia Strato made in Japan '82, migliorando: il ponte, CTS, selettore e meccaniche autobloccanti. Ho fatto un giro su internet ma ci sono molte cosa da considerare... Budget: medio, in base al valore della chitarra. Potete orientarmi su marche e tipo di materiale? Grazie mille :)
  12. Cerco di farvela breve, vengo da anni di Fender (Strato e Jazzmaster) ma qualche mese è scattata la fissazione Les Paul, aumentata dalla possibilità di provare spesso una Custom del '92 dell'altro chitarrista che suona con me, (che monta quindi 490R e 498T). Ieri sono riuscito a provare una Les Paul Traditional con i miei pedali e il mio ampli, un Fender Bassman '59 LTD. La chitarra mi piace molto, il peso non mi ha dato fastidio, tutto ok col manico, e considerato il budget a disposizione la ritengo una buona soluzione. Tutto ok come sustain e sui distorti, trovo i volumi e le differenze timbriche ben calibrate nelle 3 posizioni con i classici 57 e 57+. C'è solo una cosa che mi lascia perplesso, e che ricordo di averlo pensato anche provando un'altra Traditional in un negozio qualche tempo fa, sempre su un ampli Fender (in quel caso un Blues deluxe credo), ovvero la resa sui suoni puliti in particolare del pickup al manico. A differenza delle mie Fender (ovviamente), ma anche della Custom di cui sopra, anche con ampli pulito e pedali spenti, appena vado a plettrare in modo più deciso sento che l'ampli si sporca, in un modo non piacevolissimo. Ovvio, una LP con humbucker... maggiore output ecc... però se attacco la Custom questa frizzanteria non c'è più, la trovo più gestibile e rotonda sui puliti e soprattutto con il pickup al manico, cosa che la rende più versatile e completa per i miei utilizzi. I 25 anni di carriera della Custom hanno reso i pickup più gentili? Può essere un problema di vibrazioni degli ampli Fender tweed con cassa leggerina e aperta? O è tutto normale e con gli humbucker ci può stare?
  13. Ciao a tutti! Volevo fare un lavoretto alla mia strato e montare un tris di pick up moderni per darle una sonorità moderna. Attualmente monta wilkinson v100 e meccaniche autobloccanti spertzel che le danno già un taglio modern, ma come pick up monta due texas special (manico e centrale) di carattere più vintage ed un jeff beck humb splittabile al ponte. Senza andare in pick up troppo spinti, rimanendo su sonorità rock blues cosa potrei montare?? Grazie a tutti in anticipo! :)
  14. Sto valutando l'acquisto di una stratocaster. Ora come ora non posso permettermi budget importanti, dunque senza andare sul custom shop, mi piacerebbe una mary kaye, ovviamente la reissue 2007. se ne trovano sui 1200/1400 euro originali di casa Fender, ma anche monster relic o assemblati. Preferirei stare su originale. chi ha info o suggerimenti a riguardo? che altre versioni esistono? oppure: cosa consigliate con manico acero e body bianco/avorio/blonde dal look vintaggioso?
  15. Posta la domanda sulla bacheca dell'aggiornamento di stato, i suggerimenti sono stati diversi... diversi di numero e diversi di fatto (e ringrazio tutti!) tanto che adesso mi trovo nell'imbarazzo della scelta e non so su quale orientarmi allora aggiusto il tiro e descrivo ciò di cui in teoria avrei bisogno: la chitarra è in ontano col manico tutto acero... anzi... ve la faccio vedere è questa: http://www.youtube.com/user/MusicOffCommunity#p/search/0/9Fnhcppx_1Q ex del nostro cerze rispetto al video (spero si evitino gli inutili OT) i pick up sono diversi e al momento c'è un set di i-spira vivo (provenienti da andreaueb) che manterrei al manico/centro a meno che qualcuno li volesse acquistare in set. Uno switch da la possibilità di usare anche manico/ponte tipo tele o tutti i 3 pu. E' una strato di stampo moderno per suoni funky, rock, in teoria anche pop, che sappia avere anche buona energia sui distorti (appunto con l'humb al ponte) senza esagerare che per quello c'è l'holy diver della Jackson... Ciò che non mi piace della strato al ponte sono i suoni troppo taglienti, acuti, sferraglianti, quindi vorrei un pu che non abbia tali caratteristiche Fin'ora sono stati consigliati: Lollar imperial Fspaced (adprisoner) Dimarzio Norton (Alucard) I-spira Replica (scheggia) I-spira Blu (Max) Aggiungo io: Dimarzio AT100 (Andy Timmons) e il Bill Lawrence L-90 Quale scelgo? Altri candidati?
  16. negli ultimi due anni i prezzi sono triplicati ed è calata parecchio la disponibilità su alcune marche, ma resta un negozio ben fornito anche sul fronte delle chitarre, e qualche occasioncina di tanto in tanto si trova ancora. abbiamo provato un po' di roba a caso: a me è piaciuto praticamente tutto, a cash praticamente niente. fender twin custom '68 - bello! chi è quel fesso che può vendere un ampli del genere per 800 euro? ah già, io. fender stratocaster avri hot rod '50s - ottima. suono bello grosso, ben rifinita e ben verniciata. cascio è partito tutto contento poi verso la fine ha cambiato idea. non ho capito perché. fender stratocaster lacquer 60's mexico - non male, se avessero usato due o tre betoniere di vernice in meno per il manico forse sarebbe stata anche un po' più suonabile. rickenbacker 360 - spettacolare. ho fatto un video di cash che ci suonava gli slayer, più tardi lo carico. ho l'impressione che coi pickup high gain magari si sia un po' perso quel carattere jingle jangle vintage, però si è guadagnato parecchio in versatilità. anni fa avevo una 620 (sempre di nuova produzione) ed alla fine questa non suona poi così diversa, pur essendo una semiacustica. line 6 variax - all'inizio eravamo in visibilio per 'sta chitarra, poi dopo una decina di minuti l'eccitazione si è consumata. però le accordature customizzabili sono una cosa meravigliosa. rockett archer - non avevo mai sentito un klon dal vivo! sono contento di aver colmato questa lacuna. bello, capisco perché piace a tutti. nel senso, rende il suono più morbido, rotondo, gonfio. scurisce anche un botto. comunque sul pulito mi è piaciuto un sacco. tc electronic chorus + flanger - altro classicone che non mi ero mai cagato. cash l'ha acceso, non ha manco finito un lick e l'ha subito rispento, disgustato. a me invece stava piacendo, adesso mi è rimasta la curiosità :/ korg sdd3000 - delayone venerato dai connoisseur. versatilissimo. la modulazione non fa rimpiangere quella di dmm e altri analogici fichi (che comunque tutto sommato continuo a preferire). il famoso pre non mi ha detto molto, al mio orecchio suonava eccessivamente preciso, chirurgico. l'effetto è digitale, giustamente, però ci sono altri pedali digitali che a mio parere fanno un lavoro migliore sotto quel punto di vista (tipo il boost del capy/brigadier e del deco). poi dipende anche dai gusti. carl martin plexitone - eww. cash lo ama alla follia per qualche ragione.
  17. Ciao, tanto per passare un paio d'ore me la sono spassata un po' provando un paio di Fuzz. Un fulltone '69 clone di un mio amico (germanio), fatto da suo fratello ed il mio Berkos Third Stone (silicio) Come ampli un Boogie Mark IV,una strato Clapton delle prime signature (quelle con i Lace Sensor)e a terra a parte i fuzz solamente un Eventide TF. Registrato al volo con uno Zoom H2N Berkos Third Stone settato sulla modalità "Experience"(note del produttore: Il pedale ha due modalità: modalità Experience, più simile ai primi album di Hendrix con toni più caldi, meno guadagno e più organico. La modalità Axis è più simile ad Axis/Electric Ladyland, più aggressività e con un guadagno-esplosivo) Uniche modifiche nell'arco del test:manopola del volume, pick up e alternanza plettro (poco) e dita, tanto per sottolineare l'incredibile risposta dinamica dei due fuzz. Condivido con voi il mio spasso http://vimeo.com/102572136
  18. Salve a tutti! Dopo aver liquidato la mia cara ma non adorata American Standard, ho questi soldini tra le mani, e visto che esteticamente la Cabronita è poesia per quanto mi riguarda, vorrei assemblarne una, volendo anche spendendo tutto il ricavato dalla vendita (circa 750 pappine), per un risultato che mi soddisfa - spero definitivo. Per quanto riguardo i legni, mi frullava in testa di prendere delle parti Fender originali per questioni di rivendibilità in caso di fallimento: Corpo Fender Cabronita - messicano nero - circa 150 euro scorza e tutto - per "scorza e tutto" intendo spedizione + tasse dall'America; Manico Fender Cabronita - messicano - altri 170 euro considerando che farei una spedizione unica corpo e manico La vera svolta sarebbe quello di mettere il manico della Baja, comodissimo per quanto mi riguarda, ma andiamo fuori budget. Per quanto riguarda i pickup...beh, è la cosa che mi crea più indecisione. Non ho mai provato dei TV Jones - in compenso ho ascoltato tonnellate di demo. Spero vadano bene per ciò che ho in testa. Comunque l'idea era sostanzialmente di mettere un TV Jones Classic al manico e un TV Jones Classic Plus al ponte, per la cazzimma aggiuntiva. Una scelta decisamente popolare e che tutto sommato sembra anche abbastanza versatile. Qui soprattutto si accettano proposte, esclusivamente più economiche - si parla della coppia a 220 euro circa. Ponte: sui vari forum ammeregani parlano bene di questo ponte: http://www.axecaster.co.uk/index.php?main_page=product_info&cPath=12_37&products_id=221 e io onestamente mi fido, capendoci poco. 21 sterline alias un 40 euro con spedizione. Meccaniche: Per look direi ad occhio le Gotoh Vintage...anche se non so per funzionalità. Sempre sui dannati forum ammeregani ne parlano abbastanza bene. Volendo anche aged - da warmoth a 50$ scorza e todos. Battipenna esclusivamente nero opaco, sempre da warmoth - 25$ - con spedizione e tenendo conto che ho preso un prezzo a caso - 20 euro. Potenziomentri - manopola - switch - neckplate - straplock - cavi per cablaggio stimati una 50 ina di euro, cose facilmente reperibili e volendo anche tutto sovrastimato. In totale parliamo di circa 650 euro e forse anche qualcosina in più, per avere una gran bella chitarra IMHO, con legni discretamente seri, un manico che non fa tutto sommato urlare al miracolo, ottimi pickup, ottime prestazioni da parte di hardware/elettronica. Ora il discorso è...sembra sensato come progetto, tenendo conto che volendo vendere ci perdo quei buoni 200 euro (sempre stimati ad occhio) e che volendo in blocco è anche difficile da vendere? Si accettano consigli, opinioni, offese, prezzi migliori e volendo anche parti usate di quelle elencate :D
  19. Manico e paletta in palissandro, con tastiera in acero "incastonata" per lasciare una sorta di binding...se ne sentiva proprio la mancanza? http://www.fender.com/it-IT/series/fender-select/fender-select-stratocaster-hss-exotic-maple-flame-channel-bound-maple-fingerboard-bing-cherry-burst/ Lasciamo poi stare la "...sensazionale tastiera in acero a occhio di pernice "a canale" con raggio variabile...", o il "...ponte tremolo sincronizzato a due punti..." Possibile che la Fender non abbia niente di meglio del traduttore di Google per la sua pagina ufficiale? Bah...
  20. "C'era una volta, nell'antico Regno dello Stivale, un bravo artigiano che, avendo trovato in piccola quantità i materiali d'epoca usati nelle Terre Al-di-là-del-mare negli anni d'oro, decise di costruire una bella chitarra, con il corpo tutto in frassino stagionato 50 anni e un bel manico e tastiera di acero stagionato in pezzo unico. Così si mise alla ricerca di una chitarra d'epoca su cui modellare la sua creatura: si rivolse così a un famoso collezionista di chitarre costruite nelle Terre Al-di-là-del-mare, che gentilmente gli mise a disposizione una Telecaster del '57 per creare tutte le dime necessarie e, da profondo conoscitore dei vetusti strumenti, diede al nostro artigiano numerosi consigli... sicuro, tra l'altro, che la copia non avrebbe mai suonato come la sua, o che almeno si sarebbe accorto delle differenze suonandole. Il bravo artigiano raccolse la sfida e, a strumento finito, decise che anche l'aspetto della sua cretura avrebbe dovuto ricordare quello di uno strumento suonato e vissuto... si rivolse così a un altro losco figuro, originario delle Terre de' Germani, bravissimo musico e collezionista di strumenti: il losco figuro inviò al nostro eroe numerosi ritratti particolareggiati di una sua chitarra del '57, che il bravo artigiano riprodusse fedelmente sulla sua creatura. Una volta terminata l'opera di invecchiamento, e soddisfatto della sua opera, l'artigiano tornò dal famoso collezionista che, alla presenza di molti astanti, provò ad indovinare girato di spalle quale suono appartenesse alla sua chitarra e quale alla copia: leggermente irritato, si disse incapace di riconoscere il suono dell'originale dalla replica... Poi, una volta bendato, le due chitarre gli furono ripetutamente consegnate in mano: egli le accarezzò, ne sentì la forma del manico, i bordi arrotondati della tastiera, la ruggine sulle parti metalliche e, infine, le suonò... e neanche questa volta il famoso collezionista riuscì a capire quale fosse l'originale e quale la replica. Finalmente convinto, anche il grande collezionista si complimentò con il bravo artigiano, che potè tornarsene a casa tutto soddisfatto e fiero del suo lavoro! Qualche tempo dopo, un allora giovine musico che transitava dalle parti della sua bottega udì il bellissimo suono uscire da una finestra... si fermò rapito ad ascoltare, anche perché il bravo artigiano era anch'esso un musico coi controcazzi... ehmmm... un bravissimo musico! Così, gentilmente, chiese di poter provare quello strumento dal suono delicato e deciso allo stesso tempo, schioccante o vellutato all'occorrenza, e il bravo artigiano glielo concesse... ma il giovine musico aveva già altre mire! Chiese così di poterlo acquistare, ma l'altro gli rispose burberamente di no: aveva costruito quella chitarra per sé e se la sarebbe tenuta. Pieno di delusione, il giovine se ne tornò a casa, ma non smise di pensare a quelle corde che così soavemente gli avevano toccato l'anima. Qualche anno dopo, durante una fiera di paese, il non-più-tanto-giovine musico passeggiava distrattamente... quand'ecco, all'improvviso, gli parve di udire da lontano un suono conosciuto; senza indugio, si avviò in quella direzione e lì, seduto, trovò il bravo artigiano con in braccio lo strumento dei suoi sogni... ne accarezzava dolcemente le corde e quello, se possibile, lo ricambiava con un suono ancora più bello di quello che aveva ascoltato la prima volta. Il non-più-tanto-giovine musico interpretò questa coincidenza come un segno del destino: doveva avere quella chitarra! Con fare risoluto, chiese di nuovo al bravo artigiano di vendergli il suo strumento, che però, di nuovo, glielo negò. Il non-più-tanto-giovine musico aveva ormai perso le speranze, ma qualche giorno dopo, appena dopo l'alba, un piccione viaggiatore bussò col becco al vetro della sua casa... egli aprì la finestra, staccò la pergamena dalla zampina del pennuto, la srotolò e lesse: <<Mio buon amico, pur essendo ad essa molto legato, ho deciso di cedeVi la chitarra che tanto amate... la passione che avevate negli occhi nel suonarla Ve ne rendono degno possessore>>. Fu così che, in men che non si dica, il non-più-tanto-giovane musico si recò nella bottega dell'artigiano, il quale lo abbracciò e gli spiegò con dovizia di particolari il motivo che l'aveva spinto a cedergli la sua chitarra...egli lo ringraziò, chiedendogli di suonarla per lui un'ultima volta e, mentre il bravo artigiano suonava per lui, una lacrima di gioia gli rigava il viso..."
  21. Volevo scambiare due parole su una chitarra poco considerata dai chitarristi in genere e che ultimamanete sta ritornando in forza sui più grossi palchi...Vi parlerò della mia Fender Jaguar Block inlay del 1974. Innanzitutto questa chitarra è stata del buon Dan che mi ha accolto con pazienza e passione verso questo mondo..Grande. Bene,la chitarra è una Offset body:quindi di forma più allungata e "stirata" rispetto alla conosciuta stratocaster o telecaster, la cosa per mè è realmente comoda ,me la sento addosso benissimo quando suono,si adatta perfettamente al modo di suonare con chitarra bassa e manico rivolto verso l'alto. La nostra amica in questione ha la scala di 24" corta e spiazzante per certi punti di vista..soprattutto per molti fenderisti puri ma..questa caratteristica aiuta oltremodo il suono a raggiungere una buona profondità sulle frequenze basse e anche a mantenere un attacco velocissimo su tutte le note. Merita un discorso approfondito anche tutta la parte costruttiva ed elettronica. Molti vengono frenati dalla quantità superiore di switch presenti nonostante in realtà la lociga sia molto semplice. troviamo quindi una circuitazione sulla spalla superiore che con uno switch ci fa passare da una posizione RHYTHM /LEAD RHYTHM:SWITCH RIVOLTO VERSO L'ALTO,avilita i due potenziometri a rotella che si occupano di volume e tono in questa posizione,la posizione suona rotonda morbida e molto adatta al jazz,blues e come compensazione ad un humbucker scarico secondo me...bellissimo come la chitarra schiacci sulle alte e tenga ben presenti le medie e le frequenze basse. dovete sentire come suona sui fuzz ...marciume assicurato e suoni molto molto caldi,molto bella per arpeggi con un filo di delay e modulazione..mi perdo ore in questo dolce mare... bene se abbassiamo lo switch..si passa alla posizione LEAD la posizione lead conivolgerà tutti e tre gli switch che troviamo sotto il nostro pick up al manico e i due pot di volume e tono. nella placchetta con i tre switch troviamo nella stessa posizione dei p.up..quindi guardando la chitarra mentre la suoniamo e da sinistra verso destra: ON/OFF single coil al manico. ON/OFF Single coil ponte ON OFF TONE MODIFING SWITCH Un volume ed un tono che sono i nostri potenziometri. Come suonano ? il p.up al manico è volendo una sorta di single coil un pelo più avvolto molto schioccante e più grosso e profondo di una stratocaster normale...suono moltissimo questo p.up bello in pulito e ritmica crunch..sui lead corposo e compresso senza diventare troppo schiacciato di dinamica. Il P.up Al ponte è cattivo,aggressivo moltissimo sulle medie e con alte durette molto molto veloce sulle distorsioni marshallose è decisamente un aiuto notevole a annientare il mix della band..non lo buca ..lo sotterra.. I p.up in serie suonano invece aperti e ariosi molto adatti al superclean o a essere pesantemente effettati da reverb e delay,schiocco e attacco come avrete capito sono assicurati ma qui la nota alta rimane piacevolmente leggera armonicamente bilanciata. molto bello per chi suona post rock e arpeggi lenti. TONE MODIFING SWITCH, Suona in qualsiasi posizione di p.up e fa si che se azionato si generi un effetto sparkling e come un passa alto...si se si aziona quasto switch si entra direttamente nella Surf Music,garage rock e nella psichedelia sessantiana...Con un reverb e un ts808 mi viene sempre da suonare qualsiasi cosa beat & brit ...bello ma ponderate quando segare i denti ai vostri amici!! Altra peculiarità,difetto,caratteristica è il ponte ..si.. Il ponte è rinomato..ehm..rimproverato di scarsa tenuta dell'accordatura ,cattivo scorrimento e corde che escono facilmente dal solco..si...insomma non proprio na cosuccia stabile,va settato bene e con cura dato che le sellette poi sono multi scorrimento corda per via dei numerosi solchi di bassa profondità. Personalmente ho trovato già la chitarra praricamente perfetta(grande Dan!!) il caratte sonoro della chitarra poi arriva tutto da li..il ponte...e il tremolo Floating... la corsa delle corde sospese prima del ponte e la scala da 24" danno proprio una morbidezza e "marciume sonoro" anche perchè le corde rimangono tese ma con morbide e ovviamente leggermente risuonanti al di la del nostro ponte. reputo molto bella questa cosa ...suono anche le corde dietro il ponte per generare ambienti ed effetti dissonanti e con i pedali creare fondi sonori..eh..a me piace! Altra chicca è il fender Mute ..una placchetta inclinabile che si trova sotto il nostro ponte ...che su un lato,quello dove le corde vibreano se sollevata grazie ad una spugna va appoggiandosi sulle corde a creare l'effetto sordina che ci riporta ai gloriosi mutting delle chitarre beat e western..non lo uso ma lo trovo simpatico. Il floating trem ha poi una generosa placca a cui verranno fissate le nostre corde,questa piastra poi si poggia su una generosa molla che aiuterà ad ottenere la resistenza necessaria a mantenere il vibrato e la stabilità. Questa placca esternamente è ricoperta a vista dalla copertura che vodete in ogni jaguar,su questa copertura troviamo una vite centrale che regolerà la resistenza della nostra molla e uno SLIDE SWITCH Lo SLIDE SWITCH sembra una copertura ma in sealta se spinto in direzione dell'attacco corde blocca quasi totalmente il ponte mentre se spinto nella direzione dei p.up lo rende abile ad essere usato. Senza dubbio si tratta di una chitarra che deve essere apprezzata appieno ed essere sfruttata proprio per il carattere pieno,veloce e aggressivo nella risposta. Ovviamente secondo me va provata per capire meglio,anche solo per curiosità e per avere secondo me una panoramica su uno strumento tanto sottovalutato. Spero che un minimo di curiosità in voi sia sorta. Ciao e alla prossima! Roby.
  22. Salve a tutti! Ancora una volta chiedo il vosto aiuto e mi rimetto nelle vostre manine esperte! Devo cambiare il Ponte della mia Strato made in mexico, che sia di qualità migliore (rispetto all'originale) e soprattutto affidabile... Ho cercato a più non posso per la rete...purtroppo il grosso problema delle made in mexico è la spaziatura tra le viti! Tra l'interasse della prima e l'interasse dell'ultima vite corrono 52 mm, mentre nelle Amerregane è di 56 mm a quanto ho letto. Il problema è che la scelta (ed il campo) si restringe! eh! le alternative che ho trovato sono: - Ponte in acciao di GuitarFetish: http://www.guitarfetish.com/Made-in-Mexico-Import-Strat-UPGRADE-trem-Solid-STEEL-block_p_489.html - Codesto, che non ho capito bene che roba sia: http://www.ebay.it/itm/DFG-Strat-Tremolo-Trem-System-Steel-Block-and-Saddles-Black-/141030895250 Ho sentito parlare parecchio dei Callaham...ma sono un po' fuori budget per il momento ed alcuni dicono che è freddino! Io sogno i Gotoh o i Wilkinson ma...non so se fanno delle versioni che vanno bene anche per le Messicane....Ho visto che c'è il wilkinson 5+1 con blocco in acciaio ma l'interasse totale delle viti arriva a 54 mm quindi credo che serva fare altri buchi al body... ergo la domanda(e) finale è: Avete mai cambiato il ponte della vostra Strato MIM? Avete provato e/o sentito parlare di altri ponti, (oltre a quelli che ho citato) che possano andare bene per la suddetta chitarra? Grazie in anticipo!!! La parola a voi!
  23. Mark Simon Hell

    identificazione pickups..

    ..in una Strato hardtail del 79 di un mio amico, presa usata a belrino ovest nel '87, ci sono su questi pickup.. non siamo sicuri siano gli originali.... qualche idea??
  24. http://www.casalebauer.com/474-Fender-e-Casale-Bauer-rinnovano-nel-2013-l'iniziativa-sconto-immediato.htm
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